Contro L'OSTRACISMO dei Cattolici Neocatecumenali - Manifestiamo uniti a Montecitorio

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nevio63
00sabato 11 dicembre 2010 10:14
www.internetica.it/neocatecumenali/relazione-psichiatra.html

DINAMICHE PSICOLOGICHE
NELLE COMUNITÀ NEOCATECUMENALI

Relazione del Prof. Antonio Picano, Psichiatra presso l’Ospedale San Camillo di Roma. Rocca Priora, 20 aprile 1997

Vi ringrazio di avermi chiamato qui, anche se la cosa non mi fa piacere perché ciò sancisce una divisione amara, dolorosa e apre il problema di integrare tanti fratelli. Il problema, infatti, non è costituito da Kiko e Carmen ma da tantissima gente che ha una fede sincera ed è ignara delle problematiche. Il problema va, dunque, affrontato con amore: dobbiamo sforzarci di amare. Io ho impostato la mia vita al servizio di Dio (anche il mio servizio psichiatrico), anche se nel mio mondo il cristianesimo viene considerato una eresia. Ho sempre ottenuto dei risultati straordinari, anche perché ho cercato di aiutare nella Grazia. Seguo il Papa, il credo della Chiesa Cattolica, ho fatto volontariato, faccio parte di una Associazione Missionaria. Da 20 anni mia madre fa parte del Cammino Neocatecumenale ma non ha ottenuto l’adesione di papà e perciò c’è stata una divisione totale fino alla sua morte. Io ho avuto una grande sofferenza e una impossibilità di accettare questi aspetti personali e perché in contrasto con la mia fede. Colpito personalmente, cacciato di casa pur essendo medico e persona realizzata. Mi è stato detto da un catechista e da uno psichiatra del Movimento queste testuali parole "Noi abbiamo vincolato tua madre all’obbedienza e le abbiamo ordinato di cacciarti via di casa". Un velo di dolore è sceso su di me e me ne sono andato addolorato. Ciò mi ha permesso di riflettere su ciò che sta dietro questo movimento. Il Signore ha permesso questo ed ora mi manda tanti clienti Neocatecumenali che si sentono accettati e capiti perché conosco bene questo comportamento.

DIVISIONE DELLE FAMIGLIE
La prima problematica è la divisione della famiglia, perché se c’è una persona, un coniuge neocatecumenale e l’altro no, si arriva ad una inconciliabilità perché la struttura sociologica di base, tra i neocatecumenali, è la comunità e non la famiglia. La famiglia non è una istituzione umana, ma è una cosa sacra e riconosciuta nella vita di Gesù che ha avuto bisogno della famiglia. È un fatto rilevante! e ciò nonostante l’appartenenza di Gesù alla vita del Padre (v. 5° mistero gaudioso dove il gaudio non è dato tanto dall’aver ritrovato il Figlio, quanto nell’aver riconosciuto la duplicità della natura, che cioè il Figlio apparteneva a Dio Padre prima che ai genitori). Ma questo è vero sempre. È Dio che ha voluto la struttura familiare. Quindi la famiglia ha diritto di esistere prima della struttura comunitaria. Ora nella Comunità vi è una situazione di obbedienza assoluta al catechista (visto nella maniera profetica descritta prima, come ispirato da Dio). Esiste una definizione diversa dei ruoli: non esistono più le famiglie singole ma una grande famiglia che accoglie tutti i membri delle varie famiglie e in essa si definiscono i vari ruoli di genitori e figli.

Questo è molto simile a quanto avviene nei Kibbuz ebraici, dove (per esigenze di difesa e di lavoro) i figli sono figli di tutti i genitori e tutti i genitori sono genitori di tutti i figli. Questo sistema pedagogico ha molte analogie col sistema familiare di gestione comunitaria dei Neocatecumenali dove l’autorità è rappresentata dal catechista e non dal padre. Questo comporta una serie di problemi più grossi. Ci sono patologie che si verificano all’interno della comunità. Si può verificare che l’essere autorevole del catechista altro non sia che un desiderio di supremazia e di dominio che si manifesta attraverso una competenza maggiore nell’ambito dottrinario per poter esercitare il potere. Quando si verifica una competizione fra un uomo ed una donna, all’interno di questo sistema, si verificano situazioni paradossali per cui si trovano coppie di Neocatecumenali (uomo-donna) che in realtà sono i padri-genitori della famiglia comunitaria. Si può verificare un rapporto affettivo con connotazioni sessuali (non nel senso che ci siano rapporti fisici) ma nel senso che diventano il padre e la madre di una grande famiglia allargata. Ora, mentre la famiglia al suo interno ha delle regole, dei sistemi di protezione ben precisi che servono a delimitare i ruoli (l’incesto, ad esempio, è una regola di comportamento che serve a definire i ruoli reciproci di genitori e figli, fratelli e sorelle), quando in una famiglia allargata come quella della Comunità viene a mancare questo supporto, non c’è più il vincolo sessuale e ci possono essere dei rapporti patologici tra fratelli di comunità o rapporti alterati fra genitori e figli, perché la struttura creata da Dio è quella familiare. La fedeltà coniugale serve per avere una coppia stabile e per avere dei riferimenti precisi. Quando non esiste più un rapporto di stabilità all’interno dei rapporti affettivi, non esiste più un vincolo sessuale, si possono stabilire dei rapporti "impuri" che creano delle dinamiche alterate. Ecco che la Comunità diventa fortemente disfunzionale.

Una donna, ad esempio, ha scoperto che il suo ruolo era stato quello di "amante" del leader-maschio e che aveva combattuto contro di lui perché in realtà lo desiderava sessualmente, che lei aveva disprezzato il marito e che aveva dei comportamenti quasi a nascondersi dietro quel leader della Comunità alla scopo di non venir meno alle sue responsabilità. Questa donna aveva concepito 4 dei suoi 7 figli per farli educare da questo catechista autorevole, piuttosto che da suo marito.

ISTITUZIONE TOTALE
La Comunità diventa una istituzione totale perché deve risolvere tutti i problemi di tutti gli appartenenti e non è possibile una soluzione esterna alla Comunità.
Io ho in terapia un ragazzo di 30 anni, figlio di genitori che fanno parte delle Comunità. È arrivato a me dopo 4 anni che stava chiuso in casa e si occupava unicamente di curare un bonsai. Credevo fosse schizofrenico ed invece era semplicemente un ragazzo fallito, che aveva solo problemi sessuali e perciò si era chiuso. I genitori non hanno mai parlato col figlio ma lo hanno portato in Comunità perché parlasse con i Catechisti. Ecco un altro meccanismo, perché non esistono genitori specifici ma un insieme di genitori e garantisti che hanno il meglio da offrire al figlio. Questo ragazzo, non accettando di parlare ad altri che non fossero i suoi genitori, si è progressivamente chiuso. I genitori gli dicevano che gli unici ragazzi affidabili erano quelli della Comunità e, quindi, hanno provato ad inserirvelo, ma lui non si è sentito accettato perché stava vivendo con dolore il suo problema sessuale del quale si sentiva colpevole (ed in parte lo era). Vedendo tutte quelle persone che avevano risolto i loro problemi in maniera cosi distaccata, li sentiva estranei a se stesso e così si è sviluppata in lui questa estraneità. Un meccanismo esterno alla Comunità era proibito perché significava per lui tradire i genitori. Ciò gli era impossibile perché aveva estremo bisogno di loro. Quindi, l’unica cosa che gli rimaneva era di restare chiuso dentro casa. Dopo 8 mesi di terapia ha ripreso ad avere fiducia in se stesso e ad agire autonomamente. A mia insaputa, i genitori gli davano farmaci sedativi mentre io prescrivevo antidepressivi. Gli permetto di andare in Comunità ma insegnandogli che non è la sola strada e gli ho insegnato che gli è consentito sentirsi estraneo a qual mondo. Per lui non era possibile che si potesse vivere un disagio come il suo all’interno di un sistema buono per definizione.

Bisogna dire a queste persone che esiste anche un mondo diverso dalla Comunità, una possibilità di esistere senza sentirsi sbagliati e colpevoli. Se non sono "sale" ma solo "salato" la mia vita è di serie "B" ed è inaccettabile che mio figlio viva una situazione del genere.

CHE TIPO DI PERSONE VI APPARTENGONO
Bisogna domandarsi perché esista questo movimento, perché abbia avuto tanto successo, con chi possiamo parlare, che cosa possiamo dire e che linguaggio possiamo usare perché bisogna pure che stabiliamo un dialogo con queste persone, emarginate perché non avevano più speranza nella loro vita. Purtroppo fondamentalmente sono persone fallite, nelle parrocchie non c’è una pastorale per i falliti, per gli emarginati, per gli sbagliati. Ora i Neocatecumenali si rivolgono a persone che non hanno nessuno che li ascolti. Vengono integrati a pieno diritto e sullo stesso livello degli altri.

Noi, invece, facciamo l’errore del fratello del Figliol prodigo. Tutti siamo fratelli e quindi dobbiamo reintegrare il fratello che ha sbagliato, perdonandolo come se quello che ha commesso non fosse stato commesso.

I Neocatecumenali accolgono così e non richiedono niente. Come tutte le Comunità sono un luogo, un elemento di riabilitazione psicologica e spirituale. "La tribolazione genera pazienza, la pazienza genera virtù provata, la virtù provata genera la speranza e questa non delude". La tribolazione (quella di chi ha sbagliato, quella che ci procurano coloro che sono fuori della Chiesa) genera la pazienza e questa la capacità di sopportare (che il Cammino non ammette perché non è propria dell’uomo).

Noi non funzioniamo perché etichettiamo la persona che ha sbagliato e diciamo: "è sbagliata"! Questo meccanismo è arbitrario; dobbiamo sentircene colpevoli e responsabili di fronte a Dio. Se questo Movimento esiste è perché supera questo limite. Noi dobbiamo imparare a non etichettare mai e a concedere un perdono totale che ridia "la veste bianca" (e questa la dà il confessore e non noi) e "l’anello al dito" (il potere) e i "calzari ai piedi" (reintegrare, cioè, nella dignità di vita). Noi tendiamo ad etichettare: "quello è pazzo", "quella è una prostituta", "quello ha il padre ubriacone", "è neocatecumenale"! Bisogna accogliere e integrare queste persone che sono adulte. Purtroppo queste persone, che sono adulte, non trovano in parrocchia chi li ascolti per risolvere i problemi di coppia perché in genere si ha attenzione solo per i piccoli o per gli anziani ma, in genere, chi sbaglia sono i giovani o gli adulti. I Neocatecumenali, invece, accolgono e offrono aiuto. Anche il Papa sceglierà in funzione di una integrazione di questi fratelli. Una guerra di dottrina non serve alla Chiesa. Bisogna stabilire tanti singoli rapporti umani e insegnando loro il perdono.

