Chitarrista Pink Floyd da Franceschini al Mibac
"Italia, quanta bellezza..." Mano per la mano con la moglie, entrambi in total black con grande panama chiaro per difendersi dalle calure africane della capitale, David Gilmour e signora varcano di buon ora il portone del Collegio Romano per un appuntamento con il ministro Franceschini. Domani il debutto al Circo Massimo, un tuffo nell'antichità della capitale prima di tornare a Pompei la prossima settimana e rivivere l'emozione del mitico concerto del 1971. Lui sorride rilassato, "sono giorni che ricordo con nostalgia", ammette.
Poi confessa il sogno: "Pompei? Vorrei potermi concedere una passeggiata all'alba tra le rovine deserte... degli anni Settanta e di quel concerto, mi piacerebbe rivivere quella emozione". Tant'è, al secondo piano dello storico palazzo romano che fu dei gesuiti, il ministro riceve la coppia nel suo studio. E la meraviglia del chitarrista dei Pink Floyd è alle stelle, estasiato dalle librerie secentesche, i quadri, l'atmosfera di cui sono impregnate le stanze nobili del dicastero della cultura italiano, oltre allo studio, il grande salone del ministro. Tra un selfie e una stretta di mano Franceschini si improvvisa Cicerone, scorta la coppia nell'ancora più affascinante sala delle crociere
Poi il discorso torna ai concerti italiani tutti con scenari da urlo, dopo il Circo Massimo, Pompei e Verona. "Un'emozione enorme", insiste Gilmour che però non risparmia domande sulla gestione del patrimonio d'arte, sullo stato di conservazione dei monumenti, "incredibile tutta questa bellezza italiana... giusto che lo Stato se ne occupi". Con Franceschini c'è il soprintendente Massimo Osanna, 'padrone di casa' di Pompei, che già qualche giorno fa ha inaugurato, proprio negli spazi attigui al Teatro grande una mostra con tutte le foto del mitico concerto e non solo.
Il concerto della prossima settimana è una storia che parte da lontano, da quando Franceschini, appena nominato alla cultura, sognava di ospitare proprio a Pompei la reunion del gruppo, che poi alla fine non c'è stata. Da Roma allora partì anche una lettera d'invito. Ora ci siamo e il ministro, che dei Pink Floyd è un fan della prima ora, azzarda un ultimo selfie: "Lei lo sa che per questo incontro sarò invidiato da generazioni di fan?"