IV PARTE:
viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:
L’altra parola è sheol loro la traducono sempre sepolcro, tomba,
ma è falso! La TNM traduce
sceol sempre con.....
sceol. PERSPICACIA NELLO STUDIO DELLE SCRITTURE, a proposito dello
sceol, afferma:
“
(Scèol).
La comune tomba del genere umano; non un singolo luogo di sepoltura o sepolcro (ebr. qèver, Gdc 16:31; qevuràh, Ge 35:20), né una singola tomba (ebr. gadhìsh, Gb 21:32).
Sono state avanzate diverse ipotesi circa l’origine del termine ebraico she’òhl, ma a quanto pare deriva dal verbo ebraico sha’àl, che significa “chiedere; richiedere”. A proposito dello Sceol un lessico ebraico dice che è “la comune dimora o regione dei morti; così chiamato per l’insaziabilità della tomba, che è come se chiedesse o bramasse sempre più”. (S. Pike, A Compendious Hebrew Lexicon, Cambridge, 1811, p. 148) Questo indicherebbe che lo Sceol è il luogo (non una condizione) che chiede o reclama tutti senza distinzione, giacché accoglie dentro di sé i morti del genere umano. — Ge 37:35, nt.; Pr 30:15, 16”.
viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:
quindi per loro è uguale a distruzione nella morte.
non “per noi” ma per la Bibbia e sto parlando ovviamente dello
sceol.
Svariate volte
sceol appare insieme con
abaddon, che significa “
distruzione o rovina”.
Abaddon appare come equivalente di “luogo di sepoltura”” in Salmo 88:11 (88:12 CEI), laddove la nota della cattolica Bibbia di Gerusalemme, che traduce furbescamente
abaddon con “regno della morte” afferma: “
regno della morte, ebraico abaddon”, si confronti però Giobbe 26:6 (nota Bibbia di Gerusalemme: “
abaddon, sinonimo di sceol”!); Giobbe 28:22 (abaddon è l' equivalente di morte): in entrambi i passi la Bibbia di Gerusalemme traduce furbescamente “abisso”; Proverbi 15:11 (
sceol e
abaddon equivalenti), Prov. 27:20 (
sceol e
abaddon equivalenti).
In Apoc. 9:11 la CEI traduce: “
Il loro re era l' angelo dell' abisso, che in ebraico si chiama Abaddon, in greco Sterminatore”, nota della Bibbia di Gerusalemme: “
il testo greco ha Abaddon e Apollyon, che si traducono “DISTRUZIONE” e “Distruttore”!!
Come visto
Abaddon è l' equivalente di
sceol in Giobbe 26:6, Proverbi 15:11; 27:20.
Il fatto che lo
sceol sia strettamente associato ad
abaddon, il luogo di distruzione, dimostra che nell' A.T. il regno dei morti fosse visto come luogo di annientamento e non come quello di un'
esistenza umbratile.....da ricordare che
abaddon è la traslitterazione greca dell' ebraico
'avaddon, che significa anch' esso “
distruzione” e che nelle Scritture Ebraiche, come visto, è messo in relazione con lo
sceol e la morte!
viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:
Ma in realtà ci sono passi dell’AT che smentiscono questa equivalenza. Ad es. in Genesi 37:35:
“Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: «No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba». E il padre suo lo pianse.”
beh, se questo passo “smentisce l' equivalenza”, stiamo freschi! Abbiamo visto sopra la stretta relazione tra
'avaddon, “distruzione” con lo
sceol e la morte! Se questo passo smentisse il tutto, cioè se questo passo confermasse la sopravvivenza nello sceol di un'
esistenza umbratile, non si capirebbe come mai, secoli dopo, gli autori biblici avrebbero potuto scrivere sotto ispirazione (2 Tim. 3:16) che “
i morti non sanno nulla” (Qoelet/Ecclesiaste 9:5), che “
il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito” (Qoelet/Ecclesiaste 9:6) , che non vi è “
nè attività nè scienza né sapienza nel regno dei morti (sceol)” (Qoelet/Ecclesiaste 9:10) , che nessuno dei morti ricorda Dio (Salmo 6:6 ; 6:5 TNM). Attenzione: non si parla solo di lodare Dio ma del fatto che i morti non hanno neppure il ricordo di Dio, come potrebbero quindi averlo di un figlio (considerato che il loro amore è finito, come afferma il
Qoelet...) per andare, in uno
stato umbratile, debole, a fare coscientemente “lutto” nel regno dei morti, lo
sceol dove secondo il
Qoelet non vi è attività?
E' interessante notare che nel Salmo 146:4 leggiamo che nel giorno della morte “
svaniscono tutti i suoi disegni” (CEI), quindi anche il “disegno” preso coscientemente da Giacobbe, da un essere umano vivente, di “scendere in lutto” dal figlio nello sceol. La
Septuaginta, nello stesso Salmo, traduce il termine ebraico lì presente (che CEI rende con “disegno”) con il sostantivo
dialogismos, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento (pagina 813) significa “
pensiero, riflessione”!
