Discorsi al bar che sanno d'aria fritta

Versolibero
mercoledì 28 ottobre 2015 06:47


Dicono che la pioggia sia come certe donne
che si lasciano andare alla malinconia d'autunno
e hanno perso i petali più dolci dei pensieri
dai rami di un tempo che sembrava non finire.

Certi uomini ne parlano ai tavoli di un bar
tra un bicchiere di birra e una partita
come si parla di calcio, dello stipendio che non basta
o di una malattia che non si cura:

non sanno quanta polvere e fracasso
smuovono nell'aria i loro sterili discorsi
mentre una ex appende la sua vita al chiodo
anche se di fatto respira senza ossigeno
perché è un tabù anche suicidarsi
e i preti, tra una predica e una benedizione
rimandano il pensiero ad una croce
che fu assai più ingiusta e più pesante




Rosanna
cripaf
mercoledì 28 ottobre 2015 07:47
Re:
Versolibero, 28/10/2015 06:47:



Dicono che la pioggia sia come certe donne
che si lasciano andare alla malinconia d'autunno
e hanno perso i petali più dolci dei pensieri
dai rami di un tempo che sembrava non finire.

Certi uomini ne parlano ai tavoli di un bar
tra un bicchiere di birra e una partita
come si parla di calcio, dello stipendio che non basta
o di una malattia che non si cura:

non sanno quanta polvere e fracasso
smuovono nell'aria i loro sterili discorsi
mentre una ex appende la sua vita al chiodo
anche se di fatto respira senza ossigeno
perché è un tabù anche suicidarsi
e i preti, tra una predica e una benedizione
rimandano il pensiero ad una croce
che fu assai più ingiusta e più pesante




Rosanna




ok Ros
tu, hai la capacità di farmi ritornare anche nei momenti di conflitto. Qui, per esempio dove la drammaticità diventa aria fritta nei fiumi di discorsi che si fanno.
mi colpisce la tua e la collego a questa furia segmentatrice che ha preso i media di trasformare qualunque dramma in un pettegolezzo televisivo e perchè no, facendoci un selfie sorridente con sfondo Auschwitz, o l'uomo ammanettato.
ciao franco
Versolibero
mercoledì 28 ottobre 2015 22:47
cripaf:

ok Ros
tu, hai la capacità di farmi ritornare anche nei momenti di conflitto.


Tu dalla poesia non scappi, non se ne parla proprio, e l'hai dimostrato con l'ultima che hai postato, ci siamo intesi?

cripaf:

Qui, per esempio dove la drammaticità diventa aria fritta nei fiumi di discorsi che si fanno.
mi colpisce la tua e la collego a questa furia segmentatrice che ha preso i media di trasformare qualunque dramma in un pettegolezzo televisivo e perchè no, facendoci un selfie sorridente con sfondo Auschwitz, o l'uomo ammanettato.
ciao franco


Ci sta tutto questo e tant'altro, anche per esempio certi commenti idioti alle notizie drammatiche dei giornali, anche il femminicidio (tema dal quale come sai non mi schiodo), anche certi commenti idioti come quelli di un certo genere maschile quando dicono: "se l'è voluta, cosa ci faceva in giro alle undici di sera?", insomma anche questo e tant'altro ancora, pensieri su drammi della solitudine e della forza che ci vuole per gestire il dolore.

Grazie Franco, un abbraccio.
annamaria.giannini
mercoledì 28 ottobre 2015 23:13
Versolibero questo è quello che sto portando in giro per l'italia al momento, mi piacerebbe una tua idea sull'accaduto.

www.youtube.com/watch?v=USyqIeaiiiM

Versolibero
giovedì 29 ottobre 2015 00:25
Ho guardato il video, così posso visualizzarti non solo immaginarti.

Cosa posso dire? Intanto che è un bell'impegno quello che stai facendo cercando di sensibilizzare la gente. L'unica cosa che mi chiedo è questa: coloro che ragionano con i piedi, verranno ad ascoltarti? oppure verranno solo coloro che già sono consapevoli e rispettosi nei confronti delle donne?
In una parola: come incidere sulla mentalità più retrograda e violenta? In quali luoghi? forse bisognerebbe recitare tra coloro che sono in carcere, nei ghetti più degradati?
Non so... Che poi è lo stesso destino della poesia: ne gode chi già ce l'ha dentro.
Comunque complimenti da parte mia, e continua...

