Confutazione trasmissione radio maria del GRIS di febbraio 2013...

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viceadmintdg1
00martedì 12 febbraio 2013 11:38
sul concetto di Padre/motivi di conversione ai tdG/immortalità dell'anima
viceadmintdg1
00martedì 12 febbraio 2013 11:46
Dopo aver saltato la trasmissione di gennaio, il nuovo conduttore don Franco Fiorino, dalla Sicilia, riprende la trasmissione di Radio Maria a cura del GRIS. Dice:


“Anzitutto un saluto ai numerosi ascoltatori. Fra questi sappiamo ci sono anche ex Testimoni e coloro che sono tuttora Testimoni. Ribadiamo che noi abbiamo rispetto per loro come persone, per questo li chiamiamo fratelli, anche se a qualcuno non piace. Ma questo non ci impedisce di considerare loro dottrine e prassi incompatibili con la nostra fede cristiana”.

Devo anche fare una precisazione poiché “la voce che ci è giunta, che il precedente conduttore Don Lorenzo Minuti sarebbe stato cacciato, non e' vera, non è stato né cacciato, né allontanato né disassociato. E’ solo per motivi di età e di salute che don Lorenzo, cui rinnoviamo la nostra stima, non guida più la trasmissione. E siccome Radio Maria ha voluto che la trasmissione fosse guidata ancora da un sacerdote, ha chiesto a me di assumere la guida e cambiando la guida sono cambiati anche i collaboratori".



Fa poi un excursus sui fondamenti della fede cattolica, citando il credo niceno-costantinopolitano e quanto dice in proposito lo scrittore del IV secolo Cirillo di Gerusalemme. E afferma:



"Credo in Dio Padre. Ecco già da questa prima parte del Credo possiamo evidenziare delle differenze fra il nostro credo e la dottrina dei TdG. Il credo definisce Dio come Padre, perché la Bibbia lo descrive proprio come un Padre amorevole, che sorregge, aiuta, accoglie, perdona salva. Lui è il Padre nostro, il padre di tutti. Al contrario i tdG mostrano un Dio che anziché Padre amorevole è dipinto come un Dio severo, che non vede l’ora quasi di distruggere le sue creature. La visione che hanno in proposito i Testimoni di Geova è lontana dalla nostra, basata sulla Parola di Dio!



Parola a chi desidera replicare...
jwfelix
00martedì 12 febbraio 2013 13:48

"Credo in Dio Padre. Ecco già da questa prima parte del Credo possiamo evidenziare delle differenze fra il nostro credo e la dottrina dei TdG. Il credo definisce Dio come Padre, perché la Bibbia lo descrive proprio come un Padre amorevole, che sorregge, aiuta, accoglie, perdona salva. Lui è il Padre nostro, il padre di tutti.



E dove sarebbe questa differenza?
Anche noi crediamo in Dio Padre


Al contrario i tdG mostrano un Dio che anziché Padre amorevole è dipinto come un Dio severo, che non vede l’ora quasi di distruggere le sue creature.



Ma quando mai. I TdG mostrano un Dio amorevole (Dio è amore - 1 Giovanni 4:8) ma allo stesso tempo un Dio di giustizia (Salmi 36:28 CEI Perché il Signore ama la giustizia e non abbandona i suoi fedeli; gli empi saranno distrutti per sempre e la loro stirpe sarà sterminata. - Salmi 37:28 TNM)

Egli non vede l'ora che "I giusti possederanno la terra e la abiteranno per sempre" (Salmi 36:29 CEI).


La visione che hanno in proposito i Testimoni di Geova è lontana dalla nostra, basata sulla Parola di Dio!



Che dire Fiorino? Vero, la nostra visione è lontana dalla vostra ma direi meglio che la vostra è lontana dalla Parola di Dio.
Lei dice di basarsi sulla Parola di Dio senza portare a sostegno nemmeno una sola Scrittura. Io qualcuna l'ho portata.

A risentirci e grazie
admintdg2
00martedì 12 febbraio 2013 15:02
Re:
viceadmintdg1, 12/02/2013 11:46:

Dopo aver saltato la trasmissione di gennaio, il nuovo conduttore don Franco Fiorino, dalla Sicilia, riprende la trasmissione di Radio Maria a cura del GRIS. Dice:


“Anzitutto un saluto ai numerosi ascoltatori. Fra questi sappiamo ci sono anche ex Testimoni e coloro che sono tuttora Testimoni.





E' risaputo con quale interesse gli ex possano seguirvi, visto che alcuni di loro vengono usati dal Gris per "sparlare" di noi.
Coloro che, come noi, vi seguono, non ci vuole molta immaginazione a capirne il perchè.


viceadmintdg1, 12/02/2013 11:46:



Ribadiamo che noi abbiamo rispetto per loro come persone, per questo li chiamiamo fratelli, anche se a qualcuno non piace. Ma questo non ci impedisce di considerare loro dottrine e prassi incompatibili con la nostra fede cristiana”.





Gesù ci ha insegnato ad amare il nostro prossimo quindi nessuno escluso. Le nostre rimostranze, basate sulle Sacre Scritture, vanno a "criticare" i comportamenti di coloro che si definiscono cristiani.
Che rispettiamo ogni persona è dimostrabile con il tempo che dedichiamo loro portando ad ognuno la Buona Notizia del Regno, anche se consapevoli delle differenze dottrinali.
L'amore ed il rispetto per le persone, quindi, a prescindere dalle differenze dottrinali. Quanto sarebbe bello se, nella trasmissione del prossimo mese, Lei dicesse questo...anche se perderebbe, forse, qualche ex TdG come ascoltatore


viceadmintdg1, 12/02/2013 11:46:



Devo anche fare una precisazione poiché “la voce che ci è giunta, che il precedente conduttore Don Lorenzo Minuti sarebbe stato cacciato, non e' vera, non è stato né cacciato, né allontanato né disassociato. E’ solo per motivi di età e di salute che don Lorenzo, cui rinnoviamo la nostra stima, non guida più la trasmissione. E siccome Radio Maria ha voluto che la trasmissione fosse guidata ancora da un sacerdote, ha chiesto a me di assumere la guida e cambiando la guida sono cambiati anche i collaboratori".





Diamo il benvenuto a lei, allora.

viceadmintdg1, 12/02/2013 11:46:


Fa poi un excursus sui fondamenti della fede cattolica, citando il credo niceno-costantinopolitano e quanto dice in proposito lo scrittore del IV secolo Cirillo di Gerusalemme. E afferma:


"Credo in Dio Padre. Ecco già da questa prima parte del Credo possiamo evidenziare delle differenze fra il nostro credo e la dottrina dei TdG.





Precisiamo che la differenza non sta nel credere in Dio Padre ma nel credere in Dio Figlio e in Dio Spirito Santo. Anche noi ci rivolgiamo a Geova chiamandolo Padre.

viceadmintdg1, 12/02/2013 11:46:



Il credo definisce Dio come Padre, perché la Bibbia lo descrive proprio come un Padre amorevole, che sorregge, aiuta, accoglie, perdona salva.





E' vero che Dio ha tutte queste caratteristiche, ma li usa con tutti, sempre ed in ogni caso? Se i cattolici credono in un inferno di fuoco come punizione per coloro che Dio non approva, la risposta viene da se. L'amore di Dio è presente in ogni sua azione a partire dalla creazione e continuerà ad essere la sua qualità predominante per tutta l'eternità ed è per questo che riesce a sorreggere, aiutare, accogliere, perdonare e salvare. Gesù disse: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato." (Marco 16:16)

viceadmintdg1, 12/02/2013 11:46:



Lui è il Padre nostro, il padre di tutti.





Diciamo che Dio desidera che fossimo tutti suoi figli, ma purtroppo non è cosi. Anche al tempo di Gesù, i capi religiosi pensavano di essere figli di Dio, ma Gesù non era d'accordo con loro in quanto gli disse:

"Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43 Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44 Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna." (Giovanni 8:42-44)

E' chiaro quindi che, per definirsi figli di Dio bisogna rispettare certe esigenze stabilite dallo stesso Padre. Dio non sarà mai il Padre di coloro che, con le loro azioni, lo rinnegano volontariamente.

viceadmintdg1, 12/02/2013 11:46:




Al contrario i tdG mostrano un Dio che anziché Padre amorevole è dipinto come un Dio severo, che non vede l’ora quasi di distruggere le sue creature. La visione che hanno in proposito i Testimoni di Geova è lontana dalla nostra, basata sulla Parola di Dio!





E' proprio la Parola di Dio che parla del giudizio universale, i TdG non si sono inventati niente. Aspettiamo con ansia il momento in cui Dio rivendicherà la sua sovranità, eliminando Satana e tutti i suoi seguaci. Potremmo definire severo Dio che fa questo? La giustizia a volte necessità di severità, ma della giustizia hanno paura solo quelli che la trasgrediscono. Noi facciamo di tutto per non entrare in questa categoria ed invitiamo tutte le persone a mettere la loro vita in armonia con le leggi esposte nella Bibbia cosi da conoscere l'amore di Dio e lasciare a chi lo desidera di conoscere la Sua severità.
Aquila-58
00martedì 12 febbraio 2013 19:50
Grazie Admin,
dopo gli eccellenti post di chi mi ha preceduto, aggiungo qualche mia riflessione....

viceadmintdg1, 08/02/2013 15:46:


“Anzitutto un saluto ai numerosi ascoltatori. Fra questi sappiamo ci sono anche ex Testimoni e coloro che sono tuttora Testimoni. Ribadiamo che noi abbiamo rispetto per loro come persone, per questo li chiamiamo fratelli, anche se a qualcuno non piace. Ma questo non ci impedisce di prendere in considerazione le loro dottrine e prassi incompatibili con la nostra fede cristiana”.




caro Fiorino, la cosa che subito balza all' occhio è un diverso approccio di Radio Maria con i cristiani testimoni di Geova, ben differente da quello dei suoi predecessori.
La cosa Le fa senz' altro onore e la invitiamo pertanto a proseguire così...

viceadmintdg1, 08/02/2013 15:46:


Al contrario dai tdG è dipinto come un Dio severo, che non vede l’ora quasi di distruggere le sue creature. La visione che hanno in proposito i Testimoni di Geova è lontana dalla nostra, basata sulla Parola di Dio!






Ho isolato questa sua frase, caro Fiorino, perchè su questa in particolare vorrei soffermarmi.
Trarrò tutte le citazioni bibliche dalla versione della CEI.

Chi non ama non ha conosciuto Dio, perchè Dio è amore” (1 Gv. 4:8), questa è la straordinaria affermazione che l' apostolo prediletto di Cristo ebbe a scrivere: Dio non “ha” amore, Dio “è” amore, cioè a dire che l' amore è l' essenza stessa di Dio.
Per questo Dio ha creato l' essere umano come ogni altra cosa: per amore!
Il Deuteronomio mette però in risalto l' aspetto della giustizia divina, che sarà poi ampiamente reiterato nel N.T.:

Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto” (Deut. 32:4);
Perchè egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che ha egli designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti” (Atti 17:31).

Ora conosciamo ancor meglio l' Iddio della Bibbia, il Padre Nostro (Mt. 6:9), il Creatore del cielo e della terra, di ogni cosa (Apoc. 4:11): un Dio che è amore e che opera con giustizia, sempre e ovunque.

Sempre nel libro dell' Apocalisse troviamo questa visione giovannea:
Quando l' Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l' altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. E gridarono ad alta voce: “Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?”.

Cosa fu risposto loro?

Continuiamo a leggere ciò che scrive Giovanni:
Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finchè fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro”.
Possiamo leggere tutto ciò in Apoc. 6:9-11!
Ha notato, caro Fiorino, ciò che i martiri cristiani innocenti gridano? "Fino a quando.......non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue?”.
La risposta dice forse che Dio non avrebbe fatto giustizia e vendicato i martiri del suo popolo morti senza alcuna colpa? Dice l' esatto contrario: essi avrebbero dovuto “pazientare ancora un poco”....

