C. MARIA DI NAZARETH
1. Umile ragazza
Contrariamente alla nostra epoca areligiosa e popolata da dèi pagani, l'epoca di Maria è pregna di religiosità. Ogni cosa aveva un significato religioso: ogni gesto della vita, ogni azione, ogni scelta era orientata in modo spirituale. La vita di Maria si inserisce nella vita di un popolo: il popolo ebraico. Sì, Maria è una giovane donna ebrea, immersa nel suo popolo e nella religiosità del suo tempo.
Maria, l'umile ragazza forse di 16-17 anni, non prende nessuna posizione di fronte agli eventi straordinari che le capitano, anzi «conserva nel cuore e pondera» (Luca 2: 19). Secondo l'ideale della donna ebraica esaltata da Salomone nel libro dei Proverbi (cap. 31), Maria non doveva sicuramente solo occuparsi delle faccende, ma aveva altresì un ruolo nell'economia domestica. I prodotti dell'industria familiare, lavori al telaio, ricami... venivano spesso venduti nei mercatini rionali. La vita religiosa di Maria come quella di tutte le donne ebraiche, sarà stata sicuramente molto riservata e discreta. In quel contesto la madre che allattava era esentata dal frequentare le riunioni di preghiera e le donne in genere erano dispensate dallo studio della Torà.
Maria è una donna. In un mondo fatto da uomini, comandato da uomini, organizzato da uomini, la figura della donna viene spesso relegata in secondo piano, se non addirittura disprezzata come essere inferiore. Il Signore ha bisogno di una donna per realizzare il suo piano. Non sempre nella Parola di Dio è stata fatta giustizia alla donna, eppure quando i profeti desideravano dare un'idea del popolo di Dio usavano espressioni come «sposa dell'Eterno», «la fidanzata di Yahwè». Il teologo ortodosso Paul Evdokimov ha affermato: «La Bibbia innalza la donna quale organo di recettività spiritualedella natura umana»(16).
Della famiglia di Maria non sappiamo nulla. I suoi genitori saranno stati artigiani semplici e poveri, forse, ma dal modo in cui Gesù cresceva (Luca 2: 52) si può dedurre che Maria sia stata beneducata anche culturalmente. Maria stessa probabilmente si è occupata della educazione di Gesù fino al quinto anno e poi avrà continuato Giuseppe. In Luca 2: 41-50, dove troviamo l'episodio di Gesù dodicenne nel tempio, si capisce che Gesù ha avuto una notevole preparazione e possedeva un grado di istruzione molto elevato.
2. Gli Evangeli non nascondono l’incomprensionetra Gesù e la sua famiglia
(Marco 3: 31-35)
Tra Gesù e i suoi più stretti familiari, inclusa sua madre, si stabilisce un clima di incomprensione che non viene taciuto negli Evangeli. La famiglia di Gesù doveva essere alquanto imbarazzata tutte le volte che questi parlava della classe dirigente, considerandola il vero ostacolo alla crescita spirituale del popolo. Gesù si spostava nel territorio giudaico con il suo gruppo di amici e sicuramente la madre aveva saputo delle lunghe notti trascorse in preghiera come dei suoi prolungati digiuni. Come ogni madre, Maria si preoccupò della salute di suo figlio che non riposava come di dovere e non si alimentavaa sufficienza e finalmente si lasciò convincere a fare il tentativo per riportarlo a casa e farlo ragionare(17).
Maria con i suoi figli, fratelli di Gesù, si recano sul luogo dove Gesù, circondato dalla folla, sta insegnando. «E fermatisi fuori lo mandarono a chiamare... credendolo fuori disé» (Marco 3: 31). La legge e l'usanza ebraica volevano che Gesù si alzasse immediatamente per andare incontro a sua madre. Non solo non fece questo ma addirittura affermò: «Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli?» (Marco 3: 33).Questo atteggiamento è scandaloso in qualsiasi società, ma soprattutto in Israele dove il senso della famiglia è tuttora molto forte. Gesù capì che i suoi oppositori avevano voluto sfruttare i legami di parentela per tentare di correggere la sua strategia missionaria che cozzava contro gli interessi della classe dominante e la sua famiglia, inclusa sua madre, in buona fede, si era prestata al subdolo gioco dei potenti, dimostrandocosì di non aver capito la vera missione di Gesù Cristo.
Uno scrittore ebreo, descrivendo la madre di Gesù nel contesto della sua cultura e commentando questo brano del vangelo, ha affermato: «Egli (Gesù) non vuole avere nulla ache fare con lei. Evidentemente lei non l'ha mai capito, lo ha ritenuto un disturbato mentale e troppo tardi si è convertita a lui»(18).
Quando poi, per solidarietà femminile, una donna esaltò il ventre materno che aveva portato un figlio così saggio e così coraggioso(19), Gesù non fu per niente disposto a trasferire su sua madre alcuna rivelazione o alcuna prerogativa che fosse sua, anzi colse l'occasione per ribadire che la vera felicità non consiste in un rapporto parentale privilegiato, ma che tramitela Parola di Dio chiunque può diventare membro della famiglia divina.