(Dopo qualche altro intervento, dal pubblico qualcuno pone queste domande)

D. Quali sono le patologie ricorrenti presso coloro che hanno fatto queste esperienze?

R. La patologia è quella di tutte le persone che hanno una personalità debole, che sono fallite e che non sono capaci di affrontare il proprio errore e che hanno bisogno di rinchiudersi in un sistema rigido e senza comunicazione, perché altrimenti non sarebbero in grado di accettare il proprio errore. È la patologia comune a tutti quelli che si chiudono in comunità, in sette, in sistemi chiusi,..... che non accettano il proprio limite.

R. Il problema è la de-responsabilizzazione di un individuo che viene a perdere la libertà, che non ha più discernimento, che non ha più capacità volitive, che non ha più coscienza del proprio errore. Ne esce un individuo indebolito, senza più una morale, senza una progettualità, senza una speranza, senza una capacità di amare. La malattia che potrà prendere è, poi, la più varia.

Qualsiasi sistema chiuso che non permetta relazioni col mondo esterno, che non sviluppa l’individuo, è un sistema tendenzialmente patologico. Ma ci sono tanti casi di questo genere. Certo, il fatto che non ci siano più riferimenti affettivi precisi, il fatto che il figlio non sappia più chi è suo padre, che il marito non abbia più una relazione preferenziale con la moglie, ma una relazione indifferenziata con un sistema piuttosto che con una persona, sono sistemi che non favoriscono una salute mentale, ma favoriscono la confusione. Dal punto di vista spirituale il peccato è la disfunzione individuale; dal punto di vista psicologico è disfunzione psicologica. Nei movimenti va chi non vive la spiritualità parrocchiale.

Persone forti nella fede non aderiscono al Movimento Neocatecumenale.
nevio63
00sabato 11 dicembre 2010 10:29
Contro l'8 X 1000 alla religione che accoglie le comunita Neocatecumenali

Organizziamo una manifestazione in P.zza Montecitorio

Contro l'Ostracismo dei Cattolici Neocatecumenali
serve un adesivo pubblicitario, preferibilmente tondo e di diametro non inferiore ai 20cm, possiamo farlo realizzare da Riccardo Schicchi, già produttore di film pornografici, giusto per coerenza.


Preparate gli striscioni con scritte del tipo:Cattolicissima


Cattolicissima Mamma, che hai intrapreso il cammino Neocatecumenale, non abbandonarmi come un cane infedele!
nevio63
00sabato 11 dicembre 2010 10:42
Neocatecumenali

Scritto da Il Colle Informa – 26 aprile 2010 – 20:41Un commento.

Di Maria Pia GARDINI

Non mi ero mai occupata dei Neocatecumenali ,che, tra l’altro sono riconosciuti dalla Chiesa Cattolica,fino a qualche giorno fa quando ho conosciuto un EX che mi ha voluto raccontare la sua avventura in questo gruppo,la sua Uscita dal CAMMINO e devo dire che quello che mi ha detto mi ha fatto molto pensare.
G.era molto depresso anche perché, parole sue, ”se una persona si rende conto che questo gruppo fa parte della Chiesa può anche decidere di abbandonare per sempre la religione cattolica.Chi esce dal Cammino viene giudicato un Giuda, un apostata e quindi sicuramente è ormai un condannato alla dannazione.”
Questa Organizzazione, che non vuole definirsi Movimento, si presenta coma la Vera Chiesa,e si avvale dell’appoggio di quella religione che c’è da secoli che è la Chiesa Cattolica.
A questo punto ho cominciato ad informarmi anche presso la Curia,a leggere le loro pubblicazioni prima di scrivere qualsiasi cosa,anche perché essendo io cattolica praticante era abbastanza restia a farlo.
I Neocatecumanali nascono in Spagna nel 1968,creati da certo KIKO e da CARMEN HERNANDEZ,lui si era convertito alla Chiesa entrambi avevano alle spalle un passato burrascoso e cosi cominciarono a convertire e predicare tra i baraccati di Madrid usando solo una Bibbia e la Chitarra.Però quando cercarono di affiliare al loro movimento anche i cattolici di Madrid,quelli della zona in cui predicavano,non ci riuscirono trovarono le porte chiuse quindi lasciarono la Spagna e si trasferirono a Roma,sempre però stando in quartieri poveri e baraccati.
Convincono una Parrocchia del Nomentano (Roma) a partecipare ad un “ sacro esperimento” la ribattezzazione dei già battezzati secondo il catecumenato per farli diventare “cristiani veri.”
Dopo la Chiesa del Nomentano un’altra Parrocchia apre la sue porte modificando addirittura l’arredamento per far posto ad un grande tavolo denominato Stomaco,su cui si dice messa e si fa la comunione,non già usando le Ostie Consacrate,ma focacce non lievitate e un gran numero di calici di vino,nel pavimento una vasca in cui i battezzandi si immergono totalmente per uscire “UOMINI NUOVI”: qui offrono alla Chiesa questa nuova invenzione per far riavvicinare uomini adulti che si vogliono ribattezzare per loro scelta (Kiko E Carmen dicono che questo è il sistema per reindottrinare cattolici solo di nome).
I loro manuali, quelli che usano per il rito, sono tenuti segreti ai fedeli, anche il Sant’Uffizio per averli e studiarli ha fatto un’enorme fatica.
I loro rituali si tengono sempre a porte chiuse, solo per gli invitati, tutto è vietato ad occhi esterni, i neocatecumenali sono divisi in comunità, in nuclei e ciascuno è ad un diverso stadio del suo tragitto.
Anche le messe settimanali sono separate,tante comunità…tante messe e solo per Pasqua le comunità delle varie Parrocchie celebrano messa insieme,ma sempre al riparo da sguardi esterni.
Oggi i NEOCATECUMENALI sono una potenza che si paragona all’Opus Dei. Le ultime statistiche parlano di più di 13.000 comunità sparse in 96 Paesi ed in oltre 700 diocesi; dal 1987 ad oggi sono stati costruiti, nei quattro continenti che toccano, 27 seminari Redemptoris Mater a cominciare da quello di Roma e nella sola capitale pare abbiano conquistato una parrocchia su tre,dopo l’appoggio ricevuto da S.S.Giovanni Paolo II.
I NC inviano famiglie di fedeli nelle varie parti del mondo per fare nuovi adepti e spingere le vocazioni al sacerdozio.
I frutti delle loro campagne sono un gran numero di convertiti,un moltiplicarsi delle loro comunità,di catechisti itineranti,ed anche un gran numero di figli messi al mondo dalle coppie di fedeli su invito dei fondatori,e non dimentichiamo le miriadi di sacerdoti NC,che giudicano “FIACCA” la Chiesa con gente di poca fede e tanti giuda.
Nel 1991 dopo il grande meeting di Porto San Giorgio 400 coppie vennero ricevute dal Papa e ne furono scelte 100 che dovevano partire per le varie parti del mondo, figli al seguito, senza avere un lavoro laggiù o parlare la lingua forti del fatto che “DIO PROVVEDE”,e, io dico:se non provvede come campano??
Un professore NC dell’università di Padova ,che è un pò come fosse il loro portavoce, asserisce che se vi sono crisi personali è perché il Vangelo non è applicato alla lettera e il Vangelo è una spada che abbiamo sulla testa.
Però,e questo mi dà molto da pensare,come mi diceva un loro sacerdote col quale ho parlato, “se in una coppia uno dei due è dentro e l’altro fuori, quello che è dentro DEVE riuscire a portare dentro anche l’altro,se non ci riesce viene buttato fuori, tra gli infedeli, a meno che non si separi”: questo mi ricorda tanto quello che avviene in molte “sette” (o con me o contro di me) e sinceramente non vedo che cosa abbia a che fare con il Cattolicesimo che predica amore e unione (la disconnessione è tipica delle sette, non della religione).
Vi sono però alcuni Cardinali e Vescovi che bocciano completamente i NC,per esempio a Milano fintanto che c’era il cardinale Martini non hanno potuto entrare nelle parrocchie; a Firenze ed a Torino l’allora cardinale Saldarini li ha messi in fuga, fino ad arrivare a Palermo dove l’ultimo atto del Cardinale Pappalardo prima di ritirarsi è stato un editto contro i NC.
Ancora oggi ci sono Cardinali sia al nord che al sud che vietano ai parroci di accogliere i NC nelle parrocchie ed a questi Cardinali i NC hanno dato il nome di Faraoni.
In rete trovate ampi servizi se siete interessati a saperne di più: io per parte mia mi sono già fatta un’opinione, ma non voglio certo influenzare la vostra sebbene vi inviti all’ attenzione ai fanatismi ed agli estremismi.

Il Cammino è il loro testo Sacro quello a cui tutti devino attenersi


www.ilcolleinforma.com/2010/04/neocatecumenali/

nevio63
00sabato 11 dicembre 2010 10:53
Nel mondo sono già 2 milioni e in pochissimi anni, altro che TdG!

it.wikipedia.org/wiki/Cammino_neocatecumenale

Riconoscimenti nel mondo cattolico

Il Cammino neocatecumenale è una realtà ecclesiale pienamente riconosciuta dalla Chiesa cattolica e in piena comunione con il suo Magistero. Nei suoi oltre quaranta anni di diffusione ha goduto della stima dei pontefici e del favore di molti ecclesiastici[26]. Nel corso degli anni, ha raccolto numerosi elogi ed incoraggiamenti. Già il Servo di Dio Paolo VI, in un'udienza generale, nel 1974, affermava:

« Quanta gioia e quanta speranza ci date con la vostra presenza e con la vostra attività [...] Vivere e promuovere questo risveglio è quanto voi chiamate una forma di "dopo Battesimo" che potrà rinnovare nelle odierne comunità cristiane quegli effetti di maturità e di approfondimento, che nella Chiesa primitiva erano realizzati dal periodo di preparazione al Battesimo »
(Paolo VI alle Comunità Neocatecumenali, Udienza Generale, 8 maggio 1974, in Notitiae 96-96, 1974, 230)

Anche le celebrazioni eucaristiche del Cammino neocatecumenale sono state elogiate dalle autorità ecclesiastiche e, particolarmente, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Nel 1974, la Congregazione pubblicava su Notitiae, il suo bollettino ufficiale, una nota laudatoria sulle celebrazioni eucaristiche del Cammino neocatecumenale[27]:

« Tutte le riforme, nella Chiesa, hanno apportato nuovi principi e promosso nuove norme, che hanno tradotto in pratica gli intenti della riforma stessa.

