Curiosità: La zuppa di Kafka. Libro di Mark Crick

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Nina§
00giovedì 1 febbraio 2007 23:17

Mark Crick
La zuppa di Kafka
( Fonte: http://www.wuz.it/Articoli/Articolo/tabid/77/id/386/Default.aspx)


Storia della letteratura mondiale dalle origini a oggi, in sedici ricette.

Ne avevo sentito parlare da un informatore fidato e mi ricordo con esattezza il momento in cui avevo letto il titolo in uno degli innumerevoli siti e giornali, dei quali sono una divoratrice, nella sezione libri in uscita.
Io devo possedere tutto ciò che abbia a che fare con Kafka.
Il fatidico giorno corro in libreria e rovisto fra gli scaffali delle novità, niente.
Mi accanisco sulle mensole dedicate a Ponte alle Grazie, ma niente.
All’improvviso, mi ricordo che il libro contiene dei disegni a cura dell’autore, e mi precipito verso il settore di volumi illustrati. Ancora niente.
Ultima spiaggia: la critica letteraria. Tanto Kafka, ma nessuna zuppa.
Non mi resta altro che chiedere al banco informazioni. Il commesso mi guida in un corridoio sconosciuto, davanti a ripiani che non avevo mai frequentato. E là, tra copertine patinate che svelano i segreti del barbecue e le prelibatezze della cucina africana, spunta finalmente il mio piccolo volume.
Era la prima volta che compravo qualcosa nel reparto Cucina.
Certo, è innegabile che il libro si componga di ricette, ma sono ricette d’autore, o meglio, ricette letterarie, o meglio ancora, falsi d’autore.

Mi spiego. Il fotografo Crick si è posto la domanda: se le ricette fossero un genere letterario, come la poesia o il romanzo, come le avrebbero scritte autori del calibro della Woolf, di Mann, Pinter, Proust, Márquez o Welsh?
Facilissimo.
Virginia avrebbe fatto fluire i suoi pensieri a briglia sciolta, lasciando la contingenza delle azioni, necessarie alla preparazione degli ingredienti, tra lunghe parentesi.
Il cuoco Thomas non potrebbe non lasciare la descrizione del rösti ad un anziano artista, rapito da un etereo adolescente, che gusta il famoso piatto svizzero.
Il principe del teatro dell’assurdo avrebbe messo in scena la sua ricetta, con soli due interlocutori, che parlano senza mai realmente comprendersi.
E che dire di un tiramisù alla maniera di Marcel? La panna e il cioccolato l’avrebbero sicuramente portato indietro nel tempo, al ricordo di un’antica passione mai sopita.
La storia di un’esecuzione, in un’ambiente sudamericano afoso, pieno di zanzare, delinquenti e gentiluomini, fa da cornice alla ricetta speziata e inebriante dell’autore di Cronaca di una morte annunciata.
Una torta al cioccolato, invece, è quello che più si addice al narratore di vite tossiche per eccellenza. Le creature di Irvine andrebbero pazze per questo delirio di polveri e glassa, panna, porto e Kahlua. Del resto si sa, la fame chimica si soddisfa a suon di super dolci ipercalorici.

La letteratura e la cucina hanno un trascorso glorioso, basti pensare al successo di Afrodita, alla penetrante bellezza del messicano Come l’acqua per il cioccolato e a Chocolat , tanto per citarne solo alcuni. Ma qui accade qualcosa di diverso. La Zuppa di Kafka non ha trama, non ha nessuna storia da raccontare. Principalmente rappresenta un geniale esercizio di stile. L’eclettico Crick si è calato nella penna dei sedici magnifici autori e ha creato delle pagine che potrebbero essere state scritte veramente da loro, tanto il tono e il linguaggio assomigliano a quelli degli originali. In questo senso sono dei veri e propri falsi d’autore.
Caldamente consigliato, sia perché si legge facilmente persino in tram, sia perché, alla fine, è un vero libro di ricette. A proposito, io la zuppa di Kafka l’ho cucinata, e, se pur con angoscia e circospezione, l’ho anche mangiata.

Titolo originale: Kafka's Soup
Traduzione di Leopoldo Carra

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