Diagnosi Aids errata, no rimborso

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Frida07
00sabato 4 aprile 2009 08:28

Cassazione respinge ricorso paziente

Non va risarcito chi ha creduto per sette giorni di avere l'Aids perché non c'è alcun danno morale. Lo dice la Cassazione respingendo il ricorso di un paziente di una clinica bolognese. L'uomo per una diagnosi sbagliata aveva creduto di avere l'Aids. Sette giorni dopo un nuovo test diede esito negativo. Per i giudici non c'è danno perché "le abituali condizioni di vita" della vittima dell'errore non sono mutate.

La Corte d'Appello di Bologna, il 7 aprile 2006, aveva condannato la casa di cura del Pio Istituto delle piccole suore della Sacra Famiglia dove era stato ricoverato il giovane a rifonderlo con circa 25mila euro a titolo di risarcimento danni da diagnosi errata, negando invece il danno morale sulla base del fatto che non era emersa alcuna ipotesi di reato ma che c'era stata semplicemente una "illecita esecuzione dell'esame".

L'uomo voleva che gli venisse riconosciuto il danno morale ma la Suprema Corte ha respinto il ricorso sottolineando che la Corte di merito "con motivazione adeguata ed esente da vizi logici ha spiegato che le stesse modalità della vicenda escludono che possa aver subito una permanente e significativa modificazione in peggio delle sue abituali condizioni di vita o che si sia verificato un qualsiasi peggioramento della serenità famigliare, riconoscendogli, invece, una comprensibile, gravissima agitazione della prima settimana". In pratica, la sua vita non è cambiata in modo tale da giustificare un risarcimento.

Oltre a non aver visto riconosciuto il danno morale, il giovane dovrà pagare le spese del giudizio di Cassazione la somma di 2.900 euro.






tgcom
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