Così accadde dopo il Concilio di Trento; né poteva essere diversamente ai giorni nostri. Il rinnovamento liturgico incide profondamente sulla vita della Chiesa. C'è necessità che la spiritualità liturgica germini nuovi fiori di santità e di grazia, nonché di apostolato cristiano più intenso e di azione spirituale.

Un modello eccellente di questo rinnovamento si trova nelle «Comunità neo-catecumenali» che sorsero a Madrid, nel 1962, per iniziativa di alcuni giovani laici, con il permesso, l'incoraggiamento e la benedizione dell'eccellentissimo Pastore madrileno, Casimiro Morcillo. Le comunità hanno lo scopo di rendere visibile nelle parrocchie il segno della Chiesa Missionaria, e si sforzano di aprire la strada all'evangelizzazione di coloro che hanno quasi abbandonato la vita cristiana.

A questo fine i Membri delle «Comunità» cercano di vivere più intensamente la vita liturgica cristiana incominciando dalla nuova catechesi e dalla preparazione «catecumenale», percorrendo cioè, con un cammino spirituale, tutte quelle fasi, che, nella Chiesa primitiva, i catecumeni percorrevano prima di ricevere il sacramento del battesimo. Poiché si tratta non di battezzandi, ma di battezzati, la catechesi è la medesima, ma i riti liturgici si adattano allo stato di cristiani battezzati secondo le direttive già date dalla Congregazione per il Culto Divino.

Le «Comunità» nelle parrocchie vengono erette sotto la direzione del parroco. I membri, una volta o due la settimana, si riuniscono per ascoltare la parola divina, per avere colloqui spirituali, per partecipare all'Eucaristia. »
(Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Notitiae, 01/08/1974)

La stessa Congregazione, nel 1988, pubblicava una Notificazione[28] in cui autorizzava le celebrazioni dei neocatecumenali ricordando che «le celebrazioni di gruppi particolari riuniti per una specifica formazione loro propria sono previste nelle istituzioni Eucharisticum Mysterium, del 25 maggio 1967, nn. 27 e 30 (AAS 59, 1967, 556-557) e Actio Pastoralis, del 15 maggio 1969 (AAS 61, 1969, 806-811)»; autorizzava «la comunione sotto le due specie» e incoraggiava inoltre i vescovi «a voler considerare e approfondire il valore spirituale e formativo di queste celebrazioni».

Molte sono poi le occasioni nelle quali il Servo di Dio Giovanni Paolo II espresse la propria stima e affetto. Lo stesso si esprimeva con parole di elogio nella sua Lettera Ogniqualvolta del 30 agosto 1990[29], indirizzata a mons. Paul Josef Cordes, Vice Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, incaricato "ad personam" per l'Apostolato delle Comunità Neocatecumenali[30]:

« Ogniqualvolta lo Spirito Santo fa germinare nella Chiesa impulsi di una maggiore fedeltà al Vangelo, fioriscono nuovi carismi che manifestano tali realtà e nuove istituzioni che le mettono in pratica. È stato così dopo il Concilio di Trento e dopo il Concilio Vaticano II.

Tra le realtà generate dallo Spirito ai nostri giorni figurano le Comunità Neocatecumenali, iniziate dal Signor K. Argúello e dalla Signora C. Hernandez (Madrid, Spagna), la cui efficacia per il rinnovamento della vita cristiana veniva salutata dal mio predecessore Paolo VI come frutto del Concilio [...]

Anch'io, nei tanti incontri avuti come Vescovo di Roma, nelle parrocchie romane, con le Comunità Neocatecumenali e con i loro Pastori e nei miei viaggi apostolici in molte nazioni, ho potuto constatare copiosi frutti di conversione personale e fecondo impulso missionario.

Tali Comunità rendono visibile, nelle parrocchie, il segno della Chiesa missionaria e "si sforzano di aprire la strada all'evangelizzazione di coloro che hanno quasi abbandonato la vita cristiana, offrendo loro un itinerario di tipo catecumenale, che percorre tutte quelle fasi che nella Chiesa primitiva i catecumeni percorrevano prima di ricevere il sacramento del Battesimo; li riavvicina alla Chiesa ed a Cristo" (cfr. Catecumenato postbattesimale in Notitiae 96-96, 1974, 229). Sono l'annuncio del Vangelo, la testimonianza in piccole comunità e la celebrazione eucaristica in gruppi (cfr. Notificazione sulle celebrazioni nei gruppi del "Cammino neocatecumenale" in L'Osservatore Romano, 24 dicembre 1988) che permettono ai membri di porsi al servizio del rinnovamento della Chiesa. [...]

[...] riconosco il Cammino neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni.

Auspico, pertanto, che i Fratelli nell'Episcopato valorizzino e aiutino - insieme con i loro presbiteri - quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori, nello spirito di servizio all'Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell'unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale[31] »


Il 29 giugno 2002 (Solennità di San Pietro e Paolo), lo statuto del Cammino neocatecumenale fu approvato ad experimentum dal Pontificio Consiglio per i Laici. Il 21 settembre 2002, Giovanni Paolo II ricevette in udienza a Castel Gandolfo gli iniziatori del Cammino e, commentando l'approvazione dello statuto, volle nuovamente esprimere il suo incoraggiamento[32]:

« Come non ringraziare il Signore per i frutti portati dal Cammino neocatecumenale nei suoi oltre trent'anni di esistenza [...] In una società secolarizzata come la nostra, dove dilaga l'indifferenza religiosa e molte persone vivono come se Dio non ci fosse, sono in tanti ad aver bisogno di una nuova scoperta dei Sacramenti dell'iniziazione cristiana; specialmente di quello del Battesimo. Il Cammino è senz'altro una delle risposte provvidenziali a questa urgente necessità. Desidero sottolineare l'importanza degli Statuti appena approvati per la vita presente e futura del Cammino neocatecumenale che, come ho già avuto modo di dire alcuni anni fa, costituisce "un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni". Gli Statuti costituiscono altresì, un importante aiuto per tutti i pastori della Chiesa, particolarmente per i Vescovi diocesani, ai quali è affidata dal Signore, la cura pastorale e, in particolare, l'iniziione cristiana delle persone nella Diocesi [...] Gli Ordinari Diocesani potranno trovare negli Statuti i principi base di attuazione del Cammino neocatecumenale in fedeltà al suo progetto originario »


Al termine dei cinque anni canonici lo Statuto è stato approvato definitivamente l'11 maggio 2008 (Solennità di Pentecoste), con Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici, il quale sancisce

« l'approvazione definitiva dello statuto del Cammino neocatecumenale debitamente autenticato dal Dicastero e depositato in copia nei suoi archivi. Ciò nella fiducia che queste norme statutarie costituiscano linee guida ferme e sicure per la vita del Cammino e che esse siano di aiuto ai Pastori nel loro paterno e vigile accompagnamento delle comunità neocatecumenali nelle Chiese particolari.[33] »


Con l'approvazione dello statuto, il Cammino neocatecumenale è definitivamente riconosciuto dalla Chiesa cattolica come una realtà ecclesiale, un carisma fedele al magistero e un valido strumento di evangelizzazione all'interno della parrocchia.

Il 10 gennaio 2009, papa Benedetto XVI, incontrando le comunità neocatecumenali di Roma, nella basilica di S. Pietro in occasione dei 40 anni dalla nascita della prima comunità di Roma nella parrocchia dei SS. Martiri Canadesi, ha avuto parole di conferma e di elogio:

« Come non benedire il Signore per i frutti spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti raccogliere in questi anni? Quante fresche energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana, attraverso l'annuncio del kerigma e l'itinerario di riscoperta del Battesimo sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e l'entusiasmo della testimonianza evangelica! [...] La recente approvazione degli Statuti del Cammino è venuta a suggellare la stima e la benevolenza con cui la Santa Sede segue l'opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri Iniziatori.[34][35] »


Approvazione dello Statuto da parte della Santa Sede [modifica]
All'inizio del 1997 Giovanni Paolo II chiese ai responsabili del Cammino una regolazione statutaria[36], in cui il Papa ricorda che i neocatecumenali hanno già iniziato il processo di stesura dello Statuto. Giovanni Paolo II, dopo l'approvazione dello Statuto nel 2002, confermerà che «...gli Statuti devono costituire per il Cammino neocatecumenale una "chiara e sicura regola di vita", un punto di riferimento fondamentale affinché questo processo di formazione, che ha come obiettivo di portare i fedeli ad una fede matura, possa essere realizzato in un modo confacente alla dottrina e alla disciplina della Chiesa» ([37]). Una prima versione degli Statuti del Cammino neocatecumenale fu respinta all'inizio del 1999 (il giurista neocatecumenale padre Javier Sotil, rettore del Redemptoris Mater di Brasilia, nel maggio 1999, durante una convivenza al Centro Neocatecumenale internazionale di Porto San Giorgio con Kiko Argüello e Carmen Hernández, annunciava che la bocciatura era stata «provvidenziale» perché aveva dato modo di «pensare e ripensare, consultare tante persone per preparare una seconda bozza che è qui pronta» [38]). Lo Statuto venne finalmente approvato nel 2002 per un periodo ad experimentum scaduto a giugno 2007 (l'intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino neocatecumenale il 29 giugno 2002 comincerà con: «siamo contentissimi che dopo tutto il travaglio di questi anni si sia potuti arrivare alla approvazione dello Statuto»)[39].

