Slange
00venerdì 25 gennaio 2008 14:44
NOTA OFF GAME
Quanto di seguito riportato proviene da alcuni rotoli di pergamena, rinvenuti durante alcuni scavi presso la baia appena fuori Barrington. Gli scritti erano consumati dal tempo e dal salnitro, di conseguenza chi si è trovato a riportarli in una nuova e più duratura forma ha potuto salvare solo alcuni estratti di un più lungo memoriale.
Tali rotoli sono semplicemente appoggiati su di uno degli scaffali della biblioteca, nella sezione che ospita alcuni testi che narrano le cronache della torre, dei primi coloni di Barrington e alcuni altri volumi trattanti in maniera rudimentale le lavorazioni di materiali per pratiche opere di artigianato o forgiatura (NIENTE che non sia già di conoscenza comune a qualsiasi uomo comune del secolo. NON giustifica l' acquisizione di un' eventuale skill.).
Un ringraziamento al giocatore di Dimitri per la stesura del testo.
TESTO
Terzo giorno dall'inizio dei lavori [Nota del trascrittore: la data è stata rapita dalle fiamme che hanno consumato l'intero diario, eccezion fatta per queste poche righe che mi trovo a ricopiare].
... ciuchi hanno trasportato l'ardesia. Tutti i materiali sono stati approntati, i lavori possono cominciare.
Sesto giorno dall'inizio dei lavori.
La ristrutturazione sta proseguendo seppur a fatica: l'incidente di O'Malley ha turbato tutti i lavoranti. Nessuno vuole rimpiazzarlo nella riparazione delle assi del tetto. Ho assistito a numerose scaramucce, ho visto persone ferite a morte o devastate dalla malattia: non mi impressiono facilmente. Non è stato vedere il corpo maciullato del manovale, dopo la caduta. E' stato lo sguardo che aveva: l'impronta del terrore negli occhi. Se esiste un inferno lui deve averlo sicuramente visto prima del trapasso. Non ho esternato queste considerazioni ai manovali: sono uomini semplici, li avrei precipitati nel timore, più di quanto già non sia così. [...] Nessun canapo si è rotto, le impalcature sono solide. Allora come è successo?
Ottavo giorno dall'inizio dei lavori.
Credevo i miei uomini fossero ancora vittime delle sciocche superstizioni che continuano a mormorare da dopo l'incidente. Di conseguenza, quando McFarland il migliore dei miei, è venuto a dirmi che il tetto non necessitava di riparazioni, l'ho duramente redarguito, pregando almeno lui di darsi un contegno e di portare a compimento il proprio lavoro.
Nessuno è voluto salire con me. Ma ho controllato: sotto lo strato di ragnatele e polvere il tetto è intatto. Intatto.
Incredibile data l'età della struttura. [...] ... una voce. Non oso farne parola con nessuno: non posso permettermi di alimentare le chiacchiere che già circolano copiosamente su questo luogo.
Tredicesimo giorno dall'inzio dei lavori.
[...] i lavori proseguono a rilento. Gli uomini continuano ad interrompersi, litigano tra loro. Non sono capace di tenerli uniti, né con la parola né con la frusta. Non mi è mai successo di mancare così di polso. Probabilmente dev'essere il sonno turbato delle ultime notti: non riesco ad assopirmi. E quando il sonno vince ogni mia resistenza, precipito in sogni oscuri e terribili. Sento che qualcuno mi parla, ma non riesco a capire cosa mi dica. E' come se mille e mille persone si affollassero al mio orecchio, bisbigliando parole incomprensibili. Un brusio indistinto. Eppure in qualche modo, una parte di me sa che questi sussurri hanno un significato. Se solo riuscissi a ricordarli non appena riapro gli occhi.
Diciassettesimo giorno dall'inizio dei lavori.
Altri quattro manovali hanno rinunciato al salario di questi giorni, pur di avere il permesso di lasciare immantinente il cantiere. Siamo rimasti in pochi e quei pochi bisbigliano tra loro. Tramano alle mie spalle. Ritengano ch'io possa avere la colpa per quello che è successo. Idioti superstiziosi! A nulla valgono le mie spiegazioni. L'armadio che li ha travolti sembrava stabile. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il ponteggio non avrebbe retto, spezzandosi proprio mentre mescolavano la malta lì sotto. Se solo riuscissi a dormire! Ormai quelle voci mi perseguitano. Perfino quando mi trovo al cantiere le sento. Ogni volta che imbocco un corridoio, attraverso una porta, mi affaccio da una finestra [...] appiccicano addosso, come melma [...] morte.
Ventunesimo giorno dall'inizio dei lavori.
Il cerusico ha detto che McFarland è un uomo forte e che quindi, forse, passerà la notte. Quanto gli è successo è l'ultimo degli eventi che vedrà me e i miei legati a questa torre. Ho già comunicato al capovillaggio che intendiamo abbandonare i lavori [...] voleva, ma quando ha visto quel che restava delle gambe di McFarland si è ricreduto.
[Nessuna data - NdT]
[...] io! Come ho potuto dare ascolto a quei sussurri infernali? Il loro senso mi era confuso. [...] sala dal pavimento rossa, quando ho 'ricordato'. O'Malley, McFarland e gli altri. [...] Non sono un assassino. [...] Sì. [...] McFarland ha detto che sono stato io a spingere la cassettiera giù per le scale [...] gambe. Le guardie hanno un mandato di cattura che porta scritto il mio nome. [...] spiegare che sono innocente? [...] crederebbe? [...] Devo fuggire. Ma dove? [...] La torre. La torre mi nasconderà. Nei suoi cunicoli troverò rifugio.
Questa, che a mio avviso è solo una bizzarra e macabra opera di fantasia, trova però riscontro nelle cronache giuridiche dell'epoca: Carl Johanssen, capomastro, è stato accusato dell'uccisione e del ferimento di molti dei suoi manovali. E' scomparso (si suppone fuggito senza lasciar traccia), il giorno stesso dell'emanazione del suo ordine di cattura.
Il traduttore
NOTA OFF GAME: 2
Per chiunque possieda un livello di conoscenze storiche pari a 2, o per chi si documenti presso la biblioteca ufficiale di Barrington, risulterà chiaro che Carl Johanssen sia un personaggio realmente esistito. La storia, pertanto, risulterà vera a tutti gli effetti.