kamo58
00sabato 4 giugno 2005 23:35
Tempo fa, scrissi queste considerazioni, dopo varie esperienze in frequentazioni di forum, abbastanza litigiosi. Vi invito a mettere anche le vostre, di esperienze ed osservazioni sul fenomeno.
Il Dio Mouse e sua sorella Rete
(considerazioni di una forumista)
Ci fu un tempo in cui Dio creò l’universo, immenso ed eterno, creò la Terra ed ogni piccolo essere su di essa, infine creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, almeno così si dice in giro.
L’uomo non contento, cominciò a sentirsi Dio a sua volta e decise di creare e creare, ovvero far danni e distruggere, ma lui poverino non lo sapeva….
Per prima cosa si inventò gli dei, capricciosi, minacciosi onnipotenti, poi decise che Zeus ed i suoi strali, non erano poi così credibili.
Di tentativo in tentativo ha sempre cercato qualcosa da adorare, qualcosa su cui riversare le proprie frustrazioni, qualcosa o qualcuno a cui addossare le colpe delle proprie debolezze e fragilità.
Un giorno non lontano creò Il Mouse.
Piccolo oggetto di culto, forma rotondeggiante, un codino finale che nella evoluzione Darwiniana è ormai un lontano ricordo.
Per lui sono state coniate parole un tempo inesistenti, click e cliccare novelle giaculatorie che aiutano noi miseri umani ad incamminarci nel difficile sentiero della vita.
Tasto destro, tasto sinistro come un balletto cadenzato, ci affanniamo ad aprire e chiudere finestre.
Occhi che spiano, leggono, viaggiano, lavorano, in una parola: vivono.
La Rete, ultima poderosa invenzione umana, ti permette viaggi da sballo, non ha effetti collaterali, non spendi una fortuna, non sei costretto a disintossicarti (forse), non fumi, non ti buchi, ma sballi, oh se sballi!
Premi un bottone, aspetti che si carichino i programmi, li maledici per la lentezza, maledici il tuo dio Pc, in una certa forma di bestemmia e blasfemìa: c’è sempre un Dio da adorare e maledire.
Eccola lì l’icona moderna, quella che pur restando seduto davanti al tuo dio, ti permette di abbattere tutti i muri che ti rinchiudono, ti senti a tua volta Dio.
Una piccola E, blu intenso, ha l’aureala intorno alla testa, forse un novello angelo che ci risucchia e ci porta in mondi sconosciuti, basta il gesto giusto, la parolina magica: “click” e tu cominci lo sballo.
Il tuo capo ti perseguita? hai la luna storta? Il pargolo che urla e che ti assilla, il Dio Mouse ti esaudisce, tu chiedi, lui esegue, tu ti senti onnipotente.
Entri in un mondo nuovo, decidi che ti piace, ti inventi un nuova identità, quello che vorresti essere. Nessuno dall’altra parte, saprà mai cosa pensi, come soffri, gioisci od odi, nessuno mai conoscerà il tuo volto, ti giudicherà per il tuo aspetto, per il tuo carattere, perché tu l’inventerai, deciderai di volta in volta chi vuoi essere, come vuoi essere, se poi ti stanchi un click e sei scomparso, te ne vai. Nessuno mai si chiederà perché, dove sei, non devi neanche sbattere la porta. Scompari così istantaneamente, pronto a ricominciare con una nuova personalità, un nuovo nome, una nuova identità in un altro mondo ancora e così via, senza spazio e senza tempo.
Perché ci affascina tanto il dialogare in rete? Difficile dirsi, forse perché è più facile e divertente parlare con qualcuno che è un’entità indefinita, ma che tu costruisci secondo i tuoi gusti, le tue aspettative, lo fai un po’ diventare “l’amico invisibile” della tua infanzia.
Tu scrivi su uno schermo piatto, vuoto e pulito. Lo riempi di lettere che pian piano formano parole, formulano pensieri, hai i tuoi tempi, nessuno ti incalza, nessuno ti obbliga a sorridere stupidamente, come nel mondo reale. Rispondi, con i tuoi tempi, rifletti, ragioni, ponderi, oppure ti fai afferrare dall’impulsività. In fondo tu sei sempre lì, alla fine ogni tuo difetto, ogni tuo pensiero, escono dalla tua testa, e si riversano nello schermo. Puoi giocare, puoi recitare un personaggio, ma una piccola o grande parte di te, sarà sempre in mezzo alle tue parole.
Perché ci si insulta e litiga più facilmente che nella vita reale?