E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente” (Luca 18:7-8)!
In tutte questi passi si evidenzia un solo aspetto: il senso di giustizia dell' Iddio che “è” amore verso i suoi servitori, i suoi leali!
Perchè l' amore di Dio non può in alcun modo essere disgiunto dal senso di giustizia, di più, amore e giustizia, per Dio e in Dio, camminano di pari passo. E non potrebbe esserci amore di Dio senza giustizia e Dio non potrebbe essere né amorevolegiusto se lasciasse in eterno nella tribolazione i suoi servitori, senza fare loro “giustizia nella giustizia”!

Questo è l' Iddio di cui i cristiani testimoni di Geova parlano alla gente e non un altro Dio.

Non “un Dio severo, che non vede l’ora quasi di distruggere le sue creature”, dato che Egli non desidera che alcuno perisca [qui troviamo il verbo greco apollymi, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 359, significa “annientare, perdere, svanire, morire, andar perduto” ] ma che tutti giungano al pentimento (2 Pt. 3:9).

Ma proprio l' amore di Dio lo porterà a operare giustizia (e "con giustizia") verso i suoi servitori che sono nella tribolazione a causa del suo nome e della sua parola, poiché è scritto:

E' proprio della giustizia di Dio ricambiare con afflizione coloro che vi affliggono e a voi, che siete afflitti, dare sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo,insieme agli angeli della sua potenza, con fuoco ardente, per punire [“didontos ekdikesin” nel testo greco, cioè “del recante vendetta”......] quelli che non riconoscono Dio e quelli che non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù” (2 Tess. 1:6-8).....
viceadmintdg2
00martedì 12 febbraio 2013 23:30
Re:
viceadmintdg1, 12/02/2013 11:46:


Devo anche fare una precisazione poiché “la voce che ci è giunta, che il precedente conduttore Don Lorenzo Minuti sarebbe stato cacciato, non e' vera, non è stato né cacciato, né allontanato né disassociato. E’ solo per motivi di età e di salute che don Lorenzo, cui rinnoviamo la nostra stima, non guida più la trasmissione. E siccome Radio Maria ha voluto che la trasmissione fosse guidata ancora da un sacerdote, ha chiesto a me di assumere la guida e cambiando la guida sono cambiati anche i collaboratori".




Solo un appunto

Sara' ma se così fosse, il cambio sarebbe anzitutto stato annunciato x tempo, visto che Minuti non e' invecchiato all'improvviso, in un mese.

Secondo, non si capisce perchè allora sarebbe sparito anche Leoni, che non e' poi così anziano e che da tempo era la colonna portante della trasmissione.

Terzo, non si capisce perchè far sparire nel nulla il gruppo p greco che stava facendo un'analisi progressiva dei vangeli. Perchè interromperli a meta'?

Questi e altri fatti lasciano intendere che il cambio e' il frutto di una strategia ben precisa di rimuovere la vecchia gestione ed oltretutto e' stato fatto in malo modo...

Insomma, questo è il mio modesto parere. Poi a pensar male si pecca ma spesso ...
viceadmintdg1
00domenica 17 febbraio 2013 15:47
Dopo il suo intervento introduttivo, Franco Fiorino da la parola a don Cadei, in collegamento telefonico da Bergamo che interviene dicendo:


Io sono stato incaricato di spiegare le ragioni per cui una persona aderisce ai tdG. Ricordo che nel 2012, in Italia, i proclamatori sono stati oltre 245.000. Di questi oltre 5000 sono stati battezzati come tdG, ossia 14 ogni giorno. Certo poi a questa cifra bisogna sottrarre i deceduti e coloro che abbandonano questa organizzazione. Ma in ogni caso il saldo è positivo.

Perché quindi uno diventa tdG, nonostante essere tdG sia impegnativo, per via di opposizione in famiglia, canzonature sul lavoro, emarginazione o autoemargionazione sociale…

Anzitutto ritengo che sia sbagliato e da evitare l'atteggiamento di ridicolizzarli. Per noi sono fratelli, come dice il Vangelo. Quindi anche se alcuni aspetti del loro credo ci sembrano ridicoli, vanno comunque rispettati come persone che in buona fede ci spendono la vita. Quindi evitiamo di essere superficiali, limitandoci ad offenderli e banalizzarli. Perché questo non serve a nulla.

Le ragioni per cui si diventa tdG sono sostanzialmente 2: la razionalità (o apparente razionalità) della loro dottrina e una chiara definizione di ciò che è bene e ciò che è male.

1) Per quanto riguarda la razionalità, loro dicono che tutta la verità è nella Bibbia, ma per capirla bisogna studiare la Torre di Guardia, dove ogni affermazione sembra supportata da un versetto biblico. E questo da loro la convinzione di essere l'unico popolo di essere fondato sulla Bibbia. In questa ricerca della razionalità, per loro tutta la Bibbia è semplicissima, tutto è chiaro come spiegato nella Torre di Guardia. Quindi dicono che siccome la Trinità non è chiara, per loro non è biblica ma diabolica. Ecco che cercano di razionalizzare tutto, e quello che supera la razionalità per loro non è accettabile. Ma è come dire che siccome noi vediamo fino all’orizzonte, non possiamo pensare che il mondo finisca li. Va oltre l’orizzonte che noi possiamo vedere. Così il mistero divino, che va oltre ciò che la nostra mente può comprendere, ma non significa che non esista o sia una cosa assurda!

2) Il secondo aspetto è la moralità, una chiara definizione di ciò che è bene e ciò che è male. Che è di tipo manicheo. Per loro non esistono zone grigie. Chi non è con Geova è con satana. O uno è totalmente buono (loro) o uno è cattivo e dalla parte di satana. Se c’è qualcosa di buono nel mondo cattolico, loro trovano una citazione biblica che dice che “Satana si traveste da angelo di luce per ingannare”.

In tutto loro trovano un versetto biblico per dire cosa è bene e cosa è male. Questo li rende molto fieri della loro moralità e tante volte vantano queste loro virtù e si soffermano facilmente ad attaccare la moralità degli altri, senza ovviamente risparmiare la Chiesa Cattolica!

In effetti riconosciamo che molti tdG si comportano correttamente. Ma c’è anche da dire che la loro moralità è rigidamente controllata dal gruppo, al punto che un tdG è tenuto a denunciare un confratello che pecca gravemente!

E quando discutono con un cattolico e si trovano a corto di argomenti, passano a argomenti di tipo moraleggiante, anche molto efficaci!

3) Devo aggiungere una terza motivazione per cui i tdG nonostante tutto riescono a sfondare. E’ l’ignoranza biblica di molti cattolici. Dobbiamo dirlo con dispiacere ma con franchezza. Dopo il concilio si sono fatti passi significativi nell’avvicinamento del popolo cristiano alla Bibbia. Non condividiamo il loro approccio alla Bibbia, un certo letteralismo da un lato e libero simbolismo dall’altro, ma riconosciamo che sicuramente i tdG hanno la Bibbia in mano e alcuni la usano con molta cura. Anche se la loro interpretazione della Bibbia deve essere esattamente quella stampata sul periodico La Torre di Guardia!



Parola a chi desidera replicare...
Barnaba1977
00lunedì 18 febbraio 2013 07:57

Io sono stato incaricato di spiegare le ragioni per cui una persona aderisce ai tdG. Ricordo che nel 2012, in Italia, i proclamatori sono stati oltre 245.000. Di questi oltre 5000 sono stati battezzati come tdG, ossia 14 ogni giorno. Certo poi a questa cifra bisogna sottrarre i deceduti e coloro che abbandonano questa organizzazione. Ma in ogni caso il saldo è positivo.

Perché quindi uno diventa tdG, nonostante essere tdG sia impegnativo, per via di opposizione in famiglia, canzonature sul lavoro, emarginazione o autoemargionazione sociale…



Per correttezza bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati.


Anzitutto ritengo che sia sbagliato e da evitare l'atteggiamento di ridicolizzarli. Per noi sono fratelli, come dice il Vangelo. Quindi anche se alcuni aspetti del loro credo ci sembrano ridicoli, vanno comunque rispettati come persone che in buona fede ci spendono la vita. Quindi evitiamo di essere superficiali, limitandoci ad offenderli e banalizzarli. Perché questo non serve a nulla.



Il rispetto va oltre la fraternità, cosa che non cerchiamo con la vostra organizzazione, ma dipende anzitutto alla dignità che ci viene riconosciuta da Dio, quella dignità che non ci avete dato ostacolando in tutti i modi la nostra adorazione spacciando menzogne con programmi come questo. Quindi, evitate l'ipocrisia di chiamarci fratelli: non è una cosa buona agli occhi di Dio avere un cuore doppio. - Salmo 12:2


1) Per quanto riguarda la razionalità, loro dicono che tutta la verità è nella Bibbia, ma per capirla bisogna studiare la Torre di Guardia, dove ogni affermazione sembra supportata da un versetto biblico. E questo da loro la convinzione di essere l'unico popolo di essere fondato sulla Bibbia. In questa ricerca della razionalità, per loro tutta la Bibbia è semplicissima, tutto è chiaro come spiegato nella Torre di Guardia. Quindi dicono che siccome la Trinità non è chiara, per loro non è biblica ma diabolica. Ecco che cercano di razionalizzare tutto, e quello che supera la razionalità per loro non è accettabile. Ma è come dire che siccome noi vediamo fino all’orizzonte, non possiamo pensare che il mondo finisca li. Va oltre l’orizzonte che noi possiamo vedere. Così il mistero divino, che va oltre ciò che la nostra mente può comprendere, ma non significa che non esista o sia una cosa assurda!



Veramente, la fede non è razionalità, ma un forte processo di carica induttivista. Noi rigettiamo la dottrina della Trinità non perché non sia razionale, non chiara. Noi semplicemente ci arrendiamo ai nostri limiti. Siamo modesti. Crediamo in un Dio che si è rivelato e che non c'è ragione di speculare sulla sua natura semplicemente da informazioni frammentarie per interpolazione. Crediamo che quel che è rivelato dalle scritture sia quanto ci serve per adorare Dio nel modo corretto e basta. Poi ognuno è libero di fare le proprie speculazioni su Dio, ma restano personali. Crediamo, molto semplicemente, che l'intelletto umano non possa aggiungere nulla alla Rivelazione.


2) Il secondo aspetto è la moralità, una chiara definizione di ciò che è bene e ciò che è male. Che è di tipo manicheo. Per loro non esistono zone grigie. Chi non è con Geova è con satana. O uno è totalmente buono (loro) o uno è cattivo e dalla parte di satana. Se c’è qualcosa di buono nel mondo cattolico, loro trovano una citazione biblica che dice che “Satana si traveste da angelo di luce per ingannare”.



Non è proprio così. Qui si banalizza un concetto molto complesso. Noi siamo in grado di riconoscere le azioni buone o cattive. Infatti non crediamo siano le azioni a determinare che tipo di persone siamo. Certo, danno un'indicazione, ma nulla di più. E' il cuore a determinare che tipo di persone siamo. - 1 Samuele 13:14; Salmo 78:70
Quindi bisogna distinguere tra persone che fanno la volontà di Dio e quelle che non lo fanno, ma ci sono persone che fanno ciò che è male agli occhi di Geova nella loro ignoranza o debolezza. Solo Gesù saprà giudicarle correttamente ed applicare o meno i benefici del suo sacrificio di riscatto. - Romani 5:13
Tuttavia, noi che siamo convinti di aver compreso come vuole essere adorato Dio, crediamo anche che se non operiamo secondo la Sua volontà, allora stiamo facendo il gioco di Satana, ed è proprio Gesù a dirlo:

(Matteo 12:30) Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.

Cosa significhi poi fare la volontà di Dio, ci sono chiari comandi che dà Dio (ubbidire ai genitori, non rubare, non uccidere, non commettere fornicazione, ecc.) e principi (ama Dio, ama il tuo prossimo, ecc.) che lasciano ampio spazio alla coscienza personale per operare delle scelte.