Il decreto di approvazione[40] del Pontificio Consiglio per i Laici recitava infatti: «Tenuto conto dei numerosi frutti spirituali apportati alla nuova evangelizzazione dalla prassi del Cammino neocatecumenale - accolto e valorizzato nei suoi oltre trent'anni di vita in molte Chiese locali - segnalati al Pontificio Consiglio per il Laici da numerose lettere raccomandatizie di cardinali, patriarchi e vescovi; dopo attento esame del testo degli Statuti, frutto di un laborioso processo di collaborazione tra gli iniziatori del Cammino neocatecumenale e il Pontificio Consiglio per i Laici, che si è avvalso del contributo apportato nell'ambito delle competenze loro proprie da diversi dicasteri della Curia Romana ( [...] ) il Pontificio Consiglio per i Laici DECRETA l'approvazione "ad experimentum" per un periodo di cinque anni degli Statuti del Cammino neocatecumenale...»

Nei discorsi e omelie di Giovanni Paolo II del 29 giugno 2002 e dei giorni successivi, non appare alcuna menzione dell'approvazione degli Statuti[41], nonostante Kiko Argüello abbia ringraziato personalmente il Papa per aver «voluto in prima persona questa approvazione»[42]; solo nel settembre successivo il Papa ne parlerà precisando che «spetta ora ai Dicasteri competenti della Santa Sede esaminare il Direttorio catechetico e tutta la prassi catechetica nonché liturgica del Cammino stesso. Sono certo che i suoi membri non mancheranno di assecondare con generosa disponibilità le indicazioni che loro verranno da tali autorevoli fonti»[43].

Lo Statuto rinviava ad un Direttorio Catechetico che raccoglie la tradizione orale e indica la prassi del Cammino[44]; il materiale raccolto per la creazione del Direttorio (quattordici volumi) è tuttora in fase di esame da parte delle congregazioni vaticane. Si trattava perciò di un'approvazione parziale (oltre che temporanea), poiché durante l'arco di validità dello Statuto ad experimentum il Direttorio contenente le catechesi e la prassi del Cammino (non scindibili dal Cammino stesso) non è stato pubblicato.

Lo Statuto del Cammino neocatecumenale fu approvato in forma definitiva l'11 maggio 2008, giorno di Pentecoste.[45]. Il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Cardinale Stanislaw Rylko, consegnò il nuovo testo agli iniziatori del Cammino neocatecumenale, Kiko Arguello e Carmen Hernandez, il 13 giugno 2008, giorno di Sant'Antonio da Padova, francescano portoghese, Dottore della Chiesa.

Queste le parole del Cardinal Rylko, alla domanda su quale significato abbia questa approvazione, per la Chiesa e per il Cammino stesso: «Significa la conferma da parte della Chiesa dell’autenticità, della genuinità del carisma che sta alla loro origine nella vita e nella missione della Chiesa. In modo particolare, questo riguarda il Cammino che ha ormai lunga storia nella Chiesa, più di 40 anni, e porta nella vita della Chiesa tanti frutti, tante vite cambiate in profondità, tante famiglie ricostruite, tante vocazioni religiose, sacerdotali e tanto impegno a favore della nuova evangelizzazione. Quindi, è un momento di grande gioia per la Chiesa, un momento di grande gioia per la realtà ecclesiale che riceve questo riconoscimento» [46][47].

Orientamenti alle Équipes di Catechisti del Cammino neocatecumenale [modifica]
Secondo il Decreto di approvazione definitiva, e secondo lo Statuto stesso, il cammino va attuato secondo "le linee proposte dagli iniziatori" (Kiko Arguello, Carmen Hernandez) contenute nello Statuto stesso e nei 14 volumi intitolati "Orientamenti alle Equipes dei Catechisti" (cfr. art. 2.2 dello Statuto).

Nella prefazione al primo volume di "Orientamenti per le Equipes di Catechisti", gli iniziatori affermano che già nel 1977 detti volumi furono oggetto di un accurato esame da parte della Congregazione per il Clero. L'analisi fu fatta da un esperto di catechesi antiche, Padre G. Groppo. La prefazione riporta vari stralci della relazione finale di Padre Groppo con relativo numero di protocollo:

« La novità di queste catechesi e il criterio fondamentale per la loro interpretazione è costituito dal fatto che sono espressione orale di un'esperienza vissuta di fede e di conversione e che pertanto si tratta di un linguaggio esistenziale, la cui verità non va ricercata nella singola frase, ma nel contesto generale: un'esperienza vissuta intensamente non si presta a formulazioni teoriche nitide, ma si esprime sempre in modo un po' caotico, con frequenti ripetizioni, con il ricorso a paradossi, più per immagini che per concetti. Intendo ora rilevare un altro aspetto di queste catechesi, o meglio di questo Cammino neocatecumenale. Come studioso della storia della catechesi antica devo dire che il tentativo di Kiko e Carmen di attualizzare il catecumenato è un tentativo riuscito.
L'esperienza ha fatto intuire quello che di profondamente valido conteneva questa istituzione dei primi tre secoli e ha permesso di tradurla in una struttura la quale, pur non ricalcando l'antica, ne assume gli elementi più importanti e li inserisce in un contesto nuovo: quello della conversione di battezzati che però non hanno mai fatto una opzione personale di fede. In questo processo - che implica il suo tempo - questi battezzati delle Comunità Neocatecumenali vengono aiutati a fare la loro opzione fondamentale di fede in un clima di comunità, a rendersi disponibili all'accettazione del radicalismo evangelico; iniziandoli gradualmente e in modo esperienziale sia alla Parola di Dio sia ai Sacramenti della conversione cristiana (Penitenza), sia dell'Eucarestia. Io trovo tutto questo molto positivo »
(Primo volume degli "Orientamenti per le Equipes dei Catechisti", pag. 1, protocollo 156375, 12 settembre 1977.)

Sempre nella prefazione del primo volume di "Orientamenti alle Equipes di Catechisti" (pag.1) si afferma:

« La versione corretta degli "Orientamenti alle Equipes di Catechisti per la fase di conversione", che è stata preparata da una Commissione incaricata dagli iniziatori del Cammino Noecatecumenale ha rispettato il linguaggio originale, vivo ed orale. Ha corretto espressioni incomplete, o meno felici - che potevano anche sembrare ambigue - proprie del linguaggio parlato o semplicemente dovute alla traduzione non sempre accurata dell'originale spagnolo. Ha tenuto conto, inoltre, delle osservazioni fatte dal secondo esame degli Orientamenti da parte della Congregazione per il Clero del 1990. Infine hanno aggiunto le citazioni bibliche a cui fa riferimento o che aiutano a meglio capire il senso del discorso.
Nel rivedere il testo degli Orientamenti alle Equipes di catechisti, su indicazione della Congregazione per la dottrina della Fede, i 14 volumi sono stati corredati con opportuni riferimenti al Catechismo della Chiesa Cattolica, che non hanno valore illustrativo, ma normativo.

Per ogni catechesi tale riferimento si articola in due parti:

a) All'inizio si offre una visione panoramica dell'insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica riguardante la tematica affrontata dalla catechesi, per la preparazione dei catechisti;

b) A piè di ogni pagina si riportano alcuni passi su qualche punto particolare delle catechesi »

Il Cammino neocatecumenale dotato di personalità giuridica pubblica [modifica]
Il Cammino neocatecumenale è stato dotato di personalità giuridica pubblica con decreto del Pontificio Consiglio per i Laici 28 ottobre 2004 Prot.N.1761/04 AIC-110 (Cfr. Statuto, art. 1, comma 3).

Mons. Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Pontificio Consiglio per l'interpretazione dei Testi Legislativi e professore ordinario di Diritto Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, nonché giudice del Tribunale ecclesiastico dello Stato della Città del Vaticano e consultore di vari Dicasteri della Curia Romana, in un suo intervento alla convivenza di inizio corso del 25-28 settembre 2008 a questo proposito ha affermato:

« A differenza del testo del 2002 gli Statuti ora approvati affermano la personalità giuridica pubblica del Cammino neocatecumenale (art.1, comma 3), erezione che avvenne per iniziativa del Pontificio Consiglio per i Laici, con Decreto del 28 ottobre 2004. Il punto è di particolare rilevanza perché ci porta alla vera novità che, qua e là, emerge dai nuovi Statuti. Quale rilevanza pratica può avere adesso l'erezione della personalità giuridica pubblica? A mio modo di vedere, la maggiore conseguenza di questa personalità pubblica, applicata all'itinerario di formazione neocatecumenale, riguarda la particolare autorevolezza ecclesiale con la quale, sotto la direzione dei Vescovi diocesani, s'impartisce finora il Cammino, e nel particolare impegno che, di conseguenza, si assume, perché esso sia proposto, come risultava prima ma adesso con rinnovato impegno giuridico, per mezzo di persone particolarmente selezionate e appositamente formate. Quindi essere riconosciuti persona giuridica pubblica vuol dire che il Cammino agisce con l'autorità e a nome della Chiesa. »

Il Cammino neocatecumenale nel mondo Il Cammino è oggi presente in tutti i continenti, in più di 900 diocesi, per un totale di oltre 40.000 comunità in 6.000 parrocchie. Numerosi sono anche i seminari "Redemptoris Mater", se ne contano 78, sparsi in tutto il mondo. Il Cammino è diffuso principalmente in Europa e nel continente americano. In generale, ogni comunità è composta da un numero compreso tra i venti e i cinquanta membri, ma nella maggior parte dei casi tale cifra varia tra i trenta e i quaranta membri.
nevio63
00sabato 11 dicembre 2010 10:59
Passati per l'inferno dei Cattolici Neocatecumenali

PASSATI PER IL CAMMINO.

INTERVISTA A UNA COPPIA DI EX NEOCATECUMENALI
31805. CATANIA-ADISTA.

