Consegnata questa mattina la lettera di dimissioni alla Presidenza del Senato. La rinuncia rischia di aprire un problema politico al governo Prodi
"Questa mattina il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha consegnato alla Presidenza del Senato della Repubblica la sua lettera di dimissioni da senatore. Il testo della lettera sarà reso noto non appena esso sarà comunicato all'Assemblea". Il comunicato è del portavoce dello stesso Cossiga.
(omissis)
Ma Cossiga non sembra intenzionato a tornare indietro: "Non credo proprio che le mie dimissioni saranno una 'bomba' in questo particolare momento politico. Non vedo che influenza possano avere nella vita istituzionale e politica del Paese. Sono stato preso a pesci in faccia da Giuliano Amato. Amato, uomo prudente e molto attento a rapporti di forza ha fatto rispondere ad una mia interpellanza da uno sbirro di De Gennaro, Roberto Sgalla, mai conosciuto.
Vuol dire che nella vita politica italiana non conto nulla. La sensazione è di non essere considerato utile al paese"
"Mi sono dimesso a cagione della mia età - ha anche detto Cossiga - e delle mie condizioni di salute, dovute alle cinque operazioni che ho subito negli ultimi anni. Ho 78 anni e, essendo affetto dalla sindrome della stanchezza, non sono più in grado di adempiere al mandato senatoriale".
Il caso Cossiga nasce alcuni giorni fa, al Senato, quando l'ex presidente aveva attaccato duramente, il capo della Polizia Gianni De Gennaro ("un losco figuro che ha una tal bassezza che non mi offende neppure se mi sputa in faccia"). Il motivo del contendere era l'interrogazione rivolta tre giorni fa al ministro Amato per sapere se esistono giornalisti pagati dal Dipartimento di Ps e dal capo della Polizia, Gianni De Gennaro.
La riposta all'interrogazione, dice Cossiga, è arrivata tramite uno "scagnozzo" ("tal Roberto Sgalla") che ha smentito con una lettera a "Repubblica" qualsiasi pagamento.
Cossiga non ha dubbi sull'ammissibilità delle dimissioni dalla carica di senatore a vita, che mantiene da 16 anni, da quando ha lasciato il Quirinale (ma siede in Parlamento ininterrottamente da 48 anni).
"Con una delibera del Senato su proposta dell'allora presidente Marcello Pera, dietro l'unanime e conforme parere della conferenza dei Capigruppo e delle giunte per il regolamento e per le elezioni - spiega - le dimissioni dei senatori a vita, sia di diritto sia di nomina presidenziale, sono state ritenute ammissibili.
E ciò anche in forma di un principio ritenuto valido nel diritto pubblico civile e canonico. E cioè che nessuno può essere costretto ad accettare una carica o a permanere in essa. Pensi che può abdicare persino il Papa...".
(Omissis)
Fonte: http://www.panorama.it/italia/politica/articolo/ix1-A020001039016
Ho eliminato i commenti puramente politici, non è comunque gentile definire un funzionario che, certamente non ha deciso in autonomia di rispondere, "Sbirro", specie se dette da un Senatore nella sua veste istituzionale.
Mi auguro che la situazione calda che ormai da mesi vede il Senatore Cossiga contro (come al solito
) un certo tipo di politica possa presto risolversi in maniera positiva specie per i nostri capi.