Domenica 25 settembre al Circeo

Ritorno al Circeo per la migrazione, ma non posso evitare di soffermarmi ai laghi per una "rapida" occhiatina (chi mi conosce sa che non vado mai di fretta con il binocolo al collo).
Ritrovare il pratone verde solcato da canali e pozze è un piacere per l'occhio. Decine di bufale si dedicavano placide al pascolo, alzando nuvole di ballerine bianche, cutrettole e passere d'Italia ad ogni passo e muovendosi sotto la vigile sorveglianza di 59 aironi guardabuoi, una Garzetta e una manciata di aironi cenerini disseminati sul campo.
Era un'immagine senza tempo: le gallinelle che piluccavano il fango ai bordi, una testa di Codone che spuntava da un avvallamento, un volo di Falco di palude che solcava l'azzurro, un canto di Usignolo di fiume che riempiva l'aria dal canneto alle mie spalle, il sole caldo che mi arroventava i capelli, erano tutti particolari che andavano a definire quella sensazione di essere parte di qualcosa di naturale, qualcosa che scorre uguale a se stessa senza mai essere noiosa, antica e attuale al contempo, con tutta la semplicità di qualcosa che così deve essere. A turbare questa immagine, le torme di ciclisti colorati, passeggiatori scalmanati e bambini urlanti intorno al lago che mi hanno costretto inevitabilmente a riavviare l'orologio mentale e dimenticare il quadretto romantico, nonostante il passaggio ravvicinato di una spatola sopra alla testa!!

Sul lago, tra le mille sagomine nere delle folaghe, spuntavano a interrompere la monotonia gli svassi maggiori, i tuffetti, qualche Alzavola e qualche Marzaiola lontana. Voli di gabbiani reali e cormorani in lontananza, un paio di Piro piro piccolo che si inseguono a pelo d'acqua, un passaggio di Falco di palude e l'apparizione di due falchi pescatori prima in volo, uno sembrava in caccia, poi appoggiati su un ramo sporgente di eucalipto.

Andando verso il Monte Circeo ho saputo di un avvistamento di 11 cicogne bianche e 2 nere, osservate presso il lago Monaci, che io ho mancato ben due volte perché 8 di quelle hanno percorso più velocemente di me la distanza tra i laghi e il monte e le altre non so che strada abbiano fatto.
E' stato comunque bello rivedere i falchi pecchiaioli e i falchi di palude in migrazione, vederli arrivare da lontano e cercare una termica per salire in quota e poi seguirli mentre scivolano via, alcuni passando vicini e lasciandosi ammirare, altri sfilando lontani come ballerine che escono di scena in fondo al palcoscenico.

L'atmosfera della migrazione è sempre densa di sensazioni e immagini che ogni tanto vengono spezzate da veloci passaggi "pubblicitari" come il rapido volo di una femmina di Falco pellegrino o di un giovane Lodolaio o la sagoma allungata di uno Sparviero in perlustrazione sopra il bosco. Tra le centinaia di rondini veloci, che passavano a gruppi, cercavo la rossiccia come fosse un gioco di enigmistica (quale di queste immagini è diversa dalle altre? ) e trovavo topini e balstrucci.

La chiusura è sempre al lago di Fogliano, come fosse una tradizione, e il "dormitorio" non delude mai. All'arrivo mi hanno accolto 40 beccapesci che volavano verso il mare gridando il loro saluto e nel limo la Spatola già incontrata, una Pantana solitaria che scandagliava il terreno, una Pettegola vivacissima, una Pittima minore che si concedeva un bagno serale, un Chiurlo che passeggiava tra i peletti dei gabbiani comuni, qualche Piovanello pancianera. Mentre il cielo rosseggiava due sagome di Beccaccino solcavano l'aria, macchie di fischioni invadevano il lago placidamente, file di cormorani si dirigevano all'isolotto per la notte mentre i guardabuoi se ne andavano verso il mare ( ) in due brigate candide e leggere.

Quando scende la visibilità e tutto comincia a quietarsi, il binocolo non serve più, torna l'immagine senza tempo che stavolta sembrava anzi qualcosa di antico e datato, come una foto in bianco e nero dove ogni vita è una sagomina scura che si staglia contro il fondo.

Saluti a Piero e Stefano incontrati sul monte.

[Modificato da fcvinci 18/03/2007 18.50]