DALLE ALPI ALLE GORGES DU VERDON (2a parte - PROVENZA)

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orsoold
00giovedì 31 ottobre 2013 12:40
5a Tappa - Da Colmars les Alpes a Castellane
In pratica, questa doveva essere una tappa di trasferimento per portarmi nella zona delle Gorges du Verdon. Trasferimento con acquazzone mattutino che stavolta ho potuto affrontare con gli indumenti appropriati, e che dopo un'oretta si è acquietato e piano piano ha permesso al pallido sole di penetrare timidamente tra le nubi per poi farla da padrone [SM=g27987] .
I dolci panorami della Provenza e l'azzurro lago di Castillon, con i suoi graziosi paesi e borghi che vi si affacciano, mi hanno accompagnato per il resto della giornata.
Degna di nota la disavventura, finita bene, causata dalla mia distrazione che poteva costarmi carissima. [SM=g27995]
A Thoreme le Basse, a circa metà tappa, fermata bar e ripartenza verso Castellane. Si va in discesa, traffico nullo, ritrovo il Verdon che mi fiancheggia, mi sento leggero e canto la mia felicità. Firulì firulà! [SM=g27985]
Certo che mi sento leggero: sono senza zaino!!! Mi è venuto un colpo! [SM=g27991] [SM=g27995] [SM=g28000]
L'ho lasciato sulla strada del bar appeso ad un muro. Dovrò rifarmi i 20 chilometri della discesa che adesso sarà salita. Affanno e un turbine di pensieri.
Proprio quel giorno avevo prelevato al bancomat il necessario per terminare il mio tour, e pensando che tenere i contanti nel portafoglio non era cosa buona, li ho passati in una tasca interna dello zaino. “- Tanto quello è impossibile perderlo, è una parte di me” mi ero detto.
Credo che quei 20 chilometri di salita per tornare al bar siano stati i più affannosi e veloci della mia vita di adesso. Non trovare lo zaino significava...
Anche oggi, a mente fredda, non ci voglio pensare, ma sarebbe stata una vera tragedia.
Unica cosa positiva era che, finalmente il bancomat funziona anche in Francia e quindi, in non so quale modo, avrei potuto ritornare, gobbo e a testa bassa, a casa...
“-ci sarà?...non ci sarà?...ci sarà?...ci deve essere perdiana...non può non esserci...l'avrà ritirato il gestore del bar...io sono fortunato...”
Mi facevo coraggio e mulinavo gli stantuffi come una vecchia vaporiera al collasso. [SM=g27994]

Era là, fedele come la mia bici, che mi aspettava ancora appeso a quel muro. Avrei voluto baciarlo [SM=g28003] e gridare la mia gioia [SM=g27987] . Mi limitai a raccontare la mia dabbenaggine (senza nominare i soldi ovviamente) e offrire da bere al barista e ai quattro avventori presenti in quel momento. Sospiro ancora adesso al solo raccontarlo.
Successivamente a Saint André les Alpes invece, imprevisto piacevole.
Si stava festeggiando alla grande (credo la festa patronale o giù di li) e tranquillamente assistevo allo svolgersi del corteo cittadino ammirandone l'allegria e i bellissimi e sgargianti costumi (specie quelli delle donne), quando sono stato quasi preso di peso e trascinato all'interno della sfilata [SM=g27991] .
E così eccomi, pure io, a zompettare con loro in maniera disordinata ma con criteri tutti loro. Musica canti e balli con ogni tanto, al segnale del capo corteo, tutti fermi e spazi per simpatici balletti coreografici tipici del posto (ovviamente io assistevo solo) mentre altre volte si ballava una specie di tarantella (assistevo e basta) e altre volte ancora in giro tondo (ed io ne ero coinvolto). Il tutto con melodie spacca timpani (nel mio caso spacca cornetti acustici) intervallato da libagioni di un succoso nettare composto sicuramente da vino e non so quali altri liquidi e spezie che veniva passato di mano in mano e di labbra in labbra su ciottoloni, brocche e grossi calici. Mi limitai ad un paio di sorseggi spiegando che in bici non esiste la prova palloncino ma...vai a gambe all'aria. Al che mi consigliarono di fermarmi pure alla sera che lo spettacolo sarebbe stato ancor più affascinante con artisti vari e tanto di fuochi d'artificio.
Bella gente! [SM=g28002]
Per un attimo fui tentato di fare tappa ma poi decisi per il proseguimento verso Castellane che, stando alle guide che avevo consultato, era una cittadina da visitare.
Dopo mezz'oretta salutai la compagnia e di nuovo in bici. Breve sosta alla diga del Lago di Castillon (le dighe e la loro tecnologia mi hanno sempre affascinato) e arrivo a Castellane all'imbrunire.
A Castellane, zona turistica d'eccellenza, inizia l'unica parte odiosa del mio tour: la ricerca di un albergo (comoda la bici per questo) senza svenare il mio capitale.
Lì ho voluto cambiare la regola della mezza pensione. Solo notte ad un prezzo accessibile, ma poi sono finito in un ristorante dove ho mangiato (si fa per dire perché ritornai i piatti quasi intonsi) da cani e a caro prezzo [SM=g27994] .
Da qui fino all'uscita della zona turistica credo d'aver mentalmente mandato fan culo almeno una dozzina di albergatori, anche se gentilmente gli dicevo “-No merci, il est trop cher pour moi” [SM=g27996]
Sono gli imprevisti del viaggiare liberi e del fai da te. Ma mai potrei affidarmi ai Tour Operator che sempre più offrono “pacchetti bici” per una vacanza con tutto programmato (date, orari, in fila come capre, itinerari noiosi con visite a posti noiosi non scelti da te, il capo gita che (non) sa tutto, mai salite vere, trasporto bagagli compreso). Che cazzata! Dove sta l'avventura e la libertà? Che cavolo racconti al ritorno? Che hai speso 3000 euro ma sei stato eroico e hai visto il mondo?