Bisognerà forse dare una lettura diversa al passo della Genesi? Non sarà che forse Giacobbe stava semplicemente manifestando il sentimento di un uomo piegato dal dolore? Non pensava semplicemente che il figlio diletto fosse morto, nella tomba, per cui, sopraffatto dal dolore, voleva morire anche lui?
viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:
Quindi cos’è lo sheol? …... lo sceol, cioè il soggiorno dei morti. Li quindi qualcosa sopravviveva, non l’anima come la intendiamo noi, perchè si sviluppo gradualmente questa idea soprattutto col NT.
Lei potrà quindi mostrarci, nella prossima trasmissione, dove il N.T. sviluppa il concetto di un' “anima” che: a)
si separa dal corpo al momento del decesso per vivere coscientemente in un paradiso etereo, b)
si ricongiunge al corpo glorioso al momento della risurrezione (e le due cose non sono affatto disgiunte e separate tra loro, al contrario strettamente connesse)? Lei riuscirà a trovare dei passi neotestamentari che parlino di tutto questo?
Scommettiamo che non li troverà?
viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:
I morti dello sheol la Bibbia, i primi libri, li chiama Refaim, ossia ombre, spiriti dei morti, che avevano pochissima vitalità, ma erano riconoscibili anche da qualcosa di materialità.
Otto testi nell' A.T. si riferiscono agli abitanti dello
sceol come i
refaim, parola, questa, che è spesso tradotta con “ombre”. Questa traduzione però può trarre in inganno, perchè dà l' impressione che gli abitanti dello sceol siano fantasmi o “spiriti” senza corpo, che vivano un' esistenza umbratile. L' etimologia della parola è incerta; si pensa che derivi dalla radice di un verbo che significa “affondare”, “rilassarsi”, essere “debole”, “fiacco”. Ricollegando quindi questo vocabolo a una radice avente significato sopra esposto, alcuni ritengono che significhi “sprofondati, impotenti”. Nei versetti in cui il termine ha questo significato la Traduzione del Nuovo Mondo lo rende “quelli impotenti nella morte”. In un articolo sull' origine e il significato di
refaim, lo studioso Paul Haupt scrive: “
Il termine ebraico refaim indica coloro che sono “affossati” nella loro dimora invisibile e scendendo nello sceol così come il sole cala verso la sua infuocata morte a ponente; i refain sono coloro che sono “affossati”, svaniti, spariti, morti, defunti. La traduzione migliore sarebbe “i dipartiti””.
La traduzione di
refaim proposta da Haupt come “i dipartiti” o “i morti” è abbastanza adeguata all' uso del termine indicato negli otto testi dove questa parola appare. Si tratta, a questo punto, di considerare, anche se brevemente, qualche esempio..
Isaia 14:9. Viene detto che la discesa nello
sceol del re di Babilonia causa agitazione: “
Gli inferi (sceol) di sotto si agitano per te, per venirti incontro al tuo arrivo; per te si svegliano le ombre (refaim).....”. Qui
refaim può benissimo essere tradotto come “i defunti” o “i morti”, dal momento che è detto che sono “risvegliati” per incontrare il re. L' implicazione è che stavano dormendo, un eufemismo comune per indicare la morte nella Bibbia. Gli “spiriti senza corpo” non hanno alcun bisogno di essere “risvegliati” dal sonno. Il rimprovero: “
Anche tu sei stato abbattuto (“diventato debole”, traduce la Nuova Riveduta) come noi?” (Isaia 14:10) non significa necessariamente : “
Anche tu sei diventato uno spirito senza corpo come noi”, quanto piuttosto: “
Anche tu sei morto come noi?”.
Questo testo definisce il significato di
refaim come “debole”. La loro debolezza, tuttavia, deriva dal fatto che sono semplicemente morti. Nell' A.T., questi sono deboli perchè la loro anima o la loro vitalità è svanita. Il defunto è un' anima priva di forza. Per questo i morti sono chiamati “deboli” (
refaim) .
Si tenga presente che Isaia 14:4-23 è una “canzone” (CEI), cioè un canto allegorico di scherno nei confronti del re di Babilonia. Si tratta di una personificazione dello
sceol che ha un preciso significato: la canzone di Isaia 14:4-23 sul re di Babilonia ha lo scopo di descrivere, metaforicamente, l' umiliazione e l' abbassamento di chi si era troppo esaltato nel suo cuore, si confronti Luca 10:15 con Isaia 14:13-15!!!
In Isaia 26:19 (CEI) il parallelismo strutturale del testo dove i morti, quelli che giacciono nella polvere e i
refaim (le ombre) sono usati come sinonimi, suggerisce che i tre siano essenzialmente nella stessa condizione, cioè morti. Quindi, i
refaim sono i morti che dimorano nella polvere, non c' è alcun motivo, sulla base del termine
refaim (e del suo significato), di considerarli “spiriti incorporei” che fluttuano nel mondo sotterraneo vivendo un'
esistenza umbratile.
