DD su GQ Magazine di Novembre 2007 (Italia)

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Stefy63
00venerdì 23 novembre 2007 16:33
Ho acquistato il giornale questa mattina: 3 €. di pubblicità di moda per un mattone di circa 450 pagine!
Consiglio spassionato, se dovete comprarlo solo per l’articolo sui DD: “non compratelo” non ne vale la pena!

Per trovarlo ho sfogliato pagine e pagine, i contenuti li hanno messi a pagina 21 e semi nascosti, l’articolo è a pagina 361.
Una paginetta con una sola foto (già vista su GQ Magazine estero - vedi sotto).
L’articolo si trova nella rubrica GCULT, niente di particolarmente interessante, ma almeno questo Leonardo Clausi ci ha provato!
Sempre meglio del Beat Magazine, una sorta di scopiazzamento di articoli presi qua e là da altri giornali.

Qui di seguito vi riporto l’ articolo intero:


GCULT ritorni

[IMG]http://i4.tinypic.com/6jgcmex.jpg[/IMG]

Rifondazione
Duran Duran


I massimi rappresentanti, nel bene e nel male, della musica anni Ottanta tornano con un album elettronico, dalle collaborazioni illustri (Justin Timberlake): “Siamo sempre stati al top”, spiegano.

Justin Timberlake è cresciuto ascoltando la nostra musica, ma anche noi siamo suoi fan.
“Abbiamo tutti il suo primo disco, è l’album pop perfetto”: 25 anni fa Nick Rhodes e Roger Taylor (sono loro che parlano) erano, assieme a un certo Simon Le Bon e altri due Taylor, andy e John, il sogno erotico e sentimentale di milioni di teen-ager. Nessuno meglio dei Duran Duran rappresentò il bene e il male degli anni Ottanta: sulle orme dei Roxy Music, riportavano il glamour nel pop-rock, mentre i loro video contribuivano a creare Mtv.
Oggi che le adolescenti di allora sono mamme e la band veleggia attorno ai cinquanta, Nick e Roger sono in un hotel di South Kensington, Londra, a presentare un nuovo album, il loro dodicesimo: Red Carpet Massacre, prodotto dal mago della consolle Timbaland e con l’apporto di un fan di eccezione: Justin Timberlake, appunto.

L’addio improvviso di Andy Taylor (“Avevamo quasi finito un album con lui, si intitolava Reportage: ci mancavano un paio di brani. Un disco solido, dalle sonorità molto più rock”, raccontano) e il successivo rifiuto della casa discografica (“Ci hanno detto che era buono, ma che non avrebbe venduto una copia”) hanno imposto ai Duran una decisiva virata stilistica: Red Carpet Massacre è venuto fuori elettronico, funkeggiante, da party. “Siamo venuti via da New York avendo reinventato in pochi giorni il suono dei Duran Duran”, gongola adesso Nick.

Il disco ha una stupenda, ironica copertina, in bilico fra Roxy Music e l’artista punk Jamie Reid. Non c’è da sorprendersi. Si può discutere della sostanza dei Duran Duran, ma la forma è sempre stata eccellente. “Siamo un gruppo nato dalla cultura pop: assorbiamo tutto quello che abbiamo intorno, lo rielaboriamo e poi lo risputiamo fuori. Siamo sempre stati multimediali, guardiamo a tutto come a un progetto. Per noi uno show live non è soltanto attaccarsi a un amplificatore e suonare: valutiamo attentamente ogni aspetto scenico e coreografico”, dice Nick.
Gli fa eco Roger: “E’ il nostro apprendistato punk che ci ha dato questa sensibilità: il look del punk era molto raffinato stilisticamente e l’aspetto visivo era fondamentale tanto quanto la musica, e questo si è riflettuto nelle copertine, nei video, fa parte della nostra eredità”.

