Di Terra, Acqua, Aria e Fuoco

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Alpnu
00sabato 12 settembre 2009 19:25
Du' cosette, ma prometto che al prossimo giro di foto ne metto qualcuna anche qui.

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Ispirate da mattonelle tradizionali del Rinascimento



[/IMG]
Queste sono prove di astratto con smalti ad effetti speciali.


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Un dio del mare su una forma insolita
laura-mani
00domenica 13 settembre 2009 11:47
Che bei blu [SM=g27782] hanno delle tonalità stupende.

bella l'idea dell'astratto [SM=g27778]

ma toglimi una curisità... nel rinascimento ritraevano lumache? [SM=g27776]



...ah dimenticavo... bisogna votare?
Alpnu
00domenica 13 settembre 2009 14:26
[SM=g27775]
Naaa, ritraevano non solo lumache, ma tutti gli animali noti (e molti anche immaginari, vedi la formella con Nettuno sotto, e i cavalli natanti)avendo ognuno una precisa simbologia.
Non occorre votare, per carità, l'unica cosa è che avevo queste tre immagini pronte sul pc e per un caso sono tutte sui toni blu.
maria acquaria
00domenica 13 settembre 2009 18:12
sono bellissime, il blu è magnifico! Dai mettine ancora!
Alpnu
00domenica 13 settembre 2009 18:36


Sempre prove di astratto con smalti ad effetto e vetri di Murano.






Per ora non ne ho più, ma nel giro di poco tempo dovrei farne altre per il sito. Ne posterò alcune anche qui.
[SM=g27768]
Grazie, son contenta che vi piacciano!
laura-mani
00domenica 13 settembre 2009 18:46
Io prenoto (voto, boh) quella con i vetri di murano [SM=g27768]

Probabilmente non ho una cultura sufficiente per apprezzare completamente quelle rinascimentali e vengo maggoormente attratta da quelle sperimentali, che mi sembrano dei gran belli esperimenti... non però che io abbia una gran cultura nemmeno sull'astratto [SM=g27775] forse sono come i bambini MI PIACCIONO I COLORI [SM=g27775] bestia quanto sono ignurante [SM=g27774]
Sofia-Vitalba
00domenica 13 settembre 2009 22:50
A me piace la piastrella con la lumaca: molto bella... non so perché mi ricorda la provenza...
A villa d'este, a Tivoli, ci sono dei terrazzi con un motivo di piastrelle decorate a mano, una diversa dall'altra, sui toni del blu azzurro...

Molto belle... ho anche la foto, ma non voglio inquinare il post...

niknik962
00lunedì 14 settembre 2009 08:10
Che belle! Preferisco le astratte con quei colori così vivi.
Manuela.71
00lunedì 14 settembre 2009 09:10
Beeeeelle!!!

Davvero, davverissimo!

WOW!
Elisev
00lunedì 14 settembre 2009 10:37
a me piacciono le "prove di astratto", la prima in particolare [SM=g27768]

quali sono le difficoltà dell'una e dell'altra tipologia Nadia?
in parte le immagino ma sarei curiosa di saperne di più [SM=g27777]
Sofia-Vitalba
00lunedì 14 settembre 2009 11:06
Le prove di astratto sono interessanti ma, per il mio gusto, ci sono troppi spunti...
Per esempio nel primo, mi piacerebbe molto se non ci fosse la spirale, cioè se le chiazze blu si unissero al centro restando scure...
Alpnu
00lunedì 14 settembre 2009 13:01
Re:
Elisev, 14/09/2009 10.37:



quali sono le difficoltà dell'una e dell'altra tipologia Nadia?
in parte le immagino ma sarei curiosa di saperne di più [SM=g27777]



le difficoltà degli smalti ad effetti speciali, almeno questa tipologia a cristalli, consiste nel fatto che devi dare almeno tre mani di smalto, a diverse densità, sulla terracotta: la prima una velatura di base senza cristalli, la seconda più densa, la terza prima di darla agiti il barattolo per portare in sospensione i cristalli che poi si distribuiscono più o meno a loro piacimento. Altrimenti ti dai pure la pena di distribuirli a pennello. Come colano in cottura però lo si saprà solo all'apertura del forno.
Altra cosa da tenere a mente è che su terre diverse e lavorate diversamente il colore in strato sottile varia: nelle foto le ciotole sono lavorate a tornio o stampo (purtroppo non da me, da tornianti faentini... ) e lo strato sottile risulta un verde oliva più o meno spento, nei pezzi lavorati a mano (e quindi con superficie più porosa, forse con terra diversa ma la prendiamo dagli stessi tornianti citati prima, di solito)dai miei colleghi e da me lo stesso strato sottile risulta, una volta cotto, di un marrone caldo, un pò effetto legno lucidissimo che a me piace molto. Questo smalto poi, a seconda dello spessore di deposito, tende al blu turchese: sui pezzi fatti a mano il contrasto tra marrone caldo e turchese bluastro è a mio gusto molto piacevole.