Quindi, non distinguiamo tra "buoni e cattivi". Non crediamo che "i cattolici sono brutti e cattivi". Noi non promuoviamo i pregiudizi. Noi constatiamo semplicemente che le varie organizzazioni religiose non godono della benedizione di Dio in quanto ciò che generalmente lì si vede è desolante: ignoranza religiosa, tolleranza verso chiari peccati come l'immoralità sessuale, ecc.

Crediamo che gli appartenenti a queste chiese siano confusi, ma non sappiamo però chi tra di loro è considerato con un cuore giusto da Dio e non abbiamo i mezzi per determinarlo, pur non facendo le cose che Dio vuole. Dal nostro canto, noi cerchiamo di fare la volontà di Dio in tutto, evitando di farci influenzare da mentalità lontane dal corretto modo di adorare Dio.


In tutto loro trovano un versetto biblico per dire cosa è bene e cosa è male. Questo li rende molto fieri della loro moralità e tante volte vantano queste loro virtù e si soffermano facilmente ad attaccare la moralità degli altri, senza ovviamente risparmiare la Chiesa Cattolica!



Chiaramente, "non uccidere" è un comando banale che ogni cristiano è chiamato a rispettare. Ma nella Bibbia esistono anche i principi. A noi piace ragionare su quelli. Se poi qualcuno trova fastidioso il nostro ragionare anziché controbattere, non può esserci imputato a colpa! Trovino altri principi per spingerci a ragionare in modo diverso!


In effetti riconosciamo che molti tdG si comportano correttamente.



Grazie.


Ma c’è anche da dire che la loro moralità è rigidamente controllata dal gruppo, al punto che un tdG è tenuto a denunciare un confratello che pecca gravemente!



Ma non era lei che poco sopra diceva che siamo noi a criticare l'etica degli altri?
In merito a questo punto, le posso solo dire che non ci siamo inventati noi come trattare i casi di peccato grave:

(Matteo 18:15-17) “Inoltre, se il tuo fratello commette un peccato, va e metti a nudo la sua colpa fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello. Ma se non ascolta, prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni sia stabilita ogni questione. Se non li ascolta, parla alla congregazione. Se egli non ascolta neanche la congregazione, ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse.

Lo scopo è quello che il fratello, evidentemente con problemi spirituali, si rimetta in carreggiata. Noi non facciamo la spia, ma, come lei chiamerebbe il pronto soccorso ed insisterebbe perché fosse chiamato se un suo amico si facesse male, chiediamo che qualche cristiano maturo presti assistenza spirituale.

Ma devo dedurre, visto l'astuto uso dei termini "addirittura" e "denunciare", che il suo sia solo populismo e non una ricerca della verità?


E quando discutono con un cattolico e si trovano a corto di argomenti, passano a argomenti di tipo moraleggiante, anche molto efficaci!



Mah! non mi pare!


3) Devo aggiungere una terza motivazione per cui i tdG nonostante tutto riescono a sfondare. E’ l’ignoranza biblica di molti cattolici. Dobbiamo dirlo con dispiacere ma con franchezza. Dopo il concilio si sono fatti passi significativi nell’avvicinamento del popolo cristiano alla Bibbia. Non condividiamo il loro approccio alla Bibbia, un certo letteralismo da un lato e libero simbolismo dall’altro, ma riconosciamo che sicuramente i tdG hanno la Bibbia in mano e alcuni la usano con molta cura. Anche se la loro interpretazione della Bibbia deve essere esattamente quella stampata sul periodico La Torre di Guardia!



Beh! Lei qui sta facendo fare mea culpa alla sua chiesa!

Comunque lei esagera. Non conosco nessuno che sia stato segnato o ripreso perché non d'accordo con qualche insegnamento espresso dal nostro organo ufficiale! Ovviamente, se devo insegnare ciò in cui crediamo, userò le pubblicazioni, altrimenti, che insegno? Ciò in cui credo io? Non ci sono anche troppe chiese divise al loro interno a causa di manie di protagonismo?
admintdg2
00giovedì 21 febbraio 2013 16:41
Re:
Solo un piccolo commento a questa frase:



Devo aggiungere una terza motivazione per cui i tdG nonostante tutto riescono a sfondare. E’ l’ignoranza biblica di molti cattolici.



Quando un "ignorante biblico cattolico" comincia a studiare la Bibbia con un TdG, dimostra che la sua "ignoranza" veniva tenuta tale dalla mancanza di interesse da parte di coloro che si definiscono "pastori" e che, invece di pascere il gregge, hanno altro a cui pensare.
E, questione di poco tempo, questi "ignoranti cattolici", diventano TdG insegnanti della Parola di Dio.
Basta poco, sa.
Aquila-58
00giovedì 21 febbraio 2013 18:04
Grazie Admin,


viceadmintdg1, 17/02/2013 15:47:

Dopo il suo intervento introduttivo, Franco Fiorino da la parola a don Cadei, in collegamento telefonico da Bergamo che interviene dicendo:

Io sono stato incaricato di spiegare le ragioni per cui una persona aderisce ai tdG.




mi chiedo come possa una persona che non è testimone di Geova, che non condivide la fede dei testimoni di Geova nè ha condiviso il loro percorso di fede, una persona esterna alla Congregazione Cristiana che magari ha anche (non necessariamente) qualche pregiudizio, possa spiegare perchè una persona diventa testimone di Geova. Insomma, come fa Cadei a spiegare come Aquila è diventato testimone di Geova? O come farebbe Aquila a spiegare come Cadei è divenuto un sacerdote cattolico? Lei capisce che rischiamo di fare solo dei ragionamenti accademici e nulla più....

viceadmintdg1, 17/02/2013 15:47:




Anzitutto ritengo che sia sbagliato e da evitare l'atteggiamento di ridicolizzarli. Per noi sono fratelli, come dice il Vangelo. Quindi anche se alcuni aspetti del loro credo ci sembrano ridicoli,




mi sembra un ragionamento un pochino strano: ma come, non si debbono ridicolizzare i testimoni di Geova e poi si reputano le loro dottrine ridicole? Si possono non approvare le dottrine dei cristiani testimoni di Geova ma non definirle ridicole perchè nel momento stesso in cui le si definisce tali, di fatto si ridicolizzano i testimoni di Geova, non le pare?

viceadmintdg1, 17/02/2013 15:47:


Le ragioni per cui si diventa tdG sono sostanzialmente 2: la razionalità (o apparente razionalità) della loro dottrina e una chiara definizione di ciò che è bene e ciò che è male.




La razionalità è la qualità del razionale, il razionale è ciò che procede dalla ragione e che è conforme alla ragione, ma è l' esatto contrario di un percorso di fede che porta ad essere testimone di Geova, percorso in cui è necessario, in primis e come condicio sine qua non, che siano "illuminati gli occhi del cuore" (Efes. 1:18), non la mera ragione o la razionalità...
Riguardo a ciò che è bene e ciò che è male, l' Autore stesso della Bibbia stabilisce che cosa lo sia e l' Autore medesimo ci chiede di essere santi perchè Lui è santo (1 Pt. 1:16)...

viceadmintdg1, 17/02/2013 15:47:


1) Per quanto riguarda la razionalità, loro dicono che tutta la verità è nella Bibbia, ma per capirla bisogna studiare la Torre di Guardia, dove ogni affermazione sembra supportata da un versetto biblico.




ma voi non dite che "la Sacra Scrittura deve essere letta e interpretata con l' aiuto dello Spirito Santo e sotto la guida del Magistero della Chiesa"? (art. 19 compendio catechismo cattolico)...

viceadmintdg1, 17/02/2013 15:47:


Quindi dicono che siccome la Trinità non è chiara, per loro non è biblica ma diabolica. Ecco che cercano di razionalizzare tutto, e quello che supera la razionalità per loro non è accettabile. Ma è come dire che siccome noi vediamo fino all’orizzonte, non possiamo pensare che il mondo finisca li. Va oltre l’orizzonte che noi possiamo vedere. Così il mistero divino, che va oltre ciò che la nostra mente può comprendere, ma non significa che non esista o sia una cosa assurda!




si, ma questo non ci deve indurre ad andare oltre ciò che è scritto, mi comprende? La religione cristiana non è una religione "misterica", Gesù disse: "Non c' è nulla di nascosto che non sarà svelato, nè di segreto che non sarà conosciuto" (Luca 12:2).
Il mysterion di Dio ci è stato rivelato, eccome:
"Egli l' ha riversato in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mysterion della sua volontà.....ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra" (Efes. 1:8-10 CEI).
Certo, non possiamo conoscere tutto di Dio, lo stesso Paolo affermò di profetizzare "in modo imperfetto" (1 Cor. 13:9 CEI) ma, ripeto, questo non può indurci ad andare a "costruire" misteri divini inessenziali per la nostra salvezza, dato che ciò che ci occorre per essere giustificati e salvati sta scritto ampiamente nella Bibbia...

viceadmintdg1, 17/02/2013 15:47:



2) Il secondo aspetto è la moralità, una chiara definizione di ciò che è bene e ciò che è male. Che è di tipo manicheo. Per loro non esistono zone grigie. Chi non è con Geova è con satana. O uno è totalmente buono (loro) o uno è cattivo e dalla parte di satana.




guardi, non sono i testimoni di Geova ad aver scritto quanto segue:
"Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo sta in potere al Maligno" (1 Gv. 5:19 CEI)....anche l' apostolo Giovanni era manicheo? Neppure per lui esistevano "zone grigie"?
Forse lo ha detto Lei ma noi non abbiamo mai detto (e la sfido a trovarlo nelle nostre pubblicazioni!) che "noi siamo totalmente buoni" (ma dove lo ha letto?).
Ci sforziamo di fare la volontà di Dio, consapevoli che solo fare questo ci darà la vita eterna (1 Gv. 2:17) ma certamente non ci giudichiamo "i solo buoni" nè giudichiamo alcun altro, poichè è scritto:
"Uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare o mandare in rovina; ma chi sei tu che giudichi il tuo prossimo?" (Giacomo 4:12)

viceadmintdg1, 17/02/2013 15:47:



In effetti riconosciamo che molti tdG si comportano correttamente. Ma c’è anche da dire che la loro moralità è rigidamente controllata dal gruppo, al punto che un tdG è tenuto a denunciare un confratello che pecca gravemente!




lo era anche nel I secolo, basta che Lei legga 1 Corinti, capitolo 5!
Riguardo al "denunciare" il fratello, denunciarlo dove, in Questura? [SM=g27987]
Siamo seri: basta che Lei apra la cattolica Bibbia di Gerusalemme, al sottotitolo "Correzione fraterna" e legga ciò che disse Gesù in Mt. 18:15-17 comprenderà come ci si debba comportare con il fratello che pecca....e che viene ripreso e disciplinato con l' unico scopo di ristabilire spiritualmente quel fratello (e non "punire quel fratello", lo scopo non è punire ma aiutare il fratello a ristabilirsi spiritualmente, come è chiarissimo da ciò che è scritto in 1 Cor. 5:3-5!!!

viceadmintdg1, 17/02/2013 15:47:



3) Devo aggiungere una terza motivazione per cui i tdG nonostante tutto riescono a sfondare. E’ l’ignoranza biblica di molti cattolici. Dobbiamo dirlo con dispiacere ma con franchezza.



beh, anche qui mi pare che si tenda a fare il contrario di quel che ci si è proposti. Si tenda, cioè, a ridicolizzare un pò tutto. Si passa dal cattolicesimo ai cristiani testimoni di Geova perchè si è ignoranti biblicamente e, di conseguenza, si viene "abbindolati" dai medesimi testimoni di Geova che la Bibbia, invece, la conoscono? Mi sembra una colossale semplificazione: le faccio un esempio. Nella mia congregazione c' è un ex catechista (che conosceva benissimo le Scritture...) che probabilmente si battezzerà come testimone di Geova entro l' anno, ci sono fior di persone che avevano una discreta cultura biblica e che, però, quando hanno capito, con l' ausilio dei testimoni di Geova, che certune dottrine o.....pretese (si pensi, che so io, alla verginità perpetua di Maria) non stanno nè in cielo nè in terra o che non hanno una solida base biblica, hanno abbandonato il cattolicesimo.
Soprattutto, ciò che colpisce ancora e sempre colpirà la persona sincera, è il possente messaggio del Regno di Dio che noi portiamo alle persone...
viceadmintdg1
00lunedì 4 marzo 2013 18:36
Dopo l’intervento di don Cadei, don Fiorino passa la parola a don Paolo Sconocchini, in collegamento telefonico da Ancona, premettendo che egli incentrerà i suoi interventi sulla realtà ultima, quindi sul differente concetto di anima fra cattolici e tdG.