Non è un caso che Andy Warhol sia stato un loro fan: “Per noi fu assolutamente fantastico: appena arrivati a New York, la prima cosa che chiesi alla nostra P.R., una ragazza di nome Doreen, che soprannominammo immediatamente Doreen Doreen, fu di portarci sull’Empire State Building e di farci incontrare Andy Warhol, anche se non ci speravo proprio. Il giorno dopo eravamo a pranzo con Andy Warhol alla Factory! All’inizio eravamo abbastanza intimoriti, ma pazzi di gioia: eravamo a NYC, avevamo di fronte, seduto lì, il massimo artista/guru della cultura contemporanea.
Lui fu molto gentile, ci mostrò lo studio e il lavoro in progress”.

Cominciava la cosiddetta seconda British Invasion delle classifiche americane (la prima è stata ovviamente quella di Beatles e Stones), di cui i Duran Duran erano l’avanguardia, con Depeche Mode, Billy Idol, Police e altri. “Quando arrivammo in America”, ricorda Nick, “non potevi accendere la radio senza sentire Born in the Usa o Stairway to Heaven. Poi, improvvisamente, le radio alternative cominciarono a suonare la nostra musica”.
Oggi, vent’anni dopo, i Duran ci riprovano. Perché mai ritirarsi, quando rispetto agli Stones sono dei giovanotti?

Leonardo Clausi


Tiger Le Bon
00venerdì 23 novembre 2007 21:50
grazie Stefy! (per il consiglio e per averci riportato l'articolo in questo topic)

io di solito compro sempre TUTTO (e di più)
ciò che riguarda i DD e anche tantissime riviste di ogni
genere se riporta anche una solo foto microscopica che li
riguardi. ma se tu dici che questo GQ Magazine è un mattone
di circa 450 pagine (per una rivista che magari non mi interessa
per niente) e devo spendere 3 euro per un articoletto nascosto
(che tu ci hai gentilmente copiato in questo topic) preferisco
tenermi i 3 euro per comprare qualcos'altro che riguardi sempre i DD ma non li "butto" per una rivista che oltretutto scrive cose trite e ritrite e mette una foto già pubblicata in un'altra rivista... [SM=x976017] non mi sembra affatto corretto da parte di chi è responsabile di queste riviste "usare" i DD che magari non c'entrano niente con il contesto della rivista stessa solo per lo scopo di vendere qualche copia in più....del resto hanno fatto sempre cosi le maggiori testate giornalistiche anche negli anni 80 e noi che li seguiamo da quei tempi lo sappiamo molto bene, vero Stefy?....grazie per il consiglio. (se non lo sapevo lo avrei comprato sicuramente sapendo che c'era un articolo dei DD all'interno) e mi beccavo una bella "fregatura"...... [SM=x975971] [SM=x975979] Bye From Tiger Le Bon.

PS: Rifondazione
Duran Duran...sto titolo di questo aricolo
me sembra tanto il nome di un partito politico.
deve avere molta fantasia sto giornalista qui, non
c'è che dire.


Tiger Le Bon
00venerdì 23 novembre 2007 22:27
mi sa che il giornalista ha fatto la solita confusione tra Taylor....(tanto per cambiare)
25 anni fa Nick Rhodes e Roger Taylor (sono loro che parlano) erano, assieme a un certo Simon Le Bon e altri due Taylor, andy e John,.................................................................
mi sa che come al solito, (da quasi 30 anni a questa parte) hanno sbagliato il Taylor in questione....i DD li hanno fondati Nick e JOHN Taylor non ROGER Taylor. (che entrò dopo nella band insieme al terzo Taylor, Andy) UFFA! ma possibile che dopo 30 anni ancora non riescono a distinguere un Taylor dall'altro??? e un pò di informazione in più se si vuole scrivere un articolo sui DD la potrebbero avere no??? che C****avolo di giornalisti sò questi???? MAH! lasciamo stare va!
[SM=x975979] Bye From Tiger Le Bon.

PS: meno male che almeno ci ha
risparmiato la storia che tra i 3
Taylors non c'è nessuna parentela
altrimenti lo srozzavo con le mie
mani.


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