Cari amici del Regno Perduto,
è tardi e anche questa notte sono qui, come tante altre, davanti al mio pc. Stasera pero' non sono sola e qualcuno mi tiene compagnia, accanto a questa tastiera che picchia, in questa notte avvolta nel silenzio.
Prima di dirvi, però, chi ho qui accanto , devo prima dirvi alcune cose di me.
Io inseguo un sogno impossibile: che gli uomini possano, un giorno, interagire con tutti gli animali che esistono, senza violare la loro libertà; senza crudeltà, senza catene, senza gabbie. La libertà che ha un animale di vivere e muoversi nella natura, di andare dove vuole, di agire come vuole, per me è una cosa sacra.
Per questo non ho mai avuto animali. Li guardavo affascinata nelle foto e nei documentari, ma un animale per me non avrebbe mai provato affetto; per lui sarei stata solo un pericolo.
Oggi in città c'era la fiera. Una bancarella esponeva degli animali impauriti da tanta folla. A un tratto mi sono innamorata. Era una creaturina nera, dentro una di queste gabbie. Se ne stava sola e imbronciata. Quando ho avvicinato il viso alla gabbia e cercato un contatto col mio dito, quella cretura si è sporta timidamente verso di me.E con quel piccolo gesto mi ha conquistata.
Era un maschietto di... come lo ha chiamato l'ambulante? Ah; "coniglio nano testa di leone", o qualcosa del genere. Ma io non volevo per lui un'altra vita di solitudine nella mia casa e così, ho scelto per lui la compagna che stava rinchiusa in un'altra gabbia dietro di lui.
Giunta a casa, nella gabbia si rannicchiavano impauriti e quando li prendevo in mano si contorcevano per scappare, oppure tremavano. Perciò li avvicinavo al petto, e poi, stando seduta, li tenevo sui miei jeans e loro non scappavano piu'.
Li ho messi a terra lasciandoli liberi di correre, stando attenta ai pericoli. E qui mi sono meravigliata. La femmina, più chiara, correva a suo agio qua e là e ogni tanto si sollevava su due zampe diventando dolcissima. Quello nero, il maschietto, leggermente più piccolo, ha scovato una busta della spesa con dentro della cicoria e da quel momento, ha provato a rosicchiarla in tutti i modi, finchè non ha imparato che, saltandoci dentro, poteva buttarsi su tutto il ben di Dio che c'era all'interno. Insomma, più niente di quelle creature timide e impaurite!
Nel giro di pochi minuti, già accettavano il cibo dalle persone, si avvicinavano incuriositi ad annusarle ed esploravano tranquillamente la stanza anche in nostra presenza. Insomma, tutto ciò che gli ha fatto guadagnare il titolo di:
i miei due monellacci!
Stasera li ho liberati di nuovo, qui nella loro nuova casa; ho pulito la loro gabbietta dove li avrei messi a dormire e reintegrato del cibo. Nel frattempo saltellavano qua e là, persino davanti ai miei piedi, mentre ero indaffarata. Poi ho lavato tutto il pavimento e li ho lasciati ad addormentarsi nella loro gabbietta.
E ora sono qui, forse colpevole di aver tradito tutti i miei princìpi sulla libertà degli animali, o forse consapevole che esiste anche un'altro modo di amarli, perchè io non li sballotterò in un camion per venderli, e non li lascerò senza compagnìa in una gabbia sporca. Qualunque difetto avranno le mie cure, sarà forse meglio che non se fossero rimasti su quella bancarella senza un padrone.
Per questo sono qui, a raccontare questa cosa a voi, di quanto sarei stata contraria a una gabbia, mentre adesso le mie creaturine si sono rannicchiate e dormono in questo appartamento silenzioso, in questa strada di paese.
Grazie a tutti.
N.B.: chi ha conoscenze su questo animale e su come provvedere nel migliore dei modi alle sue cure, può, se vuole, propormi dei suggerimenti. Saranno ben accetti, perchè come avete avuto modo di vedere, sono alle prime armi.