Diario di un ex-forcaiolo

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faerdal
00venerdì 30 aprile 2004 20:08
Giovedi', 24 Aprile, anno domini 1198
"Dannata progenie di discendenza equina, quando ti piglio ti strappo gli attributi e ti fabbrico una cravatta e due paraocchi!", urlai. Chi avrebbe mai pensato che il cavallo di quella guardia che mi aveva assalito avrebbe reagito in questo modo?

Dopo che quel bastardo mi trascino' per qualche minuto, udii voci di uomini ed una mano caritatevole lo fermo' afferrandogli le briglie.

Mi risollevai faticosamente, scuotendomi di dosso polvere, terra e cose assai peggiori - per fortuna, ero di fianco al cavallo, non dietro -, pronto a ringraziare il mio salvatore, e mi trovai di fronte alcuni strani individui.
Una rapida occhiata al gruppo mi rivelo' in un attimo che si trattava di una compagnia itinerante di saltimbanchi.
Strinsi la mano al mio salvatore, che si presento' come 'medico'. Era evidente che era in realta' l'imbonitore della compagnia, quello destinato ad attirare l'attenzione dei viandanti. E sicuramente riesce con profitto in questo compito, ma per le ragioni sbagliate. Non importa, e' il risultato che conta.

Mi si avvicino' indi un mangiatore di fuoco: impossibile non identificarlo come tale, considerato che puzzava di alcol come se ci si immergesse tutti i giorni, cosa che probabilmente e' avvezzo a fare. Chiaramente, un professionista dedito al suo lavoro. D'altra parte, anche il guardiano di porci ha quell'aroma che lo contraddistingue, ma non per questo la sua professione e' meno stimata.

Si presento' poi un uomo dall'aspetto sfuggente, le sue mani non stavano ferme un momento. Si trattava evidentemente di un prestigiatore, anche se, per ragioni che mi sfuggono, cerco' di apparire come un ladro esperto. Chissa' perche'. "Non ti impicciare di cose che non ti riguardano", diceva il nonno intanto che bruciavano la casa del vicino. Come sempre, quel saggio aveva ragione.

Il quarto componente della compagnia era l'ammaestratore di animali: persona che entra subito in sintonia con loro, capii subito. Calmo' quel bastardo di cavallo in pochi istanti. Un uomo che pensa come un animale, odora come un animale, ragiona come un animale.
Deve essere davvero bravo nel suo mestiere.

Infine, immancabile in ogni gruppo di guitti da strada, il forzuto: quello che spezza le catene con la forza delle braccia, che si fa spaccare sulla testa robusti oggetti in legno, con l'ovvia conseguenza che il cerebro tenta di scappare in ogni dove.
Nel caso pietoso di costui ci deve essere riuscito: per ragioni insondabili, tento' di farmi credere di essere un crociato di ritorno dalla terra santa, come se bastasse avvolgersi in una tovaglia a quadri per passare come tale.

Spiegandosi faticosamente, chi con penosi tentativi verbali, chi con incomprensibili gesture brachiali, mi raccontarono di essere stati catturati e di essersi ritrovati insieme in una gabbia, che ora giaceva nei pressi.
Pretesero di farmi credere di non ricordare nulla di quanto accaduto prima della cattura. Aggiunsero di essere diretti verso la contea di Illimor, la mia stessa meta.

"Dagli corda, ma non troppa", mi suggeriva sempre il babbo prima di aprire la botola della forca.
Benedetti i consigli dei nostri saggi genitori!

'Capisco', risposi condiscendente. Ritenni prudente palesarsi di animo amichevole, chissa' cosa si aggirava nelle menti obnubilate di costoro.
'Potremmo percorrere il cammino insieme', proposi. Accettarono di buon grado. Meglio averli sempre in vista che saperli sulla tua stessa strada senza vederli.
'Avete sistemato voi le guardie?' chiesi.
'Si' ', mentirono spudoratamente. O forse sono ingenuo: probabilmente, due di loro le avevano distratte con giochi circensi, improvvisando uno spettacolo, mentre gli altri li colpivano alle spalle.
Non c'e' disonore nell'ingannare il nemico quando la sproporzione di forze e' cosi' evidente.


Questi artisti di strada, cosi' smarriti, mi fecero una gran tenerezza. Mi ricordavano di come ero a cinque anni di eta'. Saranno affamati, pensai.
'Posso condividere con voi la mia cena, una lepre sul fuoco mi attende dove mi sono accampato, poco piu' a sud', proposi.

Accettarono immediatamente, poveracci, dovevano essersela vista brutta.
Non gli raccontai di avere gia' consumato la mia parte di lepre, e di avere svuotato la vescica sul fuoco e sui resti della lepre; sicuramente, non se ne sarebbero accorti, erano troppo affamati. Perche' rovinargli un pasto comunque nutriente?

