Consigli per tradurre

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Beatrix1291
00mercoledì 25 agosto 2010 13:55
Ero indecisa se postare questa discussione qui o in "fanfiction" ma al limite si fa spostare.
Dunque, ho aperto questa discussione sostanzialmente per chiedere aiuto.
Sono un paio d'anni che leggo fanfiction in inglese (alcune magari con difficoltà, perchè non me la cavo proprio benissimo con le lingue ma generalmente riesco almeno a capirne il senso!xD) ma solo quando ho cominciato a scrivere anch'io ho pensato di poterne tradurre qualcuna di quelle più semplici che ho letto e mi sono piaciute per postarle su EFP.
A fare il contrario (cioè tradurre le mie storie in inglese) naturalmente non ci penso proprio perchè non saprei da dove cominciare, ma dall'inglese all'italiano speravo di poterci riuscire.
Il problema è questo: quando inizio a tradurre qualcosa, di primo impatto mi viene una traduzione letterale che si capisce ma in italiano fa schifo. Quando però cerco di aggiustare la frase, da un lato mi sembra di modificarla troppo rispetto all'originale e dall'altro continua a stonare la forma sintattica.
In altre parole, ho imparato che leggere in inglese e tradurre dall'inglese non sono proprio la stessa cosa!xD
Così sono venuta a chiedere aiuto a voi che traducete più o meno abitualmente: avete qualche dritta da darmi? Qualche consiglio per superare questo problema? Qualche suggerimento/trucchetto etc.?
E ancora, sarebbe sensato far betare le traduzioni che scrivo? Magari un punto di vista esterno mi aiuterebbe (da premettere, quando scrivo io non ho simili problemi, cioè, le mie frasi suonano tutte abbastanza bene!xD), o a quel punto sarebbe meglio affidare direttamente la traduzione a qualcun'altro?xD
Grazie mille a chiunque mi risponderà! :)
Makichan
00mercoledì 25 agosto 2010 16:19
Ti odio :|
XD

Hai riportato il dilemma del traduttore di professione.
In realtà ci sono miliardi di modi differenti di tradurre e ogni scuola porterà acqua al suo mulino.
Ci sono traduzioni ufficiali che cercano di riportare la metrica della poesia, ce ne sono altre che riportano il significato, ci sono traduzioni letterali, etc etc.
In realtà quando uno traduce una storia deve "adattarla" alla lingua.
È naturale che alcune cose si perdano.
Ad esempio, in inglese si possono usare molte più ripetizioni che non in italiano. Io quando traduco tendo a eradicare almeno il 90% delle medesime.
Non mi pare, per questo, di tradire il testo XD

Una cosa: tradurre significa usare la stuttura corretta della lingua di destinazione. Se hai una strana struttura sintattica in italiano, significa che la tua traduzione è errata. La grammatica non deve "essere uguale" fra le due lingue, ma deve assolvere alla medesima funzione.
Per dire, "She was going to Paris when..." non puoi certo tradurlo con "era andando".
Il primo indizio di una traduzione errata è proprio la sintassi barcollante. Devi usare quella della TUA lingua, non quella di partenza.

Altra cosa: per forza di cose la traduzione di un romanzo o di uno scritto letterario è necessariamente un adattamento. Più o meno fedele, ma sempre adattamento. Non devi temere di allontanarti (UN PO') dal punto di partenza, ma non devi neanche stravolgerlo.