Il Lago Castillon (formato dal Verdon) a Saint André les Alpes



Ponte e galleria nell'attraversamento del Lago di Castillon



Saint Julien du Verdon



Il Verdon nei pressi di Castellane



Castellane – La piazza centrale e “Le Roc”



Castellane – La chiesetta sulla sommità del “Roc”



6a Tappa - Da Castellane a La Palud sur Verdon
Colazione al bar stavolta, con a fianco due simpatiche signore del posto che mi hanno decantato ciò che andrò a vedere e, ovviamente reciproci complimenti per il mio coraggio ad aver intrapreso un tour così massacrante (per niente vero, era bellissimo pedalare senza sentire fatica, ero in vacanza o no? [SM=g27990] ) ed io per la loro gentilezza e cordialità e per il dichiarato amore verso la loro cittadina.
Lasciata Castellane e le due simpatiche castellane, già dopo solo un paio di chilometri Il Verdon inizia a dare il meglio di se diventando placido e verdeggiante (da qui il suo nome). La vegetazione sulle sue rive è rigogliosa e viva mentre ogni tanto il fiume si espande sino a formare sinuose anse e ammalianti laghetti che sono la delizia dei pescatori.
Poi, proseguendo, si ha modo di ammirare il suo ingresso nel canyon dall'altezza del suo letto. La strada sale sempre fiancheggiando il fiume e spettacolari sono il Verdon stesso, sempre più in basso nel suo verde smeraldo, e le altissime guglie e falesie a picco sul nostro transito.
Poi, all'improvviso, si scollina su uno spazioso parcheggio, abbastanza movimentato e molto frequentato: siamo alle soglie del famoso Point Sublime.
Piacevole incontro con un signore, gestore di un banchetto di bibite, liquori e misture varie, che lì si è stabilito, ma valdostano purosangue proveniente da Etroubles (non si finirà mai di dire che il mondo è piccolo [SM=g27993] )
Ma lasciata la bici lucchettata ad un palo, e dopo una breve passeggiata di 5-10 minuti eccoci sul Point Sublime.
Che dire? Senza parole e senza fiato, come un bambino che entra in un negozio di giocattoli [SM=g27991] .
Il canyon appare in tutta la sua maestosa imponenza. Questa sensazione si ripeterà per tutto il percorso che circoscrive il canyon ad ogni belvedere attrezzato con balconcini e robuste ringhiere per gli auto muniti, con l'opzione, a mio privilegio, dei pedoni e degli altri ciclisti di potersi fermare a lato strada in punti non attrezzati per godere di altre viste mozzafiato.
Credo sia inutile e impossibile descrivere delle sensazioni, come tutte le grandi emozioni peraltro, provate in quei giorni. E non è improprio o esagerato dire che in certi momenti, alla vista dello spettacolo delle gole e delle pareti a picco sulle stesse, sentivo “le farfalle nella pancia”.
E neppure le tante foto che ho scattato (circa 700) mai potranno raccontare a sufficienza lo show unico del Gran Canyon del Verdon.
Le falesie che precipitano verticalmente sulle rive del fiume paiono ipnotizzarti, e seguire il loro profilo che scende per centinaia di metri, trascina il tuo essere con loro e ti par di volare, e solo le ringhiere dei terrazzini ti trattengono dal volteggiare come i grifoni che volteggiano e planano sopra il canyon [SM=g27985] .
Il fiume sul fondo del canyon appare piccolo piccolo ed è quasi incredibile pensare che nel l'arco del tempo (circa 60 milioni d'anni) abbia prodotto una siffatta e spettacolare erosione dell'enorme ammasso calcareo che adesso lo trattiene.
Sublime e affascinante!
Dopo Le Point Sublime la strada si allontana dal Verdon e torno a fare il ciclo alpinista per scendere e risalire, immerso nel verde di pini e abeti (peccato non sentirne il profumo), verso l'altopiano ove sorge La Palud du Verdon dove ho fatto base per due giorni, trovando finalmente un eccellente albergo (udite udite, c'era pure il bidè), al limitare del paese e a prezzo adeguato.
Alle sera ero già saturo di felicità (anche perché il pedalare su una strada tipo montagne russe non mi pesava, anzi. Però c'è anche da dire che ogni due minuti o anche meno ero fermo in sosta contemplativa).


La Porte de St. Jean segna l'inizio delle Gorges du Verdon



Rafting



Scorci del Verdon



Verso le Point Sublime e la Palud sur Verdon



Il Verdon entra nel suo Canyon



Il Verdon e il suo Canyon



Dal Point Sublime



Dal Point Sublime



Dal Point Sublime



Les Cadieres de Brandis



La Palud sur Verdon
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