Giobbe 26:5 personifica i
refaim , dicendo che davanti a Dio “
le ombre dei morti (refaim) tremano sotto alle acque e i loro abitanti”. Ma nel verso successivo (Giobbe 26:6) che dice: “
Davanti a lui è nudo il regno dei morti (sceol) e senza velo è l' abisso (abaddon)”. Appena un versetto dopo che si accenna ai
refaim, vediamo di nuovo la relazione tra lo
sceol e la distruzione, secondo il significato di
abaddon!
viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:
Per es. in I Samuele 28:11-14 la negromante di En Dor richiama Samuele dallo sheol e lei lo riconosce perché aveva il tipico mantello dei profeti.
Attenzione, la Scrittura condanna l’evocazione dei morti, lo spiritismo che è una pratica abominevole. Però Saul fece questo e qui pur non trovando il dualismo anima corpo, troviamo il dualismo “cadaveri” che stavano nei sepolcri e “refaim” gli spiriti, le ombre dello sceol.
guardi, a parte il fatto che in 1 Samuele 28:6-25 non si fa il minimo cenno ai
refaim, io dico:
1)in 1 Samuele 28:6 viene detto che Saul consultò Geova, ma che Geova non gli rispondeva “nè attraverso i sogni né mediante gli Urim né per mezzo dei profeti”
2)in Deut. 18:11-12 Dio per mezzo di Mosè fa sapere che non si doveva trovare tra gli israeliti “
chi interroghi i morti”. Perchè? Perchè “
chiunque fa queste cose è in abominio al Signore” (Deut. 18:12 CEI).
3)In Giacomo 1:17 viene detto che presso Dio “
non c' è variazione né ombra di cambiamento” (CEI).
Allora io mi domando: Dio ha in abominio chi interroga i morti e vieta tassativamente, nella sua Legge, di ricorrere a tali pratiche; Dio non rispondeva a Saul in nessuno dei modi che generalmente usa quando è interrogato.
Allora che fa Dio? Se ne infischia altamente della sua stessa Legge e permette a un suo profeta, che vive “
una vita da refaim”, di parlare IN SUO NOME nel contesto di una seduta spiritica?
Non le viene mai il sospetto che lì il narratore stia effettivamente raccontando ciò che avvenne in una normale seduta spiritica e che a parlare fosse un demone (Satana e i demoni possono fare questo ed altro...) nelle veci di Samuele il profeta?
A me si....
viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:
Tutti stavano nello sheol, buoni e malvagi. Quindi nell’AT c’era già un’idea di sopravvivenza, ma non c’era ancora in pieno il concetto di retribuzione, un premio per i giusti e il castigo per i malvagi, che ritroveremo nei testi posteriori
ciò è falso, poiché già in Daniele 12:2 si parla di una retribuzione per i giusti e per i malvagi ma di chi? Di coloro che “dormono nella regione della polvere e si risveglieranno” (CEI).
Ciò che nell' A.T. è già presente è, invece, il concetto di risurrezione e questo sin dai tempi di Abraamo, a quanto pare (Isaia 26:19 ; Daniele 12:2, 13 ; Ebrei 11:19), che poi diverrà la base stessa della fede cristiana (1 Cor. 15:14-19)!
viceadmintdg1, 25/02/2013 15:04:
Concludo ricordando che nei libri deuterocanonici di Maccabei e Sapienza, che i tdG non riconoscono come canonici, e che hanno preso dai protestanti americani, tale concetto è chiaramente indicato. In 2 Maccabei si legge chiaramente di uno stato intermedio, che noi chiamiamo purgatorio. Infatti si prega per la remissione dei peccati dei defunti. Per non parlare poi del NT, ma di questo ne parleremo la prossima volta.
A me pare che in 2 Maccabei 7:9 (si vedano anche i versetti 11, 14, 23, 29, 36) si parli di risurrezione dei corpi, come ci informa in nota anche la Bibbia di Gerusalemme e non di stato intermedio come lo intendono i dualisti....in 2 Maccabei 14:46 idem. In 2 Maccabei 6:26 si parla si parla del giorno del giudizio per i vivi e i morti (confr. 2 Tim. 4:1), in 2 Maccabei 12:41-46 si prega per la remissione dei peccati dei defunti, ma dove si “legge chiaramente di uno stato intermedio” mi domando? Lì si parla di risurrezione: “
Perchè se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti” (2 Maccabei 12:44 CEI), dove si parla di uno stato intermedio, di grazia?
Riguardo al purgatorio, ovviamente conosciamo già i passi neotestamentari che tirerete fuori, del tutto inopportunamente, per (tentare inutilmente di) dimostrarne l' esistenza.
Per cui, alla prossima!
FINE