Sconocchini dice:


Questo della morte è uno dei temi sui quali i tdG insistono di più e sui quali basano la loro critica alle altre religioni cristiane. In effetti la negazione dell’immortalità dell’anima colpisce molto le persone che contattano. Per loro alla morte si torna nel nulla, non esiste più nulla, siano essi uomini o animali. Per la teologia cattolica invece, muore il corpo ma sopravvive l’anima, l’elemento spirituale.
Per i tdG l’anima è la persona stessa non una cosa spirituale, come potete leggere nel loro catechismo Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca p. 72:


“Quando Dio gli soffiò nelle narici l’“alito della vita”, i polmoni dell’uomo si empirono d’aria. Ma, oltre a ciò, con quell’atto Dio diede la vita a quel corpo umano. Questa forza vitale è sostenuta dalla respirazione. Si noti, però, che la Bibbia non dice che Dio diede all’uomo un’anima, ma che quando Dio ne ebbe avviato la respirazione “l’uomo divenne un’anima vivente”.



Leggendo questo testo notiamo che qui siamo proprio nel materialismo radicale. Per loro la morte è un rendere il respiro. Ma questo gli crea delle difficoltà nello spiegare alcuni versetti biblici, soprattutto nel NT che li costringe quindi a manipolare certi testi. Per es. in II Timoteo 4:22 Paolo apostolo conclude con questo saluto:


“Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!”



Se lo spirito è il respiro come dicono i tdG è chiaramente una sciocchezza. Quindi loro sono costretti a ritoccare il testo traducendo:


“Il Signore [sia] con lo spirito che tu [mostri]. La sua immeritata benignità [sia] con voi.”



Cosa che nel testo non c’è “che tu mostri”. Perché per loro lo spirito è solo un’attitudine, un modo per manifestarsi, quindi devono inserire nel testo la parola “mostri” perché non hanno nulla che si possa intendere come entità spirituale.

Per loro quindi la risurrezione è una ricostruzione della persona come era prima (conservata nella memoria di Dio), non c’è una continuità data dall’anima, come noi crediamo.

Secondo loro questo sarebbe insegnato dalla Bibbia, che però leggono con questo metodo. Partono da un testo e un termine dell’AT e poi con questi testi e termini annullano il NT. Ma voi sapete che i termini hanno una loro storia e cambiano significato nel tempo. Quindi attribuiscono al NT lo stesso significato che abbiamo nell’AT ignorando il cambiamento di significato avvenuto nel tempo.

I 3 termini fondamentali che usano sono geenna, sheol e nefesh.

Nefesh loro la traducono sempre anima. Ma in realtà può significare anche altre cose: “respiro, gola, profumo, stomaco” se volete vi cito anche i passi in cui troviamo questi significati. Quindi loro quando vanno da un cattolico impreparato, e purtroppo i cattolici impreparati sono tanti, per dimostrare che l’anima muore citano Ezechiele 18:4 che traducono cosi nella loro Bibbia:


“L’anima che pecca, essa stessa morirà”.



In realtà qui nefesh non significa anima ma persona. Infatti nella Bibbia CEI è tradotto: “chi pecca morirà”. Similmente nell’Edizione Paoline.

L’altra parola è sheol loro la traducono sempre sepolcro, tomba, quindi per loro è uguale a distruzione nella morte. Ma in realtà ci sono passi dell’AT che smentiscono questa equivalenza. Ad es. in Genesi 37:35:


“Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: «No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba». E il padre suo lo pianse.”



Quindi cos’è lo sheol? Per gli antichi ebrei era il regno dei morti. Lo immaginavano come un luogo sotto terra. La Bibbia non ci vuole insegnare la scienza, come pensano i tdG. Contiene un messaggio di salvezza, che però viene comunicato gradualmente. Alcune verità sono adombrate nell’AT e poi chiarite nel NT. Questi messaggi sono rivestiti con la cultura dell’epoca, la scienza dell’epoca. Gli antichi ebrei pensavano che la terra fosse un disco piatto. Quindi la Bibbia presenta il cosmo diviso in 3 parti: il cielo, la terra e ciò che sta sotto terra, lo sceol, cioè il soggiorno dei morti. Li quindi qualcosa sopravviveva, non l’anima come la intendiamo noi, perchè si sviluppo gradualmente questa idea soprattutto col NT. I morti dello sheol la Bibbia, i primi libri, li chiama Refaim, ossia ombre, spiriti dei morti, che avevano pochissima vitalità, ma erano riconoscibili anche da qualcosa di materialità.
Per es. in I Samuele 28:11-14 la negromante di En Dor richiama Samuele dallo sheol e lei lo riconosce perché aveva il tipico mantello dei profeti.
Attenzione, la Scrittura condanna l’evocazione dei morti, lo spiritismo che è una pratica abominevole. Però Saul fece questo e qui pur non trovando il dualismo anima corpo, troviamo il dualismo “cadaveri” che stavano nei sepolcri e “refaim” gli spiriti, le ombre dello sceol. Tutti stavano nello sheol, buoni e malvagi. Quindi nell’AT c’era già un’idea di sopravvivenza, ma non c’era ancora in pieno il concetto di retribuzione, un premio per i giusti e il castigo per i malvagi, che ritroveremo nei testi posteriori

Concludo ricordando che nei libri deuterocanonici di Maccabei e Sapienza, che i tdG non riconoscono come canonici, e che hanno preso dai protestanti americani, tale concetto è chiaramente indicato. In 2 Maccabei si legge chiaramente di uno stato intermedio, che noi chiamiamo purgatorio. Infatti si prega per la remissione dei peccati dei defunti. Per non parlare poi del NT, ma di questo ne parleremo la prossima volta.



Parola a chi desidera replicare...
barnabino
00lunedì 4 marzo 2013 18:42
Qui mi pare che Sconocchini non riesca a centrare il punto ed i motivi della traduzione di II Timoteo 4,22


Leggendo questo testo notiamo che qui siamo proprio nel materialismo radicale. Per loro la morte è un rendere il respiro. Ma questo gli crea delle difficoltà nello spiegare alcuni versetti biblici, soprattutto nel NT che li costringe quindi a manipolare certi testi. Per es. in II Timoteo 4:22 Paolo apostolo conclude con questo saluto:


“Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!”



Se lo spirito è il respiro come dicono i tdG è chiaramente una sciocchezza. Quindi loro sono costretti a ritoccare il testo traducendo:


“Il Signore [sia] con lo spirito che tu [mostri]. La sua immeritata benignità [sia] con voi.”



Cosa che nel testo non c’è “che tu mostri”. Perché per loro lo spirito è solo un’attitudine, un modo per manifestarsi, quindi devono inserire nel testo la parola “mostri” perché non hanno nulla che si possa intendere come entità spirituale



Ora, a parte che sarebbe bizzarro che Paolo si mettesse a stravolgere l'antropologia comune in un saluto, ma qui come in Filemone 25, Galati 6,18 e Filippsi 4,23 pneuma indica l'uomo che è anche (e non solo ha) spirito. Tanto il DENT che il Gillieron indicano che pneuma indica la vita interiore, l'io, ciò che nell'uomo determina ciò che si è. Grammaticalmente 2 Timoteo 4,22 dice:

Il Signore (sia) con lo spirito di te

La particella "con" traduce il greco meta usato da Paolo nel senso di stretta associazione o situazione concomitante, laddove per una unione personale usa "syn". Questo escluderebbe che qui con spirito si intenderebbe una "entità personale".

La parola pneuma invece indica la forza motivante dell'essere umano, appunto "ciò che determina quello che l'uomo è". Paolo fa uso di pneuma in questo senso per esempio in Romani 1,9 e 8,19. Altro esempio biblico di questo uso di pneuma è in Salmo 51,10 che dice: "Crea in me anche un cuore puro, o Dio, e metti dentro di me uno spirito nuovo, saldo".

Shalom
Barnaba1977
00martedì 5 marzo 2013 09:56

Questo della morte è uno dei temi sui quali i tdG insistono di più e sui quali basano la loro critica alle altre religioni cristiane.



Quindi ci viene almeno riconosciuto l'essere cristiani. Grazie.


In effetti la negazione dell’immortalità dell’anima colpisce molto le persone che contattano. Per loro alla morte si torna nel nulla, non esiste più nulla, siano essi uomini o animali. Per la teologia cattolica invece, muore il corpo ma sopravvive l’anima, l’elemento spirituale.
Per i tdG l’anima è la persona stessa non una cosa spirituale, come potete leggere nel loro catechismo Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca p. 72:


“Quando Dio gli soffiò nelle narici l’“alito della vita”, i polmoni dell’uomo si empirono d’aria. Ma, oltre a ciò, con quell’atto Dio diede la vita a quel corpo umano. Questa forza vitale è sostenuta dalla respirazione. Si noti, però, che la Bibbia non dice che Dio diede all’uomo un’anima, ma che quando Dio ne ebbe avviato la respirazione “l’uomo divenne un’anima vivente”.



Leggendo questo testo notiamo che qui siamo proprio nel materialismo radicale. Per loro la morte è un rendere il respiro.



Trovo ridicolo liquidare un tema tanto complesso con un libro di prima formazione. Sarebbe come evincere le regole del discorso e della retorica da un abbecedario. Se si legge con attenzione il testo proposto dallo Sconocchini, troviamo che non è il riempire d'aria i polmoni a dare la vita, ma è il supplare la vita da Dio che rende viventi. Ovviamente la vita è legata alla respirazione, ma è chiaro che si tratta di un atto ben più complesso che il semplice respirare. Quindi cos'è la morte? Banalmente, è il contrario della vita. - Deuteronomio 30:15, 19

La nostra enciclopedia Perspicacia nello Studio delle Scritture, volume 2 pagina 320 esponente Morte, dice quanto segue:

Negli esseri umani [..] quando il cuore smette di battere, il sangue non porta più il nutrimento e l’ossigeno (ottenuto respirando) ai miliardi di cellule del corpo. Tuttavia un’enciclopedia fa notare: “La persona il cui cuore e i cui polmoni cessano di funzionare può essere considerata clinicamente morta, anche se la morte biologica può non essere ancora avvenuta. Le singole cellule del corpo continuano a vivere per diversi minuti. [...]”. (The World Book Encyclopedia, 1987, vol. 5, p. 52b) Quindi anche se è evidente che la respirazione e il sangue hanno molta importanza nel mantenere la forza vitale (rùach chaiyìm) nelle cellule del corpo, è pure chiaro che la morte di cui si parla nelle Scritture non è provocata soltanto dalla cessazione della respirazione e della pulsazione cardiaca ma anche dalla scomparsa della forza vitale o spirito dalle cellule del corpo. — Sl 104:29; 146:4; Ec 8:8.

E' chiaro che c'è molto di più di quanto lo Sconocchini voglia dire. Questo dimostra superficialità e pregiudizio, un desiderio di voler apporre un'effige su delle credenze senza conoscerne né le basi né il contenuto.


Ma questo gli crea delle difficoltà nello spiegare alcuni versetti biblici, soprattutto nel NT che li costringe quindi a manipolare certi testi. Per es. in II Timoteo 4:22 Paolo apostolo conclude con questo saluto:


“Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!”



Se lo spirito è il respiro come dicono i tdG è chiaramente una sciocchezza. Quindi loro sono costretti a ritoccare il testo traducendo:


“Il Signore [sia] con lo spirito che tu [mostri]. La sua immeritata benignità [sia] con voi.”