Hermine Niess (ma in Italia tutti la chiamano Marina), è una donna austriaca di 61 anni. Dal 1972 è sposata con Concetto Bonaccorso, che oggi ha 57 anni. Dal loro matrimonio sono nati tre figli: Raffaella, Elisabetta ed Alfredo. Concetto e Marina per 15 anni sono stati nel Cammino neocatecumenale: hanno perciò avuto modo di conoscerlo in profondità, arrivando anche a diventare catechisti del movimento. Poi, dopo un periodo di sofferto travaglio, hanno deciso di chiudere quell'esperienza, rileggendo criticamente le loro scelte e le enormi contraddizioni che sembrano attraversare questa discussa esperienza di vita cristiana, che ha ricevuto solo pochi mesi fa (era il 29 giugno 2002) l'approvazione pontificia. Hanno recentemente scritto un dettagliato racconto dei loro anni trascorsi nel Cammino, pubblicato sull'ultimo numero de "Il cristiano fedele", foglio settimanale della parrocchia Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, la parrocchia dove è parroco don Elio Marighetto, sacerdote che da anni studia il movimento fondato da Kiko Argüello e Carmen Hernandez. Li abbiamo intervistati, chiedendo loro di raccontarci il Cammino visto "dal di dentro".

M: Innanzitutto voglio premettere che con la mia testimonianza voglio rendere un servizio alla Chiesa, non denigrarla. Io amo la Chiesa. La mia intenzione è solo quella di fare luce su una realtà che tradisce gli ideali evangelici. Ritengo che sul Cammino neocatecumenale sia necessario fare opera di verità. Da quando ne sono uscita, poi, la mia vita è diventata più serena. Vorrei che la stessa cosa potesse avvenire anche per altre persone, che magari si trovano ancora, tra mille conflitti, all'interno di questa esperienza. Tanti vivono infatti situazioni di dubbio, di conflitto o di rassegnazione all'interno del movimento, in uno stato di sudditanza senza speranza di riscatto.

Quanto tempo siete stati nel Cammino?
M: Siamo entrati nel Cammino nel 1984 e ne siamo usciti nel 1999. Ho conosciuto il Cammino neocatecumenale grazie alla mia professione di fisioterapista. Fu la madre d'una bambina che avevo in cura a farci conoscere questa realtà. Volevo da tempo provare a fare un'esperienza coinvolgente a livello umano e religioso; così accolsi il suo invito a partecipare agli incontri.

Che ruolo avevate all'interno del Cammino?
M: Siamo arrivati ad essere nominati catechisti, anche se non abbiamo mai effettivamente esercitato questa funzione. All'interno del Cammino c'è una rigida gerarchia per cui le persone che hanno cariche inferiori devono sempre rendere conto di ciò che fanno e di ciò che succede nei loro gruppi alle persone di grado superiore, fino a Kiko e Carmen che sono al vertice di questa piramide. Ci sono "capi catechisti" in ogni diocesi, che riferiscono direttamente a Kiko. Le decisioni prese in quella sede vengono trasmesse, attraverso la Convivenza di Riporto, ai catechisti regionali. Questi, le comunicano ai catechisti provinciali e a quelli delle singole comunità.

Dove stava la vostra comunità?
M: Nella parrocchia di Crocifisso dei Miracoli, a Catania. La nostra comunità inizialmente era formata da trenta-quaranta persone. Però adesso non c'è più quasi nessuno di quel gruppo: sono tutti usciti o in crisi. Quando le comunità diventano troppo piccole spesso viene fatta una fusione con un'altra comunità che si trovi nella stessa tappa del cammino: così è accaduto anche alla nostra. Queste fusioni creano spesso grandissime tensioni, perché ciascuna comunità è abituata a vivere in maniera separata, con dinamiche particolarissime. Quando più comunità vengono a contatto la cosa non è facile.

Qual è la ragione per cui voi siete usciti?
M: La ragione fondamentale è che ci siamo accorti che c'era una pressione incredibile esercitata dall'esterno sulla nostra vita personale, intima, che era esposta davanti a tutti. La mia vita matrimoniale, la mia situazione economica, tutto era sottoposto al giudizio. Spesso ci veniva chiesto conto del fatto che non pagavamo regolarmente la decima su tutto ciò che guadagnavamo, oppure che i soldi raccolti non erano sufficienti alla sopravvivenza della comunità.
C: Dovevamo dare il denaro. Se qualcuno non dava tutti i soldi richiesti era considerato un avido, un vigliacco, uno legato agli idoli. Dovevamo mettere i soldi in un sacco nero. Quindi teoricamente non c'era controllo sui soldi che ciascuno donava. Però si sapeva che tipo di reddito poteva avere ciascuno di noi. Quindi, a fine raccolta, i catechisti sapevano quanto, più o meno, doveva esserci nel sacco. Se la cifra non corrispondeva a questi calcoli, venivamo rimproverati aspramente.

Da che momento del Cammino cominciavano a richiedere la decima?
C: Dal momento della preghiera, che corrisponde al secondo passaggio, dopo 3-4 anni circa.

Come e quando si svolgono gli scrutini?
C: Sono i catechisti a decidere quando la comunità è pronta a passare ad una fase successiva del cammino. Solo allora i membri della comunità vengono interrogati dai catechisti, che fanno domande riguardanti la vita personale, per saggiare il livello di conversione alla fede di ciascuno. Gli scrutini si svolgono all'interno di saloni parrocchiali o in qualche salone degli alberghi dove si svolgono le convivenze. Di solito si svolgono la sera, dopo le 21 (e si protraggono, a volte, fino all'1.30). Ogni membro della comunità viene a turno fatto sedere avanti al crocifisso e di fronte all'équipe di catechisti e l'interrogatorio avviene davanti a tutti gli altri fratelli. La croce serve per far vedere, come prescrive Kiko, che i candidati si trovano davanti a Cristo, per cui in nessun modo si può mentire o essere reticenti. Le domande sono a tutto campo, e i catechisti non hanno riguardo per alcun tipo di privacy. Non fanno mai domande di carattere trascendente, ma si soffermano sempre a chiedere dei nostri rapporti coniugali, familiari, sessuali, sociali, lavorativi, ecc.

Da chi è composta l'équipe che compie lo scrutinio?
C: Interamente da laici, ad eccezione d'un membro che è il presbitero. Il suo ruolo però è del tutto marginale: i nostri scrutini erano sempre guidati dai laici. Se il sacerdote interviene è sempre per confermare quanto detto dai catechisti. Finito lo scrutinio, i catechisti si ritiravano per decidere tra loro se il candidato era o meno idoneo ad essere ammesso alla tappa successiva.
Spesso i contenuti dell'interrogatorio erano drammatici e succedeva che la gente si mettesse a piangere disperata. Alla presenza dei propri figli, genitori, consorti, si venivano a sapere particolari intimi, come le infedeltà coniugali. Ricordo che una coppia, davanti a tutti, apprese dalla figlia che aveva rapporti prematrimoniali col fidanzato. In un'altra occasione una donna raccontò i desideri sessuali del marito nei suoi confronti, per difendersi dalle accuse dei catechisti che ritenevano la coppia "chiusa alla vita".

Che vuol dire "chiusi alla vita"?
C: I neocatecumenali sostengono che nella Chiesa non è ammesso alcun metodo contraccettivo, neanche quelli naturali. Così chiunque aveva rapporti sessuali doveva evitare qualunque forma di controllo, fosse anche quello semplicissimo del calcolo dei giorni di maggiore o minore fertilità. Noi assistevamo attoniti agli interrogatori degli scrutini; però spesso questo tipo di situazioni creavano anche pettegolezzi e maldicenze tra di noi, specie su quelle persone che, prima di crollare di fronte ai catechisti, avevano sempre conservato ai nostri occhi un'aurea di santità. Ad ascoltare queste cose si diventa progressivamente cinici, insensibili alle sofferenza altrui. Ma l'intromissione nella vita privata delle persone non avviene solo durante gli scrutini. Se c'era ad esempio qualcuno che nella comunità non era ancora sposato, veniva preso di mira: gli dicevano "ma tu cosa cerchi?", "perché non ti sposi", "se sei ancora celibe vuol dire che ti masturbi, che non vivi in maniera casta", ecc. Insomma, per loro ad una certa età bisognava per forza o sposarsi o intraprendere la vita religiosa, altrimenti si era nel peccato. Assurdo. Per quanto riguarda la vita religiosa femminile, poi, per i neocatecumenali esistono solo le suore di clausura. Le altre suore per loro non servono.

Eravate sempre costretti o confessavate le vostre colpe anche in assenza di una sollecitazione esplicita?
C: Spesso le persone erano così soggiogate da queste dinamiche che confessavano cose intime anche quando non era esplicitamente richiesto. Questo ad esempio avveniva quando qualcuno di noi offriva una "testimonianza" del proprio cammino nella fede: in una assemblea regionale, un membro di un'altra comunità disse davanti a circa 300 persone di essersi unito a sua moglie durante la giornata trascorsa in albergo. A volte si confessavano colpe inventate o ingigantite, per non correre il rischio di essere chiamati davanti a tutti falsi o ambigui. Far vedere a tutti d'essere peccatori era quasi un motivo d'orgoglio, perché chi non aveva nulla da raccontare era visto da noi come un fariseo.

Se uno si rifiuta di raccontare?
C: Non era in comunione con la comunità e con Dio.

E il passaggio lo faceva lo stesso?
C: No, veniva respinto.

Succedeva?
C: A volte sì.

Chi conduceva gli scrutini della vostra comunità?
C: I catechisti della parrocchia di S. Leone Vescovo, a Catania; ma da dove venissero i nostri catechisti conta poco: gli scrutini li fanno nello stesso modo in tutto il mondo.

Non avevate catechisti interni alla vostra comunità parrocchiale?
C: I primi tempi avevamo catechisti del crocifisso dei Miracoli, la nostra parrocchia; dopo lo Shemà (una tappa del Cammino) abbiamo fatto la fusione con un'altra comunità che aveva catechisti di livello più alto, che venivano dalla I comunità di S. Leone, che è qui a Catania la parrocchia di riferimento per i neocatecumenali di tutta la città; un po' come lo è quella dei Martiri Canadesi a Roma.