FIne pippone da traduttore disoccupato U_U
Beatrix1291
00mercoledì 25 agosto 2010 18:19
Grazie mille, mi hai un po' rassicurata sullo stravolgere la struttura sintattica della frase, ora vado un po' più tranquilla!xD
Per il resto, mi sono resa conto di non poter mantenere delle belle espressioni che leggo semplicemente perchè, in italiano, non rendono. Questo è un peccato, ma non credo si possa fare diversamente perchè, in effetti, credo che quando scriviamo tentiamo di farlo nella miglior maniera possibile per quella lingua e senz'altro ci rimettono le traduzioni...
Un'altra difficoltà che sto avendo è resistere alla tentazione di "contaminare" il testo con il mio stile. Ad esempio, io ho la tendenza a scrivere gli aggettivi in coppia (due aggettivi che hanno lo stesso significato!xD). Quando ho dovuto scrivere un po' "liberamente" un pezzo, mi è venuta la tentazione di mettere, al posto di un solo aggettivo, due. Poi mi sono accorta che non era questo che l'autore aveva fatto. Stesso discorso per la punteggiatura etc...
Erena-chan
00venerdì 27 agosto 2010 23:32
Ecco quello che penso io^^

Ti riporto un passo che trovo esplicativo...

Io ho un metodo particolare per tradurre: me ne strafotto abbastanza della traduzione letterale. Cerco di entrare nello spirito del testo e, attraverso di esso, cerco addirittura di entrare nello spirito di chi l'ha scritto.
[...]
Benedetto Croce distingueva in due categorie le traduzioni. Diceva che c’erano quelle “brutte e fedeli” e quelle “belle e infedeli” e io, di fronte a quello che considero bello, sono disposto ai più sordidi tradimenti.
(Fabrizio de André)



Riassume quello che io penso sulle traduzioni. Ho spesso sentito di ottimi traduttori che tentavano di riprodurre una traduzione il più possibile fedele all’originale. Io capisco benissimo questi autori, ma non mi piace il modo in cui pensano.

Una traduzione non è un cambio di valuta. Andare la una quantità in euro ad una quantità in dollari o yen è un processo statico. Non ci sono sentimenti. E’ un procedimento materiale, economico, matematico.
Ma la traduzione non è un processo economico, almeno non la traduzione amatoriale e sinceramente non credo che lo sia neanche la traduzione ufficiale.

Quando leggi un testo in qualunque lingua, tra le righe senti un… messaggio nascosto. Che ti tocca, ti fa sgranare gli occhi e ti fa venir voglia di leggere quelle poche righe tante, tante volte. E allora non c’è più distinzione tra le lingue, perché ciò che ti ha colpito è lo spirito della storia che non è espresso in parole, ma in… sensazioni.

Forse è chimica, forse è fisica, forse è il cervello che va in tilt per qualche secondo… ma io non lo credo. La voce del cuore non può essere un semplice prodotto di uno scontro tra estradiolo e progesterone [che talaltro, non si dovrebbero neppure mischiare tra loro] . E’ qualcosa di più altrimenti non ci sarebbe alcun motivo per non tradurre ogni singola storia presente su ogni archivio di storie [o libreria straniera].

In verità non ci sarebbe motivo di tradurre: sarebbe come cambiare il mio penny con il penny della mia vicina. Un penny non cambia. Un penny è una moneta uguale a mille altre, e rimane una moneta esattamente identica alla sue consorelle fino d essere aggredita dalla ruggine, e ridotta ad un bruscolo di rame senza alcun valore.
Ma una storia non è uguale a mille altre, ognuna ha il suo spirito e le sue lacune, i suoi pregi e i suoi errori.

Per questo per me è inutile una traduzione il più possibile fedele all’originale. Una traduzione non deve limitarsi a tradurre I was a simple girl in italiano. E grazie tante, allora. Per quello c’è Google Translater.

[Il tutto è tratto da un mio piccolo saggio [?!] sulle traduzioni]


Sarà anche un punto di vista sbagliato, il mio, ma... la penso così ^^
Makichan
00sabato 28 agosto 2010 00:04
Il problema è che si deve stare attenti: sei proprio certo che l'autore volesse trasmettere QUEL sentimento e non un altro?
Chi ti dice che tu stia trasmettendo quello che voleva l'autore e non altro?

Comunque quella di de Andrè, col bene che gli voglio, è una delle teorie di traduzione peggiori esistenti XD
Non per cattiveria, ma per il dubbio esposto sopra.
E' uno stravolgere lo stile dell'autore di partenza, anche uno stupro. Se avesse voluto uno stile differente, avrebbe scritto differentemente lui per primo.

