Da "1000 domande e risposte sul diabete" U.Butturini, R. Colarizi , Silvia editrice
DIABETE E SPORT
Un giovane diabetico può fare sport?
Certamente. Lo sport aumenta il consumo di carboidrati per cui ne risulta potenziata l’azion dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali.
Un anziano?
Limitatamente alle sue possibilità fisiche purchè lo sport si traduca in pratica in un’attività fisica moderata e continuativa
L’attività muscolare è importante per l’equilibrio metabolico?
Si, per i motivi esposti e perché determina una migliorata vascolarizzazione di tutti gli organi e apparati.
Per il controllo e il mantenimento del peso?
Certamente.
Un diabetico metabolicamente ben compensato può compiere un’attività sportiva al pari di un non diabetico?
Con alcune limitazioni, si.
Può praticare anche sport agonistici?
Si, con alcune limitazioni.
Sport violenti?
No, perché l’eccesso di scariche adrenaliniche determina sicuramente un peggioramento dell’equilibrio metabolico del soggetto.
Ad esempio la marcia, il tennis, la pallavolo possono essere praticati?
Si, sono anche consigliabili, purchè sia stato seguito in precedenza un opportuno allenamento.
Sport ad alto indice di rischio per se e per gli altri come motociclismo e pesca subacquea?
No, perché una crisi ipoglicemica improvvisa e imprevista può provocare una catastrofe.
Esistono noti campioni di tennis diabetici. Quali precauzioni devono avere prima di iniziare le gare?
I tennisti possono cercare di prevenire eventuali crisi ipoglicemiche da sforzo assumendo mezz’ora prima dell’incontro una certa quantità di cibo (saccarosio e amidi) in rapporto alle previsioni della durata dell’incontro.
L’attività fisica può agire come un efficace sostituto dell’insulina?
Assolutamente no.
O ne può potenziare l’azione?
Può contribuire ad una migliore utilizzazione della stessa per aumentare l’attività dei recettori periferici.
Prima di affrontare qualsiasi sport è necessario che il paziente sia in perfetto compenso metabolico?
È bene distinguere: se per sport intendiamo agonismo, certamente, se per sport intendiamo attività fisica non agonistica anche il soggetto che non è imperfetto compenso diabetico, purchè non chetoacidosico, può svolgere attività ricreativa.
Se così non è, si può andare incontro ad un peggioramento?
Si.
C’è pericolo di iperglicemia?
Naturalmente.
Di chetosi?
Certamente, in particolare nel diabetico di tipo I.
Per il paziente in trattamento insulinico esiste il rischio che l’esercizio muscolare promuova un riassorbimento più rapido dell’insulina dalla sede iniezione?
Si. Per questo si suggerisce di iniettarsi l’insulina nell’addome.
Esiste quindi il pericolo di un iperinsilunismo circolante?
Certamente si, almeno per qualche ora.
E di una crisi ipoglicemica?
Si, in quanto è la conseguenza dell’iperinsulinismo.
È bene praticare uno sport di gruppo non “ isolato”?
Se si seguono le precauzioni sopraindicate non è strettamente necessario.
L’alimentazione va modificata?
Va integrata con una quota di alimenti equivalenti al dispendio energetico determinato dall’attività fisica.
Quando vanno somministrati?
Mezz’ora prima dell’inizio dello sforzo.
Gli orari di iniezione dell’insulina devono essere modificati?
No, perché sono legati all’orario dei pasti principali
Il dosaggio?
No, per gli stessi motivi.
Se lo sforzo è breve possono essere raccomandati zuccheri ad assorbimento rapido come il fruttosio?
Si, ma anche il saccarosio, il destrosio.
Se è prolungato?
Sono da preferire zuccheri ad assorbimento più lento come quelli presenti nel pane e nei biscotti.
È consigliabile aggiungere proteine, ad esempio, carne agli alimenti a base di farina?
Se lo sport è prolungato è certamente utile e garantisce un miglior metabolismo intermedio nel soggetto in attività fisica.
Lo spirito agonistico può favorire uno stress fisico?
Si.
Psicologico?
Ancora di più.
Riferimenti negativi sull’equilibrio metabolico?
Certamente, attraverso il meccanismo dello stress legato ad un aumento delle catecolamine e degli ormoni controinsulari ( cortisolo).
Sono consigliabili in consutivo sport con sforzi prolungati, sul tipo del ciclismo, della marcia piuttosto che competizioni brevi?
Sicuramente in quanto esplicano un’azione generale sull’organismo del diabetico di certo più completa e più proficua di quella dello sforzo breve ma intenso.
È bene non compiere sforzi nella tarda mattinata?
Non ci sono particolari controindicazioni se non quella di una più facile ipoglicemia- pre-prandiale tardiva la glicemia- generalmente verso le ore 17- raggiunge il minimo dei suoi valori, anche nel diabetico.
Perché i malesseri sono più frequenti in queste due circostanze?
Perché sono le ore durante le quali sono più evidenti le variazioni positive o negative della glicemia basale.
Via libera, allora, allo sport nel diabetico compensato?
Certamente, un reale vantaggio del diabetico stesso sia per quanto riguarda il suo compenso, sia per combattere la malattia ipocinetica, l’eventuale sovrappeso corporeo, l’ipotomia muscolare, fattori tutti che condizionano il peggioramento della malattia diabetica.
Sport e benessere fisico vanno quindi a braccetto?
Indubbiamente, purchè si tenga presente la profonda differenza teorica e pratica che esiste tra sport ed attività fisica. Il primo comporta l’agonismo, che per il diabetico può essere non favorevole; il secondo è legato al concetto latino del diportum cioè dell’attività fisica moderatamente vivace, continuativa, al di fuori dei problemi negativi, in senso metabolico, originati dall’ansia e dallo stress.