Dal 1978.... la mia auto-story

Sextum
00mercoledì 25 marzo 2015 21:37
1 - 1978, che tutto abbia inizio

La mia, non esaltante, avventura in auto è iniziate nel 1978 ma siccome allora la burocrazia era ben peggiore di quella odierna, poté avere compiutamente inizio solo nel 1979.

Ma andiamo con ordine.

Come quasi tutti i miei coetanei iniziai, da adolescente, a chiedere, prima il motorino, poi la vespa. Entrambi mi furono sempre rifiutati in maniera irremovibile. Ufficialmente per la paura del mezzo di mia madre ma credo che le ristrettezze economiche familiari giocassero un ruolo importante. Mi promisero, però, la patente e l’uso della modesta auto di famiglia non appena avrei compiuto i fatidici 18 anni.... e furono di parola.
Fatto sta che io non ho mai guidato una moto in vita mia.

Compii 18 anni il giorno in cui venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro della famigerata Renault rossa e pochi giorni dopo ero già iscritto alla scuola giuda che, il caso volle, fosse proprio sotto casa.
Pochi mesi e minimo delle lezioni di guida (mio papà e qualche amico più grande mi avevano già insegnato i rudimenti) e, complice un’esame di pratica ridicolo fatto anch’esso quasi sotto casa, fui subito patentato... a parole.
Già perché allora, per la patente vera e propria, occorrevano mesi e mesi (non ricordo se si poteva guidare da solo o meno) e a me arrivò solo a gennaio del 1979.

Iniziai così a guidare l’auto di famiglia che altro non era che una modestissima NSU Prinz bianca di 600cc di cilindrata.

I soldi in casa erano pochi, quindi mi comprare una macchina per me non se ne parlava proprio, tanto più che dopo poco la Prinz venne sostituita sua una Fiat 127 verde, prima serie, rigorosamente usata.
Sextum
00giovedì 26 marzo 2015 20:29
2 - Fiat 127

La 127 tre porte, verde, fu la mia prima vera macchina, anche se poi mia non era. Fu la mia prima vera macchina nel senso che fu quella che mi accompagnò nelle prime esperienze… automobilistiche.

Non ricordo esattamente quando mio padre la comprò ma direi nell’inverno 79/80, perché ricordo che dopo l’esame di maturità (quindi nell’estate del 79) feci la prima vacanza in auto, proprio con la Prinz, in tenda sulla riviera romagnola, con tre amici.
La 127, invece, sicuramente mi accompagnò durante il periodo del servizio militare e nel grigio anno della ricerca del lavoro stabile. Il suo utilizzo fu, necessariamente, frammentario, sia per la comproprietà paterna (il quale, ad onor del vero, si sacrificò oltremodo) sia perché allora, tra amici, si cercava di compattare il più possibile le macchine per ridurre al minimo le spese.

Non ci furono viaggi degni di nota fatti con quella macchina, anzi non ci furono proprio viaggi in quel periodo, tranne quelli dedicati allo sci e le domeniche al mare, in riviera. Viaggi che non furono poi tantissimi sempre per la ferrea regola dell’uso condiviso delle auto a nostra disposizione, regola dettata più dalla necessità che dalla volontà.

Anche gli episodi particolari furono decisamente pochi.
Ricordo una sera che incappammo in un posto di blocco dei CC all’ingresso della sopraelevata e che alla perquisizione di routine, con tanto di mitra spianato, (eravamo nel pieno del terrorismo e a Genova, per giunta) saltarono fuori dal bagagliaio due cassette della frutta, vuote, e non fu facile convincere i militari che non si trattava di armi non convenzionali ma solo del mezzo utilizzato da mio papà per portare a casa le patate, coltivate nel terreno dall’allora costruenda casa di Gavi.

La condivisione dell’auto paterna terminò pochi giorni dopo la mia assunzione in ferrovia perché la prima cosa che feci fu quella di comprarmi la macchina con il residuo dei soldi che avevo messo da parte durante il servizio militare e che mi avevano permesso di mantenermi i cosiddetti vizi durante la traversata del deserto della disoccupazione e dei lavori in nero.
Sextum
00domenica 29 marzo 2015 18:55
3 - Aperta parentesi… il Ford Transit


Parlando di auto e di guida un breve paragrafo lo merita il Ford Transit.