L'abilità sta nel non "violentare" il lavoro ed al contempo rendere in toto ciò che l'autore voleva trasmettere.
L'equilibrio.
Il traduttore deve fare attenzione a non mettere il suo stile al posto di quello dell'autore, altrimenti magari sarà anche un poeta o un narratore, ma certo un traduttore non buono (senza offesa per nessuno, eh!).
(Infatti De Andrè era artista e non traduttore, per dire...)

PS: ovviamente, per le poesie il discorso è diverso e non mi ci addentro neanche XD

EDIT: è come se un betareader mi rimandasse la storia riscritta. Non è più la mia e se la può tenere lui nel cassetto. E' sbagliato. E' scorretto. Chi sei tu per ergerti al di sopra di ciò che l'autore voleva? Nessuno, quindi non farlo [SM=g27993] (discorso generico non rivolto ad Erena in particolare XD)

EDIT 2: il discorso di De andré lo si può fare nel campo poetico e se si è già traduttori consapevoli. Inizialmente seguirlo significa perdere ogni possibilità di diventare un traduttore anche solo vagamente decente.
Le prime cose che ti insegnano in traduzione (latina, greca, inglese, francese e della lingua che volete voi) è che all'inizio si deve rispettare in toto la struttura del brano. All'inizio. Poi assumi una certa manualità e capacità (chiamasi "esercizio") e puoi iniziare con un tipo di traduzione meno letterale e più libero.
L'importante è non diventare troppo liberi, altrimenti si ricade nel discorso del beta che ti riscrive la storia (e se un beta lo facesse a me, io gli spaccherei la faccia, per dire. Perché sono un'autrice dolce e pucciosa XD).
La figura del traduttore è marginale, DEVE esserlo.
Il traduttore non è nessuno, è un mezzo. I sentimenti del traduttore non servono, servono le sue capacità linguistiche.
È la grande differenza fra un traduttore e uno scrittore a tutto tondo :)

Se uno è alle prime armi, non si lasci abbagliare da quello che piace a lui. Non segua il SUO stile. Questo è il primo, tragico errore di proporzioni bibliche.
Segua la struttura, segua il modo di scrivere del narratore VERO.
Chi è il narratore?
L'autore o il traduttore?
L'autore, senza dubbio. Il traduttore deve semplicemente raggiungere quel punto di equilibrio in cui le due lingue - con le loro differenti strutture - siano bilanciate fra traduzione letterale e libera.
Erena-chan
00sabato 28 agosto 2010 00:30
Re:
Makichan, 28/08/2010 0.04:

Il problema è che si deve stare attenti: sei proprio certo che l'autore volesse trasmettere QUEL sentimento e non un altro?
Chi ti dice che tu stia trasmettendo quello che voleva l'autore e non altro?
L'abilità sta nel non "violentare" il lavoro ed al contempo rendere in toto ciò che l'autore voleva trasmettere.
L'equilibrio.
Il traduttore deve fare attenzione a non mettere il suo stile al posto di quello dell'autore, altrimenti magari sarà anche un poeta o un narratore, ma certo un traduttore non buono (senza offesa per nessuno, eh!).
(Infatti De Andrè era artista e non traduttore, per dire...)

EDIT: è come se un betareader mi rimandasse la storia riscritta. Non è più la mia e se la può tenere lui nel cassetto. E' sbagliato. E' scorretto. Chi sei tu per ergerti al di sopra di ciò che l'autore voleva? Nessuno, quindi non farlo [SM=g27993] (discorso generico non rivolto ad Erena in particolare XD)



Dillo che era rivolto a me, dillo!
xD


Comunque, non intendevo dire "ebbè, questa parte non mi piace e allora la cambio come voglio io", ma era " Hum, in italiano questa frase non rende. Se cambio quel sostantivo con un sinonimo, cosa succede?".

