Calabria, un immigrato clandestino svela progetti eversivi
L'antiterrorismo conferma. Informativa al ministero dell'Interno
Confessione shock a Cosenza
"Sono un kamikaze islamico"
CATANZARO - Quando il capo della Digos di Cosenza ha ascoltato le sue parole, ha fatto un salto sulla sedia: non era un clandestino come tanti quello che aveva davanti alla scrivania: era un kamikaze. "Sono entrato in Italia per farmi saltare in aria. Sono arrivato via mare. Dovevo colpire una città simbolo del vostro paese".
"E' un islamico che proviene dall'area del Maghreb": la Procura non vuole dire di più sull'extracomunitario transitato dal carcere di Paola. La notizia è stata pubblicata stamane sul Quotidiano della Calabria e ha trovato conferma negli ambienti investigativi che non hanno però voluto aggiungere altri particolari.
Per fare il punto dell'indagini, i giudici del pool antiterrorismo della regione hanno convocato gli inquirenti per domani mattina; è stato informato anche il ministero dell'Interno. Dai primi riscontri, la confessione dell'uomo appare veritiera: non sembra l'opera di un mitomane. "Sta collaborando", ha detto uno degli investigatori uscendo dal suo ufficio, ma non ha aggiunto altro.
Laconico anche il responsabile del pool antiterrorismo della Procura della Repubblica di Catanzaro: "Prendiamo in considerazione qualsiasi spunto investigativo ci sia fornito". E poi ha aggiunto: "Dalle notizie che ci giungono dai servizi di polizia giudiziaria, emerge che la Calabria non è tra i possibili obiettivi. La regione, al riguardo, può essere un territorio di passaggio. In ogni caso, le Digos ed i carabinieri dei Ros seguono con attenzione qualsiasi spunto investigativo".
Parole generiche ma preoccupate. Il clima in Procura non è dei più tranquilli: da Roma vogliono sapere se l'uomo arrestato dice la verità, vogliono conoscere i nomi dei suoi complici, gli indirizzi delle basi di appoggio in Italia, chi erano i suoi amici e chi gli ha dato i soldi ma i giudici sanno ancora poco e le verifiche sono difficili. Per motivi di sicurezza, la magistratura ha ordinato il trasferimento del detenuto in un altro carcere di cui il nome è rimasto segreto. La Digos di Cosenza ha chiesto la collaborazione dei colleghi di Catanzaro e una squadra di agenti in borghese è stata sguinzagliata in città sulle tracce del clandestino: sono stati ascoltati decine di immigrati. Sentiti anche cinque titolari di internet-point gestiti da nordafricani e controllate le memorie di posta elettronica di una dozzina di pc: secondo il ministero dell'Interno spesso i terroristi approfittano dei computer pubblici per inviare e-mail ai gruppi eversivi all'estero.
(12 ottobre 2005) Repubblica.it
Mi auguro che sia un mitomane, uno stupido mitomane. In caso contrario non c'è affatto da stare allegri.
A proposito, già che ci sono una battutina. Ma questo Gatti non l'ha scoperto ? Ma che infiltrato è ??