Dopo Venezia

fil0diseta
venerdì 17 ottobre 2008 15:34




E non dirmi ch’è per questo che mi ami
In prima linea come un soldatino
Mi ami come un fiore che sa
Che verrà il gelo domani a glassare
Che la corolla perderà le punte
E il gambo sarà soffiato
Come a Burano, là
Dopo Venezia e il cimitero





Maredinotte
venerdì 17 ottobre 2008 17:44
e non dir neanche
che sono chiodo conficcato
in un polmone, o cinta stretta
tra testa e cuore.
levo il fiato, così come fa il vento
quando ti soffia contro
e gela il pianto nella gioia del tormento

parlami soltanto senza voce
negli occhi che si aprono sul mare
seduti a un angolo di bocca
fil0diseta
sabato 18 ottobre 2008 07:44
(parallele)






seduti a un angolo di molo
nel vederci gli occhi
policromi alle piazze
dove non torneremo
come soldatini, noi
sui fili dell'alta tensione

se non per certi fogli
da sudarci in mano









el_greco
sabato 25 ottobre 2008 01:15
(meridiane)




Sudava in mano quel fiato di nebbie
e parole troppo condensate per essere scandite

mi fluttuò addosso il tuo sorriso aspro
spuma di mare e albe diafane a contorno
in un crescendo di risata ed urla
che si spezzavano infrangendo le onde

poi mi torno la quiete dentro i palmi
quando a sud ovest nacque
il tropico del cancro.




Maredinotte
sabato 25 ottobre 2008 13:02
ops... qui manca qualcosa di mio....


(intersezioni)


al tropico o forse ancora a sud
lasciai le mie intenzioni
filtrare tra le dita
erano navi e soldati bianchi
sottocoperta a caricare
i cannoni che tossivano sentenze

F-10 coordinata sulla griglia
fu l'ultima speranza di restare
el_greco
domenica 26 ottobre 2008 00:21




Ed era solo speranza.

Poi mi restò l’inverno
adagiato sul fondo dei calzoni
c’erano tacchi a spillo nel passato
e gonne rosse come monete da un cent

ora attracco al litro
suggendo uragani di confusione
e spazio lungo litorali in secca
come il resto dei miei giorni

sarò a Detroit per il due novembre
magari è proprio là che ho perso
l’ultima convinzione.


fil0diseta
domenica 26 ottobre 2008 06:54





era di sabato quel due novembre
ancora sui piatti della cena
contavo le domande per la mezzanotte
per un incontro semplice
con le parole a difendermi sul ponte
da due ceffi con la pelle scura
a tenermi la mano nel mare
quando c'era buio

cosa può fare la parola, se esce a fiotti
e non s'ingombra di ceppi verdi
nel cammino, se sale alla gola e legge
sfocato ogni sorso e poi respira e pioggia
a fiumi, albe, come una nonna che non conobbi




Maredinotte
domenica 26 ottobre 2008 10:09


che in questa data non ci son fantasmi
ma ricordi di lune a sbiadire il canto
o giorni che mancarono alla primavera
d'occhi chiusi, tra le mani del tempo

e fu così, che mi sentii pianista
sull'oceano, maledetta me e la mia paura
in gabbia le parole e il filo d'erba
che al buio sbriulluccica di brina

levata l'ancora sollevai un macigno
lasciai la zattera tornare alla deriva
salutando il ponte, il bavero a poppa
ed il cappello lanciato sul pontile


fil0diseta
giovedì 30 ottobre 2008 10:44




troviamoli nel selvaggio
delle stelle alpine
a zoccolo di mulo
per salire al piano
inclini a nervature
alla sorpresa
che iniqua trame
d'antiorario







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