Comunicato dell'IRA del 2 Febbraio 2005.

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Matteo, Berghem
00mercoledì 16 febbraio 2005 10:24
I due comunicati con cui l’Esercito Repubblicano Irlandese (I.R.A.) Provisional ritira la sua offerta di completare la messa fuori uso delle armi (Decommissioning), 2 e 3 Febbraio 2005


Mercoledì 2 Febbraio 2005
L’Esercito Repubblicano Irlandese (IRA) Provisional, in seguito alle accuse a esso rivolte (e da esso smentite) di essere responsabile della rapina di 37,5 milioni di Euro alla Northern Bank di Belfast, avvenuta il 20 Dicembre scorso, ha diffuso questo comunicato:
“Nell’Agosto 2004 la dirigenza di Óglaigh na hÉireann [‘Volontari d’Irlanda’, il nome gaelico dello I.R.A.] annunciò la completa cessazione di tutte le operazioni militari. Lo facemmo per far progredire il processo di pace democratico e per sottolineare il nostro impegno definitivo perché avesse successo.
Quella cessazione delle nostre operazioni militari terminò nel Febbraio 1996 perché il Governo britannico agì in malafede quando l’allora Primo Ministro britannico John Major e i dirigenti unionisti sprecarono quella occasione senza precedenti di risolvere il conflitto.
Noi rimanemmo comunque pronti a impegnarci in senso positivo, e nel Luglio 1997 ristabilimmo la cessazione [delle operazioni militari] sulla stessa base di prima. In seguito abbiamo onorato i termini della nostra cessazione con disciplina e onestà, nonostante numerosi tentativi da parte di altri di travisare tali termini.
Da allora – nel corso di un tempo di quasi otto anni – la nostra dirigenza ha intrapreso una successione di iniziative ambiziose e significative, tese a sviluppare e a salvare il processo di pace. Tra esse è compreso:
? L’esserci impegnati con la Commissione Indipendente Internazionale sulla Messa fuori uso delle armi (IICD);
? L’avere accettato che ispettori indipendenti ispezionassero il contenuto di vari depositi di armi dello IRA, permettendo nuove ispezioni regolari per assicurare che le armi rimanessero sicure e permettendo che essi riferissero ciò che avevano fatto sia in pubblico sia alla IICD;
? L’avere delineato un contesto chiaro per dare una soluzione definitiva alla questione delle armi;
? L’avere riconosciuto errori passati, il dolore e la sofferenza che lo IRA ha inflitto ad altri, e l’avere fatto le scuse e le condoglianze per le morti e i ferimenti di non-combattenti da noi causate;
? L’avere concordato con la IICD uno schema per mettere le armi fuori uso in modo completo e verificabile;
? L’avere messo in atto questo schema al fine di salvare il processo di pace, mettendo fuori uso tre diversi quantitativi di armi in queste date:
? 23 Ottobre 2001
? 11 Aprile 2002
?21 Ottobre 2003; e
?L’avere cercato di venire incontro alle preoccupazioni unioniste in modo diretto e pubblico.
Nel 2004 la nostra dirigenza era disposta a risolvere rapidamente la questione delle armi, se possibile entro Natale, e a invitare due testimoni indipendenti, delle Chiese protestanti e cattolica, perché testimoniassero che ciò [la messa fuori uso delle armi] aveva avuto luogo. Nel contesto di un accordo completo eravamo inoltre disposti a passare a un’altra modalità di azione e a dare istruzioni ai nostri Volontari perché non vi fosse alcun loro coinvolgimento in attività che potessero mettere in pericolo tale accordo.
Queste iniziative sostanziali e significative sono stati i nostri contributi al processo di pace. Altri, comunque, non hanno condiviso questo programma. Al contrario, essi hanno richiesto l’umiliazione dello IRA.
Le nostre iniziative sono state attaccate, svalutate e spregiate da elementi pro-unionisti e anti-repubblicani, Governo britannico compreso. Il Governo irlandese si è prestato a questo gioco. Impegni presi sono stati infranti o ritirati. Il cambiamento e il progresso promessi riguardo alle questioni politiche, sociali, economiche e culturali, così come sulla smilitarizzazione, sui prigionieri, sull’uguaglianza e sulla polizia e sulla giustizia, non si sono materializzati nella misura che era richiesta, e che era stata promessa.
