Del Diritto Romano

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.Markox.
00giovedì 3 marzo 2011 22:23
"Che discussione interessante!" dissero con fare sarcastico...
Nella discussione sulla Biblioteca Arcana era nata una piccola discussione sul Diritto Romano che solo ora ho avuto il tempo di riprendere, quello che volevo chiarire era:
1)Quando parlavo di "morte della dottrina" mi riferivo precisamente al periodo successivo all'emanazione del Corpus Iuris Civilis(per carità, d'ora in poi CIC)di Giustiniano in cui, quello che era rimasto de, i prudentes si fossilizzarono sulla produzione di summae e raccolte varie, di fatto azzerando la produzione dottrinale.
2)Ora Istituzioni di Diritto Romano e Storia del Diritto Medievale e Moderno sono insegnamenti del primo anno di Giurisprudenza però mi sembra di ricordare che il CIC ebbe un ruolo centrale nella riscoperta del Diritto Romano, sbaglio? Mi sembrava che Odius nell'altra discussione avesse affermato il contrario e volevo discuterne [SM=x92709]
Odius
00sabato 5 marzo 2011 12:20
In realtà la riscoperta del diritto romano sicuramente derivante dal Corpus, non è però partita da esso.
Per intenderci: il Corpus stesso in Italia, nella Gallia e in Spagna non aveva avuto quasi nessun successo (se non dopo gli studi delle scuole post 1142); era invece particolarmente utilizzato e quindi noterete immediatamente il perchè in Occidente non andava molto a genio nella parte d'Europa bizantina.
Ricordo che il Corpus è stato pubblicato da Giustiniano nel 534 d.C.e che utilizzava la concezione cesaro-papista (religio instrumentum regni) tipica orientale per cui non fu mai apprezzato dai pontefici né tantomeno dai monarchi dei regni romano-barbarici (Longobardi in Italia Settentrionale, Visigoti, e prima Svevi, in Spagna ecc.); quindi come è sopravvissuto il diritto romano fino al 1142 anno della pubblicazione del Decretum di Graziano? che sarà l'opera fondamentale che spingerà gli studiosi successivi (scuola della glossa e dalla summa in primis) a tornare sul diritto romano per il semplice motivo che Graziano faceva riferimento al Digesto (parte fondamentale del Corpus).

Allora sicuramente il diritto romano sopravvive nella tradizione (quindi oralmente), viene ripreso dalla Chiesa del periodo che non avendo un diritto proprio deve recuperare (Markox scusa il linguaggio) "parti" o se vogliamo istituti dell'antico diritto, ma senza mai citarlo (Ecclesia vivit lege romana, convertendo una legge civile in ecclesiastica e creando quindi le basi del futuro diritto canonico), viene ripreso dai canoni conciliari ed in particolar modo dalle raccolte delle opere dei concili (per citarne una su tutte la Collectio Hispana), ma SOPRATTUTTO e qui viene il colpo di scena il diritto romano era sopravvissuto nel più grande best seller della storia: la BIBBIA!

Papa Damaso attorno al 350 d.C. aveva infatti commissionato a S.Girolamo la traduzione della Bibbia dal greco al latino, ora il problema era che soprattutto il vecchio testamento è impregnato di diritto e ovviamente nel tradurlo Girolamo utilizzò gli istituti ed il linguaggio tipico del vecchio diritto romano, il che spinse tutti gli autori successivi (350 c.a.--->1142 e oltre) a far riferimento a quel tipo di linguaggio, che oltretutto ora veniva appresso per "osmosi" anche dai profani di diritto e da tutti coloro che sapevano leggere il latino.
Il Corpus Iuris Civilis all'epoca di Graziano e delle Scuole, e quindi dei nuovi studi sulla romanistica, è semplicemente il testo che contiene la più grande quantità di diritto romano, ma che deve essere studiato non in sé, bensì per capire le opere ecclesiastiche..poi ovvio da lì il passo è breve e ci saranno stati molti studiosi che volevano studiare realmente solo il diritto romano, ma il tutto (e non sai quanto mi infastidisce ammetterlo) era partito per lo studio di opere meramente ecclesiastiche o, se vogliamo, di diritto canonico.
Claudium
00lunedì 7 marzo 2011 18:48
Tanto per capire di cosa si è parlato nell'altra discussione riporto la mia risposta alla teoria di Odius riguardo la poca importanza rivestita dal Corpus nella riscoperta del diritto romano:

da quel che ricordo io dico che senza il corpus gran parte del diritto romano sarebbe andato perduto perchè dopo la caduta dell'impero romano il diritto romano era quasi scomparso in Italia (almeno nelle regioni del centro-nord, se ricordo bene al sud c'era ancora l'influenza di Costantinopoli) perchè soppiantato dal diritto dei conquistatori. La rinascita avverrà solo con il ritrovamento del corpus e con l'edizione dei Libri Legales (comprendenti il corpus di Giustiniano più altri testi) che diverranno la base giuridica di tutta l'europa grazie alla nascita della Scuola di Bologna e delle altre università a livello europeo.
Er in tal contesto mi riferivo al corpus.
Se però ho capito bene forse tu volevi andare a parare con la successiva crisi dove i Libri Legales, che prima venivano considerati la Bibbia del diritto, verranno smentiti grazie all'operato degli umanisti, che scopriranno la forte influenza delle interpolazioni (modifiche) giustinianee e quindi la più o meno grande differenza (dico più o meno grande perchè i pareri erano discordi, infatti questo movimento di pensiero non prende piede in molti paesi in favore della vecchia Scuola dei Commentatori) tra questi ed il vero diritto romano di età classica e non; di consueguenza i Libri Legales perderanno il loro primato e ci si lancerà alla ricerca dei testi originali o si darà l'avvio a duri lavori filologici per ricostruire gli originali. La mia posizione al riguardo è che si sia fatto tanto rumore per niente visto che da quel che ho letto i testi nuovi avevano differenze praticamente ininfluenti sul campo del diritto, visto che le modifiche riguardavano a volte anche solo singole parole o articoli.


Quella che ho riportato dovrebbe essere grosso modo la versione che ho imparato dai corsi di Istituzioni di Diritto Romano e Storia del Diritto Medievale e Moderno dell'università del Piemonte Orientale.
Alla luce di quanto hai detto tu adesso, Odius, e di quanto hai scritto vorrei porti le seguenti domande:

- Tu citi Graziano, di cui ammetto al momento di ricordarne solo vagamente il nome ma assolutamente nulla riguardo il suo ruolo nella vicenda, ma non era stato Irnerio a realizzare i Libri Legales, i quali sono stati la base della riscoperta del diritto romano nelle nascenti università?

- Se come dici te i pontefici non apprezzavano il corpus allora perchè esso era stato diffuso in Italia proprio ad opera di Giustiniano su richiesta di papa Vigilio tramite la Prammatica Sanctio pro Petitione Vigilii?

Odius
00martedì 8 marzo 2011 10:07
Alla prima domanda sinceramente non so rispondere con sicurezza noi all'Università di Trento tendiamo a sorvolare (praticamente) Irnerio, ma posso fare una supposizione: siamo d'accordo che l'opera per eccellenza del periodo è il Concordia Discordantium Canonum di Graziano, ricordando ovviamente che sebbene la sua opera sia originale egli recupera tutti gli studi precedenti e le opere precedenti? allora poichè Irnerio muore all'incirca nel 1140 e il Decretum è del 1142 io credo si possa raggruppare il tutto dicendo che gli studi partono con il Decretum in quanto opera magna del periodo.

Per quanto riguarda la seconda mi risulta più facile rispondere, anche se purtroppo devo far riferimento a quanto imparato da una professoressa che dubito avesse coscienza di essere incompetente, comunque quanto sto per dire trova riscontro anche in altri studi e quindi mi sento abbastanza sicuro: Vigilio era un soggetto estremamente debole, per ben due volte la sua candidatura a Pontefice era stata scartata e contestata in modo anche violento, gli serviva qualcuno che una volta finalmente eletto al soglio pontificio lo aiutasse a preservare il potere; inoltre in passato egli era stato nuncio papale alla corte di Costantinopoli dove probabilmente partecipò ad alcune delle trame politiche dell'Imperatrice Teodoro (quindi era anche già bello invischiato in affari torbidi) ed infine Giustiniano I con il suo desiderio di ricostituire l'Impero romano unito non avrebbe perso tempo a marciare su Roma dalla Sicilia se il Papa non si fosse dichiarato in un qualche modo legato a Bisanzio
Claudium
00martedì 8 marzo 2011 15:39
La tua teoria riguardo Vigilio non sono in grado di confermarla perchè non possiedo una conoscenza della materia abbastanza approfondita ma consiedrando i vari giochi di potere mi sembra credibile.

Sul primo punto invece, ora che mi hai citato l'opera di Graziano, ricordo il suo ruolo, almeno per come lo abbiamo studiato noi: secondo il nostro testo il merito della riscoperta del corpus va ad Irnerio poichè lo ha ritrovato e ricollocato all'interno dei suoi Libri Legales, i quali diventarono la Bibbia del diritto "laico" per intenderci. A Graziano invece viene attribuito il merito attraverso i suoi studi di aver realizzato il primo vero diritto canonico, il quale si trasformò progressivamente in varie forme per poi essere assorbito nel Libri Legales, i quali comprendevano così la totalità del diritto, sia quello laico che quello canonico.
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