Da lunedì la Terra è in «debito ecologico»

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Breznev
00lunedì 9 ottobre 2006 18:00
Da lunedì 9 ottobre fino alla fine dell'anno la Terra sarà in «debito ecologico». Un parametro che misura il punto virtuale in cui le risorse del pianeta utilizzate dagli esseri umani superano quelle che il pianeta stesso è in grado di produrre. Quindi si va in una sorta di «bolletta» dell'ambiente, per la quale al contrario di un conto corrente in rosso, non si sa bene chi deve intervenire. O meglio si saprebbe, visti i pochi risultati sul fronte del consumo energetico e della ricerca di fonti alternative e le mancate adesioni al protocollo di Kyoto di potenze come gli Stati Uniti e la Cina.

DISTANZA CHE SI RIDUCE - Il fatto scolvolgente è che il cosiddetto «Ecological Debt Day» (o Overshoot Day) viene anticipato ogni anno. Il che significa che il pianeta fa sempre più fatica a «star dietro» alle nostre sempre crescenti necessità. Il primo «giorno in debito» fu calcolato nel 1987, esattamente il 19 dicembre. Diciannove anni dopo viene anticipato di quasi due mesi, al 9 ottobre. «Il fatto che quest'anno il debito ecologico cada a ottobre significa che solo per tre quarti dell'anno l'umanità vive in modo compatibile con l'ambiente», è l'analisi dell'organizzazione indipendente New Economics Foundation (NEF), che ha sede a Londra.

COMPENSAZIONE - Secondo Andrew Simms della Nef il genere umano sta commettendo due grandi errori: «Primo, impediamo a milioni di persone di avere accesso alla terra, al cibo e all'acqua potabile. Secondo, mettiamo in pericolo il meccanismo del pianeta che permette la sopravvivenza dello stesso genere umano». Per esempio, più pesce peschiamo quest'anno meno ce ne sarà disponibile l'anno prossimo. I meccanismi di compensazione saltano, assaliti come sono dalle leggi del mercato, da stili di vita eccessivi, da ricchezze individuali non giustificabili.

GRAN BRETAGNA - In questo scenario devastante la maglia della «pecora nera» tocca alla Gran Bretagna, che ha «festeggiato» il suo «debito ecologico» già in aprile, il 16 per l'esattezza. La Nef ha fatto un semplice calcolo: se tutti nel mondo consumassero quanto un inglese medio, servirebbero le risorse di tre pianeti cloni della Terra per soddisfare tutti i bipedi pensanti. A fronte di questo, il governo inglese ha promesso che entro il 2020 alzerà al 20% (rispetto al 4 attuale) la percentuale di energia ottenuta da fonti rinnovabili.

TEMPERATURA - «L'unico modo per tornare a una situazione di equilibrio e pianare il debito è chiedere meno al nostro pianeta» dice la Fondazione. Per esempio molti scienziati hanno previsto che entro la fine del secolo la temperatura della Terra potrebbe aumentare da due a sei gradi Celsius, e questo porterebbe una serie di disastri a catena, come alluvioni, fame e in definitiva morte di tanti esseri umani. I più deboli, come sempre accade.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/10_Ottobre/08/ecologia.shtml


-Giona-
00lunedì 9 ottobre 2006 18:09
Re:
C'è una cosa che non capisco di questo ragionamento:

Scritto da: Breznev 09/10/2006 18.00
«Primo, impediamo a milioni di persone di avere accesso alla terra, al cibo e all'acqua potabile.


Se "permettessimo" a questi milioni di persone l'accesso alla terra, al cibo e all'acqua potabile non ci troveremmo forse con un debito ecologico ancora maggiore?

[Modificato da -Giona- 09/10/2006 18.21]

Breznev
00lunedì 9 ottobre 2006 18:18
Re: Re:

Scritto da: -Giona- 09/10/2006 18.09
C'è una cosa che non capisco di questo ragionamento:

Se "permettessimo" a questi milioni di persone di accesso alla terra, al cibo e all'acqua potabile non ci troveremmo forse con un debito ecologico ancora maggiore?