Durante la Redditio la confessione viene resa non solo di fronte alla comunità neocatecumenale, ma di fronte a tutta l'assemblea riunita in Chiesa. È vero?
M: Questo è stato un altro motivo per cui sono uscita. Avevo fatto testimonianze davanti a mille, duemila persone. Ero stufa… La Redditio è la prima volta nel Cammino in cui recitiamo il credo. Prima di recitarlo, con la mano appoggiata alla croce, raccontiamo come era la nostra vita e come è diventata dopo aver conosciuto il Cammino. Per questa trasformazione avvenuta nella nostra vita affermiamo: "Credo in Dio Padre onnipotente, ecc…". Per l'occasione ci chiedono di invitare in chiesa amici, conoscenti, vicini di casa. E noi raccontiamo tutto, senza essere reticenti su nessun aspetto, anche il più intimo, della nostra vita.

Se qualcuno di voi dissentiva sul modo in cui i catechisti gestivano la comunità o sui contenuti delle catechesi?
C: Eravamo sempre d'accordo. Quando c'era qualche problema ci dicevano che loro erano gli annunciatori del kerigma, gli angeli inviati in nostro aiuto, le persone scelte da Dio per guidarci, che dovevamo rimanere al nostro posto. Se perseveravamo nella contestazione, voleva dire che eravamo presi dal demonio.
M: In principio qualcuno, anche mio marito, voleva esprimere dei dubbi, a volte polemizzare con alcune scelte: gli veniva detto che doveva limitarsi ad ascoltare, quasi non fosse in grado di intendere e di volere, e che potevamo solo essere guidati. Un giorno un catechista ci ha detto che tra di noi non ci sarebbe mai stata amicizia.

Cosa intendeva?
M: Che il loro compito era quello di farci da guide, non di esserci amici. Ricordo che durante le convivenze i catechisti mangiavano separati dagli altri membri della comunità, e non rivolgevano mai qualche battuta amichevole nei confronti degli altri. Erano staccati da noi, quasi fossimo sudditi verso i quali un gesto di convivialità poteva diminuire la loro autorità. Quando, nell'ultima Convivenza alla quale presi parte, durante la Penitenziale, quando ormai ero già piena di dubbi laceranti, dovuti anche alla lettura di un libro sul Cammino, parlai di queste cose con un prete, lui mi rispose che dovevo rimanere nel Cammino e, con tono risoluto, mi ordinò di bruciare quel libro. D'altra parte i catechisti dicevano di fare tutto in nome della Chiesa, per cui in qualche modo noi ci fidavamo ciecamente, tacitando i nostri dubbi e le nostre ritrosie. Quando poi parlavano i catechisti noi, io per prima, eravamo letteralmente terrorizzati. Io a volte per l'emozione sentivo di dovere andare in bagno.

Sono ricchi i catechisti?
M: Io non ho avuto la possibilità di verificarlo personalmente. Certo, come condizione economica quasi tutti i catechisti sono agiati: medici, professionisti… Però quando c'erano le convivenze loro non pagavano mai l'albergo, erano "i fratelli" a pagare per loro. Questo lo so con certezza perché, essendo stata nominata catechista, in una convivenza di ascolto sono stata esentata dal pagare.

Oltre la decima che altre richieste di denaro venivano fatte?
M: Per i seminari Redemptoris Mater, per i viaggi dei catechisti missionari… Quando c'era qualche passaggio che richiedeva la loro presenza, loro dovevano tornare, fosse pure per tre giorni, nelle loro città. Le spese dei loro viaggi le sostenevano le comunità più anziane della loro parrocchia di provenienza. Poi c'erano le raccolte per il Monte delle Beatitudini, in Terra Santa, dove si trova il centro di spiritualità neocatecumenale, le spese per pagare le baby sitter che le sere in cui ci sono le riunioni tengono i bambini piccoli dei membri della comunità.
Le racconto un fatto emblematico: le raccolte vengono fatte con un sacco nero, all'interno del quale ognuno deposita la sua offerta. Così ciascuno è libero di mettere quello che si sente. Anzi, ci veniva detto che dal sacco noi, se ne avevamo bisogno, potevamo anche prelevare liberamente dei soldi. Ma i sacchi per le raccolte erano di dimensioni enormi, sicché i soldi si trovavano sempre in fondo e per raccoglierli bisognava immergere il braccio in profondità. Così, se qualcuno voleva prendere e non versare denaro, se ne accorgevano tutti!

A parte i soldi vi chiedevano anche altri regali?
M: Non ci chiedevano mai espressamente dei regali a titolo personale ma di rinunciare all'attaccamento materiale. Durante lo Shemà (una particolare catechesi per scrutare il proprio attaccamento agli idoli, in preparazione al II passaggio), i catechisti chiedono ai candidati di staccarsi dai loro idoli, da mammona. Ci dicevano che eravamo idolàtri. Per testimoniare il nostro ripudio dei beni materiali ci chiedevano atti concreti, donazioni anche consistenti. Qualcuno è arrivato a donare anche beni immobili come terreni o appartamenti. In un'occasione ricordo che donai un anello con brillanti che avevo ricevuto da mio marito. In quella raccolta, che era destinata al finanziamento dei Redemptoris Mater non era stata raggiunta la cifra in denaro sufficiente; quindi, per raggiungerla, i catechisti ci dissero che potevamo anche offrire gli oggetti di valore che possedevamo. Prima di arrivare alla cifra desiderata si facevano anche tre o quattro giri con il sacco nero. Questa continua richiesta di denaro è stata una delle ragioni che mi ha fatto decidere di uscire. Spesso tornavo a casa senza più una lira.

Quante volte all'anno avvenivano queste raccolte?
C: Quando c'era la convivenza generale, una volta all'anno, all'inizio di autunno, per le convivenze regionali, poi ogni volta che si faceva una convivenza per il passaggio ad un'altra tappa del Cammino. Dopo il secondo passaggio veniva richiesta la decima, che si effettuava una volta al mese. Prima di allora, comunque, ogni settimana venivano fatte raccolte libere, per far fronte alle spese per la cura della sala dove si riuniva la comunità, per gli arredi sacri, ecc.

La celebrazione dell'eucarestia la facevate separatamente dal resto della comunità parrocchiale?
M: Sì, anche se era difficile trovare tanti sacerdoti disponibili il sabato sera. Perché ogni comunità celebra separatamente dall'altra.

Non vi sembrava strano fare la messa in questo modo?
C: Ora sì, ma allora ci sembrava naturale. Anche perché durante le celebrazioni, dopo la lettura del vangelo, c'erano le risonanze, ossia chi voleva poteva liberamente dire ciò che la Parola di Dio aveva comunicato alla sua vita, in termini molto concreti, quotidiani. Insomma, si creava un problema di riservatezza, anche nei confronti delle altre comunità; ci sembrava naturale che non venissero a sapere le nostre cose. Poi, purtroppo, le questioni personali non rimanevano mai nell'ambito della comunità.

Parliamo della confessione personale con il sacerdote…
M: L'unica persona che aveva un minimo di benevolenza nei nostri confronti era il sacerdote. Quindi per noi era comunque importante confessarci da lui, ottenere un poco di conforto. D'altra parte il presbitero era nella nostra stessa condizione: anche lui era nel Cammino, anche lui doveva fare le proprie confessioni davanti a noi. A noi era prescritto di non scendere mai ad un livello troppo personale con lui. Dovevamo limitarci a dirgli i peccati che avevamo commesso. A lui, allo stesso modo, era consentito solo di ascoltare la nostra confessione e di darci l'assoluzione. Non poteva in nessun modo farci la direzione spirituale, darci suggerimenti, incoraggiamenti. Quello era compito esclusivo dei catechisti. Insomma, del sacramento rimaneva solo l'aspetto più formale.

Come avveniva la confessione?
C: Ci si siedeva in cerchio per la liturgia penitenziale. Veniva letta la Parola di Dio, poi i sacerdoti si ponevano in mezzo al cerchio, si confessavano sottovoce uno con l'altro davanti a noi e dopo, in piedi, attendevano che anche noi ci confessassimo. Solo che era difficile, visto che l'ambiente non era parti-colarmente grande, che mentre ci si confessava la gente intorno non udisse ciò che si diceva. Allora per ovviare a questo durante le confessioni l'assemblea intonava dei canti, però tra un canto e l'altro c'era silenzio; allora bisognava stare attenti ad abbassare ulteriormente il tono della voce per non essere ascoltati.

È vero che dentro il Cammino si incita all'endogamia, cioè a sposarsi con persone interne al movimento?
M: Verissimo. Ho fatto così anch'io con mia figlia. Lei stava con un ragazzo che non era nel Cammino. Gli ho detto tante volte di farlo venire alle catechesi, ma lui non voleva. Io tormentavo mia figlia dicendogli che quel ragazzo non pensava secondo Cristo, che era lontano dalla Chiesa, la spingevo a lasciarlo. Nella mia casa sono avvenute litigate furibonde... era una cosa indescrivibile! Mia figlia alla fine è uscita dal Cammino. D'altra parte i catechisti ci dicevano sempre che era meglio costruirsi una famiglia vera, cristiana, con quelli che loro definivano "i figli di Israele": il paradosso è che "figli di Israele" erano considerati solo gli appartenenti al Cammino, per cui tra un ateo, un musulmano e un cristiano che non frequentava le catechesi per loro non c'era poi molta differenza.

Capitolo eucarestia: cosa mi dice?
M: Tremendo: anzitutto il Cammino, per l'eucarestia, usa il pane azzimo che molto più facilmente lascia briciole. Nessuno poi aveva cura di raccogliere queste briciole, che cadevano spesso per terra. I neocatecumenali non credono al sacrificio dell'eucarestia. Il pane consacrato doveva essere consumato tutto durante la celebrazione. E dopo? Non sono certa che per loro alla fine della Messa quel Pane fosse ancora il Corpo di Cristo dato che non si curavano minimamente delle briciole finite inavvertitamente per terra. Un sacerdote del Cammino che fa il cappellano militare a Livorno, con i parà della Folgore, un giorno mi disse: ma a che serve il tabernacolo? I primi cristiani non ce l'avevano!

Come avete accolto a giugno l'approvazione?
M: Per me è stato un dramma. Il cappellano militare a cui ho prima accennato me l'ha detto il giorno prima che la notizia fosse ufficiale. Ho pensato: ma dove è il papa? Mi sono sentita tradita dalla mia stessa Chiesa, quella che amo come una madre.