Cosa che nel testo non c’è “che tu mostri”. Perché per loro lo spirito è solo un’attitudine, un modo per manifestarsi, quindi devono inserire nel testo la parola “mostri” perché non hanno nulla che si possa intendere come entità spirituale.

Per loro quindi la risurrezione è una ricostruzione della persona come era prima (conservata nella memoria di Dio), non c’è una continuità data dall’anima, come noi crediamo.



A parte che si dimostra la solita faciloneria nel voler pensare che Paolo voglia stravolgere la teologia con un saluto, quelli elencati non sono i fatti corretti.

1. Come detto in precedenza lo spirito, secondo quel che evinciamo dalla Bibbia, non è il respiro, ma la forza che sostiene la vita e che viene da Dio.
2. L'aggiunta non è casuale. Infatti, anche un commentario di una persona che non professa la nostra fede, il Werner Bible History Commentary, dice:


The apostle concluded with the prayerful expression that the Lord Jesus Christ be with Timothy’s spirit, followed by the words, “The favor [be] with you.” Timothy’s “spirit” would be his disposition as a believer devoted to Christ. The Lord Jesus Christ would be with his spirit, supporting him and strengthening him in his godly desire to be faithful in fulfilling the commission that had been entrusted to him. (4:22)



Traduco il neretto: "Lo "spirito" di Timoteo sarebbe la sua disposizione come credente devoto a Cristo."

Il Mounce, nel suo commentario, è d'accordo:


πνεύμα here is generally understood as “spirit,” a person’s attitude or disposition, as opposed to “Spirit,” the Holy Spirit. This is the more natural reading of the text, and Paul elsewhere uses πνεύμα in this way (Rom 8:15, “spirit of slavery” [this is a literary foil]; 11:8, “spirit of stupor”; 1 Cor 4:21, “spirit of gentleness”; 2 Cor 4:13, “same spirit of faith”; Gal 6:1, “spirit of gentleness”; Phil 1:27, “stand fast in one spirit”; also 1 Cor 2:12; 5:3–4; 2 Cor 2:13; 7:13; 12:18). It is not quite the same as the use of πνεύμα that designates the human spirit as separate from the body, but it is related (cf. Rom 1:9; 8:16; 1 Cor 5:3–5; 7:34; 14:14–16; 16:18; 2 Cor 7:1; Phil 3:3; Col 2:5; and in Paul’s epilogues, Gal 6:18; Phil 4:23; 1 Thess 5:23; 2 Tim 4:22; Phlm 25).



Traduco il neretto: "πνεύμα è qui generalmente inteso come "spirito", l'attitudine o inclinazione di una persona [...] Questo è è la lettura più naturale del testo [...] Non è proprio lo stesso uso della parola πνεύμα che designa lo spirito dell'uomo come separato dal corpo, ma vi è correlato".

Quindi, non essendo ancora univoca l'interpretazione del passo ed ancora oggetto di discussione accademica, l'intera obiezione dello Sconocchini decade miseramente a meno che non sia in grado di porre fine alla discussione con prove incontrovvertibili.

3. La risurrezione non è semplicemente una "ricostruzione", ma una "ricreazione". Noi TdG non siamo dogmatici su come questo avviene tecnicamente e ci asteniamo dal fare congetture che potrebbero rivelarsi inesatte. Sappiamo solo quel che ci è permesso di sapere: i morti riposano tutelati da Dio. Sempre la nostra Perspicacia, volume 2 pagina 780, esponente "Risurrezione" spiega:

L’apostolo Paolo spiega che non è il corpo ad essere risuscitato, e paragona la loro esperienza a quella di un seme che viene piantato e germoglia, in quanto “Dio gli dà un corpo come gli è piaciuto”. (1Co 15:35-40) È l’anima, la persona, che viene risuscitata, con un corpo adatto all’ambiente in cui Dio la risuscita.

La persona è l'unità psicosomatica.


Secondo loro questo sarebbe insegnato dalla Bibbia, che però leggono con questo metodo. Partono da un testo e un termine dell’AT e poi con questi testi e termini annullano il NT. Ma voi sapete che i termini hanno una loro storia e cambiano significato nel tempo. Quindi attribuiscono al NT lo stesso significato che abbiamo nell’AT ignorando il cambiamento di significato avvenuto nel tempo.



Questo assunto è errato. Noi non utilizziamo i termini sempre nella stessa maniera. Siamo consapevoli, ad esempio, che la parola "anima" può assumere differenti significati a seconda del contesto. Ricordiamo che la TNM è una traduzione per lo studio, in cui la maggior parte dei vocaboli viene tradotta con un unico corrispettivo in italiano e sta al lettore sincerarsi del significato del termine nel contesto.

Noi non annulliamo il NT, ma dobbiamo riferirci ad una certa antropologia per capire il cambiamento che c'è stato nell'NT e nessuno è mai riuscito a dimostrare che vi sia stato uno sconvolgimento con gli insegnamenti del Cristo.


I 3 termini fondamentali che usano sono geenna, sheol e nefesh.

Nefesh loro la traducono sempre anima. Ma in realtà può significare anche altre cose: “respiro, gola, profumo, stomaco” se volete vi cito anche i passi in cui troviamo questi significati. Quindi loro quando vanno da un cattolico impreparato, e purtroppo i cattolici impreparati sono tanti, per dimostrare che l’anima muore citano Ezechiele 18:4 che traducono cosi nella loro Bibbia:


“L’anima che pecca, essa stessa morirà”.



In realtà qui nefesh non significa anima ma persona. Infatti nella Bibbia CEI è tradotto: “chi pecca morirà”. Similmente nell’Edizione Paoline.



Bisogna capire che significa "persona". Per noi TdG non c'è stata una sostanziale evoluzione del termine dall'antico ebraismo: l'anima è la persona, cioè l'unità psicosomatica, un microcosmo. Non esiste la persona senza corpo o senza mente: bisogna che esistano tutte e due per determinare una persona. Quindi dire che "la persona muore" o che "l'anima muore" è la stessa cosa. Diversamente sarebbe da dimostrare che nel primo secolo Gesù e gli apostoli non credessero questo.
I diretti interessati, gli ebrei, credono tutt'ora all'unità psicosomatica.


L’altra parola è sheol loro la traducono sempre sepolcro, tomba, quindi per loro è uguale a distruzione nella morte. Ma in realtà ci sono passi dell’AT che smentiscono questa equivalenza. Ad es. in Genesi 37:35:


“Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: «No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba». E il padre suo lo pianse.”



Quindi cos’è lo sheol? Per gli antichi ebrei era il regno dei morti. Lo immaginavano come un luogo sotto terra. La Bibbia non ci vuole insegnare la scienza, come pensano i tdG. Contiene un messaggio di salvezza, che però viene comunicato gradualmente. Alcune verità sono adombrate nell’AT e poi chiarite nel NT. Questi messaggi sono rivestiti con la cultura dell’epoca, la scienza dell’epoca. Gli antichi ebrei pensavano che la terra fosse un disco piatto. Quindi la Bibbia presenta il cosmo diviso in 3 parti: il cielo, la terra e ciò che sta sotto terra, lo sceol, cioè il soggiorno dei morti. Li quindi qualcosa sopravviveva, non l’anima come la intendiamo noi, perchè si sviluppo gradualmente questa idea soprattutto col NT. I morti dello sheol la Bibbia, i primi libri, li chiama Refaim, ossia ombre, spiriti dei morti, che avevano pochissima vitalità, ma erano riconoscibili anche da qualcosa di materialità.
Per es. in I Samuele 28:11-14 la negromante di En Dor richiama Samuele dallo sheol e lei lo riconosce perché aveva il tipico mantello dei profeti.
Attenzione, la Scrittura condanna l’evocazione dei morti, lo spiritismo che è una pratica abominevole. Però Saul fece questo e qui pur non trovando il dualismo anima corpo, troviamo il dualismo “cadaveri” che stavano nei sepolcri e “refaim” gli spiriti, le ombre dello sceol. Tutti stavano nello sheol, buoni e malvagi. Quindi nell’AT c’era già un’idea di sopravvivenza, ma non c’era ancora in pieno il concetto di retribuzione, un premio per i giusti e il castigo per i malvagi, che ritroveremo nei testi posteriori



Chiariamo una cosa: noi testimoni di Geova non crediamo che la Bibbia sia un testo scientifico, ma crediamo che Dio l'abbia preservata da errori facendo evitare di scrivere cose tipo "la terra è piatta e sorretta da quattro elefanti che poggiano su di una tartaruga", ma affermazioni come "il circolo della Terra" e "la sospende sul nulla", disponibili ad interpretazioni corrette. Non crediamo che possiamo trovare "previsioni meteo" nella Bibbia, ma che non sia stata contaminata dalle inesattezze dell'epoca.

Chiaramente, essendo l'unico episodio di negromanzia descritto nella Bibbia, tirano fuori l'episodio della medium di En-Dor come il coniglio dal cilindro. Ricordiamo che Saul aveva speso un bel po' di energie per eliminare i medium da Israele e poi che fa? Va da questa medium a chiedere consiglio, non vede Samuele ma è la medium a vederlo, e Saul parla a Samuele, il quale condanna Saul tramite la medium. Analizziamo i fatti:
1 - E' un fatto anomalo: Geova ha sempre condannato o consigliato gli uomini tramite profeti, sogni o visioni, mai tramite spiriti di defunti
2 - La medium andava apertamente contro la legge di Geova: avrebbe Dio sfruttato una persona disubbidiente, che non era evidentemente sua adoratrice, per dare un messaggio di quel tipo?
3 - Se in quel periodo la credenza era che "lo spirito tornasse a Dio", Dio l'avrebbe lasciato andare contravvenendo alle proprie leggi?
4 - Samuele era un uomo fedele a Geova, avrebbe disubbidito a Dio andando a parlare attraverso una medium?

E' chiaro che parlare di vita nell'oltretomba basandosi su questo racconto rende la cosa molto ardua.

Parlando dei Refaim, basta leggere dove sono citati (Giobbe 26:5; Salmo 88:10; Proverbi 2:18; 9:18; 21:16; Isaia 14:9; 26:14, 19) per capire che:
- Sono inermi
- A volte vengono citati in un discorso metaforico
- Diverse volte sono relazionati alla speranza della risurrezione

Da nessuna parte troviamo il concetto di refaim vivi nell'oltretomba.


Concludo ricordando che nei libri deuterocanonici di Maccabei e Sapienza, che i tdG non riconoscono come canonici, e che hanno preso dai protestanti americani, tale concetto è chiaramente indicato. In 2 Maccabei si legge chiaramente di uno stato intermedio, che noi chiamiamo purgatorio. Infatti si prega per la remissione dei peccati dei defunti. Per non parlare poi del NT, ma di questo ne parleremo la prossima volta.



2 Maccabei non è ispirato per stessa amissione dell'autore, quindi non c'è nulla su cui discutere.
christofer2006
00martedì 5 marzo 2013 15:09
A quanto già adeguatamente precisato in precedenza, aggiungo solo alcuni commenti soffermandomi su uno specifico aspetto della trattazione di Paolo Sconocchini.

Barnaba1977, 05/03/2013 09:56:




Concludo ricordando che nei libri deuterocanonici di Maccabei e Sapienza, che i tdG non riconoscono come canonici, e che hanno preso dai protestanti americani, tale concetto è chiaramente indicato. In 2 Maccabei si legge chiaramente di uno stato intermedio, che noi chiamiamo purgatorio. Infatti si prega per la remissione dei peccati dei defunti. Per non parlare poi del NT, ma di questo ne parleremo la prossima volta.



2 Maccabei non è ispirato per stessa amissione dell'autore, quindi non c'è nulla su cui discutere.



Al di là del fatto che tale scritto sia considerato extracanonico dai tdG, dalle chiese protestanti e dall'ebraismo, citandolo don Sconocchini è andato del tutto fuori strada.

