Cari compagni di squadra e non, per venire incontro alla vostra cronica ignoranza ho deciso di spiegarvi una cosa che forse a qualcuno interesserà, in particolare all'amico Andrea Cinquina in trasferta in quel di Draculandia.
Sicuramente non sarà mai successo, perchè siete proprio dei rozzi ignoranti, ma forse qualcuno di voi una volta nella vita si sarà posto la domanda: perchè il rumeno è così simile all'italiano? Beh, mi accingo a darvi una risposta.
Dobbiamo tornare indietro ai tempi dell'Impero Romano. Nel periodo della sua massima espanzione, Roma arrivò a conquistare persino ciò che allora veniva chiamata la Dacia, e che oggi corrisponde bene o male alla attuale Romania. La conquista di questo territorio fu opera dell'imperatore Traiano, che era allettato dai giacimenti d'oro che erano presenti in grande quantità in quelle terre. Ma allora perchè in Romania, che per un tempo brevissimo è stata colonia romana, si parla più "italiano" che in Francia, per esempio, dove la dominazione è durata secoli? Proprio per questo motivo, ragazzi. In Francia, come in Spagna e glia altri posti, a causa della perdurante dominazione, si diffuse il latino aulico, quello che troviamo nei libri e nelle versioni per intenderci, che poi si evolvette secondo un percorso proprio. Invece in Romania l'occupazione fu soprattutto "umana", fatta cioè da tutte quelle legioni di colonie e veterani nelle quali gli oriundi dell'Italia hanno costituito la parte preminente. Questo fece sì che la diffusione del cosiddetto "latino volgare" prendesse piede.
A dieffrenza alla Sardegna, dalla Spagna e dalla Francia, la cui romanizzazione si è compiuta sotto la guida del vecchio ceppo romano tradizionale, la odierna Romania ci presenta un linguaggio neolatino che ha eliminato nella flessione la "s" finale, nè più nè meno che l'italiano: così nell'esempio classico del rumeno "doi" e dell'italiano "due", di contro al logudorese "duos", allo spagnolo "dos" e al francese "deux". Questa impressionante caratteristica, che accomuna in modo decisivo l'italiano e il rumeno, non può non ricondursi al linguaggio parlato dai legionarii e dai commercianti a cui rimonta la parte principale nella formazione dei fermenti linguistici che diedero luogo alla formazione dell'attuale lingua rumena.
Non so quanti di voi leggeranno tutto, perchè siete ignoranti e accrescere le vostre conoscenze potrebbe danneggiare il vostro animo. Comunque io ce l'ho messa tutta.
AVE VOBIS!
Valerius Pierantotius Biondus