Durante il periodo intercorso tra il congedo dal servizio militare e l’assunzione in ferrovia, periodo durato circa un anno e mezzo, durante il quale ho cercato lavoro e fatto alcuni concorsi tra cui quello vincente, ho lavorato part-time (rigorosamente in nero) presso una lavanderia industriale che si occupava, principalmente, del lavaggio di capi d’abbigliamento di renna e/o di pelle e lavaggio di tappeti. Io ero addetto al ritiro e alla riconsegna presso le lavanderie classiche e questo lo facevo alla guida di un furgone, un Ford Transit blu.

Nei primi anni 80 il traffico genovese era già molto caotico, per certi versi molto più di quello odierno, e quel lavoro più che precario, anche se mi permetteva a malapena di guadagnare qualche soldo per i miei vizi, (la mia paga era composta da un minimo fisso settimanale più una magra percentuale sull’incasso) mi consentì di affinare notevolmente la mia esperienza di guida.
Non era affatto facile girare in città con quel cassone, soprattutto non era facile avvicinarsi, in alcune zone in particolare, alle lavanderie per effettuare l’operazione di carico e scarico. A volte rimanevo, letteralmente, incastrato in qualche viuzza.
Comunque non ebbi mai incidenti e il titolare della ditta, con il quale rimasi in buoni rapporti per un po’ di tempo, fu anche dispiaciuto quando me ne andai… pur essendo molto contento per me che avevo trovato un lavoro vero!

A parte il colore era proprio identico a questo
Sextum
00domenica 29 marzo 2015 21:18
4 - La prima comprata da me: la Ritmo

Come dicevo, come ebbi la certezza assoluta di essere assunto in Ferrovia, mi comprai la macchina. Qualche soldo da parte lo avevo e presto avrei avuto anche uno stipendio discreto quindi potevo osare. Era l’inizio del 1983.
Osai, ma non troppo e quindi mi orientai su un’auto usata: acquistai una Fiat Ritmo 60, bianca, 4 marce, di un paio di anni di vita.
Una fregatura pazzesca. Mi si arrugginii sotto gli occhi in meno di due anni.

Con quel catorcio, made in Torino, feci, più che altro, avanti e indietro tra Genova e Limone perché in quel periodo, con gli amici, avevamo affittato un’appartamento a Vernante e facemmo i pendolari per i due inverni successivi.
Non feci viaggi estivi perché durante la prima estate lavorativa, quella dell’83, non mi diedero ferie mentre in quella del 1984 me ne andai a Cuba.

La Ritmo, di per se, non era un’auto malvagia. Abbastanza brillante, non beveva poi così tanto e, come linea, mi piaceva ma la carrozzeria era veramente una schifezza, come tutte le Fiat di quel periodo. Mi marcii sotto gli occhi e quindi, nella primavera del 1985, visto che nel frattempo, grazie al suo nuovo lavoro e alla possibilità di vederci, avevo riallacciato i rapporti con il cugino, comprai da lui un’auto nuova e la Ritmo credo finì al meridione con tutto il suo carico di ruggine.
massimo.z
00domenica 29 marzo 2015 21:52
Si, ora ricordo, la tua Ritmo finì a Bari in un blocco di auto usate, ma la cifra fu molto modesta..............

E pensa che vi finì con una procura a vendere, non una mini.voltura come succede adesso: fortunatamente, avevo fatto una cernita tra i tanti commercianti che conoscevo, e scelsi i più onesti ed affidabili: infatti al caro cugino, a cui era ancora intestata la macchina, non arrivò mai una multa.....................credo!

Fino al 2009, quando scendevo ancora a Bari per lavoro, ne vidi molte circolare, anche alcune 127 e 128...........

Massimo

Sextum
00lunedì 30 marzo 2015 21:58
E bravo....
massimo.z, 29/03/2015 21:52:

infatti al caro cugino, a cui era ancora intestata la macchina, non arrivò mai una multa.....................credo!




... e me lo dici adesso? Dopo trent'anni? Vatti a fidare dei parenti [SM=g27828]
Sextum
00lunedì 30 marzo 2015 23:02
5 - Il 205

E così nella primavera del 1985 acquistai, dall’autosalone del cugino, una Peugeot 205 nuova fiammante, color bronzo come quella in foto.
La ritirai, da Massimo, il 2 maggio e mi avrebbe tenuto compagnia per oltre 13 anni e per 130.000 k. Non molti rispetto allo standard del Poggio e dello Sperone ma, come ho preannunciato, in auto non ho mai fatto grandi cose.