Poi è ovvio che se voglio riscrivere una storia di mio pugno, me la .... ehm... scriverei da sola, appunto xD
E' più facile mandare una mail all'autore e chiedere se posso ispirarmi alla sua saga/storia/oneshot/qualsiasicosa per realizzare una mia spin-off [C'è anche da vedere se l'autore è d'accordo o meno, ma saltiamo questa parte xD]

E poi... hum, non mi è mai capitato di NON capire il messaggio di un autore, sia che leggessi in italiano o in inglese o in francese o spagnolo o russo. A dir la verità, sarà anche capitato durante la lettura di fraintendere qualche punto, ma quando traduco sto molto, molto più attenta e sono capace di chiedere direttamente all'autore consigli/pareri/delucidazioni se ho qualche dubbio xD

[Sono una piaaaaga]

Poi non so... ovviamente non si deve cercare il pelo nell'uovo. Cioè, se una traduzione pedissequa si regge benissimo da sola non vedo perché dovrei intervenire con la mia intelligenza da triceratopo. Quando invece NON si può rendere una frase allo stesso modo... non mi vergogno di dire di aver utilizzato sinonimi a go-go.

La verità è che la lingua non è acqua. Ogni lingua ha le sue particolari caratteristiche e i suoi vari modi di dire che non sempre possono essere resi così come sono nella traduzione. C'è sempre un piccolo lavoro di adattamento.

E' il caso di, non so, It's raining cats and dogs. Noi lo traduciamo con Piove a catinelle, ma non per questo ho cambiato il senso del proverbio. Ovviamente con testi lunghi il discorso si fa molto più complicato, ed quello che ho riportato prima è solo un esempio.

Però quello è un grosso dilemma: quando ti trovi di fronte ad un idioma che NON può essere tradotto/non riesci a rendere bene, cosa puoi fare? Lasciarlo anche leggermente criptico nella tua lingua, o provare a cambiarlo leggermente e vedere cosa ne esce fuori?

[Papiro mode ON!]






Makichan
00sabato 28 agosto 2010 00:35
Re: Re:
Erena-chan, 28/08/2010 0.30:

Makichan, 28/08/2010 0.04:

Il problema è che si deve stare attenti: sei proprio certo che l'autore volesse trasmettere QUEL sentimento e non un altro?
Chi ti dice che tu stia trasmettendo quello che voleva l'autore e non altro?
L'abilità sta nel non "violentare" il lavoro ed al contempo rendere in toto ciò che l'autore voleva trasmettere.
L'equilibrio.
Il traduttore deve fare attenzione a non mettere il suo stile al posto di quello dell'autore, altrimenti magari sarà anche un poeta o un narratore, ma certo un traduttore non buono (senza offesa per nessuno, eh!).
(Infatti De Andrè era artista e non traduttore, per dire...)

EDIT: è come se un betareader mi rimandasse la storia riscritta. Non è più la mia e se la può tenere lui nel cassetto. E' sbagliato. E' scorretto. Chi sei tu per ergerti al di sopra di ciò che l'autore voleva? Nessuno, quindi non farlo [SM=g27993] (discorso generico non rivolto ad Erena in particolare XD)



Dillo che era rivolto a me, dillo!
xD


Comunque, non intendevo dire "ebbè, questa parte non mi piace e allora la cambio come voglio io", ma era " Hum, in italiano questa frase non rende. Se cambio quel sostantivo con un sinonimo, cosa succede?".

Poi è ovvio che se voglio riscrivere una storia di mio pugno, me la .... ehm... scriverei da sola, appunto xD
E' più facile mandare una mail all'autore e chiedere se posso ispirarmi alla sua saga/storia/oneshot/qualsiasicosa per realizzare una mia spin-off [C'è anche da vedere se l'autore è d'accordo o meno, ma saltiamo questa parte xD]

E poi... hum, non mi è mai capitato di NON capire il messaggio di un autore, sia che leggessi in italiano o in inglese o in francese o spagnolo o russo. A dir la verità, sarà anche capitato durante la lettura di fraintendere qualche punto, ma quando traduco sto molto, molto più attenta e sono capace di chiedere direttamente all'autore consigli/pareri/delucidazioni se ho qualche dubbio xD

[Sono una piaaaaga]

Poi non so... ovviamente non si deve cercare il pelo nell'uovo. Cioè, se una traduzione pedissequa si regge benissimo da sola non vedo perché dovrei intervenire con la mia intelligenza da triceratopo. Quando invece NON si può rendere una frase allo stesso modo... non mi vergogno di dire di aver utilizzato sinonimi a go-go.