Buona notte [SM=g2834784]
fabella
giovedì 29 ottobre 2015 08:51
mi immetto a dare un'anticipazione di risposta, per agganciarmi ad una mia esperienza sui percorsi di recupero. Annamaria porta la sua parola nei teatri, nelle piazze e sulla strada. e dicevo della mia esperienza. di quando ero operatrice in una comunità recupero tossicodipendenti. i ragazzi tornavano alla droga o morivano, nella maggior parte dei casi. e spesso ci chiedevamo: ma che stiamo qui affare? la risposta era la seguente. anche se uno, uno solo fosse recuperato, ne sarebbe valsa la pena.

[SM=g7542]
Versolibero
giovedì 29 ottobre 2015 10:13
@ i ragazzi tornavano alla droga o morivano, nella maggior parte dei casi. e spesso ci chiedevamo: ma che stiamo qui affare? la risposta era la seguente. anche se uno, uno solo fosse recuperato, ne sarebbe valsa la pena.

Indubbiamente. Poi in quel caso sono convinta di una cosa: il lavoro della parola è essenziale ma non può essere miracolosa quando questi ragazzi, quando escono, trovano lo stesso mondo che hanno lasciato fuori se non peggiore, vale a dire senza interventi politici mirati a cominciare dal diritto a un lavoro; quindi non è fallimentare il vostro supporto ma le crepe sono nel tessuto sociale in cui bisogna recuperare dei valori forti e qualche spiraglio per il futuro, altrimenti sì che ricadono nello stesso circolo vizioso. Inoltre la forbice è sempre più ampia tra chi si può concedere tutto e anche il superfluo e chi non può avere neanche il necessario per arrivare in fondo al mese, e questo incrementa anche i furti compresi quelli per fornirsi della droga.

[SM=g8172]

fabella
giovedì 29 ottobre 2015 14:21


avevo dimenticato di dire la cosa più importante. la poesia è bella. per i miei gusti rappresenta la tua forma migliore di poetessa
[SM=g2829700]



Versolibero, 29/10/2015 10:13:

il lavoro della parola è essenziale ma non può essere miracolosa quando questi ragazzi, quando escono, trovano lo stesso mondo che hanno lasciato fuori se non peggiore, vale a dire senza interventi politici mirati a cominciare dal diritto a un lavoro; quindi non è fallimentare il vostro supporto ma le crepe sono nel tessuto sociale [...]



d'accordo sull'intera tua replica. comunque sia, nello specifico, già spiccavano incongruenze all'interno della comunità stessa, che era "proprietà" di un partito. e tutto fioriva durante le campagne elettorali e appassiva appena dopo le votazioni. eravamo sempre noi a metterci del nostro per farli sentire in famiglia ed appezzati per quello che valevano. a volte dando opportunità di esprimersi in altri ambiti, anche fuori dalla comunità.

per queste persone, "recuperate" (ne ho viste tre), il più fortunato, non sieropositivo, ha messo su famiglia ed è rimasto a lavorare lì come operatore. e comunque nell'ambito del sociale. anche un altro si è fatto una famiglia ed ha accettato lavori pesantissimi. asfalti, autostrade. controindicati al suo stato di salute. ed è morto di aids, lasciando una bimba piccolissima ed una moglie santa e innamoratissima, della quale non ho più avuto notizie. parlare del terzo, mi fa troppo male.

per quello che mi riguarda, se esiste ancora qualcosa in cui credere, non sono gli imperativi facciamo e disfiamo dei politici, né le promesse di interventi mirati. ma è l'impegno individuale su cui lavorare. e darne esempio. e sperare che questo esempio sia seguito fino ad allargare il più possibile la catena. e il lavoro del poeta, accompagnare il fare con il dire, svegliando le coscienze con la parola come sta cercando di fare Annamaria col suo gruppo. e come dovrebbe fare ognuno di noi, dal km.0 alla grandezza della rete. ma anche questo, temo, sia ancora molto lontano [SM=g10324]

a questo mi riferivo quando parlavo della direzione della mia poesia

[SM=g2843108]
Versolibero
giovedì 29 ottobre 2015 22:37
@ fabella:
avevo dimenticato di dire la cosa più importante. la poesia è bella. per i miei gusti rappresenta la tua forma migliore di poetessa



ed io che avevo letto appassionatamente la tua replica saltando senza accorgermene l'inizio del messaggio bene ho fatto a rileggerlo così ti ringrazio [SM=g7535] prima di evidenziare questo passaggio:

@ se esiste ancora qualcosa in cui credere, non sono gli imperativi 'facciamo e disfiamo' dei politici [...] ma è l'impegno individuale su cui lavorare [...] e accompagnare il fare con il dire, svegliando le coscienze con la parola come sta cercando di fare Annamaria col suo gruppo. e come dovrebbe fare ognuno di noi, dal km.0 alla grandezza della rete.

anch'io nel mio piccolo cerco di dare il buon esempio quando sulla spiaggia mi metto a raccogliere la miriade di mozziconi di sigarette, lattine, palette del gelato, cannucce infilate nella sabbia, vetri, aghi pungidito, involucri delle merendine, carte e cartacce e pure la plastica in acqua e tutto ciò che negligentemente viene lasciato sulla sabbia. Riempio sacchetti che svuoto nei cesti della spazzatura. Ma mi sento una mosca bianca. Mi sento una mosca bianca ma me ne infischio mentre gli altri penseranno: ma chi glielo fa fare, tanto ce n'è dappertutto, per non parlare nelle fosse e sui cigli delle strade. Ma qualche volta qualcuno fa altrettanto. O mi elargisce complimenti mentre io inorridisco per "il plasticume" (come dico in una specie di poesia). Ma i bambini guardano, osservano tutto, domandano, e io rispondo. E loro incominciano ad aiutarmi.
Così mi sento una mosca bianca con qualche moscerino [SM=g2829700]

[SM=g7831]

fabella
venerdì 30 ottobre 2015 09:25
Versolibero, 29/10/2015 22:37:



anch'io nel mio piccolo cerco di dare il buon esempio quando sulla spiaggia mi metto a raccogliere la miriade di mozziconi di sigarette, lattine, palette del gelato, cannucce infilate nella sabbia, vetri, aghi pungidito, involucri delle merendine, carte e cartacce e pure la plastica in acqua e tutto ciò che negligentemente viene lasciato sulla sabbia. [...] i bambini guardano, osservano tutto, domandano, e io rispondo. E loro incominciano ad aiutarmi.




un esempio su tanti di quello che dobbiamo trasmettere ai bambini: il senso civico, che viene sempre meno

[SM=g2829702]
Francesca Coppola
venerdì 30 ottobre 2015 14:49
sento molto questa tua. Il femminicidio come marchio triste di questo periodo in particolare. Scuote per qualche giorno le menti, poi tutto nel dimenticatoio fino all'ennesimo fatto di cronaca, arricchito di particolari morbosi e quel "si poteva evitare o prevedere" fa più male di un coltello. La poesia, quando riesce a fuoriuscire da noi universalizzando i concetti ma esprimendosi pur sempre attraverso il nostro occhio, ecco quando riesce a fare questo è poesia sociale,cocente, potente. Mi piace per il suo dire fluente avendo contenuti così "pesanti"...
Violadaprile
venerdì 30 ottobre 2015 17:12
cara Rosy
molto bella questa tua, come sempre
però, diversamente da sempre, molto umana e terrena, mi piacciono molto queste espressioni quasi casuali, che riprendono la vita di tutti i giorni
mi piace lo stile sciolto e le parole terra terra, che riflettono molto bene l'oggetto, come piccoli specchi giustapposti, come un caledoscopio di memoria in penombra

bellissimi in particolare
mentre una ex appende la sua vita al chiodo
anche se di fatto respira senza ossigeno
perché è un tabù anche suicidarsi

con il loro senso di desolazione e di rinuncia e di abbandono, che sì che il tabù estremo sembra essere il non poter fuggire
non avere il permesso di sfuggire a questo respiro corto che toglie il respiro solo a leggerlo

e dunque le donne si lasciano andare, una morte spirituale prima che fisica, alla malinconia d'autunno, al tempo che passa e comunque cancella
come se una vita appesa a un chiodo fosse una morte totale
una morte possibile
una morte di intenti
Versolibero
domenica 1 novembre 2015 01:54
Francesca Coppola:

sento molto questa tua. Il femminicidio come marchio triste di questo periodo in particolare. Scuote per qualche giorno le menti, poi tutto nel dimenticatoio fino all'ennesimo fatto di cronaca, arricchito di particolari morbosi e quel "si poteva evitare o prevedere" fa più male di un coltello. La poesia, quando riesce a fuoriuscire da noi universalizzando i concetti ma esprimendosi pur sempre attraverso il nostro occhio, ecco quando riesce a fare questo è poesia sociale,cocente, potente. Mi piace per il suo dire fluente avendo contenuti così "pesanti"...