Era una macchinino divertente da guidare anche se un po’ esosa di carburante. Bisognava non avere il piede troppo pesante perché tanto non camminava molto. Aveva dei rapporti lunghissimi e non aveva proprio quello che si dice uno scatto bruciante. Mi pare che fosse un 1100 di cilindrata.

Con questa macchina, che più che altro fu un alcova [SM=g27830] , qualche viaggetto lo feci. Quello nel Grossetano nella primavera dell’86, ricordato da Massimo, più altri sempre su e giù per la toscana nel 1987 e nell’89 e un paio di viaggi in Umbria (ad Orvieto) dopo il matrimonio, ma soprattutto un lunghissimo viaggio in Jugoslavia, allora era proprio Jugoslavia, nell’estate del 1988 con quella che dopo due anni sarebbe diventata mia moglie.
La vacanza, in tenda, era impostata al massimo risparmio perché avevamo già deciso di sposarci ed eravamo già alla ricerca della casa. Quindi avevo trasformato la macchina in un van perché dietro avevamo di tutto.
Ricordo che partimmo di sera, ad agosto, per raggiungere il proto di Spalato dove avremmo dovuto prendere il traghetto per l’isola di Hvar e raggiungere un’altra coppia di amici che era partita qualche giorno prima.
Fu un viaggio allucinante, perché dopo il confine e in particolare dopo Fiume piombammo in altro mondo. Strade, non autostrade, con un asfalto lucido e viscido e una serie infinita di curve e saliscendi. Un incubo. E tutto ciò per circa 500 km.
Comunque tutto andò bene e arrivammo a mezzogiorno del giorno dopo. Un viaggio di circa 15 ore.
Il giorno dopo ebbi una bella sorpresa automobilistica: batteria morta. Provammo a far ripartire la macchina con l’auto degli amici ma non c’era verso di ricaricarla. Ripartiva ma come spegnevi la macchina niente, morta!!! Fui costretto ad andare alla ricerca di un’elettrauto, cosa non facile dell’arretrata Croazia jugoslava prebellica e per di più su un isola, ad agosto. Ne trovammo uno che per l’equivalente di 140000 lire (ricordo benissimo l’importo) mi diede una batteria enorme, che per fortuna ci stava, ovviamente ancora con l’acqua distillata, da 45 ampere. Beh… quella batteria rimase lì, al suo posto, senza perdere un colpo, per 10 anni!!!!
Dopo qualche giorno sull’isola, tornammo sul continente e scendemmo ancora a sud, fino alla bellissima Dubrovnik per poi iniziare la risalita, passando per l’interno e per il bellissimo parco di Plitvice per poi finire in Istria, con Pola, Rovigno, le grotte di Postumia. Un bel viaggio in una regione che, solo due anni dopo, sarebbe diventata un orrendo mattatoio.
I miei appunti di viaggio mi parlano di oltre 3500 km percorsi e di un ultima settimana di piogge torrenziali tutte le notti (cosa non bella se sei sotto una tenda)

Nell’estate del 1989 prese un brutta botta. Avevo appena portato a casa Giuliana e mentre tornavo giù a valle (lei allora abitava sulle alture di Sestri dove abitano ancora i miei suoceri) nella stretta strada un rintronato (che tra l’altro conoscevo) prese la curva larghissima facendomi tutta la fiancata sinistra. Per fortuna si prese tutta la colpa, senza protestare, perchè rimetterla a posto non fu molto economico.

Il 30 settembre del 1990 mi accompagnò all’altare ma si scampò tutte le classiche scritte e gli scherzi perché piovve tutto il giorno. [SM=g27819]

Alla fine del 1991 la dovetti ritargare perché persi (o mi rubarono) la targa anteriore. Ho ancora i documenti. Mi costò 65000 lire. E così invece della targa nera GE*98... sfoggiò quella bianca GE*D4...

Con il 205, che era quasi un chiodo in quanto a velocità, ci presi anche una bella multa per eccesso di velocità in sopraelevata. Era notte fonda e tornavo a casa da lavorare, 100 all'ora in sopraelavata... con i vigili dietro. [SM=g27830]
Era, più o meno il 1987, 1988 perchè son certo che non ero ancora sposato.