La verità è che la lingua non è acqua. Ogni lingua ha le sue particolari caratteristiche e i suoi vari modi di dire che non sempre possono essere resi così come sono nella traduzione.

E' il caso di, non so, It's raining cats and dogs. Noi lo traduciamo con Piove a catinelle, ma non per questo ho cambiato il senso del proverbio. Ovviamente con testi lunghi il discorso si fa molto più complicato, ed quello che ho riportato prima è solo un esempio.

Però quello è un grosso dilemma: quando ti trovi di fronte ad un idioma che NON può essere tradotto/non riesci a rendere bene, cosa puoi fare? Lasciarlo anche leggermente criptico nella tua lingua, o provare a cambiarlo leggermente e vedere cosa ne esce fuori?

[Papiro mode ON!]










Ma allora stiamo dicendo la stessa cosa, anche se non sembrava XD
Io non dico di tradurre pedissequamente, ma se uno dice che NON SA tradurre (perché gli mancano le basi di traduzione, fondamentalmente) non gli dico di seguire il sentimento, quanto di rendere in italiano corretto il testo XD
Infatti io parlavo di "adattamento": ogni traduzione lo è. Come i gatti, i cani e le catinelle :D
Cito me stessa:
Makichan, 25/08/2010 16.19:


In realtà quando uno traduce una storia deve "adattarla" alla lingua.
È naturale che alcune cose si perdano.



Forse Erena tu pensi troppo con lo schema di persona che ha GIA' i meccanismi. Se qualcuno ammette candidamente (e giustamente, dato che non si nasce imparati) di non averli acquisiti, io gli dico quali errori andrebbero evitati, in un senso e nell'altro. Perché sia la traduzione letteraria sia quella troppo libera sono errori [SM=g27985]
Non me la sentirei mai di dire a un principiante assoluto di badare al sentimento. Gli direi "bada a rendere in italiano corretto e corrente le parole dell'autore, senza stravolgere stile o messaggio" [SM=g27987]
Ma forse è perché sono abituata a spiegare cose assurde a persone che non hanno alba di ciò di cui parlo [SM=g27993]

Il tuo discorso non è sbagliato oggettivamente, ma è sbagliato per uno che non ha le basi, ecco :D
Erena-chan
00sabato 28 agosto 2010 00:41
Re: Re: Re:
Makichan, 28/08/2010 0.35:


Ma allora stiamo dicendo la stessa cosa, anche se non sembrava XD
Io non dico di tradurre pedissequamente, ma se uno dice che NON SA tradurre (perché gli mancano le basi di traduzione, fondamentalmente) non gli dico di seguire il sentimento, quanto di rendere in italiano corretto il testo XD
Infatti io parlavo di "adattamento": ogni traduzione lo è. Come i gatti, i cani e le catinelle :D



[E' De Andrè che depistava XD]

Se uno non sa tradurre voglio proprio vedere come può rendere il Third Conditional o i vari costrutti inglesi, che dicono una cosa ma che in itlaiano è tutt'altra struttura XD

Makichan
00sabato 28 agosto 2010 00:46
Re: Re: Re: Re:
Erena-chan, 28/08/2010 0.41:



Se uno non sa tradurre voglio proprio vedere come può rendere il Third Conditional o i vari costrutti inglesi, che dicono una cosa ma che in itlaiano è tutt'altra struttura XD




Si blocca, ci sbatte la testa, chiede consiglio, ma alla fine ne viene fuori :D

(ma io il Third Conditional non lo trovo difficile da tradurre in italiano [SM=g27993] "Se non avesse piovuto, sarei andato al mare.")
Erena-chan
00sabato 28 agosto 2010 14:04
Re: Re: Re: Re: Re:
Makichan, 28/08/2010 0.46:



Si blocca, ci sbatte la testa, chiede consiglio, ma alla fine ne viene fuori :D

(ma io il Third Conditional non lo trovo difficile da tradurre in italiano [SM=g27993] "Se non avesse piovuto, sarei andato al mare.")




