Disgelo Cuba-USA, Obama:"Somos todos americanos"

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binariomorto
00giovedì 18 dicembre 2014 21:53
Cuba-Usa, Obama apre al disgelo.
Castro potrebbe andare alla Casa Bianca

Bergoglio: "Un lavoro portato avanti da ambasciatori, dalla diplomazia.
È un lavoro nobile il vostro, tanto nobile"


Gli Stati Uniti non escludono una visita del leader cubano Raul Castro alla Casa Bianca. Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.

"Oggi siamo tutti contenti, perché abbiamo visto come due popoli, che si erano allontanati da tanti anni, ieri hanno fatto un passo di avvicinamento". Lo ha detto papa Francesco ricevendo un gruppo di 13 nuovi ambasciatori presso la Santa Sede, con riferimento al disgelo tra Stati Uniti e Cuba.

SVOLTA EPOCALE NELLE RELAZIONI FRA USA E CUBA

"Ecco, questo è stato portato avanti da ambasciatori, dalla diplomazia. E' un lavoro nobile il vostro, tanto nobile", ha sottolineato il Pontefice. "Il lavoro dell'ambasciatore - ha osservato - è un lavoro di piccoli passi, di piccole cose, ma che finiscono sempre per fare la pace, avvicinare i cuori dei popoli, seminare fratellanza fra i popoli. E questo è il vostro lavoro, ma con piccole cose, piccoline", ha ulteriormente detto Bergoglio. Il Papa parlava ai nuovi ambasciatori in Vaticano di Mongolia, Bahamas, Dominica, Tanzania, Danimarca, Malaysia, Rwanda, Finlandia, Nuova Zelanda, Mali, Togo, Bangladesh e Qatar.

Le aperture tra Stati Uniti e Cuba si possono definire "una svolta storica", dovuta anche "alla illuminata mediazione della Santa Sede". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale il Corpo diplomatico accreditato in Italia per i consueti auguri di Natale. Il capo dello Stato ha infatti ricordato "le drammatiche tensioni che in quell'area opposero le due superpotenze che si confrontavano in un mondo rigidamente diviso in blocchi".

LA MEDIAZIONE DELLA SANTA SEDE PER IL DISGELO - di Fausto Gasparroni - La svolta è di portata storica, dopo 55 anni di tensioni tra l'isola "comunista" e la super-potenza americana. E nella riapertura dei rapporti tra Washington e L'Avana, in seguito alla liberazione del contractor americano Alan Gross dopo cinque anni di prigione a Cuba e al rilascio per motivi umanitari di tre agenti cubani detenuti negli Stati Uniti, il ruolo fondamentale di mediatore e garante nelle trattative l'ha avuto il Vaticano. Anzi, proprio la persona di papa Francesco. Il che proietta sempre più la figura del Pontefice argentino alla statura di leader di portata globale, capace, nel segno del "dialogo", di favorire soluzioni anche per le controversie più annose e apparentemente inestricabili.

E' stato proprio papa Francesco, infatti, a scrivere due lettere separate, all'inizio della scorsa estate, al presidente cubano Raul Castro e a quello americano Barack Obama, esortando i due leader a perseguire relazioni più strette tra i due Paesi. In ottobre, poi, in assoluta riservatezza, delegazioni di Cuba e Stati Uniti sono state fatte incontrare in Vaticano, con l'obiettivo di favorire la piena normalizzazione dei rapporti. Una mediazione che ha dato pienamente i suoi frutti, con il disgelo annunciato oggi, con una notizia di rilevo epocale, che si traduce nel ripristino delle relazioni e nell'apertura di una sede diplomatica statunitense a L'Avana. E che in prospettiva porterà la fine dell'embargo e la cooperazione tra i due paesi su varie questioni, compresa la lotta al crimine e l'eliminazione di Cuba dalla lista nera degli Stati terroristi. Papa Francesco esprime ora "vivo compiacimento" per la "storica decisione" dei governi di Washington e L'Avana "di stabilire relazioni diplomatiche, al fine di superare, nell'interesse dei rispettivi cittadini, le difficoltà che hanno segnato la loro storia recente".

La Segreteria di Stato vaticana, in una nota, conferma come, "nel corso degli ultimi mesi", papa Bergoglio abbia scritto a Raul Castro e a Barack Obama, sottolineando che l'iniziativa aveva lo scopo di "invitarli a risolvere questioni umanitarie d'interesse comune, tra le quali la situazione di alcuni detenuti, al fine di avviare una nuova fase nei rapporti tra le due Parti". Quindi la Santa Sede, "accogliendo in Vaticano, nello scorso mese di ottobre, le delegazioni dei due Paesi", "ha inteso offrire i suoi buoni offici per favorire un dialogo costruttivo su temi delicati": dialogo "dal quale sono scaturite soluzioni soddisfacenti per entrambe le parti". Ora la stessa Santa Sede "continuerà ad assicurare il proprio appoggio alle iniziative che le due Nazioni intraprenderanno per incrementare le relazioni bilaterali e favorire il benessere dei rispettivi cittadini". Entrambi gli ex contendenti hanno voluto sottolineare il ruolo della Santa Sede nella trattativa conclusasi positivamente. Raul Castro ha ringraziato oggi il Vaticano "e in particolare papa Francesco" per la sua mediazione nel dialogo con gli Stati Uniti.

"Voglio ringraziare papa Francesco" per il ruolo svolto nel riavvicinamento tra Usa e Cuba, ha detto a sua volta Obama. Intanto lunedì scorso il segretario di Stato Usa John Kerry si è recato in Vaticano per un colloquio di un'ora con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin: e in quell'occasione, evidentemente memore di quanto già prodotto dalla diplomazia pontificia nella trattativa con L'Avana, ha espresso il desiderio che "la Santa Sede favorisca soluzioni umanitarie adeguate" per la chiusura del carcere di massima sicurezza di Guantanamo, situato nella base navale americana proprio a Cuba.

Fonte: ANSA
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