Consulta: sì ai tre referendum

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silvercloud87
00mercoledì 16 gennaio 2008 17:45
I 14 giudici costituzionali dicono sì dopo una camera di consiglio di neppure cinque ore
Inutili le ragioni degli avvocati di partiti e comitati contrari ascoltate questa mattina

Consulta: sì ai tre referendum
Cambia il sistema di voto

Il governo deve fissare la data della consultazione tra il 15 aprile e il 15 giugno


ROMA - Con una camera di consiglio brevissima - dalle 11 e 30 alle 16 e 30 con pausa pranzo in mezzo - i quattordici giudici della Corte costituzionale hanno detto sì ai tre quesiti referendari che modificano la legge elettorale.

I primi due quesiti riguardano l'abrogazione dell'assegnazione del premio di maggioranza alle coalizioni, sia alla Camera che al Senato. Questo significa che il premio di maggioranza viene attribuito non più alla coalizione ma al singolo partito che ottiene più voti. E che basta avere una maggioranza relativa, anche magari solo il 20 per cento, per avere maggioranza assoluta in tutto il Parlamento. Questi i quesiti che hanno fatto maggiormente discutere tecnici e costituzionalisti. Contro questi quesiti i piccoli partiti hanno alzato le barricate in questi mesi perchè il fatto che non ci sia più l'obbligo di coalizione li taglia fuori da giochi e allenze.

Il terzo quesito, invece, prevede il divieto di candidarsi, e dunque essere eletto, in più circoscrizioni. La consultazione popolare deve essere ora fissata dal governo tra il 15 aprile e il 15 giugno. Entro il 10 febbraio invece si conosceranno le motivazioni. Top secret al momento anche ogni tipo di indiscrezione sulla camera di consiglio, a cominciare da quanti sono stati i voti a favore e quanti quelli contrari. "E' una decisione della Corte" tagliano corto nel settecentesco palazzo di piazza del Quirinale. I giudici sono quattordici - Vaccarella, che si è dimesso in aprile - non è stato ancora sostituito. Si può solo dire che in caso di parità il voto del presidente Franco Bile vale doppio per arrivare a una maggioranza.

(16 gennaio 2008)
Repubblica.it
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