I detrattori vittime del bispensiero orwelliano
Cosa pensano i detrattori dei TdG sulla legge Svizzera che consente il suicidio assistito?
Chiedo, perché si riempiono la bocca con l'equiparare il rifiuto della terapia trasfusionale (che non è l'unica terapia e non è detto che salvi), con il suicidio.
Il che sarebbe come equiparare la decisione di non andare all'università con la scelta di voler restare disoccupato a vita, come se l'università fosse l'unica via per lavorare.
Ma, tornando alla domanda iniziale, visto che sono ossessionati dal considerare come suicidio il rifiuto di una singola modalità terapica, perché non combattono con ancor più forza le leggi svizzere che consentono il suicidio assistito?
Ho cercato nella loro spelonca e ho trovato che appunto sono favorevoli persino al suicidio assistito...quindi una persona secondo loro ha diritto a decidere quando e come morire
La vita è mia e me la gestisco io!
Ognuno messo di fronte a questa realtà ha il diritto di poter scegliere
ciascuno ha diritto di poter scegliere se vivere o morire, anche perché quello che conta è ciò che il diretto interessato percepisce, non quello che percepiscono gli altri. Quindi in linea di principio una società, a mio avviso, farebbe bene a non opporsi alle scelte del singolo.
Questi ipocriti sono gli stessi che, quando parlano dei tdG, dicono che la vita va sempre salvaguardata e che fanno bene i medici a imporre le trasfusioni e che scegliere di rifiutare un trattamento medico è da pazzi.
Appunto, questo imporre la salvaguardia della vita prima di tutto, per loro vale solo se riguarda i tdG. Se invece un
non tdG vuole esplicitamente suicidarsi, va tutto bene, è "espressione di libertà", "la vita è sua e la gestisce lui".
Siamo in pieno bispensiero orwelliano
il meccanismo psicologico che consente di credere che tutto possa farsi e disfarsi: la volontà e la capacità di sostenere un'idea e il suo opposto, in modo da non trovarsi mai al di fuori dell'ortodossia, dimenticando nel medesimo istante, aspetto questo fondamentale, il cambio di opinione e perfino l'atto stesso del dimenticare. Chi adopera il bipensiero è quindi consciamente convinto della veridicità (o falsità) di qualcosa, pur essendo inconsciamente consapevole della sua falsità (o veridicità).