Se avesse letto con attenzione tale libro, avrebbe capito la motivazione della preghiera, anzi addirittura del sacrificio per i morti. Qual è la forza motivante? La credenza nell'immortalità delle anime? Assolutamente no. Il testo di 2 Maccabei cap. 12 infatti riporta quanto segue:



"perché fosse offerto un sacrificio per il peccato, compiendo così un'azione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione. 44Perché, se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti.



E' evidente che non è la credenza nell'anima immortale che motiva la preghiera e il sacrificio per i morti, ma la credenza nella resurrezione della persona nella sua unità psicofisica.

L'autorevole biblista cattolico Boismard, spiega bene questo passo:


"Giuda crede nella risurrezione, ma pensa anche che coloro che muoiono nel peccato, in rivolta contro la Legge, non possono risuscitare. Fa dunque offrire un sacrificio al fine di espiare il peccato di quanti hanno conservato idoli rubati. E' allora chiaro che la risurrezione è riservata esclusivamente ai 'giusti' o, al limite, a coloro che morendo in stato di peccato sono stati resi 'giusti' da un sacrificio espiatorio offerto dopo la loro morte".



Quindi la preghiera e il sacrificio sono fatti nella speranza che tali defunti ottengano la risurrezione, non perchè la loro anima stia vivendo in un reame spirituale!

Commentando altri passi di 2 Maccabei, spesso strumentalizzati da dualisti e immortalisti, Boismard conclude:


"Anche se ha adottato alcune idee della filosofia stoica l'autore del secondo libro dei Maccabei si rappresenta la risurrezione come se la rappresentava Daniele: alla morte l'uomo sprofonda nel sonno (12,45) dal quale si sveglierà solo il giorno della risurrezione. Aggiungiamo che egli non si prospetta mai una trasformazione fisica del mondo futuro: dopo la risurrezione il nuovo popolo di Dio continuerà a vivere sulla terra, ma nella pace, in quanto i suoi nemici saranno castigati da Dio" (Boismard, La nostra vittoria sulla morte: "Risurrezione"?, Cittadella Editrice, 2000, pp. 34,36).



Quindi anche il testo deuterocanonico (o apofrico) di 2 Maccabei, segue il solco antropologico dei testi canonici veterotestamentari e quindi del giudaismo ufficiale. Unica prospettiva per i morti è la risurrezione non una sopravvivenza dell'anima spirituale. E addirittura la risurrezione è intesa in senso terreno, come è creduto dal giudaismo ufficiale (farisei e popolo giudaico) almeno fino al I secolo dell'era cristiana!

Perciò Sconocchini ha commesso un grossolano errore esegetico!


Aquila-58
00martedì 5 marzo 2013 19:44
I PARTE:

Grazie Admin,

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Questo della morte è uno dei temi sui quali i tdG insistono di più e sui quali basano la loro critica alle altre religioni cristiane. In effetti la negazione dell’immortalità dell’anima colpisce molto le persone che contattano. Per loro alla morte si torna nel nulla, non esiste più nulla, siano essi uomini o animali.




Cari amici ascoltatori di Radio Maria, mi rivolgo a voi: questa affermazione che avete udito non corrisponde alla realtà!
Per i cristiani testimoni di Geova, dopo la morte, non vi è affatto “il nulla” ma vi è, biblicamente parlando, un bel delineato “stato intermedio” che ha il solo torto, tristemente, di non coincidere con quello ipotizzato dai dualisti.
C' è un passo che lo spiega perfettamente ed è quello di Marco 5:39, che traggo dalla Bibbia CEI (come ogni altro passo biblico):
Entrato, disse loro: “Perchè vi agitate e piangete? La bambina NON È MORTA, ma DORME”. Nel versetto 40 viene detto che “lo deridevano”, perchè per tutti quella bambina era morta! E' l'' episodio della risurrezione della figlia di Giairo, un capo della sinagoga (Marco 5:22).
Fate bene attenzione, amici ascoltatori di Radio Maria, a cosa dice Gesù:
a) la bambina non è morta;
b) ma dorme.
Il punto a) la bambina non è morta. Tutti deridevano Gesù perchè per le persone la bambina era chiaramente morta ma Gesù disse: “Non è morta”!
Cosa se ne deduce? Un altro passo ci aiuterà a capire meglio ed è quello di Luca 20:37-38:
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto [osservazione: Mosè quindi ha rivelato, in questo frangente, che i morti risorgono, non che essi vivano coscientemente con qualche “anima immortale” nello sceol o altrove...] quando dice: il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi, perchè tutti vivono per lui” (CEI).
Il contesto è quello della risurrezione, come detto e come si evince chiaramente dai versetti 33-36.
Perchè per Dio tutti sono viventi? Forse perchè vivono in cielo al suo cospetto? No, in Gv. 3:13 Gesù disse che che “nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell' Uomo” (CEI).
Qui viene usato il verbo anabaìno, “salire, ascendere”, e non egeìro, “sorgere, sollevare, risuscitare, alzarsi, sollevarsi”.
Quindi, il verbo potrebbe anche riferirsi ad un' ipotetica “entità spirituale immortale” (che potremmo chiamare “anima”, seppur impropriamente, a mio parere) che sale alla beatitudine celeste, ma Gesù dice che “nessuno è mai salito (anabaino) al cielo”, in nessun modo e sotto nessuna forma, prima di Lui....
Quindi dire che i patriarchi per Dio sono viventi non significa necessariamente che essi siano al suo cospetto nella beatitudine celeste o altrove.
C' è un passo che chiarisce bene il concetto ed è quello di Romani 4:17, di cui traslittero il testo greco:
“"kathos gegraptai hoti Patera pollon ethnon tetheika se, katenanti hou episteusen theou tou zoiopoiountos tous nekrous kai kalountos ta me onta hos onta",  
alla lettera significa:  
"Come è scritto Padre di molte genti ho posto te di fronte al quale credette a Dio il facente vivere i morti e chiamante le cose non essenti come essenti".  
La TNM rende così il passo:  
"Come è scritto: "Ti ho costituito padre di molte nazioni"). Questo avvenne dinanzi a Colui nel quale ebbe fede, Dio, che fa vivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero".  
Il parallelo tra le due cose è illuminante!  
Infatti, così come per Geova, le cose che ancora debbono accadere sono già accadute, nello stesso modo i morti che ancora debbono risorgere, per Lui, sono già risorti, sono già viventi. 
Ricordiamo il contesto di Luca 20:27-39? E' quello della risurrezione. Se non ci fosse la  risurrezione i patriarchi, come tutti, sarebbero destinati a restare per sempre nella morsa della morte (si confronti 1 Cor. 15:12-13, 17-18!) e il tal caso Geova sarebbe il Dio di qualche persona morta, il che significherebbe che la morte è più forte di Dio ma non è così! Il proposito di Dio di risuscitare i morti è talmente certo che Egli pensa a loro come se fossero in vita, come visto in Romani 4:17 e questo perchè Geova Dio è infinitamente più forte della morte!
E veniamo al punto b) la bambina dorme.
E' un concetto solamente neotestamentario? Assolutamente no! La “metafora del sonno” è un filo conduttore nelle intere Sacre Scritture, dall' A.T. al N.T.:
Guarda, rispondimi Signore mio Dio, conserva la luce ai miei occhi, perchè non mi sorprenda il sonno della morte” (Salmo 13:4 CEI, 13:3 TNM);
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno...” (Daniele 12:2 CEI).
E' un filo conduttore ininterrotto che non ci lascia mai e che ci porta fino ai koimethentas, ai “dormienti” neotestamentari, cioè a coloro che dormono nella morte (Atti 7:60; 1 Cor. 15:6, 18, 51 ; 1 Tess. 4:13-15).
La metafora del sonno sta ad indicare che la morte non ha affatto l' ultima parola, perchè alla morte seguirà la risurrezione dell' ultimo giorno, che fu promessa al profeta Daniele (Daniele 12:13) e da Gesù, che non indicò per i giusti alcun' altra ricompensa che la risurrezione (Luca 14:14 ; Gv. 6:39-40).
In sostanza, la figlia di Giairo era morta per le persone comuni ma non per Dio e per il Figlio Unigenito di Dio: per loro la bambina non era affatto morta, nessuna parte di lei si trovava coscientemente in un luogo sotterraneo come “ombra” o in un paradiso etereo, ma era nel sonno della morte, che costituisce l' unico vero stato intermedio di cui la Bibbia faccia esplicito cenno, dall' A.T. al N.T.!
Perchè la bambina non era morta? Perchè per Dio, che è l' Iddio dei viventi, la morte causata dal peccato adamico non è la vera morte (Genesi 3:19). Per Dio la morte adamica è del tutto provvisoria, di più inesistente: per Dio la sola vera, autentica morte è solo la seconda morte, il lago di fuoco e zolfo, da cui non vi è risurrezione (Apoc. 20:14 ; 21:8).

(segue....)
Aquila-58
00martedì 5 marzo 2013 19:50
II PARTE:

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Per i tdG l’anima è la persona stessa non una cosa spirituale, come potete leggere nel loro catechismo Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca p. 72:




ma non c' è bisogno di leggere il nostro, ehm...... “catechismo (nel frattempo, però, abbiamo a disposizione libri assai più...recenti di quello): basta leggere la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme:
mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime (psuchon)”. Nota in calce: “Dio riserva loro la salvezza “delle anime”, CIOÈ DELLE PERSONE” (1 Pt. 1:9)!

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:




“Quando Dio gli soffiò nelle narici l’“alito della vita”, i polmoni dell’uomo si empirono d’aria. Ma, oltre a ciò, con quell’atto Dio diede la vita a quel corpo umano. Questa forza vitale è sostenuta dalla respirazione. Si noti, però, che la Bibbia non dice che Dio diede all’uomo un’anima, ma che quando Dio ne ebbe avviato la respirazione “l’uomo divenne un’anima vivente”.



Leggendo questo testo notiamo che qui siamo proprio nel materialismo radicale. Per loro la morte è un rendere il respiro.



non è che “per noi la morte è rendere un respiro” ma lo è per la Bibbia:
kai klinas ten kefalen paredoken to pneuma”,
alla lettera: “E reclinando il capo, rese lo spirito” (Gv. 19:30), tratto dal cattolicissimo Nuovo Testamento interlineare greco latino italiano P. Beretta, edizioni San Paolo. La CEI traduce: “E chinato il capo, consegnò lo spirito”.
In questo caso è lo stesso pneuma che sostiene in vita il corpo (Giacomo 2:26), è lo stesso ruach di Dio (pneuma nella Septuaginta) che sta nelle narici di Giobbe mentre il neshamah, l' alito di vita, è dentro di lui (Giobbe 27:3), il che fa dei due sostantivi, in questo caso e non solo, dei sinonimi (vedi Genesi 2:7 dove il neshamah è nelle narici di Adamo...) ed è il pneuma che alla morte torna a Dio che lo ha dato, prova ne sia che in Qoelet (Ecclesiaste) 12:7 la CEI traduce “pneuma” con “il soffio vitale”, quel che ci sostiene in vita!
Certo, c' è assai poco di filosofico in tutto questo ma è, banalmente, Parola di Dio!


viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Ma questo gli crea delle difficoltà nello spiegare alcuni versetti biblici, soprattutto nel NT che li costringe quindi a manipolare certi testi. Per es. in II Timoteo 4:22 Paolo apostolo conclude con questo saluto:

“Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!”


Se lo spirito è il respiro come dicono i tdG è chiaramente una sciocchezza. Quindi loro sono costretti a ritoccare il testo traducendo:

“Il Signore [sia] con lo spirito che tu [mostri]. La sua immeritata benignità [sia] con voi.”


