Cosa succederà alla ragazza

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mamino
00giovedì 14 novembre 2002 13:57
"Cosa succederà alla ragazza" è significativamente il titolo di tutto il disco,oltre che del primo brano,xchè è quello che rende meglio,attraverso la scanzonatoria analisi di un banale "approccio" da gradassi a una ragazza,tutta l'insicurezza della quale il gentil sesso è vittima nella vacultà di valori e nella solitudine urbana di fine millennio.



"Tutte le pompe" usa la metafora dell'incendio per affrontare l'argomento degli innamoramenti adolescenziali,e la scelta del lessico non è certo casuale nel privilegio concesso all'uso di termini polisemici.



"Ecco i negozi" è uno dei brani più riusciti,con la sua capacità di ricreare l'atmosfera d'insoddisfazione che presiede e spesso motiva l'attività dello shopping,in cui la caccia a "l'oggetto più esclusivo della Storia" diventa ragione di vita.



"La metro eccetera" è un capolavoro di ritmo,perfettamente compiuto in se stesso,e dipinge magistralmente il microcosmo che è racchiuso in una metropolitana:dalle scale mobili ala "fauna" che popola le carrozze,fino alla scia che lascia,partendo,il convoglio (i famosi "puntini di sospensione" finali).



"I sacchi della posta" è la più cripta dell'album,ma dovrebbe rappresentare un ipotetico giro della città visto attraverso gli occhi di un postino("Xchè non scende?-e uno/Xchè non sale?-e due").



"Però il rinoceronte" è il brano del connubio amore/gastronomia,quasi immancabile negli album firmati da Panella(già nel brano d'apertura non mancavano cospicui collegamenti fra i due piaceri della carne,ed è rivelatrice dello stretto legame fra le due canzoni la frase "Sono io quella ragazza./Infatti è lei",oltre ad una certa affinità anche con le rispettive melodie).



"Così gli dei sarebbero" è la canzone del tran tran,della filosofia spicciola("Xchè se c'è da fare/una cosa si fa!"),della routine,delle piccole cose quotidiane,quella che idealmente si ricollega,pur da distanze ormai siderali,al capolavoro di Battisti-Mogol "Xchè no?".



"Cosa farà di nuovo" sembra ritornare alla protagonista della prima canzone,ma con una ventata di spensieratezza in più,anche se non immune dalla solita malinconia di fondo("E le dolcezze sono/son come le amarezze...").

raffy44gatti
00giovedì 14 novembre 2002 15:40
C.S.A.R.
Molto sintetica e anche molto opinabile questa recensione.
d'altronde d'altrocanto Panella è un pozzo senza fondo di interpretazioni!

Sto rileggendo tutte quelle postate su Lucio Battisti, e devo dire che sono dei veri estimatori dell'artista in questo sito.

Vedrò di dire anche la mia...tanto per non perdere il vizio di colloquiare sull'argomento prediletto.

Raffaella

CARLOK
00giovedì 14 novembre 2002 16:25
Re: C.S.A.R.
Caro Mamino,
tu affermi queste interessanti interpretazioni ma, dovresti fare anche un minimo di dimostrazione su quello che dici.
attendo fiducioso
Carlo
Olivo ascolano
00giovedì 14 novembre 2002 22:11
Re:

Scritto da: mamino 14/11/2002 13:57

"Cosa succederà alla ragazza" è significativamente il titolo di tutto il disco,oltre che del primo brano,xchè è quello che rende meglio,attraverso la scanzonatoria analisi di un banale "approccio" da gradassi a una ragazza,tutta l'insicurezza della quale il gentil sesso è vittima nella vacultà di valori e nella solitudine urbana di fine millennio.

"Tutte le pompe" usa la metafora dell'incendio per affrontare l'argomento degli innamoramenti adolescenziali,e la scelta del lessico non è certo casuale nel privilegio concesso all'uso di termini polisemici.

"Ecco i negozi" è uno dei brani più riusciti,con la sua capacità di ricreare l'atmosfera d'insoddisfazione che presiede e spesso motiva l'attività dello shopping,in cui la caccia a "l'oggetto più esclusivo della Storia" diventa ragione di vita.

"La metro eccetera" è un capolavoro di ritmo,perfettamente compiuto in se stesso,e dipinge magistralmente il microcosmo che è racchiuso in una metropolitana:dalle scale mobili ala "fauna" che popola le carrozze,fino alla scia che lascia,partendo,il convoglio (i famosi "puntini di sospensione" finali).

"I sacchi della posta" è la più cripta dell'album,ma dovrebbe rappresentare un ipotetico giro della città visto attraverso gli occhi di un postino("Xchè non scende?-e uno/Xchè non sale?-e due").

"Però il rinoceronte" è il brano del connubio amore/gastronomia,quasi immancabile negli album firmati da Panella(già nel brano d'apertura non mancavano cospicui collegamenti fra i due piaceri della carne,ed è rivelatrice dello stretto legame fra le due canzoni la frase "Sono io quella ragazza./Infatti è lei",oltre ad una certa affinità anche con le rispettive melodie).

"Così gli dei sarebbero" è la canzone del tran tran,della filosofia spicciola("Xchè se c'è da fare/una cosa si fa!"),della routine,delle piccole cose quotidiane,quella che idealmente si ricollega,pur da distanze ormai siderali,al capolavoro di Battisti-Mogol "Xchè no?".

"Cosa farà di nuovo" sembra ritornare alla protagonista della prima canzone,ma con una ventata di spensieratezza in più,anche se non immune dalla solita malinconia di fondo("E le dolcezze sono/son come le amarezze...").




Trovo interessantissime queste osservazioni anche se su qualche singolo passaggio non sono d'accordo ma è inevitabile quando i testi sono di Panella. Credo proprio tu abbia colto cmq lo spirito di quell'album che si risolve nell'arco di un'intera giornata. Ciao
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