Il third C. è il mio grande blocco mentale :D A scuola, la professoressa me lo fece odiare perché, al posto di aiutarmi a superare il mio deficit, mi ci faceva sbattere la testa finquando non l'ho imparato per pura disperazione... forse aveva ragione lei, ma quando prendevo ottimi punteggi ai classtest e mi vedevo mettere cinque perché il T.C. lo sbagliavo sempre, non era granché incoraggiante xD Però alla fine l'ho imparato, a costo di umiliazioni continue in classe XD
E dire che io non ho mai avuto problemi in inglese. Mi viene naturale sciverlo e parlarlo, ma il third conditional, che debba tradurlo o formularlo in inglese, sarà sempre il mio tallone d'Achille :D


Makichan, 28/08/2010 0.35:

Forse Erena tu pensi troppo con lo schema di persona che ha GIA' i meccanismi. Se qualcuno ammette candidamente (e giustamente, dato che non si nasce imparati) di non averli acquisiti, io gli dico quali errori andrebbero evitati, in un senso e nell'altro. Perché sia la traduzione letteraria sia quella troppo libera sono errori [SM=g27985]
Non me la sentirei mai di dire a un principiante assoluto di badare al sentimento. Gli direi "bada a rendere in italiano corretto e corrente le parole dell'autore, senza stravolgere stile o messaggio" [SM=g27987]
Ma forse è perché sono abituata a spiegare cose assurde a persone che non hanno alba di ciò di cui parlo [SM=g27993]

Il tuo discorso non è sbagliato oggettivamente, ma è sbagliato per uno che non ha le basi, ecco :D



Lo so, credo tu abbia ragione :D
Semplicemente non vedo il motivo secondo cui una persona che NON ha i meccanismi dovrebbe mettersi a tradurre fanfiction.
Attenzione, parlo di fanfiction, nel senso "Perché dovrebbe mettere le mani sul lavoro altrui senza cognizione di causa?"

Forse hai ragione, penso troppo come una persona che qualcosina sa, ma anche quando ero ancora alle prime armi, anche più di adesso, non mi è mai venuto in mente di mettermi a tradurre lavori altrui. A scuola ho preso i miei bravi testi per principianti -o me li hanno assegnati-, li ho tradotti, ho imparato tutto quello che mi hanno saputo dare e tutto quello che ho potuto insegnarmi da sola e POI mi sono dedicata alla traduzione amatoriale[Per modo di dire].
Boh, poi non so. Forse sbaglio io :D
Beatrix1291
00sabato 28 agosto 2010 14:21
Ok, forse ho capito!xD Adattare ma non interpretare. Insomma, dovrebbe essere così, no?
Per quanto riguarda l'inesperienza, io un po' di inglese lo parlo e lo scrivo (ci mancherebbe altro, non è che da un giorno all'altro mi sono alzata pensando: ora mi meto a tradurre senza sapere nemmeno quello che leggo!xDD) e non mi riferivo ad inesperienza per quanto riguarda la lingua ma per quanto riguarda le traduzioni. Inoltre, stavo soltanto facendo una prova per vedere se ero anche in grado di tradurre una fanfiction oltre ai soliti "testi di prova" ma non mi sognerei mai di mettere online una traduzione fatta tutta male, priva delle più elementari strutture grammaticali italiane o, peggio, che stravolge completamente una storia!xDD
Però credo che l'unico modo per imparare proprio a tradurre storie sia fare pratica...
Per quanto riguarda il "cogliere il senso della storia e tradurre liberamente" beh, sarò scema io, ma anche quando credo di aver capito cosa vuole dire un autore, non mi azzarderei mai a tradurre secondo questa mia "ispirazione" perchè mi rimarrebbe sempre il dubbio di aver frainteso il messaggio... [SM=g27994] ed in effetti mi viene più naturale pensare che il traduttore debba essere l'invisibile punto di contatto tra il lettore e l'autore e non che debba interpretare l'autore. Penso che le traduzioni vengano fatte perchè una determinata storia (libro o fanfiction) possa essere accessibile anche ad un pubblico che non parla quella lingua e non perchè le opere possano essere filtrate attraverso un'altra coscienza...
Erena-chan
00sabato 28 agosto 2010 14:26
Re:
Beatrix1291, 28/08/2010 14.21:

Ok, forse ho capito!xD Adattare ma non interpretare. Insomma, dovrebbe essere così, no?
Per quanto riguarda l'inesperienza, io un po' di inglese lo parlo e lo scrivo (ci mancherebbe altro, non è che da un giorno all'altro mi sono alzata pensando: ora mi meto a tradurre senza sapere nemmeno quello che leggo!xDD) e non mi riferivo ad inesperienza per quanto riguarda la lingua ma per quanto riguarda le traduzioni. Inoltre, stavo soltanto facendo una prova per vedere se ero anche in grado di tradurre una fanfiction oltre ai soliti "testi di prova" ma non mi sognerei mai di mettere online una traduzione fatta tutta male, priva delle più elementari strutture grammaticali italiane o, peggio, che stravolge completamente una storia!xDD
Però credo che l'unico modo per imparare proprio a tradurre storie sia fare pratica...



Yeppp!
Hai inteso perfettamente il messaggio [il mio, almeno].
esatto, il modo migliore per imparare è fare prtica ed avere pazienza^^
Almeno è successo così alla sottoscritta: la prima traduzione he ho fatto era buona ma non granché, però ho continuato a tradurre e quando ho visto che era diventato più pacile passare da una loingua all'altra ho aggiustato il primto testo e l'ho pubblicato^^

Makichan
00sabato 28 agosto 2010 15:34
Re: Re:
Erena-chan, 28/08/2010 14.26:

Beatrix1291, 28/08/2010 14.21:

Ok, forse ho capito!xD Adattare ma non interpretare. Insomma, dovrebbe essere così, no?
Per quanto riguarda l'inesperienza, io un po' di inglese lo parlo e lo scrivo (ci mancherebbe altro, non è che da un giorno all'altro mi sono alzata pensando: ora mi meto a tradurre senza sapere nemmeno quello che leggo!xDD) e non mi riferivo ad inesperienza per quanto riguarda la lingua ma per quanto riguarda le traduzioni. Inoltre, stavo soltanto facendo una prova per vedere se ero anche in grado di tradurre una fanfiction oltre ai soliti "testi di prova" ma non mi sognerei mai di mettere online una traduzione fatta tutta male, priva delle più elementari strutture grammaticali italiane o, peggio, che stravolge completamente una storia!xDD
Però credo che l'unico modo per imparare proprio a tradurre storie sia fare pratica...



Yeppp!
Hai inteso perfettamente il messaggio [il mio, almeno].
esatto, il modo migliore per imparare è fare prtica ed avere pazienza^^
Almeno è successo così alla sottoscritta: la prima traduzione he ho fatto era buona ma non granché, però ho continuato a tradurre e quando ho visto che era diventato più pacile passare da una loingua all'altra ho aggiustato il primto testo e l'ho pubblicato^^





Ha capito entrambe =D
CMQ io non parlavo di non conoscere la lingua, sia ben chiaro...
Purtroppo però conoscere la lingua non basta...
Cioè, fra saper parlare una lingua e tradurla c'è di mezzo il mare :)
Conosco persone italiane che sanno parlare un ottimo inglese che, però, non sanno tradurre perché non hanno un altrettanto ottimo italiano, per dire :D