Non feci altri viaggi epici con il 205 e la rottamai il 30 settembre del 1998, prendendomi il sostanzioso contributo governativo per la rottamazione, in cambio dell’acquisto di una Daewoo Matiz (la prima della serie che fu molto sfortunata)
massimo.z
00martedì 31 marzo 2015 20:08
Forse mi sbaglio, ma era una 5 porte, proprio del colore della fotografia: credo un 2015 GR 1.118 cc., con i seguenti accessori: vetri elettrici, chiusura centralizzata, antifuro fatto da Floriano, copriruote, poggiatesta e tergi posteriore: full optional!

Dovrei andare a controllare, ma credo ti costò attorno ai 12 milioni........

Incredibile.............il progresso!

Massimo
Sextum
00martedì 31 marzo 2015 20:37
No, era una tre porte, proprio come quella in foto.

Mi costò 11 milioni e non aveva antifurto. Floriano mi mise l'autoradio.

Non fu un cattivo affare a parte che divorava le marmitte. Ne cambiai ben 5 in 13 anni, la prima dopo soli due anni. Ma di cosa le facevano?
massimo.z
00martedì 31 marzo 2015 21:33
Allora tornano i conti, perchè il 3 porte, denominato XR, costava di media quasi un mulione di meno.............

Mah, le marmitte: a memoria non ricordo che i 205 avessero quel problema e soprattutto si riproponesse nel tempo............

Comunque fece un grande successo, ed in quel periodo uscirono anche la UNO, la Supercinque della Renault, il restyling della Fiesta e l'Opel Corsa, ma la 205 le stracciò tutte, forse in conflitto con la UNO..........

Massimo
Sextum
00martedì 31 marzo 2015 21:58
Re:
massimo.z, 31/03/2015 21:33:


Mah, le marmitte: a memoria non ricordo che i 205 avessero quel problema e soprattutto si riproponesse nel tempo............



Quella si!
Sextum
00martedì 31 marzo 2015 22:04
6 - La A112 portata in dote

Con il matrimonio mia miglia portò in dote anche la sua macchinina.

Si trattava di una A112 verde petrolio (un bel colore) che aveva comprato, usata, da Massimo nel 1987 (mi apre) dopo aver fatto demolire un’inguardabile Simca 1000, che era stata di suo papà, ritiratosi dalla guida anni prima, che non ce la faceva proprio più.

Ovviamente non essendo stato io l’acquirente non ricordo né quanto la pagò, né il chilometraggio e nemmeno quanti anni aveva. I miei file d’archivio mi dicono che quando ci sposammo aveva circa 65000 km. ma non ricordo assolutamente la targa quindi non riesco a risalire all'anno della sua immatricolazione.

Con quella vetturetta non ci feci mai nessun viaggio. La usammo solo come auto da città e ce ne disfammo, per 700000 lire, nell’ottobre del 1993 quando aveva 80000 km e necessitava di importanti lavori di manutenzione.
Era arrivato il momento, ed era arrivata anche la voglia, di un auto più importante.

Era, più o meno, come questa che è del 1983... e forse lo era anche lei.
Sextum
00sabato 11 aprile 2015 19:13
7 - La prima vettura di grossa cilindrata

Come dicevo, mi era venuta voglia di avere un’auto un po’ più importante e, non so perché, In quel periodo mi ero infatuato dell’Audi 80.
Però ero sposato da soli 3 anni e un mutuo da pagare piuttosto pesante e quindi di comprarla nuova non se ne parlava proprio. Iniziò così una lunga ricerca dell’usato, visto che il cugino venditore di auto si era ritirato in eremitaggio sui monti.
Dopo lunga e accurata ricerca ne trovai una, sul vecchio Secondamano, che faceva al caso mio: un Audi 80 1800, blu, della fine del 1991, con 31000 km., 112 CV, allestimento confort, tettuccio apribile, appena gommata, tenuta in garage, condizioni perfette. L’unica cosa che le mancava era il condizionatore.
Andai a vederla (ne avevo già viste parecchie e mi ero fatto un po’ di occhio) e mi sembrò un buon affare. La feci controllare accuratamente da un amico meccanico (Pino...) e mi accordai sul prezzo, 17 milioni!