Le parti in bianco (mezza ciotola e spirale) sono invece normale smalto per maioliche, applicato sempre a pennello (per la spirale, immergendo la ciotola a mezzo nella vasca dello smalto): volute ma talvolta anche casuali le gocciolature color acquamarina su bianco (è lo smalto ad effetti di prima). I vetri di Murano sono gli ormai ultimi residui di un mio "asporto" da una discarica di una vetreria di Murano. Ovvero il cortile posteriore, dove i maestri vetrai gettavano il vetro non riutilizzabile: ne avevo portato a casa un bel pò e devo dire che mi è servito. sbriciolato a martellate , lo si applica dove si vuole con una goccia di smalto trasparente (alias cristallina o vetrina o coperta o altri due o tre nomi).
Si cuoce il tutto sopra i 900 gradi (il vetro tiene, tra l'altro!)e si serve... una volta freddo.
[SM=g27768]

laura-mani
00lunedì 14 settembre 2009 14:25
[SM=g27782]
=Traudi=
00lunedì 14 settembre 2009 15:24
a me piacciono le due piastrelle, magari senza lumaca, e l'esperimento con i vetri di Murano.
eloelo
00lunedì 14 settembre 2009 20:11
io quella con i vetri di murano non la trovo bella... la trovo SPETTACOLARE!!!! [SM=g27782] [SM=g27782]
Alpnu
00martedì 15 settembre 2009 14:35
Eeeeeeeeeehhhhhhh.... è una prova tribolata, quella... ho esagerato con i vetri a spessore e, quando lo spessore è eccessivo, all'abbassarsi della temperatura a fine cottura il vetro ahimè si solleva e si stacca.
Sto cercando di sistemarla alla meglio.
Alpnu
00martedì 15 settembre 2009 18:04
I 17 anni di travaglio
Nel 1992 mi iscrissi a un corso di qualifica professionale di decorazione ceramica il cui obiettivo era la creazione di una cooperativa femminile di artigianato artistico che realizzasse opere particolari.
Queste opere particolari riportano, su vari materiali (non solo ceramica, ma anche pietra, legno, tessuto, cuoio, metalli, vetro), fregi tratti dal Romanico, ancor più precisamente da edifici e pergamenacei dei territori feudi di Matilde di Canossa.

L'origine è antica, ma l'idea di trarne decorazioni per complementi d'arredo, oggettistica di pregio e gioielli è molto più recente e risale agli anni '30 dello scorso secolo, quando una psichiatra impegnata coi bambini disabili al locale Istituto Psichiatrico (di reggio Emilia) pensò di utilizzare questi fregi sia per dare un lavoro ai bambini, una volta cresciuti, sia per fare in modo che almeno alcuni di loro potessero uscire da una struttura che già era tremenda per gli adulti, figurarsi per dei bimbi.
Insieme ad un maestro di disegno, che preparò una raccolta di raffigurazioni, iniziò questo percorso che ebbe un notevole successo anche a livello nazionale, vincendo diversi premi in vari concorsi, e uscendo dal ristretto nucleo iniziale di impegno per bambini difficili . Poi, verso gli anni '60, cadde nel dimenticatoio, tuttavia qualcuno continuava, per conto proprio, a realizzare vari oggetti, fino a che un gruppo di persone pensò di far rinascere questo tipo di decorazioni. Non entro nel particolare, ma il percorso, anche durante il corso e dopo, è stato particolarmente accidentato per svariati e sgradevoli motivi: sembra che solo ora si cominci a vedere qualche raggio di sole.
Non è facile lavorare con questi fregi: occorre realizzare il progetto base per un qualsiasi disegno quasi come lo avrebbe tracciato un maestro del tempo (quello molto andato, il Romanico), ovvero quasi esclusivamente col compasso, ed elaborando precise figure geometriche, seguendo regole rigorose (cerchio, quadrato, sinusoide, rapporto aureo...), per poi rifinire (ma proprio solo rifiniture!!) a mano libera.