Voi eravate anche in contatto con l'arcivescovo di Cata-nia, mons. Bommarito…
C: Fu lui a contattarci perché voleva avere da noi una testimonianza. Se ne servì quando all'inizio del 2002 scrisse la sua lettera ai neocatecumenali.

E il successore di Bommarito, mons. Gristina, che posizione ha assunto?
M: So che a fine gennaio ha celebrato in cattedrale una messa di ringraziamento per l'approvazione del Cammino. Ma ormai non credo che nessun vescovo si possa sottrarre a queste celebrazioni ufficiali…
Chi è rimasto dentro, come vi tratta?
M: Siamo stati totalmente emarginati. Alcuni ci guardano con compassione o disprezzo, altri neanche ci guardano. Kiko stesso dice che nella Chiesa sono necessari i Giuda. Io sono una di quelli. Se non avessi la fede nella Chiesa, mi deve credere, sarei disperata. Ci sono stati anche suicidi nel Cammino.

Ci sono stati suicidi?
M: Ho ascoltato testimonianze di persone come me che affermano che qualche fratello uscito dal movimento è arrivato a suicidarsi per la solitudine e le sofferenze procurate loro. Io stessa conosco una sorella che, abbandonato il Cammino, ha tentato di uccidersi.

da ADISTA del 5.4.2003


www.cdbchieri.it/rassegna_stampa/neocatecumenali.htm

principessac
00sabato 11 dicembre 2010 11:20
non e' un problema solo dei TDG
Bicchiere mezzo pieno
00sabato 11 dicembre 2010 11:20
La lotta contro la dominazione delle sette religiose non deve certamente conoscere nè quartiere nè bandiera. Personalmente non sono mai stato all'interno del movimento neocatecumenale e quindi per esperienza diretta non so come si svolgano le cose al suo interno, ma non vedo per quale motivo io dovrei essere di parte nel non credere alle esperienze raccontate dalle persone che ne sono fuoriuscite.
Se il "modus vivendi" all'interno di questo ordine cattolico è simile se non peggiore di quello delle sette allora è giusto fare qualcosa per fermare questo scempio. Ne va di mezzo la saluta psicofisica degli appartenenti che vi sono entrati.

Io perciò dico che certamente ci vorrebbe una manifestazione, organizzata da parte degli ex-neocatecumenali, di protesta contro i vescovi che patrocinano questo movimento. Bisognerebbe che si movimentassero come già hanno fatto gli ex-TdG, per far sentire la propria voce contro le befandezze perpetrate da questo movimento.

Inoltre se, tramite l'otto per mille, ci fossero finanziamenti per alimentare questo "cammino" (ma quale "cammino" e "cammino" del cavolo!) allora bisognerebbe pure spingere la Chiesa a cessare tali finanziamenti. Anzi la Chiesa dovrebbe proprio chiuderli movimenti come questi.

Tutta la mia solidarietà può andare solo nei confronti di questi poveri sventurati che sono finiti dentro il culto neocatecumenale.
Bicchiere mezzo pieno
00sabato 11 dicembre 2010 11:27
Re:
principessac, 11/12/2010 11.20:

non e' un problema solo dei TDG



Nei TdG l'unico problema è che il "modus vivendi" (modo di vivere) è esteso a tutto il culto dei TdG. Non si tratta quindi di un problema intestino di qualche movimento interno. I neocatecumenali invece solo solo uno dei tantissimi ordini presenti in seno alla Chiesa Cattolica. ciò nonostante meritano di essere avversati come se non più degli stessi TdG.

Posso sinceramente dire che mi vergogno dell'esistenza di un movimento simile dentro la stessa Chiesa. Così come mi vergogno di realtà come quelle nei paesi latini americani dove persone cattoliche appartenenti a movimenti ultrafondamentalisti si fustigano in piazza pubblica per subire le stesse sofferenze di Gesù prima di morire sulla croce.




lovelove84
00sabato 11 dicembre 2010 14:54
mamma mia che orrendo... ma che motivo c'è ad accettare un culto del genere? ma se ne rendono conto? certe volte non li capisco proprio questi della Chiesa!


[SM=g7347] [SM=g7364] [SM=g7362]
Cristianalibera
00sabato 11 dicembre 2010 18:01
Re: Re:
Bicchiere mezzo pieno, 11/12/2010 11.27:



Nei TdG l'unico problema è che il "modus vivendi" (modo di vivere) è esteso a tutto il culto dei TdG. Non si tratta quindi di un problema intestino di qualche movimento interno. I neocatecumenali invece solo solo uno dei tantissimi ordini presenti in seno alla Chiesa Cattolica. ciò nonostante meritano di essere avversati come se non più degli stessi TdG.

Posso sinceramente dire che mi vergogno dell'esistenza di un movimento simile dentro la stessa Chiesa. Così come mi vergogno di realtà come quelle nei paesi latini americani dove persone cattoliche appartenenti a movimenti ultrafondamentalisti si fustigano in piazza pubblica per subire le stesse sofferenze di Gesù prima di morire sulla croce.








Se ti vergogni perchè non organizzi come abbiamo fatto noi contro l'ostracismo della cctdG una marcia contro le pratiche poco ortodosse per la cc una manifestazione analoga?
I cattolici si vergognano sempre solo ma mai nulla fanno, o no?

E i responsabili della chiesa perchè non prendono provvedimento contro tali movimenti al suo interno ma ti rendi conto?


Cristianalibera
00sabato 11 dicembre 2010 19:10
Correzione

Cristianalibera, 11/12/2010 18.01:




Se ti vergogni perchè non organizzi come abbiamo fatto noi contro l'ostracismo della cctdG una marcia contro le pratiche poco ortodosse del movimento neocatecumenale all'interno della cc una manifestazione analoga?
I cattolici si vergognano sempre solo ma mai nulla fanno, o no?

E i responsabili della chiesa perchè non prendono provvedimento contro tali movimenti al suo interno ma ti rendi conto?






[SM=g1916242]




Bicchiere mezzo pieno
00sabato 11 dicembre 2010 19:26
Re:
Per CristianaLibera:

ma se non ho potuto nemmeno partecipare alla manifestazione che mi riguardava di persona come puoi pretendere che io organizzi una manifestazione contro i neocatecumenali?

Un evento del genere poi dovrebbe essere perseguito proprio da loro, gli stessi ex-neocatecumenali. Non mi sembra che nell'evento di Roma si sia aspettato che qualche anima pia che è sempre stata al di fuori della realtà TdG, prendesse in mano le redini della situazione e organizzasse la manifestazione.

Mi pare invece che siano stati proprio degli ex-TdG stessi a farla.
Un manifestazione contro l'ordine catecumenale dovrebbe essere preparata con forza e persuasione da parte degli ex-neocatecnumenali stessi. Dopo di che, sempre se posso, visto che non ho potuto partecipare nemmeno a quella che mi interessava direttamente, parteciperei anch'io.
Devo fare io quello che non fanno loro stessi? Ma andiamo!!




Sonnyp
00sabato 11 dicembre 2010 20:44
Ecco... forse questo può servirti!
lovelove84, 11/12/2010 14.54:

mamma mia che orrendo... ma che motivo c'è ad accettare un culto del genere? ma se ne rendono conto? certe volte non li capisco proprio questi della Chiesa!


[SM=g7347] [SM=g7364] [SM=g7362]




Come ti dicevo Love.... anche la chiesa fa ostracismo religioso! Grazie Nevio per aver postato la verità!

E poi criticano i tdg! Ma per favore!!!!! Shalom.

Elyy.
00sabato 11 dicembre 2010 21:31


Non mi risulta proprio che la Chiesa tutta, faccia ostracismo verso i fuoriusciti dalla religione cattolica. Forse i fuoriusciti da sètte esistenti all'interno della Chiesa cattolica subiscono ostracismo, come abbiamo visto, ma non i fuoriusciti dalla Chiesa Cattolica tout court. Io vent'anni fà sono uscita dalla CC e nessuno mi ha tolto il saluto o la parola. Quindi è sbagliato dire che anche la Chiesa attua l'ostracismo. La religione cattolica non lo contempla.

Mi chiedo solo come mai il Papa o chi per lui permetta l'esistenza di queste sette all'interno del cattolicesimo. Dovrebbe come minimo regolamentarle affinchè pure al loro interno siano maggiormente in linea con l'amore insegnato da Cristo. Ma forse c'è qualcosa che noi non sappiamo e chissà per quali arcani motivi non si mobilitano per sistemare le cose

Sono comunque d'accordo con Bicchiere quando dice che dovrebbero essere gli stessi ex neocatecumenali a farsi sentire, poi, l'opinione pubblica potrebbe fiancheggiarli per far valere, anche in questo caso, i diritti umani fondamentali.

Ely

lovelove84
00domenica 12 dicembre 2010 00:58
Re: Ecco... forse questo può servirti!
Sonnyp, 11/12/2010 20.44:




Come ti dicevo Love.... anche la chiesa fa ostracismo religioso! Grazie Nevio per aver postato la verità!

E poi criticano i tdg! Ma per favore!!!!! Shalom.





a me, la mia chiesa non ha MAI insegnato ostracismo verso nessuno, quindi posso criticare benissimo sia i tdg che i catecumenici... la VERA CHIESA CATTOLICA non le insegna queste cose!
Sonnyp
00domenica 12 dicembre 2010 09:40
Queste sono SOLO scuse!
Che questo episodio faccia parte di una setta all'interno della chiesa non cambia le cose!
Innanzi tutto, se pure il papa e chi per lui, non interviene per porre fine a questo settarismo, non sta svolgendo il ruolo PRINCIPALE per cui la sua figura dovrebbe esistere, e cioè, il PASTORE!
Ho conosciuto diverse realtà, che sebbene non siano uguali al geovismo, hanno comunque sfiorato l'ostracismo solo perchè non considerati "abbastanza" spirituali. Un esempio?
Anche qui in questo stesso forum io ho perso alcune persone che ritenevo amiche... e sapete perchè? Perchè non la penso più come loro e ho preso le mie posizioni. Queste persone, dicevo, hanno preso le "distanze" da me e si guardano bene dal rispondere a certe mie questioni oppure dal darmi alcune risposte che sto tutt'ora attendendo ma che so bene non arriveranno più!
Purtroppo, anche se non lo ammetterete mai, la chiesa non è meno colpevole dei tdg nel fare il PRINCIPALE lavoro assegnato:
Prendersi cura delle pecore! Se ogni pastore s'interessasse di più delle sue pecore, queste non finirebbero in mano alle varie sette, Catecumenali compresi! Oggi, per esempio, vi sono migliaia di ex tdg che sarebbero disponibili a lavorare fianco a fianco con questi presunti "pastori" cattolici ma.... con vere e proprie scuse IPOCRITE, scansano il loro mandato e si lasciano portare via le pecorelle proprio di sotto il naso! Ma per favore!!!!!