Con quella macchina qualche bel giretto lo feci. Il primo dopo una decina di giorni dal passaggio di proprietà quando feci una giro in romagna per il ponte dei morti e, per la prima volta (e una delle pochissime) provai l’ebbrezza di spingermi, in autostrada, a quasi 200 kmh. Era una vera bomba con una ripresa pazzesca! Consumava abbastanza ma non poi così tanto. Ci feci una media di 11 km/litro

Dei viaggi fatti con l’Audi, ricordo un bel giro in Provenza e alle gole del Verdon, una vacanza estiva in Tirolo e Liechtenstein (in Tirolo presi una delle mie due multe per eccesso di velocità.... a 60 km/h!!!!), qualche viaggio in Umbria (nella Orvieto della mia signora) e tanti viaggi per lo sci. E qui tocchiamo la nota dolente…. era una bella macchina ma non per la neve!
Non rimasi mai bloccato ma penai più di una volta, e parecchio, tanto che dopo di lei il mio amore motoristico di rivolse ai SUV, tipo di auto più consona al mio carattere e ai miei hobby.

Giunti alla fine dell’estate del 2001 trovai dell’olio nel vaso d’espansione dell’acqua e la diagnosi fu infausta: bisognava sostituire la guarnizione della testa. Inoltre doveva fare la revisione (allora decennale) e i lavori da fare erano parecchi… tra cui la sostituzione delle gomme. Insomma troppi soldi da spendere, per un’auto di 10 anni, non catalizzata, che in fondo mi aveva stufato, anche se aveva solo 80000 km.
Provai a venderla, ma invano. La tenni ferma sotto casa fino a novembre e, quando ormai mi ero deciso a demolirla, trovai uno che se la prese... gratis ma almeno risparmiai il costo della demolizione.

Sextum
00sabato 11 aprile 2015 21:18
8 - Nel frattempo....

Nel frattempo, come ho già scritto in precedenza, alla fine di settembre del 1998 avevo demolito la Peugeot 205 diventata ormai vecchia e non idonea al ruolo si seconda auto, e auto da città, al quale era stata relegata dopo l'acquisto dell'Audi80.

Approfittai della campagna di rottamazione, allora in vigore, e acquistai una Daewoo Matiz, 800 cc, color orange, per 18 milioni, chiavi in mano (non poco a pensarci oggi)

La ritirammo il giorno del nostro ottavo anniversario di matrimonio e pensammo fosse di buon auspicio, ma non fu così, quella vettura non fu fortunata.

Come auto da città di rivelò azzeccata, piccola, maneggevole anche se non parca nei consumi. Qui a Genova ne vendettero tantissime.

Ovviamente non ci feci nessun viaggio particolare e il 4 ottobre 1999, quando aveva appena compiuto un anno e avevo appena pagato la tassa di circolazione, mia moglie ebbe un incidente (facendo tutto da sola) all’ingresso dell’autostrada a Genova Est, tornando da lavorare, e la distrusse completamente.
Fortunatamente lei uscì indenne, grazie agli airbag che esplosero, ma la macchina era danneggiata irreparabilmente.
Fu una giornata nerissima che ricordo ancor oggi nei minimi dettagli e fu la vicenda che mi spinse ad acquistarle il suo primo telefono cellulare.

La piccola Matiz, color orange, defunse con appena 8000 km
Sextum
00mercoledì 15 aprile 2015 21:09
9 - Il duplicato

Fu così che nemmeno un mese dopo arrivò il duplicato alla modica cifra di 12 milioni più quello che rimaneva della prima Matiz.
Questa la prendemmo di colore giallo e nella versione full optional, cioè con in più l’ABS.

Inutile specificare che nemmeno con questa ci feci nulla di particolare ma solo chilometri, nemmeno tanti, in largo e in lungo per Genova e quando, nel giugno del 2009, al decimo anno di vita se ne andò mestamente alla demolizione, in cambio di un’alettante incentivo ben superiore al suo modesto valore di mercato, aveva solo 60000 km

Nonostante i pochi km percorsi durante la sua vita gli dovetti sostituire gli ammortizzatori e sostituire la guarnizione della testa.

La foto la riprende, nella piazzola di fornte a casa, semicopeeta della neve, il 4 marzo del 2005 dopo la grande nevicata di quell'anno.
Sextum
00mercoledì 22 aprile 2015 21:57
10 - Il mio grande amore: Il Freelander

Siamo quasi giunti al termine della mia carrellata automobilistica.
Dopo l’alienazione a titolo gratuito dell’Audi 80, nel novembre del 2001, rimasi quasi un anno con una sola macchina, la Matiz gialla, e la cosa fu, logisticamente, un problema. Ma mi ero fissato con il SUV ed ero fermamente intenzionato a non cedere fino a che non ne avessi trovato uno, usato, di mio gradimento.
Lo trovai solo a settembre dell’anno successivo, o meglio me lo trovò il cugino: un bel Lande Rover Freelander, prima serie, grigio, del 2000, e 2000 di cilindrata, in ottime condizioni, 35000 km. alla non modica cifra di 19000 euro.