Terminato il corso di quasi un anno, di partecipanti intenzionate a proseguire eravamo rimaste in due. Ci provammo, per due anni e mezzo, quasi del tutto gratis et amore Dei, fino a che, di punto in bianco, mi ritrovai da sola. Il laboratorio era a 30 chilometri da casa mia, le entrate quasi nulle, non mi pareva il caso di proseguire, così finii nel '95 nella ditta dove tuttora lavoro.
Passarono altri anni, ed io ogni tanto insistevo col capo (il padre dell'attuale) che pensasse a chiedere in concessione il marchio inerente i fregi decorativi sopra descritti. Allora però devo dire che la gestione del marchio era un marasma assoluto in cui più che rilanciare un particolare tipo di artigianato artistico pareva che interessassero i talleri nelle proprie tasche, e con ciò a buon intenditor... senza dire delle tante liti e acredini che si erano intanto venute a formare, come sempre succede in queste situazioni.
Purtroppo. Perchè nel frattempo gli anni continuavano a passare e la situazione stagnava.
Poco tempo fa è radicalmente cambiata la gestione, con altre persone che, a mio parere, credono in quel che fanno e vedo che si danno veramente da fare per il rilancio di questo genere di artigianato.
Il mio capo, quello attuale, dopo anni di insistenza ha chiesto, ed ottenuto, la concessione del marchio e piano piano, visto anche l'infelice momento economico generale, le cose si smuovono.
Il consorzio del link (vedi altro topic)comincia ad uscire dalla provincia e anche dalla regione, e cominciano ad arrivare richieste che fino allo scorso anno non giungevano.
Per arrivare fino qui, ci ho messo appunto 17 anni. C'è chi ci ha creduto per molti più anni.
Speriamo di avere maggiori soddisfazioni che in passato...
[SM=g27777]
=Traudi=
00martedì 15 settembre 2009 18:17
te lo auguro di cuore, un abbraccio
Alpnu
00martedì 15 settembre 2009 18:26
Grazie Traudissima.
Mi auguro di vedere maggior luce prima della pensione: non ci scommetto tantissimo, però l'importante è non mollare, soprattutto se c'è qualche buon segno all'orizzonte.
=Traudi=
00martedì 15 settembre 2009 19:30
nulla è più stimolante di qualche buon segno all'orizzonte [SM=g27777]
Laura-Rock
00martedì 15 settembre 2009 23:25
Ti auguro un gran successo te lo meriti!

A me piacciono tantissimo tutte! Non so scegliere! Sarà il mio animo di bonsaista che ama le ceramiche come le piante e le mie radici umbre che sono abituate alle immagini medioevali!
Bee.
00sabato 19 settembre 2009 23:50
Son tutte stupende!!
Le più stupendissime per me sono le due mattonelle di ispirazione rinascimentale [SM=g27768]
Alpnu
00martedì 22 settembre 2009 16:56




Ecco qui invece l'effetto dello stesso smalto su formelle realizzate da noi (a stampo, rifinite a mano).
laura-mani
00martedì 22 settembre 2009 17:54
Beddissima è!!!! [SM=g27768]
vi-anna-vi
00martedì 22 settembre 2009 18:00
Ciao Alpnu, sono molto belle le ceramiche che realizzi, mi ha colpito in particolare la foto relativa alla seconda prova con gli smalti.

A me piacciono molto le ceramiche e l'anno scorso in Settembre sono stata a Faenza a visitare una mostra-mercato denominata Argillà, probabilmente la conosci.

Ho letto che quest'anno la mostra è stata allestita ad Aubagne ma che le prossime tre edizioni saranno effettuate in Italia, ti metto il link dell'articolo che ho letto ?? ... lo metto, tuttalpiù mi dirai che lo hai letto già [SM=g27776]

ARGILLA'

Ancora complimenti, sei davvero brava !!