Io capisco il desiderio di tradurre una storia pur non avendo le basi di traduzione.
C'è il desiderio di farla conoscere, di trasmetterla!
In fondo tradurre è anche questo, se fatto a livello amatoriale. Certo, la prima non sarà forse una traduzione degna di questo nome, ma serve per migliorarsi e far conoscere l'autore originale o la storia.
Per dire, io sono felice che ogni tanto qualcuno mi chieda da dove provenga la citazione che ho nella firma, e quella è una traduzione. A braccio, fatta secoli fa, ma sempre traduzione. Già quella frase assolve al mio bisogno di comunicazione che mi ha spinta a studiare LCO :D
jaybree88
00venerdì 1 ottobre 2010 13:00
Scusate, se riapro una discussione che forse consideravate conclusa, ma passavo di qua e ormai ho letto, e la bocca proprio non la so tenere chiusa (o forse non so fermare le mani), su un argomento che tocca tanto. Avete detto delle cose sacrosante ma forse la 'conclusione':

Ok, forse ho capito!xD Adattare ma non interpretare.

è un tantinello sbagliata, no?

Una traduzione è sempre un'interpretazione, a prescindere dal fatto che qui si parla di scrittura e traduzione amatoriale - non si deve forse al lettore lo stesso rispetto che gli si deve quando si tratta di traduzioni professionali?
Il traduttore è un filtro, non può e non credo debba restare invisibile. Anche nella traduzione più letterale c'è sempre una traccia del soggetto che ha tradotto - per questo dodici testi, dati a dodici diversi traduttori, avranno dodici diverse traduzioni, ma probabilmente sono tutte e dodici corrette.

Beatrix, un consiglio da una che ci prova da un po': quando traduci non pensare a quanto 'fedele' devi essere, rispetta il testo e l'autore, fai tentativi, chiedi consiglio all'autore stesso (se si può fare), ma non dimenticare che devi ri-scrivere un testo italiano, scorrevole e comprensibile in italiano. Non bisogna essere né Google Translator, né all'opposto Catullo che riscrive Saffo, o De André che riscrive Bob Dylan.
Ti consiglio un saggio, secondo me, illuminante: Metaphors for Translators di J. Green, non è difficile da capire e oltre che esserti utile potrebbe anche piacerti.
Makichan
00venerdì 1 ottobre 2010 13:10
Re:
jaybree88, 01/10/2010 13.00:

Avete detto delle cose sacrosante ma forse la 'conclusione':

Ok, forse ho capito!xD Adattare ma non interpretare.

è un tantinello sbagliata, no?
Non bisogna essere né Google Translator, né all'opposto Catullo che riscrive Saffo, o De André che riscrive Bob Dylan.




Il fatto è che lei con "interpretazione" parlava di "riscrittura" o, almeno, questo era ciò che traspariva ;)

Mi pare che stiamo dicendo tutte la stessa cosa [SM=g27985]
jaybree88
00venerdì 1 ottobre 2010 13:40

Il fatto è che lei con "interpretazione" parlava di "riscrittura" o, almeno, questo era ciò che traspariva ;)

Mi pare che stiamo dicendo tutte la stessa cosa



Beh, sì in pratica, sì.

Era giusto per precisare ... [SM=g27985] (e perché ho un maledetto vizio, la pignoleria sui termini ... )
!Damia76!
00lunedì 4 ottobre 2010 11:42
Io e un paio di altre traduttrici (Sirius e Mirtilla) cerchiamo sempre di andare a senso, di rendere l'idea più che le parole esatte. Cosa non sempre così facile da fare.
Per non parlare dei giochi di parole. Per una fic di Sirius siamo rimaste bloccate una settimana su UNA parola prima di riuscire a scavare qualcosa per rendere la battuta. E ovviamente abbiamo dovuto cambiare non di poco, ma la scelta era: letterale o il senso? Abbiamo optato per la seconda...
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