Cosa che nel testo non c’è “che tu mostri”. Perché per loro lo spirito è solo un’attitudine, un modo per manifestarsi, quindi devono inserire nel testo la parola “mostri” perché non hanno nulla che si possa intendere come entità spirituale.




guardi, Lei sta “manipolando” [SM=g27988] completamente il pensiero dei cristiani testimoni di Geova, che è basato sulle Sacre Scritture.
Chi l' ha detto che per i cristiani testimoni di Geova lo spirito sia solo il respiro, mi domando? Banalmente, nelle Sacre Scritture lo spirito, lungi dall' indicare solo il respiro, può indicare, tra le altre cose, ad esempio ciò che è scritto in Atti 17:16:
Paolo, mentre li attendeva ad Atene, fremeva dentro di se” (CEI). Dove la sua Bibbia traduce “fremeva dentro di se” il testo greco legge: “paroxuneto to pneuma autou en autoi”, cioè a dire alla lettera “era sdegnato lo spirito di lui in lui”. Che cos' è questo pneuma che era sdegnato dentro Paolo?
E' il suo animo, il suo “io”, la sua persona interiore.
Ad esempio, che cosa significa: “che state saldi in un solo spirito (pneuma) e che combattete unanimi (miai psuchei, “con una [sola] anima”) per la fede del Vangelo” di Filipp. 1:27 (CEI)?
E' chiaro che pneuma non è un' entità spirituale immortale che alla morte si separa dal corpo ma, banalmente, la spiritualità (e in questo caso è sinonimo di psychè), la forza interiore dell' essere umano e quindi dei membri dell' ekklesìa di Filippi e in quel senso può tranquillamente essere spiegato il “Ho kurios meta tou pneumatos sou” di 2 Tim. 4:22, letteralmente “il Signore sia con lo spirito di te”.....laddove il “soffio” vitale davvero non c' azzecca nulla”!
E' ovvio che il pneumatos di 2 Tim, 4:22 è una cosa (come spiegato sopra) e il pneumatos di Giacomo 2:26 è tutt' altra cosa e mi pare che mischiare i due concetti non equivale per nulla al pensiero dei cristiani testimoni di Geova!

(segue....)
Aquila-58
00martedì 5 marzo 2013 20:00
III PARTE:


viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Per loro quindi la risurrezione è una ricostruzione della persona come era prima (conservata nella memoria di Dio), non c’è una continuità data dall’anima, come noi crediamo.




guardi, il discorso è assai più complesso, mi creda!
Intanto Gesù estende il significato di psychè, rispetto alla nefesh anticotestamentaria, alla ricerca di qualcosa di più elevato, cioè la vita eterna che in lui è stata donata all' umanità.  

Diversi passi evolvono in tal senso, vedasi ad esempio Marco 8:35, Mt. 16:25, 10:39 ; Luca 9:24 ; 17:33 ; Gv. 12:25!  
   
L' insegnamento di Gesù secondo cui per salvare la propria psychè bisogna essere disposti a rinunciare ad essa permette a Cristo di ampliare il concetto, come detto.  

La psychè è si, tra le altre cose, la persona o la vita fisica (lo dimostrano chiarissimamente, ad esempio, passi come Mt. 6:25 e Luca 12:18-20), ma Gesù vi include la vita eterna che è offerta a coloro che sono disposti a donare la propria esistenza, la propria psychè, per causa sua e della buona notizia o Vangelo.     

In attesa della risurrezione dell' ultimo giorno, anche nel N.T come nell' A.T. (Gv. 6:40; Daniele 12.13), i morti continuano ad essere koimethentas, cioè “dormienti”.
    
Ma che cosa significa che il defunto vive “nella memoria di Dio”, l' Iddio che è più forte della morte e per cui tutti sono viventi? 

Innanzitutto, come detto, Dio ha di nuovo in mano il suo spirito (Ecclesiaste/Qoelet 12:7), cioè la sua forza o soffio vitale (Giacomo 2:26 ; Giobbe 27:3), e gliela ridarà di nuovo alla risurrezione (Salmo 104:29-30).  

Il defunto si trova nel suo stato intermedio di sonno e proprio la fedeltà a Dio, insieme al sonno della morte, garantiscono la sua continuità:  
Gv. 12:25 - CEI: "chi ama la propria vita (psychè) la perde, e chi odia la propria vita (psychè) in questo mondo, la conserverà per la vita eterna". 
La continuità tra la vita presente e quella futura, come detto, è garantita non dall' immortalità di un' entità spirituale cosciente che sopravvive alla morte, ma dalla fedeltà a Dio che darà loro vita eterna nella risurrezione dell' ultimo giorno(Gv. 6:39-40) 

Il defunto si addormenta nel sonno della morte e si risveglierà quando Dio lo richiamerà per mezzo di Gesù (Gv. 5:28-29).  
  
Quella che si risveglierà dal sonno della morte e che si rialzerà non sarà una copia conforme o un clone (come hanno affermato alcuni..), ma la stessa persona che nello stato intermedio ha “dormito” il sonno della morte, la stessa persona che Dio può riportare in vita (Ezechiele 37:5-14). 
  
Immaginare che Dio abbia bisogno della sopravvivenza di un "entità" spirituale immortale per garantire la continuità della persona e per far si che Egli riporti in vita la stessa persona che da “dormito” il sonno della morte, con lo stesso "io" e la stessa personalità equivale a negare l' Onnipotenza di Dio! 

I teologi avranno forse bisogno di una “continuità” garantita da un' anima, ma Dio non ha bisogno di nulla, ma proprio di nulla, caro Sconocchini e puo' riportare in vita la medesima persona che dorme nella morte e che gli e' stata fedele, senza la necessita' della sopravvivenza di alcuna "entità" immortale spirituale che garantisca la sopravvivenza dell' "io" e della personalità di colui che è addormentato nella morte!  



viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Secondo loro questo sarebbe insegnato dalla Bibbia, che però leggono con questo metodo. Partono da un testo e un termine dell’AT e poi con questi testi e termini annullano il NT. Ma voi sapete che i termini hanno una loro storia e cambiano significato nel tempo. Quindi attribuiscono al NT lo stesso significato che abbiamo nell’AT ignorando il cambiamento di significato avvenuto nel tempo.

I 3 termini fondamentali che usano sono geenna, sheol e nefesh.

Nefesh loro la traducono sempre anima. Ma in realtà può significare anche altre cose: “respiro, gola, profumo, stomaco” se volete vi cito anche i passi in cui troviamo questi significati.




guardi, quel che dice è falso. L' enciclopedia biblica PERSPICACIA NELLO STUDIO DELLE SCRITTURE afferma, riguardo a nefesh:
In netto contrasto con l’insegnamento greco della psychè (anima) immateriale, intangibile, invisibile e immortale, le Scritture spiegano che sia psychè che nèfesh, quando si riferiscono a creature terrene, significano qualcosa di materiale, tangibile, visibile e mortale.
La New Catholic Encyclopedia dice: “Nepes [nèfesh] ha un significato molto più ampio del nostro termine ‘anima’, poiché significa vita (Es 21.23; Dt 19.21) e le sue varie manifestazioni vitali: respiro (Gn 35.18; Gb 41.13[21]), sangue [Gn 9.4; Dt 12.23; Sl 140(141).8], desiderio (2 Sm 3.21; Prv 23.2)
”.

Ora, qual' è l' utilità della resa univoca “anima” per nefesh?
Un esempio glielo illustrerà, quello di 1 Re 17:21-23. La TNM rende così il brano:
E si stendeva tre volte sul fanciullo e invocava Geova e diceva: “O Geova mio Dio, ti prego, fa che l’anima (nefesh) di questo fanciullo torni in lui”. 22 Infine Geova ascoltò la voce di Elia, così che l’anima (nefesh) del fanciullo tornò in lui ed egli riprese vita. 23 Elia prese ora il fanciullo e dalla camera in terrazza lo fece scendere nella casa e lo diede a sua madre; ed Elia quindi disse: “Vedi, tuo figlio vive”.
Caspita! Leggendo la TNM può sembrare che qui, effettivamente, qualcosa lasci il corpo del bambino per andarsene altrove, ma che cosa? Un' entità immortale disincarnata e cosciente?

Se leggiamo lo stesso passo nella Bibbia CEI, scopriamo l' arcano:
Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: “Signore, mio Dio, la vita (nefesh) di questo bambino torni nel suo corpo”. Il Signore ascoltò la voce di Elia, la vita (nefesh) del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: “Guarda, tuo figlio vive”!
Ha compreso? La resa anima per nefesh è stata di grandissima utilità perchè ha permesso al lettore cattolico di comprendere che nefesh può significare persona, vita della persona,“respiro, gola, profumo, stomaco”, ma che né in quel passo né in nessun altro la nefesh indica un' entità incorporea e immortale che si separa dal corpo per vivere coscientemente altrove.....quella che banalmente voi chiamate “anima immortale”!

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Quindi loro quando vanno da un cattolico impreparato, e purtroppo i cattolici impreparati sono tanti, per dimostrare che l’anima muore citano Ezechiele 18:4 che traducono cosi nella loro Bibbia:


“L’anima che pecca, essa stessa morirà”.



In realtà qui nefesh non significa anima ma persona. Infatti nella Bibbia CEI è tradotto: “chi pecca morirà”. Similmente nell’Edizione Paoline.




ma che significa che “qui nefesh non significa anima”? Le domando: dove nefesh significa “anima” intesa nel senso di un' entità immortale spirituale cosciente che si separa dal corpo, al momento della morte, per vivere nello sceol o altrove? Lei me lo sa indicare? Da nessuna parte, è questo il punto! E' ovvio che in Ezechiele 18:4 nefesh significa persona così come in Giudici 16:30 mentre, ad esempio, in Numeri 6:6 nefesh meth, anima morta significa banalmente un “cadavere”.
Il punto è che DA NESSUNA PARTE, come detto, nefesh indica l' anima immortale come Lei la intende e non c' è bisogno di essere esperti o preparati per comprenderlo (se la Bibbia fosse stata scritta solo per i teologi o per le persone “preparate”, staremmo freschi!)!

(segue...)
Aquila-58
00martedì 5 marzo 2013 20:13
IV PARTE:



viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


L’altra parola è sheol loro la traducono sempre sepolcro, tomba,




ma è falso! La TNM traduce sceol sempre con.....sceol. PERSPICACIA NELLO STUDIO DELLE SCRITTURE, a proposito dello sceol, afferma:
(Scèol).
La comune tomba del genere umano; non un singolo luogo di sepoltura o sepolcro (ebr. qèver, Gdc 16:31; qevuràh, Ge 35:20), né una singola tomba (ebr. gadhìsh, Gb 21:32).
Sono state avanzate diverse ipotesi circa l’origine del termine ebraico she’òhl, ma a quanto pare deriva dal verbo ebraico sha’àl, che significa “chiedere; richiedere”. A proposito dello Sceol un lessico ebraico dice che è “la comune dimora o regione dei morti; così chiamato per l’insaziabilità della tomba, che è come se chiedesse o bramasse sempre più”. (S. Pike, A Compendious Hebrew Lexicon, Cambridge, 1811, p. 148) Questo indicherebbe che lo Sceol è il luogo (non una condizione) che chiede o reclama tutti senza distinzione, giacché accoglie dentro di sé i morti del genere umano. — Ge 37:35, nt.; Pr 30:15, 16
”.

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


quindi per loro è uguale a distruzione nella morte.



non “per noi” ma per la Bibbia e sto parlando ovviamente dello sceol.
Svariate volte sceol appare insieme con abaddon, che significa “distruzione o rovina”. Abaddon appare come equivalente di “luogo di sepoltura”” in Salmo 88:11 (88:12 CEI), laddove la nota della cattolica Bibbia di Gerusalemme, che traduce furbescamente abaddon con “regno della morte” afferma: “regno della morte, ebraico abaddon”, si confronti però Giobbe 26:6 (nota Bibbia di Gerusalemme: “abaddon, sinonimo di sceol”!); Giobbe 28:22 (abaddon è l' equivalente di morte): in entrambi i passi la Bibbia di Gerusalemme traduce furbescamente “abisso”; Proverbi 15:11 (sceol e abaddon equivalenti), Prov. 27:20 (sceol e abaddon equivalenti).
In Apoc. 9:11 la CEI traduce: “Il loro re era l' angelo dell' abisso, che in ebraico si chiama Abaddon, in greco Sterminatore”, nota della Bibbia di Gerusalemme: “il testo greco ha Abaddon e Apollyon, che si traducono “DISTRUZIONE” e “Distruttore”!!
Come visto Abaddon è l' equivalente di sceol in Giobbe 26:6, Proverbi 15:11; 27:20.
Il fatto che lo sceol sia strettamente associato ad abaddon, il luogo di distruzione, dimostra che nell' A.T. il regno dei morti fosse visto come luogo di annientamento e non come quello di un' esistenza umbratile.....da ricordare che abaddon è la traslitterazione greca dell' ebraico 'avaddon, che significa anch' esso “distruzione” e che nelle Scritture Ebraiche, come visto, è messo in relazione con lo sceol e la morte!