Quella fu la MIA VERA AUTO, quella che più di tutte ho amato, che mi ha dato le maggiori soddisfazioni e anche qualche, purtroppo, grattacapo. Ma mi è rimasta ne cuore e ne avrei comprata un’altra se l’avessi trovata o se avessero continuato a produrla invece di passare alla versione 2 che nulla ha a che fare con il Freelander storico.

Con il Freelander qualche bel viaggetto l’ho fatto. Oltre ai numerosi viaggi in Umbria e in Alto Adige, in estate e in inverno, ho girato buona parte della Sardegna, in particolare il sud-ovest e tutta la Corsica, arrivando facilmente in molti posti dove i comuni mortali si arrendevano o sudavano le proverbiali 7 camicie.

E poi ricordo la Camargue, la Svizzera, la val Pusteria con le biciclette al seguito, all’interno, semplicemente abbassando i sedili, e molti giri per il nostro appennino o nelle Marittime, spesso su strade innevate per finire con un giro nel nostro meridione… fino alla costiera amalfitana quando avevo già deciso di cambiarla perché giunta all’undicesimo anno di vita, con quasi 140000 km aveva accumulato diversi problemi di meccanica dovuti all’uso e all’età e non valeva la pensa, a mio parere, spenderci le grosse cifre che sarebbero servite per renderla nuovamente affidabile.

Durante la sua vita però, si è sempre comportata egregiamente, stabile sul bagnato, grintosa sulla neve, potente in salita, e per essere un 4x4 permanente nemmeno tanto esosa nei consumi che si chiusero con una media di 12,5 chilometri al litro

Eccola in una foto originale su uno sterrato nei pressi della frazione di Bogli... nel cuore dell'appennino.
Sextum
00mercoledì 22 aprile 2015 21:58
In Sardegna...

... nelle miniere abbandonate.... grandi sterrati.

Sextum
00mercoledì 22 aprile 2015 22:00
Sulla spiaggia di Multedo dopo la nevicata del marzo 2005

Sextum
00domenica 26 aprile 2015 18:13
11 - La Matiz numero tre

E siamo quasi alla fine di questa mia modesta carrellata. Arriviamo alle auto che possiedo tutt’ora.

Come dicevo nel 2009 colsi l’occasione, su consiglio di Massimo, dell’ennesimo incentivo rottamazione e cambiai la Matiz Star, che pur decana, aveva solo 60mila km. Avrei potuto tenerla ancora perché era in ordine ma l’incentivo era troppo allettante.
Per l’acquisto di una nuova Matiz, questa volta con il blasonato marchio Chevrolet, alimentata e a GPL, presi un contributo di ben 4000 euro (quando la vettura ne valeva si e no un migliaio) più l’esenzione dalla tassa di circolazione per 5 anni.

Anche questo modello, sempre un tre cilindri di 800cc di cilindrata, non è parco nei consumi ma con il prezzo ridotto del GPL è decisamente conveniente.
E infatti l’ho usata molto di più della precedente spingendomi anche ad usarla per qualche viaggio a corto raggio, cioè per andare a Gavi o in estate per andare al mare in riviera. D’altronde è facilissima da posteggiare, corta e con il servosterzo la infilo quasi ovunque, e mi fa spendere poco. Oggi, con soli 6 anni di vita, ha quasi raggiunto il chilometraggio della sua antenata.
Sextum
00domenica 26 aprile 2015 19:01
12- Suzuki Gran Vitara

Ed eccoci all’ultimo capitolo

Alla fine del 2011, sempre con il supporto del cugino, mi sono privato dell’amato Freelander e non trovandone uno usato soddisfacente ho acquistato un Suzuki Grand Vitara ad un buon prezzo, immatricolandolo negli ultimi giorni del 2011.

E’ un buon mezzo, affidabile, super-accessoriato. Un 4x4 permanente con le ridotte e il blocco del differenziale che ti assicurano di tirarti sempre fuori dai guai ma non so perché non mi soddisfa come il Freelander. Eppure è decisamente migliore… ma è una questione di feeling.

Sono oltre tre anni che lo possiedo e non ci ho fatto grossi viaggi ma non per mancanza di fiducia ma sono per mancanza di occasioni che, spero ci saranno.
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