Durante il cammino, mi raccontarono strane storie, che finsi di ingoiare con amo, lenza, pescatore e molo. L'ammaestratore narro' di essere alla ricerca del principe per vendicarsi di lui, perche' l'aveva visto sgozzare un cervo.
L'unica cosa che mi parve credibile di questa storia e' che ci dovevano essere dietro faccende di corna.

Arrivammo al mio piccolo fuoco di campo e subito ci rendemmo conto che i resti della lepre, che avevo cosi' sapientemente aromatizzato, non erano sufficienti per tutti.

L'ammaestratore ed il prestigiatore subito lasciarono cavallerescamente il pasto ai compagni e si diressero a caccia nel bosco.

Lo so, caro diario, anche io me lo chiesi: che senso aveva andare a cacciare entrambi sullo stesso sentiero? Dividendosi, non avrebbero avuto maggiori probabilita' di scovare le poche prede che la foresta nasconde nella notte? Non avrebbero potuto accontentarsi di qualche radice o erba, invece di correre il rischio di una caccia notturna?
Ma vedi, caro diario, le vie del signore sono infinite. Se egli, nella sua infinita bonta', ha generato creature come i nostri due cacciatori, costretti a celare agli occhi altrui il proprio amore contro natura, l'avra' certamente fatto per una ragione, destinata a sfuggire alla miseria di noi mortali.
Li lasciai dunque appartare senza indulgere ulteriormente con occhio curioso su di loro.

Sarebbero tornati assai piu' tardi, visibilmente piu' rilassati.
Pensa, caro diario, all'ingenuita' di questi teneri amanti: raccontarono di non essere riusciti ad abbattere un cervo, uno perche' non aveva trovato sassi con cui colpirlo (ma, benedetto figliolo, eravamo nel greto di un fiume in secca! Ci dormivamo, sui sassi!), l'altro racconto' di un'estenuante corsa di resistenza con il cervo, per decidere poi senza ragione di sfamarsi con le stesse bacche e radici che avrebbe potuto trovare a pochi passi di distanza.

La mattina dopo intraprendemmo il cammino verso la nostra destinazione. Uno strano episodio mi turbo'. Ancora rabbridivisco mentre ne scrivo. Intravedemmo in distanza un carro di villici. Il forzuto intervenne:
'Lasciatemi conferire con loro, io sono un crociato, sicuramente discorreranno meco di buon grado.'
Accondiscendemmo alla sua richiesta.

Perche' disilluderlo? Perche' dirgli apertamente che era evidentissima la sua intenzione di incontrare i villici per la questua quotidiana? Non e' bello distruggere una persona.

Sarebbe tornato poco dopo, con le mani grate piene delle carita' dispensatagli da quei bravi villici.
Devo pero' ricordarmi di suggerirgli, con acconce parole che' non se ne adonti, di togliersi quella tovaglia a scacchi che spaccia per toga da crociato. Lo rende persino meno credibile.

L'avvenimento davvero inquietante fu pero' il comportamento del prestigiatore. Dopo che il suo compagno si avvio' a cavallo, lo segui' a piedi, balzando di albero in albero a guisa di brigante.
Si isso' poi non visto sul carro dei villici, sicuramente per rubacchiare qualche vettovaglia.
La fame e' una brutta compagna, e spesso fa compiere atti che potrebbero essere costati le mani al nostro prestigiatore. Chissa', forse sarebbe toccato a me stesso mozzargliele, se non avessi abbandonato la mia professione.

A fatica dissimulai un'espressione di somma sorpresa quando intravidi il nostro afferrare con entrambe le mani un vecchio pentolone nel quale era acceso un fuoco. Un brivido mi scosse, pensando alle terribili ustioni che dovettero bruciargli le mani. Ma ebbe la forza d'animo di posarlo immediatamente con grande cautela, per poi scendere silenziosamente dal carro.

Ancora adesso mi chiedo perche' lo fece. Ricordero' a lungo l'espressione di bramosia che gli apparve sul volto quando afferro' l'agognata pentola. Mio Dio... Si direbbe quasi che traesse piacere dal dolore inflittogli! Il mio mentore, maestro nell'arte di finire le sue vittime senza sofferenza, mi aveva raccontato di individui siffatti, che derivano piacere dal tormento fisico! Non gli avevo creduto, e tuttora fatico a farlo.

Forse il nostro prestigiatore fa parte di una terribile setta di adoratori di pentole, pignatte, tegami ed affini? Ho sentito parlare dei Mastrotiani* della Chiesa del prossimo avvento del signore delle suppellettili.
Dovro' tenerlo d'occhio.