3. La scena della croce (Giovanni 19: 25-27)
La scena che avviene sotto la croce, chiamata anche impropriamente la scena dell'adozione, rivela ancora una volta probabilmente un rapporto tra Gesù e la sua famiglia carico di tensioni. Perché Gesù affida sua madre a Giovanni? Le risposte sono molteplici. I cattolici vedono in questo episodio una prova della perpetua verginità di Maria, in quanto Maria non avendo altri figli, oltre a Gesù, viene affidata alle cure amorevoli di Giovanni, il discepolo più giovane. Altri invece mettono in risalto il perfetto discepolato di Giovanni e l'eccellente maternità di Maria e in questo modo Maria diventa la «madre» di ogni discepolo. Ma è proprio questo il senso di questo brano?
Qualcun altro ha spiegato questo episodio partendo da una motivazione morale di Gesù, preoccupato per la sorte di sua madre nel momento cruciale della crocifissione. Ci si chiede perché Gesù non si sia preoccupato di sua madre prima, perché ha aspettato questo momento così estremo? Infine gli Evangeli affermano che Gesù aveva fratelli e sorelle.
Anche se il termine «fratello» può significare anche «cugino» e che è usato nel Nuovo Testamento per indicare non solo una relazione di parentela stretta, ma anche in senso molto lato, rimane comunque il fatto che quando questo termine viene seguito da nomi propri (Giacomo, Giosuè, Giuda, Simone(20), cfr. Marco 6: 3) difficilmente non indica un rapporto diverso dalle relazioni strette di parentela e quindi va inteso come designazione di «fratelli carnali» di Gesù. Tuttavia ammettendo pure che Gesù non avesse «fratelli carnali», cosa alquanto difficile da dimostrare, Maria comunque non era sola, perché proprio li alla croce era accompagnata da sua sorella, la zia di Gesù (Giovanni 19: 25). Perché allora Gesù affida Maria a Giovanni? Gesù prende ancora una volta le distanze dai suoi familiari, infrange così definitivamente il legame con i suoi fratelli, dei quali è detto che non credevano in lui (Giovanni 7: 5). Questa è la scena del distacco dalla madre e dalla sua famiglia, ma che allo stesso tempo allarga la famiglia alla chiesa. Maria diventa un membro dell'ecclesia, associazione dei credenti che accettano Gesù quale Signore e Salvatore.
La Maria della Bibbia è una donna, cui è successo qualcosa di grande, forse troppo grande, ma che non ha capito subito la portata dell’evento. In lei la luce è penetrata poco per volta; la sua conversione è passata attraverso rifiuti e consolidamenti, accettazione passiva e ribellione. Piano piano, lentamente ha capito che in Cristo vengono rotti tutti i legami di stretta parentela perché chi ascolta la sua parola e osserva la sua volontà entra a far parte della famiglia di Gesù (Luca 8: 21), dove non ci sono né mai ci saranno preferenze, nepotismi, gerarchia, privilegi. Maria ha compreso lentamente che non doveva aspettarsi un trattamento di preferenza rispetto agli altri discepoli. Maria prima doveva capire, e alla croce lo capisce, che Gesù non era più suo figlio, ma il suo Signore e il suo Salvatore, e solo dopo avrebbe potuto entrare nella comunione della chiesa.
Padri, madri, figli, sorelle, fratelli, cioè i vincoli carnali più stretti e più profondamente legati fra loro, non sono nulla nei confronti della realizzazione della comunione fraterna nella chiesa, intesa come famiglia di Dio.
4. Maria, serva di Dio (Luca 1: 38)
Maria che crede (Luca 1: 45) che si definisce «ancella del Signore», che si dichiara disponibile ad accogliere un peso più grande di lei e a portarlo umilmente. Portare in grembo il figlio di Dio, che privilegio! Sentirlo crescere a poco a poco: provare la nausea, sentire i primi movimenti, poteva chiedersi perché proprio a lei. Invece si è dichiarata «l’ancella del Signore» e poi ha aggiunto: «Mi sia fatto secondo la tua parola» (Luca 1: 38). Si può essere servi solo quando si è veramente liberi e la libertà di Maria è la libertà della grazia. Quella grazia che è con lei proprio nel momento in cui un angelo dell'Eterno le è vicino.
5. Maria ha custodito ogni cosa nel cuore (Luca 2: 19)
Maria di Nazareth ha custodito Gesù nel cuore, alla croce Gesù smette di essere figlio di Maria, diventa il suo Salvatore evive ancora dentro di lei fino alla sua morte. Perché Maria, come ogni altro credente del suo tempo, «dorme» nel sonno della morte, in attesa del grande evento, il ritorno glorioso di Gesù Cristo. Nel Nuovo Testamento per ben 160 volte viene ripetuta l'espressione «in Cristo» per indicare che la vita che il cristiano vive la vive in Cristo. «Non sono più io che vivo,ma Cristo che vive in me» (Gal 2: 20) dice l'apostolo Paolo, campione della dottrina della salvezza: in questa dottrina non c'è posto per la mariologia. È offensivo dire questo per Maria? Secondo l’ottica biblica no! Mai la Parola di Dio innalza la creatura a scapito del creatore. L’umile ragazza di Nazareth costituisce un esempio per i credenti di oggi, ma lungi da noi di volerla trasformare in un’impalcatura per giungere prima e comodamente fino a Dio, senza passare attraverso il perdono e la riconciliazione.