No, il concetto è l'esatto contrario. Ovvero che bisognerebbe piantarla di sprecare e consumare in tal modo per poter permettere a tutti di usufruire delle risorse della terra.


Soga
00lunedì 9 ottobre 2006 18:19
Re: Re:

Scritto da: -Giona- 09/10/2006 18.09
Se "permettessimo" a questi milioni di persone di accesso alla terra, al cibo e all'acqua potabile non ci troveremmo forse con un debito ecologico ancora maggiore?



Probabilmente intende che permettendo a queste persone di accedervi, dovremmo rinunciare noi ad una certa quota, così da portare ad una situazione di equilibrio.

EDIT: Breznev abbiamo risposto assieme [SM=x751549] [SM=x751530]

[Modificato da Soga 09/10/2006 18.20]

Lpoz
00lunedì 9 ottobre 2006 18:20
Re: Re: Re:

Scritto da: Breznev 09/10/2006 18.18


No, il concetto è l'esatto contrario. Ovvero che bisognerebbe piantarla di sprecare e consumare in tal modo per poter permettere a tutti di usufruire delle risorse della terra.






bhe, ma cosa ha a che fare con gli ambientalisti...
cmq, che sia 1 persona a usare 10 o che siano in 10 ad usare 1, il risultato di consumo è sempre lo stesso..

quindik, egoisticamente parlando, preferisco continuare a consumare 10...

cmq, tu puoi iniziare a dare il buon esempio e proporre cambiamenti reali nella tua vita, in un'ottica di risparmio...
smea37gollum
00martedì 10 ottobre 2006 16:17
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Lpoz 09/10/2006 18.20



bhe, ma cosa ha a che fare con gli ambientalisti...
cmq, che sia 1 persona a usare 10 o che siano in 10 ad usare 1, il risultato di consumo è sempre lo stesso..

quindik, egoisticamente parlando, preferisco continuare a consumare 10...




...e lasciar morire altra gente di fame... bel ragionamento!!!
Breznev
00martedì 10 ottobre 2006 17:42
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Lpoz 09/10/2006 18.20

bhe, ma cosa ha a che fare con gli ambientalisti...



Direi tutto!


Lpoz
00martedì 10 ottobre 2006 19:12
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: smea37gollum 10/10/2006 16.17


...e lasciar morire altra gente di fame... bel ragionamento!!!




tu per dare da mangiare agli africani ci staresti a fare un pasto in meno al giorno??
ad andare a piedi? e via dicedo??
-Kaname-chan
00mercoledì 11 ottobre 2006 01:34
Forse è vero che le civiltà complesse sono destinate a collassare prima o poi, invece delle invasioni barbariche o di una guerra rischiamo semplicemente di finire la benzina... [SM=x751545] ma il risultato non cambia. Cmq questi parametri hanno il tempo che trovano per me. Non si può realmente misurare quanto consumiamo in rapporto alla produzione della terra, per il semplice fatto che non conosciamo l'esatta entità delle risorse globali, ma solo l'entità delle risorse già scoperte + alcune previsioni, inoltre l'evoluzione tecnologica porta costantemente a modificare i livelli di consumo. Ammetto però che ignorare la possibilità che un giorno si possa restare senza risorse sarebbe folle... Speriamo nell'eterno sviluppo tecnologico [SM=x751545]
Herumor
00sabato 18 novembre 2006 18:41
Credo che in effetti stiamo spostando il discorso sostenibilità sul cibo. Questo è l'ultimo dei problemi, infatti produciamo e potremmo produrre più cibo di quanto consumiamo: la fame nel mondo e le carestie non sono dovute alla mancanza di cibo ma all'impossibilità di procurarselo (leggi povertà). Quindi come occidente potremmo tranquillamente mantenere i nostri standard alimentari e rifornire i paesi più poveri. Il problema vero e proprio invece è tutto concentrato a)nella mancanza di metalli, combustibili e legno b)nell'inquinamento prodotto dall'espansione del modello consumistico in asia e sud america.