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Ma in realtà ci sono passi dell’AT che smentiscono questa equivalenza. Ad es. in Genesi 37:35:


“Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: «No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba». E il padre suo lo pianse.”






beh, se questo passo “smentisce l' equivalenza”, stiamo freschi! Abbiamo visto sopra la stretta relazione tra 'avaddon, “distruzione” con lo sceol e la morte! Se questo passo smentisse il tutto, cioè se questo passo confermasse la sopravvivenza nello sceol di un' esistenza umbratile, non si capirebbe come mai, secoli dopo, gli autori biblici avrebbero potuto scrivere sotto ispirazione (2 Tim. 3:16) che “i morti non sanno nulla” (Qoelet/Ecclesiaste 9:5), che “il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito” (Qoelet/Ecclesiaste 9:6) , che non vi è “nè attività nè scienza né sapienza nel regno dei morti (sceol)” (Qoelet/Ecclesiaste 9:10) , che nessuno dei morti ricorda Dio (Salmo 6:6 ; 6:5 TNM). Attenzione: non si parla solo di lodare Dio ma del fatto che i morti non hanno neppure il ricordo di Dio, come potrebbero quindi averlo di un figlio (considerato che il loro amore è finito, come afferma il Qoelet...) per andare, in uno stato umbratile, debole, a fare coscientemente “lutto” nel regno dei morti, lo sceol dove secondo il Qoelet non vi è attività?
E' interessante notare che nel Salmo 146:4 leggiamo che nel giorno della morte “svaniscono tutti i suoi disegni” (CEI), quindi anche il “disegno” preso coscientemente da Giacobbe, da un essere umano vivente, di “scendere in lutto” dal figlio nello sceol. La Septuaginta, nello stesso Salmo, traduce il termine ebraico lì presente (che CEI rende con “disegno”) con il sostantivo dialogismos, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento (pagina 813) significa “pensiero, riflessione”!
Bisognerà forse dare una lettura diversa al passo della Genesi? Non sarà che forse Giacobbe stava semplicemente manifestando il sentimento di un uomo piegato dal dolore? Non pensava semplicemente che il figlio diletto fosse morto, nella tomba, per cui, sopraffatto dal dolore, voleva morire anche lui?

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Quindi cos’è lo sheol? …... lo sceol, cioè il soggiorno dei morti. Li quindi qualcosa sopravviveva, non l’anima come la intendiamo noi, perchè si sviluppo gradualmente questa idea soprattutto col NT.



Lei potrà quindi mostrarci, nella prossima trasmissione, dove il N.T. sviluppa il concetto di un' “anima” che: a) si separa dal corpo al momento del decesso per vivere coscientemente in un paradiso etereo, b) si ricongiunge al corpo glorioso al momento della risurrezione (e le due cose non sono affatto disgiunte e separate tra loro, al contrario strettamente connesse)? Lei riuscirà a trovare dei passi neotestamentari che parlino di tutto questo? Scommettiamo che non li troverà?

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


I morti dello sheol la Bibbia, i primi libri, li chiama Refaim, ossia ombre, spiriti dei morti, che avevano pochissima vitalità, ma erano riconoscibili anche da qualcosa di materialità.




Otto testi nell' A.T. si riferiscono agli abitanti dello sceol come i refaim, parola, questa, che è spesso tradotta con “ombre”. Questa traduzione però può trarre in inganno, perchè dà l' impressione che gli abitanti dello sceol siano fantasmi o “spiriti” senza corpo, che vivano un' esistenza umbratile. L' etimologia della parola è incerta; si pensa che derivi dalla radice di un verbo che significa “affondare”, “rilassarsi”, essere “debole”, “fiacco”. Ricollegando quindi questo vocabolo a una radice avente significato sopra esposto, alcuni ritengono che significhi “sprofondati, impotenti”. Nei versetti in cui il termine ha questo significato la Traduzione del Nuovo Mondo lo rende “quelli impotenti nella morte”. In un articolo sull' origine e il significato di refaim, lo studioso Paul Haupt scrive: “Il termine ebraico refaim indica coloro che sono “affossati” nella loro dimora invisibile e scendendo nello sceol così come il sole cala verso la sua infuocata morte a ponente; i refain sono coloro che sono “affossati”, svaniti, spariti, morti, defunti. La traduzione migliore sarebbe “i dipartiti””.
La traduzione di refaim proposta da Haupt come “i dipartiti” o “i morti” è abbastanza adeguata all' uso del termine indicato negli otto testi dove questa parola appare. Si tratta, a questo punto, di considerare, anche se brevemente, qualche esempio..
Isaia 14:9. Viene detto che la discesa nello sceol del re di Babilonia causa agitazione: “Gli inferi (sceol) di sotto si agitano per te, per venirti incontro al tuo arrivo; per te si svegliano le ombre (refaim).....”. Qui refaim può benissimo essere tradotto come “i defunti” o “i morti”, dal momento che è detto che sono “risvegliati” per incontrare il re. L' implicazione è che stavano dormendo, un eufemismo comune per indicare la morte nella Bibbia. Gli “spiriti senza corpo” non hanno alcun bisogno di essere “risvegliati” dal sonno. Il rimprovero: “Anche tu sei stato abbattuto (“diventato debole”, traduce la Nuova Riveduta) come noi?” (Isaia 14:10) non significa necessariamente : “Anche tu sei diventato uno spirito senza corpo come noi”, quanto piuttosto: “Anche tu sei morto come noi?”.
Questo testo definisce il significato di refaim come “debole”. La loro debolezza, tuttavia, deriva dal fatto che sono semplicemente morti. Nell' A.T., questi sono deboli perchè la loro anima o la loro vitalità è svanita. Il defunto è un' anima priva di forza. Per questo i morti sono chiamati “deboli” (refaim) .
Si tenga presente che Isaia 14:4-23 è una “canzone” (CEI), cioè un canto allegorico di scherno nei confronti del re di Babilonia. Si tratta di una personificazione dello sceol che ha un preciso significato: la canzone di Isaia 14:4-23 sul re di Babilonia ha lo scopo di descrivere, metaforicamente, l' umiliazione e l' abbassamento di chi si era troppo esaltato nel suo cuore, si confronti Luca 10:15 con Isaia 14:13-15!!!
In Isaia 26:19 (CEI) il parallelismo strutturale del testo dove i morti, quelli che giacciono nella polvere e i refaim (le ombre) sono usati come sinonimi, suggerisce che i tre siano essenzialmente nella stessa condizione, cioè morti. Quindi, i refaim sono i morti che dimorano nella polvere, non c' è alcun motivo, sulla base del termine refaim (e del suo significato), di considerarli “spiriti incorporei” che fluttuano nel mondo sotterraneo vivendo un' esistenza umbratile.
Giobbe 26:5 personifica i refaim , dicendo che davanti a Dio “le ombre dei morti (refaim) tremano sotto alle acque e i loro abitanti”. Ma nel verso successivo (Giobbe 26:6) che dice: “Davanti a lui è nudo il regno dei morti (sceol) e senza velo è l' abisso (abaddon)”. Appena un versetto dopo che si accenna ai refaim, vediamo di nuovo la relazione tra lo sceol e la distruzione, secondo il significato di abaddon!

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Per es. in I Samuele 28:11-14 la negromante di En Dor richiama Samuele dallo sheol e lei lo riconosce perché aveva il tipico mantello dei profeti.
Attenzione, la Scrittura condanna l’evocazione dei morti, lo spiritismo che è una pratica abominevole. Però Saul fece questo e qui pur non trovando il dualismo anima corpo, troviamo il dualismo “cadaveri” che stavano nei sepolcri e “refaim” gli spiriti, le ombre dello sceol.



guardi, a parte il fatto che in 1 Samuele 28:6-25 non si fa il minimo cenno ai refaim, io dico:
1)in 1 Samuele 28:6 viene detto che Saul consultò Geova, ma che Geova non gli rispondeva “nè attraverso i sogni né mediante gli Urim né per mezzo dei profeti”
2)in Deut. 18:11-12 Dio per mezzo di Mosè fa sapere che non si doveva trovare tra gli israeliti “chi interroghi i morti”. Perchè? Perchè “chiunque fa queste cose è in abominio al Signore” (Deut. 18:12 CEI).
3)In Giacomo 1:17 viene detto che presso Dio “non c' è variazione né ombra di cambiamento” (CEI).
Allora io mi domando: Dio ha in abominio chi interroga i morti e vieta tassativamente, nella sua Legge, di ricorrere a tali pratiche; Dio non rispondeva a Saul in nessuno dei modi che generalmente usa quando è interrogato. Allora che fa Dio? Se ne infischia altamente della sua stessa Legge e permette a un suo profeta, che vive “una vita da refaim”, di parlare IN SUO NOME nel contesto di una seduta spiritica?
Non le viene mai il sospetto che lì il narratore stia effettivamente raccontando ciò che avvenne in una normale seduta spiritica e che a parlare fosse un demone (Satana e i demoni possono fare questo ed altro...) nelle veci di Samuele il profeta?
A me si....

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Tutti stavano nello sheol, buoni e malvagi. Quindi nell’AT c’era già un’idea di sopravvivenza, ma non c’era ancora in pieno il concetto di retribuzione, un premio per i giusti e il castigo per i malvagi, che ritroveremo nei testi posteriori



ciò è falso, poiché già in Daniele 12:2 si parla di una retribuzione per i giusti e per i malvagi ma di chi? Di coloro che “dormono nella regione della polvere e si risveglieranno” (CEI).
Ciò che nell' A.T. è già presente è, invece, il concetto di risurrezione e questo sin dai tempi di Abraamo, a quanto pare (Isaia 26:19 ; Daniele 12:2, 13 ; Ebrei 11:19), che poi diverrà la base stessa della fede cristiana (1 Cor. 15:14-19)!

viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:


Concludo ricordando che nei libri deuterocanonici di Maccabei e Sapienza, che i tdG non riconoscono come canonici, e che hanno preso dai protestanti americani, tale concetto è chiaramente indicato. In 2 Maccabei si legge chiaramente di uno stato intermedio, che noi chiamiamo purgatorio. Infatti si prega per la remissione dei peccati dei defunti. Per non parlare poi del NT, ma di questo ne parleremo la prossima volta.




A me pare che in 2 Maccabei 7:9 (si vedano anche i versetti 11, 14, 23, 29, 36) si parli di risurrezione dei corpi, come ci informa in nota anche la Bibbia di Gerusalemme e non di stato intermedio come lo intendono i dualisti....in 2 Maccabei 14:46 idem. In 2 Maccabei 6:26 si parla si parla del giorno del giudizio per i vivi e i morti (confr. 2 Tim. 4:1), in 2 Maccabei 12:41-46 si prega per la remissione dei peccati dei defunti, ma dove si “legge chiaramente di uno stato intermedio” mi domando? Lì si parla di risurrezione: “Perchè se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti” (2 Maccabei 12:44 CEI), dove si parla di uno stato intermedio, di grazia?
Riguardo al purgatorio, ovviamente conosciamo già i passi neotestamentari che tirerete fuori, del tutto inopportunamente, per (tentare inutilmente di) dimostrarne l' esistenza.
Per cui, alla prossima!

FINE
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