Contro il caldo le piante indossano "occhiali da sole"

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Vraja
00giovedì 22 novembre 2007 20:04
Contro il caldo le piante indossano "occhiali da sole"

Che troppo Sole faccia male lo dicono da sempre i dermatologi all'inizio dell'estate, ma le piante lo sanno già. Uno studio pubblicato dalla rivista Nature ha mostrato che le foglie, quando arriva loro troppa luce per il clima estremo, indossano degli 'occhiali da sole': alcune piccole molecole fanno da schermo per evitare che la pianta venga danneggiata. La scoperta non solo spiega come si potrebbero aiutare le foglie ad adattarsi ai cambiamenti del clima, ma potrà essere sfruttata per migliorare l'efficienza con cui si costruiscono i pannelli solari.

La fotosintesi, cioé il processo con cui le piante sfruttano il Sole per ricavare energia, funziona in tutte le condizioni di luminosità, persino quando il cielo è nuvoloso. Se il clima è troppo secco o la luce troppo forte, però, l'energia può essere in eccesso, e il surplus danneggiare la pianta. In questo caso entra in gioco la fotoprotezione, il meccanismo studiato dai ricercatori dell'università inglese di Sheffield, che sono riusciti a 'vedere' grazie alla spettroscopia Raman, che guarda alle vibrazioni in tempo reale i cambiamenti che avvengono all'interno delle cellule.

Dallo studio è emerso che gli 'occhiali da Sole' della foglia sono una piccola molecola fondamentale per la pianta chiamata neoxantina. Questo composto, che in condizioni normali ha una conformazione distesa, nelle situazioni critiche si richiude su sé stesso, proteggendo il resto del delicato sistema che cattura la luce. Con questa configurazione intrecciata la neoxantina riesce a respingere i raggi solari trasformando l'energia luminosa in calore a bassa intensità poco pericoloso. L'intero processo, seguito 'in diretta' dagli strumenti, dura pochi femtosecondi, cioé meno di un miliardesimo di secondo.

"Alcune specie di piante si adattano a condizioni estreme con poca acqua, forte insolazione e temperature elevate grazie a meccanismi di difesa come questi - spiega Peter Horton, che ha coordinato lo studio - mentre altre, fra cui quelle utilizzate per l'alimentazione, invece hanno bisogno di un ambiente manipolato con irrigazione e fertilizzazione. Queste manipolazioni però non sono compatibili con i cambiamenti climatici, e sono già troppo costose. In futuro l'unica via per produrre piante da mangiare o da utilizzare per i biocarburanti passa per il potenziamento di questo tipo di meccanismi".

Oltre alle applicazioni contro i cambiamenti climatici, si può imparare dalle piante ad utilizzare meglio la luce del Sole: "Per riuscire ad imitare la grande capacità delle piante di immagazzinare l'energia solare dobbiamo conoscere bene i meccanismi - spiega Alexander Ruban, un altro degli autori - con questo studio abbiamo capito come si può riuscire ad affrontare i cambiamenti continui dell'intensità dei raggi".


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