David Bowie

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sergio.T
00martedì 27 novembre 2007 11:48
David Robert Jones nasce a Brixton l'8 gennaio 1947 (cambiò il suo cognome in quello d’arte di Bowie per non creare ambiguità con il quasi omonimo leader dei The Monkees Davy Jones) e appartiene alla generazione di giovani cresciuti nell’ambiente della swinging London. La sua carriera musicale, iniziata verso la fine degli anni Sessanta, copre un arco di circa quarant’anni e ha abbracciato diversi generi artistici e commerciali, dal citato glam rock alla disco, al pop elettronico, tutti con grande successo.

Come attore, dopo alcune piccole apparizioni, ha avuto buon successo nel 1976 con L'uomo che cadde sulla Terra, di Nicholas Roeg. Tra le sue migliori interpretazioni: Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence) 1983 di Nagisa Oshima, Absolute Beginners 1986 di Julien Temple e Basquiat di Julian Schnabel.


Da Major Tom a Ziggy Stardust
Dopo l'esordio con un album omonimo che passò quasi inosservato, trovò un primo successo nel 1969 con una canzone che racconta di un astronauta perso nello spazio: Space Oddity, di stampo romantico futurista. Subito dopo però si dedicò a un rock più sgherro, ambiguo e originale mescolando fantascienza, Dylan e Velvet Underground, decadentismo alla Oscar Wilde, rock duro come quello dell'amico Iggy Pop con gli Stooges. Lo chiamarono glam, fu uno dei grandi miti anni Settanta. Bowie ne diventò il sommo sacerdote con la sua stranita aria dichiaratamente bisex e con gli onirici abiti da scena cuciti dalla moglie Angela.

Dopo un'esperienza all'insegna di un rock duro e superamplificato con solo qualche sprazzo del Bowie che sarà (The Man who sold the World, forse il più duro tra i suoi album), la vera esplosione avvenne con Hunky Dory e The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars che contengono una enorme fetta dei suoi classici, ripetuti in qualunque concerto anche a trent'anni di distanza, da Changes a Starman, da Life on Mars? a Moonage Daydream, da Ziggy Stardust a Andy Warhol (dedicata all'artista e amico Andy Warhol).

Fra il 1972 e il 1973, nei panni di Ziggy Stardust portò in giro uno show dalle mille meraviglie dove il vero Bowie e la figura teatrale si confondevano tanto da rendere sottilissimo il confine tra realtà e finzione teatrale. Vanta numerosissime collaborazioni con i migliori artisti dagli anni '70, come l'amico Iggy Pop, Tina Turner e Queen per gli anni '80, così come i Pet Shop Boys per gli anni a venire. In altre parole il "padre indiscusso del glam-rock", precursore di contaminazioni elettroniche (già presenti suoni campionati in brani come Heroes del 1979).


Dal "Duca Bianco" alla trilogia di Berlino
Al ritmo di un disco all'anno, Bowie per parecchi anni nel bene e nel male non si è mai limitato a creare un "marchio Bowie" uguale a se stesso e rassicurante: dalle nostalgie beat con Pin-Ups, agli incubi orwelliani di Diamond Dogs, al R&B bianco con Station to Station e Young Americans, all'electro pop intellettuale che, secondo molti critici, costituirà la fase più creativa della sua carriera fra il 1977 e il 1979, con la cosiddetta trilogia berlinese di Low, Heroes e Lodger, album in realtà (salvo il secondo) realizzati solo parzialmente a Berlino, ma comunque fortemente influenzati dalle contaminazioni tra rock ed elettronica di cui erano maestri i Kraftwerk e i Neu!, gruppi entrambi tedeschi.

Decisivo l'incontro con Brian Eno, altro reduce dal glam-rock dei primi '70 con i Roxy Music del dandy Bryan Ferry. Altrettanto decisivo un successo ormai consolidato che permette all'artista di sperimentare soluzioni nuove senza inseguire il riscontro commerciale. Nel frattempo il personaggio non è più l'androgino Ziggy Stardust ma un thin white duke (smilzo duca bianco) dalle inquietanti suggestioni androgine sotto uno stile musicale esteriormente sempre più macho.


Dal riflusso degli anni Ottanta agli enigmatici Novanta [modifica]
Con gli Ottanta Bowie investe molto di più nella carriera di attore cinematografico e teatrale e incrementa, sia come numero che come grandiosità, i suoi tour, mentre la produzione discografica si basa per tutto il decennio su un raffinato quanto generico pop, con album che ruotano intorno alla title-track strutturata come hit da massiccia trasmissione radiofonica.

Tornerà la sperimentazione nei quattro diversissimi album degli anni Novanta, col risultato di spicco di Outside (e la creazione di un nuovo, sofisticato alter ego nella figura del detective Nathan Adler) a cui tornerà a collaborare Brian Eno, e un affascinante quanto artisticamente discutibile giocare con le tendenze musicali di fine secolo nella jungle di Earthling, e altri risultati meno brillanti.

sergio.T
00martedì 27 novembre 2007 11:54
Quante menate!
Bowie venne a San Siro per il tour del Ragno di vetro ( se non erro) e naturalmente non me lo lasciai scappare.
Pomeriggio ore 15 appuntamento in piazza con Fabri e con la sua mitica 500 blu. Gli altri erano gia' partiti per lo stadio, alla mattina, mi sembra.
Ovvio che a me sembrava esagerato: cristo!!! possiamo mica, Fabri, dormire la' dalla notte precedente, vediamo un po' dopo che si fa...
Si, Sergio ma non abbiamo i biglietti e chissa' quanto costano se arriviamo all'ultimo! - chi se ne frega dico io!, un modo o l'altro ci arriviamo a vederlo, basta pagare.
Morale: bestemmie da turco incazzato da casa a San Siro smanettando come un pazzo per la tangenziale.
Arriviamo, bagarino, chiedo: quanto due biglietti? tot...Affare fatto e siamo a vederci Bowire senza ore di attesa sotto il sole.
Quante menate Fabri!
sergio.T
00martedì 27 novembre 2007 11:59
Entriamo, stadio stracolmo, ma sappiamo la zona dove sono gli altri.
Settore dopo settore ci avviciniamo e vediamo tra la folla un manipolo di persone sciaguratamente disperate, accaldate, disatratate, distrutte: sono quegli amici, li' dalla mattina.
Uno spettacolo indecoroso! quasi vergognoso.
Embhe che cazzo avete? dico io. Ragazzi stasera grande concerto e voi siete un po' abbattutti per sei sette ore sotto il sole?
Pino mi fa: Sergio vai a fare in culo! tu e le tue stronzate.

mujer
00martedì 27 novembre 2007 12:05
il solito borghese del cazzo...

ma se la cosa più bella è quella di bivaccare con chitarre fumo e birretta prima del concerto!

non avrai mica visto il concerto di Bowie seduto!

comunque il Bowie non mi ha mai preso, troppo system for me.
sergio.T
00martedì 27 novembre 2007 12:05
Digressione pinesca
Il massimo fu a Budapest. Non solo dissi stronzate colossali, ma io e il mio amico Valerio, prendemmo una sera Pino e compagnia e di riffa e di raffa, li facemmo entrare al casino dell'Hilton , dove dormivamo.
Fantastica serata, fantastica stronzata!
Sono indescrivibili le facce che fecero quando , oltre a perdere una foruna, arrivo' il conto del tavolo.
Morale: per tre cazzo di giorni io e il Vale ce ne siamo andati in giro da soli: dicevano che ci ammazzavano!!
Sti ingrati!
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