Sofia-Vitalba
00martedì 22 settembre 2009 19:50
Bella Alpnu... ma delle brocche bianche e beige che ci dici?
A me sono parse bellissime... non le fai più?
Alpnu
00martedì 22 settembre 2009 21:35
Grazie a tutti, le faccio ancora, Sofia, le dame da (credo) due litri e mezzo (al momento non ricordo la capacità). Quelle sono realizzate a ingobbio, non sono smaltate. Mentre per le maioliche o le ceramiche smaltate in generale si parte dalla terracotta propriamente detta, la si immerge in un bagno di smalto, la si dipinge e la si cuoce, la tecnica dell'ingobbio prevede i seguenti passaggi:
dopo la tornitura o la realizzazione del pezzo a stampo, NON lo si cuoce, lo si lascia asciugare fino a raggiungere la cosiddetta "durezza cuoio". A questo punto lo si immerge con mille precauzioni (a questo stadio sono fragilissimi)in un bagno di argilla bianca (non smalto), l'ingobbio propriamente detto, e la si lavora a punta e stecca, ovvero la si graffisce. Dopo questo passaggio la si cuoce ad una temperatura di circa 960/980 gradi. Ovviamente l'argilla, anche se cotta, non è impermeabile, quindi si immerge l'oggetto nella cristallina (una sospensione vetrosa) e lo si cuoce di nuovo a temperatura un pò più bassa, questo perchè argilla e cristallina hanno diverse temperature di fusione.
Il passaggio però dall'ingobbiatura alla fase di invetriatura e successiva cottura numero due implica, per diversi motivi, una percentuale di scarti piuttosto marcata, ed è anche per questo motivo che la tecnica dell'ingobbio è stata abbandonata a favore di quella della ceramica smaltata, che permetteva un risultato più rapido, più gradevole (anche per influenza di gusto e moda come capita in ogni settore: oltre a ciò la tradizione del graffito prevedeva soprattutto l'uso di due colori, il giallo sporco e il verde, a cui si affiancarono pochi altri colori, un blu, un violaceo, un marrone, più raramente un giallo chiaro) e con minore scarto del prodotto. Tuttavia è da ricordare che nel tardo Duecento e nel Trecento, la ceramica dell'Emilia occidentale era soprattutto... maiolica smaltata (definita arcaica, decorata in verde e bruno), poi soppiantata dal graffito. Corsi e ricorsi...
L'ingobbiato graffito è stato utilizzato fino al XVI - XVII secolo, e qui da noi nell'Emilia occidentale erano ben diffuse botteghe ceramiche, poi scomparse. E' scomparsa anche la tradizione dell'ingobbiato graffito, salvandosi solo nel Ferrarese, come artigianato locale tradizionale (e di pregio altissimo). La memoria della ceramica, e la presenza di argille di buona qualità, ha permesso invece la nascita ed il progredire di "Piastrella Valley", tra Modena e Reggio Emilia.
Diversa la situazione in Romagna, dove la tradizione ceramica faentina è basata da secoli sullo smaltato ed è nota a livello mondiale.

Finito il pistolotto tecnico storico...
[SM=g27776]
Alpnu
00domenica 15 maggio 2011 15:40
E' come camminare
a passi lenti
lungo una spiaggia deserta
appena finito
un fortunale.
Restano conchiglie scarne,
legni spezzati e neri,
corpi e gusci vuoti
rovesciati al vento,
e lo sguardo si muove
al lontano,
tra l'acqua verde e grigia
inquieta, ruggente ancora,
che bagna di bianco e di sè
la riva e insieme
i miei passi tristi
e stanchi,
e sopra il cielo viola e cupo
ancor carico di pioggia,
e il vento
a scompigliare i capelli
ed i pensieri,
ed il profumo di sale
di vita
di morte
a riempire i miei segreti,
e il pensiero di te,
Ulisse lontano,
pronto a tornare
e sempre
a ripartire.
Ed io qui,
nè Penelope, nè Circe,
nè Calypso, nè Nausicaa,
solo io,
onda e sale,
sabbia, vento,
acqua.



vi-anna-vi
00domenica 15 maggio 2011 16:47

...è straordinariamente bella, bella, bella !!!
...evocativa...e dolente...

non la conoscevo e nell'intento di scoprirne su google l'autore, che non ho trovato, mi sono imbattuta in questo mare

(ma...pensandoci...l'autrice ...come dire...bè aspetto....)

Alpnu
00domenica 15 maggio 2011 17:03
Urca nientepopodimeno che un paragone con Gibran, che onore.. che imbarazzoooo....

Grazie ViAnnaVi!!!!
Era parecchio che non scrivevo "poesie"... ho ricominciato, un tempo ne scrivevo molte di più, negli ultimi anni (a parte gli scorsi due in cui mi pare di non aver scritto nulla) ho diradato la produzione, si vede che si è asciugata la vena poetica.
Ma dal tuo commento mi pare si sia ripresa bene.
Ancora grazie!

[SM=g27768]
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