Le forze britanniche, compreso il PSNI [Servizio di Polizia dell’Irlanda del Nord], rimangono attivamente impegnate tanto in operazioni segrete quanto in operazioni manifeste, e tra queste le perquisizioni nelle case dei Repubblicani.
Siamo anche assolutamente consapevoli dell’instabilità entro l’Unionismo estremo, gran parte della quale è fomentata dagli organi dell’intelligence militare britannico. La struttura della collusione tra forze britanniche e lealisti rimane intatta.
Le istituzioni politiche rimangono sospese, ormai da anni, e vi è un impasse politico che prosegue.
In questo momento sembra che i due Governi siano intenzionati a cambiare le fondamenta stesse del processo di pace. Essi sostengono che ‘oggi l’ostacolo a una soluzione duratura e permanente… è il continuare dell’attività criminale e paramilitare dello IRA’.
Noi rifiutiamo ciò. Ciò anche travisa il fatto che il Dicembre scorso un possibile accordo è stato mandato all’aria dal fatto che entrambi i Governi sono venuti incontro all’Unionismo del rifiuto invece di tener fede ai propri impegni e di onorare le proprie promesse.
Non intendiamo accettare passivamente questa situazione inaccettabile e instabile. Essa ha messo a prova fino al limite la nostra pazienza. Di conseguenza, dopo avere riesaminato la nostra posizione, in risposta al ritrarsi dai loro impegni dei due Governi e di altri:
? Ritiriamo dal tavolo tutte le nostre proposte.
? È nostra intenzione sorvegliare con grande attenzione tutti i nuovi sviluppi e proteggere con l’intera nostra capacità i diritti dei Repubblicani e della nostra base di appoggio.
Lo IRA ha dimostrato il suo impegno a favore del processo di pace più e più volte. Vogliamo che il processo di pace abbia successo. Abbiamo avuto un ruolo decisivo nell’assicurare il progresso che si è avuto fin qui. Siamo disposti, come parte di uno sforzo genuino e collettivo, a farlo di nuovo, se e quando ne siano create le condizioni.
Ma la pace non può essere costruita sulla base di ultimatum, di accuse false e malevole e della malafede. Il progresso fin qui ottenuto non può reggersi con la reintroduzione delle strategie thatcheriane di criminalizzazione, che i nostri dieci compagni morirono per sconfiggere nello sciopero della fame del 1981. Noi non tradiremo il coraggio degli scioperanti della fame col tollerare criminalità nelle nostre fila o col tollerare false asserzioni di criminalità mosse alla nostra organizzazione da politicanti mossi da interessi egoistici, invece che dalla necessità nazionale di una conclusione positiva del processo di pace.
Infine ringraziamo tutti quelli che ci hanno sostenuto nel corso di decenni di lotta. Riconosciamo liberamente il compito che ci siamo imposti di sostenere gli sforzi genuini di costruire pace e giustizia. Riaffermiamo il nostro impegno di raggiungere l’indipendenza irlandese e gli altri nostri obbiettivi repubblicani. Siamo determinati a far sì che questi obbiettivi vengano assicurati.

P. O’Neill,
Irish Republican Publicity Bureau, Dublino.”




Giovedì 3 Febbraio 2005.

In seguito alla reazione di noncuranza da parte degli ambienti politici inglesi e irlandesi al comunicato precedente, a meno di ventiquattro ore di distanza lo IRA Provisional ha rilasciato un secondo, brevissimo comunicato, che il Sinn Féin ha commentato sostenendo che si trattava semplicemente di una constatazione di fatto:
“I due Governi stanno cercando di sminuire l’importanza della nostra dichiarazione perché stanno mandando in malora il processo di pace.
Non sottovalutate la serietà della situazione.
P. O’Neill,
Irish Republican Publicity Bureau,
Dublino.”

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