Contraddizioni millenarie....

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Knight 01
00mercoledì 9 novembre 2005 13:21
Cerchiamo di riassumere la storia dell’umanità, così come la troviamo scritta sui libri di testo scolastici. Alcuni milioni di anni fa un ramo della famiglia dei primati, l’Australopitecus, intraprende il cammino dell’evoluzione verso una forma di intelligenza e coscienza superiori. Le tappe di questo percorso sono testimoniate dall’anatomia sempre più umana e dal volume del cranio sempre maggiore degli scheletri degli ominidi rinvenuti:
> 2/1,5 milioni di anni fa: Homo Habilis, capacità cranica di 750 cm cubi circa
> 1.500.000/700.000 anni fa: Homo Erectus, capacità cranica di 1200 cm cubi circa
> 300.000/30.000 anni fa: Homo Sapiens:
Homo Sapiens Neanderthalensis, capacità cranica di 1500 cm cubi circa, rimpiazzato dall’Homo Sapiens Sapiens attuale (nella forma originaria di uomo di Cro- Magnon), capacità cranica di 1200 ? 1800 cm cubi circa.
Durante i 2 milioni di anni che formano l’età Paleolitica, gli ominidi sopravvivono di caccia, pesca e raccolta, affinano il linguaggio, l’industria degli utensili in pietra e in legno, imparano ad usare il fuoco. Poi, improvvisamente, in un periodo compreso tra 9000 a.C. e il 4000 a.C. (convenzionalmente suddiviso in età Mesolitica e Neolitica ), l’uomo impara a modificare l’ambiente a suo vantaggio, e il progresso culturale si impenna: si sviluppano agricoltura e allevamento, dal VI millennio a.C. inizia la lavorazione del rame e del bronzo, viene inventata la ruota, infine con la nascita della scrittura si assiste all’alba della storia: nel IV millennio a.C. fioriscono, contemporaneamente, la civiltà egizia e quella sumera, seguite da quella della valle dell’Indo e quella cinese, quindi, attorno al 1500 a.C. sempre indipendentemente le une dalle altre, quelle centro e sud americane.
Secondo il parere di alcuni evoluzionisti, l’esplosione culturale degli antenati dell’uomo è un evento straordinario. La crescita intellettuale degli ominidi è rapidissima: la velocità di accrescimento delle dimensioni del cervello (che raddoppiano in circa 1 milione di anni) supera i normali ritmi di selezione naturale, consoni alla teoria darwiniana, specialmente perché non esiste un fattore ambientale che spinga un animale a sviluppare le facoltà di ragionamento, di espressione artistica, e di astrazione.
La linea evolutiva umana è estremamente confusa e mancante di alcuni anelli di congiunzione: il capostipite, l’Australopitecus, non ha una struttura ossea adatta alla stazione eretta, l’Homo Abilis (di piccola statura e scimmiesco) e l’Homo Erectus (più alto ed umano) sono praticamente contemporanei e non possono quindi stare sulla stessa linea genealogica. L’anatomia dell’uomo moderno si distacca decisamente dagli immediati progenitori . Stupisce particolarmente il fatto che l’uomo di Neanderthal, un ramo estinto della famiglia degli ominidi che risulta contemporaneo a quello di Cro-Magnon e non antenato, avesse una capacità cranica che rientra nella media odierna (sebbene l’intelligenza non sia proporzionale al volume del cervello). Inoltre non si spiegano le distinzioni somatiche tra le varie razze dell’Homo Sapiens che, originario dell’Africa, dovrebbe essere migrato negli altri continenti negli ultimi 30.000 anni, addirittura gli amerindi e gli aborigeni australiani non si sarebbero stanziati prima di 15.000 anni fa.
La scoperta dell’agricoltura, una rivoluzione fondamentale nello sviluppo umano, avvenne quasi contemporaneamente e indipendentemente agli antipodi del pianeta. I primi esperimenti agricoli testimoniati dalla botanica risalgono al 9.500 a.C. circa, e si trovano nei pressi del Lago Titicaca sulle Ande Boliviane, sugli altopiani tailandesi, e sugli altopiani etiopici. Inoltre un precoce inizio interrotto sembra essersi verificato tra il 13.000 e il 10.000 a.C. in Medio Oriente . Le prime civiltà che sorgono sulla terra attorno al 4000 a.C., inaspettatamente, non presentano tracce di evoluzione. I Sumeri compaiono improvvisamente con una società molto complessa e specializzata, con conoscenze di astronomia comparabili con quelle del XIX secolo. La religione e la scienza egizia sono fin dall’inizio pienamente sviluppate, addirittura l’architettura denota una regressione nei secoli. Ancor prima del periodo d’oro delle civiltà orientali, dal 5000 a.C., una cultura sconosciuta esperta in geometria e astronomia, erige in tutta Europa un’infinità di megaliti. La civiltà Maya, dei primi secoli d.C., manifesta uno sconcertante divario tra le conoscenze scientifiche e le realizzazioni tecniche: elaborarono il miglior calendario della storia (dopo il nostro) senza essere capaci di utilizzare la ruota. Gli Incas, il cui impero prosperà fino al 1500, erano capaci di costruire le mura delle loro fortezze con blocchi monolitici che raggiungono il peso di 300 tonnellate. Il quadro che abbiamo davanti è poco coerente, il buon senso suggerisce che ci siamo persi per strada dei pezzi, che forse devono ancora affiorare da sottoterra. Oppure quei pezzi sono già nei musei, ma non sono stati correttamente interpretati
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