Perché non hai nessuno davanti, non vedi il suo volto, la sua espressione, non capisci i suoi stati d’animo, non serve a nulla mettere le faccine, surrogati emozionali, tu interpreti l’altro come una proiezione di te stesso, magari ci leggi quella parte di te che odi, oppure quel qualcuno che è totalmente diverso dai tuoi modelli, lo odi perché è estraneo a quello che ti sei costruito nella mente, è diverso dai tuoi ideali, dalle tue convinzioni. Questo succede anche nella vita reale, in rete si ingigantisce. Con una persona davanti si è portati alla diplomazia, alla buona condotta ed educazione, anche se la nostra indole non corrisponde affatto a questi canoni. In rete si è liberi di dire e sparlare di tutto, tanto nessuno sa chi sei, ti può veramente giudicare, l’anonimato ti protegge, puoi liberare i tuoi istinti peggiori, tanto che importa se offendi l’altro. Chi è poi l’altro, se non un nick, un nome inventato, non sai nulla della sua vita, magari potrebbe essere il tuo capo, il tuo peggior nemico, potrebbe anche invece essere la persona più vicina a te ma tu ignorando tutto ciò, fai uscire il tuo vero essere. C’è l’aggressivo, il remissivo, l’ipocrita, l’opportunista, il leale, l’amico vero, l’indeciso, l’insicuro. In rete ci vuole molta osservazione ed introspezione, per comprendere almeno in parte chi hai davanti.
Se poi quella persona l’incontri realmente, ti senti imbarazzato, come non l’avessi mai conosciuto, anche se in realtà hai più contatti con lui che con alcuni tuoi familiari. Te l’eri immaginato diverso attraverso i suoi scritti, perché mancavano le espressioni, i toni di voce, il suo volto. Allora mentre l’osservi nelle presentazioni, cerchi di ritrovare quella parte che conosci, quella alla quale hai confidato ogni tuo singolo pensiero, hai raccontato tanto di te. Ora ti intimidisce, lo vedi come uno sconosciuto, quasi ti penti di esserti svelato e scoperto così, in fondo quella persona ma chi è realmente?
Altro fenomeno il gruppo di appartenenza. In fondo i forum internettiani sono come le tribù ancestrali. Scatta un meccanismo psicologico dell’uomo primitivo, difendi la tua appartenenza, un tempo con le lance, ora con le parole.
Appena arriva il “forestiero” quello nuovo, un nick mai ancora visto, la prima reazione e cercare il branco, il tuo gruppo, è l’estraneo la minaccia alla serenità della tua tribù.
Non siamo più ai tempi dell’uomo Erectus, siamo alle soglie del nuovo millennio, cerchiamo così di appellarci a tutte le regole della buona convivenza, regole che basta un soffio di vento improvviso, per cadere miseramente a terra.
Si cade in basso, sempre più in basso, ci si dimentica di essere uomini intelligenti, laureati, con buone posizioni sociali e si torna ad essere guerrieri del paleolitico.
C’è poi la conquista di territori altrui. Come un tempo scoppiavano guerre per la conquista della terra più ospitale e fertile, dove il cibo era più abbondante, ora si combattono le guerre per la conquista dei forum altrui. Si entra come uno sciame di api impazzite, alla conquista di quello spazio nuovo.
I guerrieri insultano, cercano di sgomitare per allargare la propria conquista, poco importa che l’altro “esercito” cerchi di difendere il proprio territorio. Si combatte a suon di insulti, parolacce ed accuse reciproche, in un crescendo di maleducazione e malcostume, in un precipitare vorticosamente nell’abisso dell’ignoranza.
I guerrieri combattono, non rispettano, distruggono non conservano, impongono le loro leggi, non rispettano quelle altrui, battendosi sul petto i pugni, come gorilla impazziti.
Poi la battaglia si calma, restano i cadaveri a terra, le ferite da rimarginare e quelle che lasceranno cicatrici profonde, qualcuno solidarizza, ma tutto si riduce ad un guardarsi in cagnesco.
Le due tribù non riusciranno ad integrarsi completamente.
Se si riescono a superare tutte queste traversie, si instaurano rapporti molto solidali e d’affetto, che difficilmente si riuscirebbe a costruire nella vita reale. Questo perché nella vita, le possibilità di conoscenza sono ridotte, si frequentano ambienti ristretti, mai si avrebbe occasione di conoscere così tante persone, e trovare tra queste, quelle con le quali hai veramente grandi affinità.
Per concludere una domanda dalla difficile risposta. Perché facciamo tutto questo?
Per quanto mi riguarda è la curiosità di apprendere cose nuove, di fare conoscenze varie, sempre con le dovute cautele, perché amo molto i rapporti umani e mi spaventa la solitudine in ogni sua forma.
Trovo comunque stimolante, dovermi confrontare con situazioni e persone che non conosco, anche se a volte devo trovare dentro di me le risorse per non lasciarmi trascinare troppo e prendere troppo sul serio questo mondo virtuale.