Coppa Italia: Lazio avanti tutta, ciao Juve

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nenasimo
00giovedì 23 aprile 2009 00:37
La Lazio gela la Juve, all'Olimpico finisce 2-1 per i biancocelesti che volano in finale. La gara è stata decisa da una prodezza di Zarate e dal raddoppio di Kolarov, seguito dalla rete di Del Piero. Juventus e Lazio, a fine aprile, probabilmente non avrebbero immaginato di giocarsi la stagione una contro l’altra. Soprattutto, non immaginavano che l’unico obiettivo concreto rimasto da inseguire fosse la tanto snobbata e vituperata Coppa Italia. Eppure, stasera all’Olimpico, dopo l’indecifrabile e fugace 2-1 per i biancocelesti dell’andata, si incrociano i destini di due tecnici, Delio Rossi e Claudio Ranieri, sempre sul filo del rasoio, nell’equilibrio insicuro di una stagione spesso altalenante e contraddittoria. E se i bianconeri tengono fortemente al traguardo Coppa Italia, orgoglioso riscatto di una stagione che ha visto ancora una volta trionfare in campionato l’inavvicinabile Inter di Mourinho, per la Lazio concedersi il lusso di conquistare un trofeo in questa sua schizofrenica annata sarebbe un’enorme soddisfazione. Un regalo prestigioso, quasi insperato. Che potrebbe trattenere il titubante Delio Rossi sulla panchina biancoceleste anche per la prossima stagione.

Nella Juve Ranieri dà fiducia a Giovinco e relega sua maestà Del Piero in panchina, schierando il baby fantasista in una linea a tre con Iaquinta e lo stoccatore Trezeguet. Fra i romani Pandev è indisponibile, a rilevarlo ci pensa il peperino Foggia (preferito a Mauri) davanti alla coppia di guastatori Rocchi-Zarate. Il primo tempo non offre molti spunti di cronaca. Ma è illuminato da un lampo nel buio. La Lazio è guardinga, rintanata all’indietro, e mette raramente il becco oltre la trequarti. Ma la Juve è abulica, tanto che l’unico vero pericolo del primo quarto d’ora è una girata di Rocchi rimpallata in corner al 5’. Al 17’ Marchionni vanifica un interessante break in contropiede sbagliando il passaggio decisivo per gli attaccanti bianconeri, in superiorità numerica rispetto ai difensori laziali. Al 19’ una girata di Zarate si spegne di poco a lato: la Lazio è arroccata e rinunciataria, ma quando può riparte con lunghe fiondate, sfruttando le doti tecniche di Rocchi e Zarate che tengono magistralmente palla e fanno suonare il campanello d’allarme nella difesa bianconera. Monito evidentemente non raccolto, perché la Juve arruffona e sconclusionata del primo tempo, che incontra una difficoltà bestiale nel costruire gioco, incassa una mazzata potenzialmente mortifera al 38’: Zarate riceve palla al limite, ha tutto il tempo di girarsi e si inventa una palombella incantevole a giro che si insacca sotto il sette alla sinistra di un impotente Buffon, vanamente proteso in tuffo.

Nella ripresa Ranieri si affida all’orgoglio dei senatori: Camoranesi e Nedved rilevano Giovinco e Marchionni. Ma a sorpresa spunta ancora la Lazio, che fra lo stupore generale raddoppia al 52’: Kolarov, decentrato in posizione di ala sinistra, si inventa un tiro-cross beffardo che, incontrando la decisiva deviazione di Grygera, si impenna scavalcando Buffon, un po’ impreparato e impallinato dal 2.0 biancoceleste. Il portiere bianconero è capace solo di sfiorare la sfera. Tutti a casa? Nemmeno per sogno, perché la Juve ha la solita, rabbiosa fiammata di orgoglio. Una reazione vibrante che porta i padroni di casa a mietere palle gol: al 60’, su cross mancino di De Ceglie Trezeguet svetta con uno stacco imperioso a centro area, ma il colpo di reni di Muslera è spettacolare, di una reattività mostruosa. Al 61’ anche Iaquinta sfiora il palo di testa, poi tocca a Del Piero, entrato al posto dello stesso Iaquinta, accorciare le distanze al 65’: stop di petto sul lato corto dell’area piccola su cross di Camoranesi e sassata inesorabile sotto la traversa. Ad alimentare le speranze juventine di riaprire il discorso qualificazione è un palo colto di testa da Nedved, nell’arrembaggio furioso che cinge d’assedio l’area laziale a ridosso della metà del tempo. A spegnerle una volta per tutte è l’ingenua espulsione di Camoranesi, che si fa cacciare per un’espressione ingiuriosa rivolta all’arbitro Rizzoli all’81’. Nel finale c’è tempo solo per un’altra parata plastica dell’ispiratissimo Muslera sulla sberla dalla distanza di Nedved, che non ci sta a perdere. Lazio avanti tutta: qualificazione in frigo, dietro l’angolo c’è la finale da disputare in casa, all’Olimpico. La Juve esce mestamente, a testa bassa, dalla Coppa Italia.
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