Mi dispiace per voi, care Love e Ely che parimenti al geovismo, non abbiate più la capacità e cognizione critica verso chi l'ha fatta da padrone per duemila anni, continuando il lavoro degli scribi e farisei ipocriti!

Come ho detto nell'altro tread, mi piacerebbe che fosse data risposta a queste domande:
Chi ha compiuto le crociate sterminando i mussulmani con la scusa della conversione al cristianesimo?
Chi ha compiuto le inquisizioni mettendo a morte innocenti d'ogni spece?
Chi ha rubato la moglie la prima notte di nozze dividendo ciò che Dio aveva unito nel sacro vincolo del matrimonio? Ecc. ecc. ecc!
Oggi forse la chiesa è diversa? Esattamente come nella torre di carta del '54, oggi le leggi dello stato impediscono di poter agire liberamente come vorrebbero, altrimenti sarebbero pene e dolori!
Rifletteteci onestamente se vi è rimasta un pò di coerenza e obiettività! Shalom carissime!
lovelove84
00domenica 12 dicembre 2010 11:37
mi spieghi che scuse ho trovato?
sto difendendo i catecumenici per caso?

qui nel forum siamo tutti diversi con opinioni diverse, e mi sembra che ci parliamo tutti, e non si è mandato via nessuno, quindi forse il problema riguarda altri atteggiamenti il quale anche tu forse ci devi riflettere sul serio.



Purtroppo, anche se non lo ammetterete mai, la chiesa non è meno colpevole dei tdg nel fare il PRINCIPALE lavoro assegnato:
Prendersi cura delle pecore! Se ogni pastore s'interessasse di più delle sue pecore, queste non finirebbero in mano alle varie sette,



si hai ragione, ma prima che il pastore si possa prendere cura delle sue pecore e accorgersi che una sta scappando, è meglio farci parte nel gregge, se è una pecora cosi di passaggio che non si avvicina neanche tanto alle altre e nemmeno si conosce, come si puo permettere il pastore a dire che è sua?


per il resto, sii leale, apri un 3d per ciascuna, troppo facile mettere un post solo e poi segnarne 5 sul rapportino ... no no, non si fa cosi [SM=g7279]
Cristianalibera
00domenica 12 dicembre 2010 12:16
Re: Re:
Bicchiere mezzo pieno, 11/12/2010 19.26:

Per CristianaLibera:

ma se non ho potuto nemmeno partecipare alla manifestazione che mi riguardava di persona come puoi pretendere che io organizzi una manifestazione contro i neocatecumenali?

Un evento del genere poi dovrebbe essere perseguito proprio da loro, gli stessi ex-neocatecumenali. Non mi sembra che nell'evento di Roma si sia aspettato che qualche anima pia che è sempre stata al di fuori della realtà TdG, prendesse in mano le redini della situazione e organizzasse la manifestazione.

Mi pare invece che siano stati proprio degli ex-TdG stessi a farla.
Un manifestazione contro l'ordine catecumenale dovrebbe essere preparata con forza e persuasione da parte degli ex-neocatecnumenali stessi. Dopo di che, sempre se posso, visto che non ho potuto partecipare nemmeno a quella che mi interessava direttamente, parteciperei anch'io.
Devo fare io quello che non fanno loro stessi? Ma andiamo!!







Non pretendo nulla, caro Bikky, il mio post e la mia domanda era una domanda provocatoria a dirti non state con le mani nelle mani a girarvi i pollici ( ed il primo è il Santo Padre che poco se ne importa ad avere un gruppo estremo cosi nella chiesa cattolica).
Chi ti dica che per forza devono essere gli ex-membri a muoversi per primo, magari non hanno nemmeno la forza!
Se tu dovessi vedere che lo stato italiano in qualche modo approva qualche legge che discrimina un certo gruppo di persone all'interno di esso, che fai aspetti che qualche ex- membro di quel gruppo si muova o protesti tu stesso contro tale legge discriminatoria?

L'indifferenza contro qualsiasi discriminazione è una brutta bestia.


[SM=g1916242]
Veronika.



Bicchiere mezzo pieno
00domenica 12 dicembre 2010 13:24

Non pretendo nulla, caro Bikky, il mio post e la mia domanda era una domanda provocatoria a dirti non state con le mani nelle mani a girarvi i pollici ( ed il primo è il Santo Padre che poco se ne importa ad avere un gruppo estremo cosi nella chiesa cattolica).



Intanto leggendo alcuni commenti nelle pagine inserite da Nevio ho letto che alcuni vescovi sono favorevoli a questo movimento (bastardi se sanno come avvengono le cose all’interno!!) mentre altri impediscono ai neocatecumenali di entrare nelle proprie diocesi.
Certamente bisognerebbe fare qualcosa per fermare questa piaga. Intanto cattolici di buon cuore come Maria Pia Gardini, cattolica praticante, come si legge nei documenti messi da Nevio, si stanno mobilitando per fare informazione presso le curie. Secondo me la prima cosa che dovrebbero fare i vescovi delle varie diocesi è accertarsi di come vengono tenute le riunioni ascoltando le testimonianze degli ex e verificando di persona. Dopo di che si potrebbe chiudere l’ordine.


Se tu dovessi vedere che lo stato italiano in qualche modo approva qualche legge che discrimina un certo gruppo di persone all'interno di esso, che fai aspetti che qualche ex- membro di quel gruppo si muova o protesti tu stesso contro tale legge discriminatoria?



Protesto anch’io certamente. Però vedi personalmente, non conoscendo nessun ex-neocatecumenale, diventa difficile agire proattivamente. E’ chiaro che bisogna fare qualcosa, soprattutto perché non credo che le testimonianze degli ex-neocatecumenali siano tutte inventate (non sono certo un TdG internettiano), ma prima di tutto occorrerebbe che siano loro a rendersi conto che devono agire.
Sai che figura barbina ne verrebbe fuori se qualcuno organizzasse qualcosa per loro conto e poi loro non si presentano nemmeno? Di certo bisognerebbe conoscerne qualcuno per spingerli ad agire per sensibilizzare l’opinione pubblica e organizzare le cose con loro stessi!

Ciao.
abuonconsiglio
00domenica 12 dicembre 2010 15:08
Movimento per i diritti del genere umano a non essere ostracizzati per cavilli religiosi
Non conosco quasi nulla del movimento neocatecumenale, nè ero consapevole del loro ostracismo nei confronti di chi li lascia.

Credo che si tratti di una forma di autodifesa perpretata da tante sette e da alcune religioni nei confronti di coloro che per un motivo o l'altro si ritrovano al di fuori di tali movimenti.

Tale modo di operare funziona abbastanza bene perchè si coercizzano i presenti a non esternare pubblicamente i loro dubbi e si spingono i defenestrati a allontanarsi definitivamente o ad umiliarsi, "dimostrando" così al gruppo che lui ha sempre torto" e "loro hanno sempre ragione".

Questi comportamenti che calpestano la dignità umana avvengono perchè sono i retaggi di un'epoca barbarica che sviliva l'uomo in favore di millantate unità religiose volute da Dio.

Premesso questo, mi sembra difficile proporre da parte mia delle iniziative contro l'ostracismo perpetrato dai neocatecumenali nei confronti dei loro espulsi perchè come ho affermato prima non conosco tale gruppo, così come ignoro cosa avviene.

Spero che abbiano la forza per innalzare la loro voce al mondo intero.

Quando questo avverrà, allora potrà esserci una saldatura da parte di tutti coloro che sono emarginati e ostracizzati da parte dei loro gruppi religiosi per protestare contro il trattamento ingiusto che viene commesso nei loro confronti e costringere il legislatore a arginare i loro comportamenti incivili.
cavdna
00domenica 12 dicembre 2010 16:03
vi saluto in CRISTO SIGNORE

miei cari fratelli e sorelle

forse chi ha qualche anno più di me
dovrebbe ricordare cosa succedeva nelle varie Parrocchie

subito dopo il termine dei lavori del Concilio Vaticano II

vi fu una vera e propria "invasione" di novità

Messe "bit", musica con tutti gli strumenti musicali, (Batteria, chitarra, Basso etc. etc..),
Sacerdoti Operai, il Laico con i suoi ruoli e via discorrendo

però
mano mano che il tempo passava avveniva una "purificazione"

e mano mano che avveniva la "purificazione", si costituivano (e si costituiscono ancora) nuove forme di adesione, di Associazioni,/Movimenti etc. etc... (una speciale "Fisarmonica")

tutti destinati al Vaglio delle "Gerarchie"

può essere che anche quest'ultima realtà subirà un invito a modificare le regole interne
se non addiritttura la bocciatura da parte delle Gerarchie della Chiesa (non sarebbe una novità)

ma la Chiesa non si basa sul sentito dire

ma su precise prove (occhio presente a 360°)

grazie [SM=g7958] [SM=g1902224] [SM=g7958]

PS
ho un collega (l'intera famiglia) che vive l'esperienza del CNC, purtroppo in questi giorni è preso al capezzale del caro papà, (...),
ma appena avrà un pò di serenità, gli chiederò qualcosa di più specifico e vi renderò partecipi delle sue risposte

vi saluto in CRISTO RISORTO



Cristianalibera
00lunedì 13 dicembre 2010 11:45
Michele scrive:


PS
ho un collega (l'intera famiglia) che vive l'esperienza del CNC, purtroppo in questi giorni è preso al capezzale del caro papà, (...),
ma appena avrà un pò di serenità, gli chiederò qualcosa di più specifico e vi renderò partecipi delle sue risposte



Ottima idea! [SM=g1902224]
E' sempre giusto sentire anche l'altra campana.


ciao
Veronika
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