Cosa successe mentre nascevo di G. Romagnoli

Pres.Belluscone
00venerdì 13 maggio 2005 20:06
Poiché tutti collezionano qualcosa, io raccolgo cose che sono successe mentre nascevo. Non ho bisogno di possederle, odio possedere qualcosa, mi basta catalogarle. C'è una ragione per cui faccio questo: credo che quando l'elenco sarà non dico completo, ma avrà riempito il mio quaderno blu, grosso, gommoso, made in Spain, comprato a New York, io avrò capito chi sono. Saprò quale era lo "spirito dei tempi" che ha battezzato la mia venuta al mondo.

PAUSA PUBBLICITARIA: "Solo perché sei ateo non significa che non saresti felice se le cose avessero delle ragioni di esistere", Jonathan Safran Foer, "Molto forte, incredibilmente vicino", Guanda

Quel che per adesso so, e mi pare rilevante più di ogni altra cosa è che nel tempo intorno all'evento: una diga colossale venne inaugurata per arginare e controllare un flusso d'acqua in Africa, un tempio venne distrutto per essere ricostruito, un prete a Londra commise sacrilegio, due fratelli acrobati salirono, in giacca e cravatta, in cima a una delle piramidi del Cairo e si impilarono uno sull'altro così restando per svariati minuti, un uomo che sarebbe diventato presidente degli Stati Uniti fissò la propria immagine riflessa nel fiume a beneficio di un fotografo, ma non si mosse dopo lo scatto dell'otturatore, un direttore d'orchestra russo sparì al termine dell'esecuzione, un'iscrizione ancora non decifrata fu rinvenuta in una caverna sotto il Deserto Bianco, l'allenatore del Bologna ebbe un sogno premonitore di cui malauguratamente non si fidò, lo studente che sarebbe diventato il mio medico curante conobbe la donna che sarebbe diventata sua moglie, rubarono l'incasso del cinema Aurora, la cassiera fece resistenza e fu sfregiata con un chiodo, mia madre, al termine del parto entrò in coma, mio nonno, informato della circostanza e del fatto ch'io fossi maschio commento': "Due disgrazie in una", mio padre accorse a vedermi, mi fissò e disse: "Per... lui?".

Io non pensavo, ma vivevo e tutto questo non mi colpiva, in alcun possibile modo. Non allora, questo ho capito poi vivendo e pensando.

RI-PAUSA: "E ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte e mai che vi sia entrato".

Pres.Belluscone
00venerdì 13 maggio 2005 20:07
E in un pomeriggio del 1960 questi due tizi, i fratelli Shimi, Kamal e Mohamed, partirono dalla loro città in Egitto chiamata Tanta (benché non vi si vivesse nell'abbondanza) e raggiunsero il Cairo. Si recarono alle Piramidi di Giza e si avvicinarono a una delle tre. Era un'epoca senza leggi marziali né divieti particolari: nessuno pensava di sparare ai presidenti o ai turisti. Salirono sulla vetta impiegando, per raggiungerla, venti minuti. Li accompagnava l'amico Ibrahim, che aveva per seconda moglie una macchina fotografica.

Indossavano, questo fu un colpo di genio, abiti eleganti e identici: camicia e cravatta. L'orologio era fissato sopra al polsino decenni prima che all'avvocato Agnelli passasse per la mente. I capelli neri erano spalmati di brillantina. Si misero a eseguire le acrobazie per le quali erano considerati "i migliori ginnasti di Tanta". In questa posa Kamal è in verticale sul braccio di Mohamed ("Brothers in arm", la chiamo io). Eseguirono altri esercizi, tutti documentati. La Grande Piramide assiste sullo sfondo. I costumi, la scenografia, il gesto sono perfetti. Rivelano un'estetica naturale e un'etica non dichiarata (fatta di allusione al coraggio e alla solidarieta'). C'è l'ineguagliabile bellezza di un'azione tanto complessa quanto superflua. E' l'attimo in se', quel famoso attimo che non cogliamo mai: è li', nel settembre 1960, mentre nascevo.

Poi, due settimane fa, sono entrato nel negozio di fotografia dei fratelli Shimi al Cairo e li ho trovati: vecchi, minuscoli, gentili. Kamal ha fotografato per tutta la vita la donna che ha perduto. Poi, nient'altro. Mohamed porta lenti come vetri blindati, sospetto veda ombre. Ho chiesto perché quel giorno del 1960 erano saliti prima sulla piramide, poi uno sul braccio dell'altro. Kamal ha sollevato le spalle, Mohamed sorriso. Anche dal loro punto di vista era qualcosa di non gioisamente necessario, faticoso, irripetibile: il mio autentico battesimo.


Numero6
00sabato 14 maggio 2005 12:39
[SM=x48769]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:05.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com