Curiosità e simbolismi legati ad Aprile

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"Palantir"
00lunedì 3 aprile 2006 12:20



Aprile

Piccolo viaggio nel simbolismo del mese di Aprile, periodo in cui è da sempre presente un legame tra il concetto di resurrezione, il culto e la natura.


Nel mese successivo all’equinozio primaverile, nell’antica Grecia, più precisamente ad Atene, si celebravano le “Grandi Dionisie” in onore del dio Dioniso Eleuterio (liberatore).
La statua del dio morto e resuscitato veniva trasportata verso il tempio, in una processione durante la quale si mostravano simulacri fallici, accompagnati da una gioiosa ebbrezza considerata una sorta di possessione divina. Questa giocosità anticipava la beatitudine dell’oltretomba, promessa agli iniziati dei suoi misteri: i misteri dionisiaci.
Peculiarità del mese di Aprile è la radicata celebrazione della “Resurrezione” intesa sia come aspetto religioso legato a più divinità nell’arco dei tempi, sia come resurrezione della natura dopo la “morte” invernale.
Per questo motivo è interessante prendere in considerazione la fitta simbologia presente in questo periodo dell’anno che unisce l’uomo al divino e alla natura stessa. La tradizione ci porta come primo simbolo legato a questo mese, la palma. I greci chiamavano la palma “Phoenix”, come l’uccello paradisiaco che rinasceva dalle proprie ceneri miracolosamente e si nutriva di perle ed incenso. E’ una pianta solare, con le foglie simili a raggi, simbolo del divino nel suo splendore. In seguito divenne anche emblema della “vittoria” tanto che i Romani chiamarono la “vittoria” “dea Palmaris”.



Il gesto di acclamazione di Cristo con i rami agitati dalla folla al suo passaggio, che viene ricordato nella “domenica delle Palme”, una settimana prima di Pasqua, esprime inconsapevolmente in maniera profetica il simbolo della Sua vera vittoria sulla morte, grazie alla Sua Resurrezione ed alla successiva Ascensione.
Nel cristianesimo la palma assume il significato iconografico del martirio dei santi perché il martire morendo per la fede sancisce la vittoria spirituale sulla morte corporale. Essi brutalmente eliminati sono come le fenici, rinati dalle ceneri, grazie all’identificazione con Cristo, e per questo motivo sono da intendersi come i rami della “Palma celeste”.
Altro simbolo legato alle festività mensili oltre che alla natura è l’olivo.
Spesso nella commemorazione dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme, viene sostituito alle palme. Nel Vangelo, Marco e Matteo affermano che la folla aveva tagliato rami d’olivo e li aveva stesi al Suo passaggio.



Un ramo di olivo viene riportato a Noè dalla colomba, come testimonianza della vita che rinasceva sulla terra, segno di riconciliazione tra Dio e gli uomini, simbolo profetico della venuta del Cristo e ancora una volta del concetto di resurrezione.
A questo proposito una leggenda medievale narra che l’ulivo da cui staccò il ramoscello la colomba , era nato sulla tomba di Adamo, e dal suo legno si costruì la croce della passione di Gesù.
La croce è simbolicamente il Cristo stesso, l’olivo trasformato nella croce allude al Salvatore come “Albero Cosmico”, asse del mondo che collega terra ed inferi.
Interessante significato ha anche il “cero”, da intendersi come fedele compagno di riti religiosi in ogni tempo.
Esso nella tradizione precristiana, siccome la cera deriva dall’ape che è simbolo del “logos”, quando è acceso diventa l’emblema della presenza invisibile della divinità, che dominava la conoscenza, purificava, vivificava, proteggeva gli astanti.



Nella tradizione cristiana, più precisamente per S.Agostino, nel cero ardente si distinguono la cera (simbolo della carne verginale del cristo) lo stoppino (la sua anima), la fiamma (la sua divinità). Per questo motivo il cero spento è simbolo del Cristo morto sulla croce, mentre quello acceso equivale al Cristo nella magnificenza della Sua resurrezione.
Un altro emblema classico è l’uovo, legato anch’esso al mese nel quale viene celebrata la Pasqua.
L’uovo assume il significato di Cristo risorto e della speranza nella futura resurrezione dei fedeli.
In un mito indiano è simbolo di nascita e di resurrezione (Brahama nasce da un uovo galleggiante che diviso in due parti formò il cielo e la terra).



In un mito “orfico”, l’uovo è inteso come simbolo di resurrezione, come un sepolcro ( guscio) in cui stia riposando un principio di vita (tuorlo fecondato) che un giorno verrà alla luce.
Per questo motivo sono state rinvenute uova di marmo nelle tombe dei martiri, mentre quelle di struzzo erano montate su coppe nei reliquiari medievali.
Nella cattedrale di Burgos in Spagna, ai piedi di Cristo sono sospese alcune uova.
In Russia donare uova è denominato col termine “scrivere”perché sul guscio si tracciano simboli la sera del sabato Santo, in silenzio, pregando o cantando antichi cori, rituale arcaico legato al risveglio primaverile.






(Di Svevo Ruggeri)

[Modificato da "Palantir" 03/04/2006 12.22]

nocturnis
00giovedì 6 aprile 2006 19:18
Un grazie a Svevo che ci ha voluto donare restituendoci la memoria sulla cultura delle tradizioni.
Come sempre i suoi scritti sono documentati e curati con amore.
Troppo spesso , nella frenetica vita dell'uomo d'oggi vengono dimenticate quelle piccole cose che rappresentano la radice del sapere, per dare sempre più ampio spazio a una cultura che non lascerà radici da nessuna parte.
Grazie Svevo, ho molto apprezzato il tuo intervento tramite l'offerta del tuo post.

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