Come diceva Amartya Sen (spero si scriva così) se ci fosse una migliore distribuzione della riccezza e ci fosse più istruzione il tasso di crescita della popolazione mondiale sarebbe più basso. Non risolveremmo il problema ma almeno eviteremmo che nei possimi decenni divenga insostenibile.
Lpoz
00sabato 18 novembre 2006 20:34
Re:

Scritto da: Herumor 18/11/2006 18.41
Credo che in effetti stiamo spostando il discorso sostenibilità sul cibo. Questo è l'ultimo dei problemi, infatti produciamo e potremmo produrre più cibo di quanto consumiamo: la fame nel mondo e le carestie non sono dovute alla mancanza di cibo ma all'impossibilità di procurarselo (leggi povertà). Quindi come occidente potremmo tranquillamente mantenere i nostri standard alimentari e rifornire i paesi più poveri. Il problema vero e proprio invece è tutto concentrato a)nella mancanza di metalli, combustibili e legno b)nell'inquinamento prodotto dall'espansione del modello consumistico in asia e sud america.

Come diceva Amartya Sen (spero si scriva così) se ci fosse una migliore distribuzione della riccezza e ci fosse più istruzione il tasso di crescita della popolazione mondiale sarebbe più basso. Non risolveremmo il problema ma almeno eviteremmo che nei possimi decenni divenga insostenibile.

.

il problema della fame nel mondo è un problema che abbiamo inventato noi, portando medicinali (e quindi allungando la vita) e non portando cibo, o le tecniche per far si che se lo possano coltivare...

per risolvere il problema (e so che è cinismo), basterebbe non dare più medicine, così che le popolazioni tornerebbero al numero "naturale" imposto dalla legge della sopravvivenza...
Granduca di Milano
00domenica 19 novembre 2006 09:19
Noi ci stiamo già riducendo di numero e di conseguenza consumiamo meno, il problema sono le multinazionali con la loro produzione all'infinito e non solo sul necessario, il mercato mondiale non può assorbire più di tanto e questo crea un enorme squilibrio tra produzione e consumo di materie prime.
Dove è finita la mentalità risparmiosa dei nostri genitori, qui ci vogliono far cambiare tutto ogni giorno per far soldi. [SM=x751616] [SM=x751616] [SM=x751616]
=Mimmoxl=
00martedì 21 novembre 2006 12:13
Re: Re:

Scritto da: Lpoz 18/11/2006 20.34
.

il problema della fame nel mondo è un problema che abbiamo inventato noi, portando medicinali (e quindi allungando la vita) e non portando cibo, o le tecniche per far si che se lo possano coltivare...

per risolvere il problema (e so che è cinismo), basterebbe non dare più medicine, così che le popolazioni tornerebbero al numero "naturale" imposto dalla legge della sopravvivenza...



O forse molto più semplicemente basterebbe avere una reale redistrubuzione delle risorse (Almeno quelle alimentari) per risolvere il 90% dei problemi...
Così risolveremmo in un sol botto da un lato parte della fame del mondo e dall'altro il progredire dell'obesità e delle malattie cardiovascolari che sono ormai diventate la principale causa di morte nelle nazioni sviluppate...

Però risulta più facile la strategia Bush, vai li, sovverti il potere costituito e lascia che si scannino...Vedrai che la popolazioe diminuirà...
Riccardo.cuordileone
00martedì 21 novembre 2006 12:37
Il discorso è uno solo, siamo in troppi, non ci sono risorse per tutti sul nostro pianeta.

Detto questo si può cercare di migliorare la situazione eliminando gli sprechi e cercando di consumare il minimo indispensabile, ciò nonostante saremo sembre in debito energetico prima o poi.
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