Consumammo un frugale pasto a base di radici e ci inoltrammo nella contea, giungendo ad un piccolo villaggio in serata. Il forzuto insceno' nuovamente la farsa della questua travestita da richiesta di informazioni, ma, caro diario, gli avvenimenti che ti ho cosi' fedelmente narrato mi hanno evidentemente provato assai piu' di quanto credevo, poiche' a questo punto venni meno e caddi come corpo morto cade.


*Da Giorgio Mastrota il terribile, figura mitologica alla base del loro credo. Stando alle profezie delle loro scritture, tra meno di mille anni nascera' Giorgio Mastrota, che diverra' figura di culto delle masse superstiziose, cui parlera' dall'interno di un apparecchio infernale, trasmettendo la sua voce e la sua immagine a grandi distanze ed a diverse persone contemporaneamente!
Un giorno, caro diario, ti raccontero' delle cose assurde che il popolo e' disposto a credere.
Lo scrivo sottovoce, se mi passi il termine, ma c'e' persino chi non ha fede nel Grande ed Unico Cucchiaio della Conoscenza.... Mi auguro che scrivere una bestemmia di siffatta blasfemia non mi costi mille anni di patimenti nel Grande Barattolo della Nutella, Mortale Arcinemico del Sacro Cucchiaio.

[Modificato da faerdal 30/04/2004 20.17]

faerdal
00mercoledì 5 maggio 2004 20:54
Re: Non l'avrei mai creduto possibile....
... ma qualcuno non ha letto questo meraviglioso diario, forse non riconoscendo i personaggi.
Per questi disperati, ecco una breve legenda, un vademecum, una guida all'uso.

Personaggi ed interpreti in ordine di apparizione
Il narratore: io me medesimo, Jevan, ex boia
Il 'medico' che ferma il cavallo: Theodus
Il mangiatore di fuoco: Ramon (non ha tra gli svantaggi lo sbevazzare?)
Il prestigiatore: Kharzak
L'Ammaestratore di animali: Altair
Il forzuto: Oberon

Ma rob' de matt....

E pensare che la citazione sul "dare troppo corda", che trovo assolutamente notevole, e' farina del mio sacco....
Speravo che qualcuno di voi illetterati lo notasse, ma queste similitudini ("come diceva...") richiamano quelle del Sam del Circolo Pickwick di Dickens...

[Modificato da faerdal 05/05/2004 21.06]

Theodus
00mercoledì 5 maggio 2004 20:58
faerdal leggi il pm e capirai
faerdal
00mercoledì 5 maggio 2004 21:05
Re:

Scritto da: Theodus 05/05/2004 20.58
faerdal leggi il pm e capirai


Done!
Pero' la serie Diari del forcaiolo mi piace e se l'ispirazione prosegue e la musa mi fecondera' nuovamente ne godrete ancora.
Theodus
00mercoledì 5 maggio 2004 21:07
e fai bene perchè è molto divertente
Altair81
00giovedì 6 maggio 2004 10:24
Grazie per i tuoi commenti di orgine finemente sarcastica, comunque guarda che anche tu, caro boia, non te la sei poi cavata cosí egregiamente. Intendo dire che presentarsi a noi con un piede incastrato in una staffa di un cavallo ed essere quindi trascinato per miglia e miglia non é esattamente ció che reputo "entrata trionfale"...va bé non sono un ranger molto intelligente, peró un conto é perdersi in una foresta e bene o male riuscire a saltarci fuori, un conto saltare su un cavallo con la certezza matematica di non sapere assolutamente cavalcare...inoltre credo che il nostro artista "mano lesta per le pentole"[SM=g27828] mi sará grato, vista l'origine poco sana e pulita del coniglio che altrimenti ci saremmo trangugiati senza pochi problemi...chissa che aroma particolare doveva avere????[SM=g27814]

Mhaaa[SM=g27820]
faerdal
00giovedì 6 maggio 2004 20:24
Re:

Scritto da: Altair81 06/05/2004 10.24
Grazie per i tuoi commenti di orgine finemente sarcastica, comunque guarda che anche tu, caro boia, non te la sei poi cavata cosí egregiamente...


Non se la prenda, caro, e' che mi diverte sparare tutte queste idiozie....
Visto che sono sempre indietro rispetto agli altri giocatori, almeno cerco di farmi (e farvi fare) un paio di risate sulle nostre disavventure, me incluso.... Mi consideri un osservatore ironico e pungente, ma con occhio sempre benevolo.

Non ha notato il tono faceto ed autoironico, come a evidenziare lo scarso spirito di osservazione del nostro forcaiolo, che potrebbe avere un punto di vista completamente travisato degli avvenimenti?
Dopo tutto, sono un boccalone adoratore del Sacro Cucchiaio della Conoscenza.....

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