E pensare, cara Francesca, che sulle cose che ho scritto sul femminicidio c'è qualche maschio che si è affannato a negare che esista tale fenomeno. E in quanto allo stanking idem. Alzando la cresta col dire che anche le donne uccidono o fanno stalking.

Sebbene i dati registrino un fenomeno in diminuzione, a me non sembra, sarà perché, come dici tu, tante tragedie si potevano prevedere e tante si potevano evitare, quindi sono donne uccise due volte: da un balordo e da chi non applica pene e rimedi severi anziché il ridicolo provvedimento di invitare il carnefice a non avvicinarsi alla ex di turno. E' come lasciare la nutella aperta sul tavolo col dire al bambino di non mangiarsene una cucchiaiata.

Grazie della condivisione. Sì, ho ripreso temi che tornano puntualmente a farmi scrivere in varie forme ma, al di là dello stile, bisogna dar voce a questi argomenti, la poesia non esula dal contesto sociale in cui viviamo anche se indirettamente i turbamenti.






Versolibero
mercoledì 4 novembre 2015 07:44
Violadaprile, 30/10/2015 17:12:

cara Rosy
molto bella questa tua, come sempre
però, diversamente da sempre, molto umana e terrena, mi piacciono molto queste espressioni quasi casuali, che riprendono la vita di tutti i giorni
mi piace lo stile sciolto e le parole terra terra, che riflettono molto bene l'oggetto, come piccoli specchi giustapposti, come un caledoscopio di memoria in penombra

bellissimi in particolare
mentre una ex appende la sua vita al chiodo
anche se di fatto respira senza ossigeno
perché è un tabù anche suicidarsi

con il loro senso di desolazione e di rinuncia e di abbandono, che sì che il tabù estremo sembra essere il non poter fuggire
non avere il permesso di sfuggire a questo respiro corto che toglie il respiro solo a leggerlo

e dunque le donne si lasciano andare, una morte spirituale prima che fisica, alla malinconia d'autunno, al tempo che passa e comunque cancella
come se una vita appesa a un chiodo fosse una morte totale
una morte possibile
una morte di intenti



l'occhietto destro l'altra sera mi si chiudeva e quello sinistro pure, ma non voglio dimenticarmi di ringraziarti per un commento che mi è congeniale e mi calza a pennello come una seconda pelle; e già: potere della risonanza emotiva che sa riconoscere la necessità delle parole. E se mi dici che tutto ciò ti è arrivato con un linguaggio terra terra mi fai felice.

[SM=g7542]
Versolibero
giovedì 29 ottobre 2020 20:05
Poesia riletta e modificata
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Discorsi al bar che sanno di aria fritta


Dicono la pioggia sia come certe donne
che si lasciano andare alla malinconia d'autunno
e si scrollano di dosso le forme dei pensieri
come gli alberi le foglie appese ai rami
di un tempo che rovescia le clessidre.

Certi uomini ne parlano ai tavoli di un bar
tra un bicchiere di birra e una partita
come si parla di calcio, lo stipendio che non basta
o di una malattia che non si cura:

non sanno quanta polvere e fracasso
smuovono nell'aria i loro sterili discorsi
mentre una ex, un tempo tanto amata
appende per sempre la sua vita al chiodo
. . .– anche se di fatto respira senza ossigeno
– perché è un tabù perfino suicidarsi
e i preti, tra una predica e una benedizione
rimandano il pensiero ad una croce
assai più ingiusta, tanto più pesante





R. S.

rienvaplus
giovedì 29 ottobre 2020 21:55
Re:
Dici, dicevi uomini come Mia Martini..:)....
Se fossi stato Dio, t'avrei scostolato un comico ubriacone!
:)

rienvaplus
giovedì 29 ottobre 2020 21:59
Re: Re:
Facrizio De Andrè eccelle nella comicità:
"Io dico che è stato meglio lasciarci che non conscerci mai"

Versolibero
venerdì 30 ottobre 2020 01:29
Ah, mister, non nominare il nome di Dio invano:

De André non si tocca... 🤩 e Mia martini è MIA da sempre 🤩





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