Como,vigile spara in testa a 19enne. Vittima un cingalese: clinicamente morto

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bluewall
00mercoledì 29 marzo 2006 23:37
da TGCom

Scene da Far West a Como: un 19enne, di origine cingalese, è stato colpito alla testa da un colpo di pistola esploso da un vigile in via Briantea. L'esatta dinamica dell'episodio non è ancora stata chiarita: ma sembra sicuro che il colpo sia stato esploso, non si sa se accidentalmente, da un agente della polizia municipale. Il giovane è stato trasportato in ospedale dove è stato dichiarato clinicamente morto.
Una tragica fatalità o qualcosa di più grave avrebbe dunque posto la parola fine alla vita del ragazzo solo perché non si è fermato all'alt imposto da una pattuglia dei vigili in borghese. Secondo una prima sommaria ricostruzione, il diciannovenne, residente in via Niguarda a Como-Albate, era a bordo di una Fiat Bravo di colore scuro con altri due amici. Giunto nella zona dell'ex manicomio del San Martino, l'auto è stata "palettata" da una pattuglia di vigili in servizio investigativo e, quindi, non in divisa. Il conducente della Bravo anziché fermarsi ha pigiato l'acceleratore ed è nato un inseguimento. A poca distanza la Bravo è rimasta imbottigliata nel traffico ed i tre occupanti sono scesi dalla vettura e uno dei vigili, dopo essersi qualificato, ha tentato di fermarli. Le indagini, coordinate dal magistrato di turno della procura di Como, sono affidate ai carabinieri
Cosa sia esattamente accaduto in questi frangenti appare ancora confuso. Di certo, dalla pistola di un vigile è partito un colpo che ha centrato alla testa il giovane cingalese, dichiarato clinicamente morto all'ospedale Sant'Anna dove era stato ricoverato ed ora è iniziato il count down di legge prima della dichiarazione di morte effettiva ed eventuale espianto degli organi. La notizia di quanto accaduto ha fatto l'immediato giro della città e sul luogo dove è avvenuto il tragico epilogo sono accorsi molti curiosi.
Secondo quanto riferiscono alcuni amici del giovane, giunti sul posto, il 19enne e gli altri due che erano con lui, avrebbero trascorso buona parte del pomeriggio di mercoledì nel rione Sant'Agata in compagnia di altri coetanei che hanno salutato dicendo loro che volevano recarsi a Montorfano, un piccolo paese a poca distanza da Como. Sconcerto per l'accaduto è stato espresso dal sindaco di Como Stefano Bruni: "E' un fatto gravissimo, spero sia fatta al più presto chiarezza sulle responsabità anche se il mio pensiero in questi minuti è tutto rivolto a quel povero ragazzo". Un episodio così grave a Como città non era mai avvenuto. Un caso simile si era, invece, verificato alcuni anni fa a Valbruna dove un 17enne extracomunitario fu ucciso da un carabiniere durante le concitate fasi di una rapina all'ufficio postale.


Non vorrei essere nei panni del vigile. Mai e poi mai. Spero per lui che almeno potrà spiegare che si è trattato di un maledetto, tragico, schifosissimo incidente. [SM=g27759]
webcop
00giovedì 30 marzo 2006 00:04
Por** tr***. [SM=g27765] Penso che stia passando dei brutti quarti d'ora lui. Ma quell'altro ci ha lasciato la pelle. Brutta storia. [SM=g27759]
postman78
00giovedì 30 marzo 2006 03:12
che storiaccia, speriamo si risolva per il meglio, rimango perplesso da una cosa ossia dal posto di controllo in borghese da parte di una pattuglia in servizio investigativo.... [SM=g27765] [SM=g27765] [SM=g27765]

MI suona un po strano, sinceramente ma....spero solo che il vigile non passi troppi guai per questa brutta storia.
webcop
00giovedì 30 marzo 2006 11:11
Ma non era un posto di controllo. Leggi qui:

Il Giorno.it
Non si ferma all'alt,
vigile spara e lo uccide L'automobilista, un cingalese di 19 anni, è clinicamente morto raggiunto dal proiettile alla testa. L'agente, che fa parte della pattuglia in borghese per contrastare gli imbrattatori di muri, è ora indagato. Lo sparo è partito dopo un inseguimento. La vittima, alla guida senza patente, ma solo con il foglio rosa, si è probabilmente spaventata delle eventuali conseguenze
Como, 30 marzo 2006 - E' già stato interrogato dal sostituto Mariano Fadda, della procura di Como, il vigile di 39 anni che ieri sera ha ferito mortalmente un diciannovenne cingalese al termine di un breve ma concitato inseguimento avvenuto nel rione San Martino di Como.
Il magistrato ha convocato in procura tutti coloro che hanno avuto modo di assistere alla scena. Ancora confusa appare la ricostruzione dei fatti. Secondo alcuni testimoni, quando l'auto con a bordo i tre fuggitivi è rimasta imbottigliata dal traffico, la pattuglia di vigili in borghese che li stava inseguendo li avrebbe tirati giù con la forza dalla Fiat Bravo e, dicono altri testimoni, il trentanovenne avrebbe spinto con violenza contro il muro di una pizzeria l'extracomunitario. Ancora non si riesce a capire perchè il vigile abbia estratto la pistola, facendo partire il colpo.
Il vigile, quanto meno come atto dovuto, dovrà affrontare una inchiesta per omicidio, la cui qualificazione potrà essere fatta solo dopo aver chiarito con esattezza la dinamica dei fatti.
La vittima è Rumesh Rajgama Achrige, 19 anni, originario dello Sri Lanka, da sei anni residente a Como con la famiglia. Un proiettile gli ha trapassato il cranio, dall'orecchio sinistro alla fronte. Le sue condizioni sono considerate disperate.
Il giovane era alla guida di una Fiat Bravo che e' fuggita all'intimazione dell'alt di una pattuglia in borghese della polizia locale, di quello speciale nucleo creato dal Comune per combattere, in particolare, i writers, gli imbrattatori di muri.
Non aveva la patente, il ragazzo, ma soltanto il foglio rosa, ed e' forse solo per questo che ha scelto di scappare. In macchina prima, a piedi poi. Ma il secondo tentativo e' finito in maniera drammatica: uno dei vigili, 39 anni, padre di famiglia, ha esploso un colpo con la pistola d'ordinanza e lo ha colpito alla testa. L'agente ha detto che il colpo gli e' partito accidentalmente, ma i carabinieri e il magistrato di turno, Mariano Fadda, da ore stanno ascoltando i testimoni, che delineerebbero un quadro quantomeno differente. Tanto che non e' escluso che il pm possa prendere qualche provvedimento gia' nelle prossime ore.
Da quanto e' stato possibile ricostruire, l'inseguimento e' nato mentre l'auto con i cinque ragazzi - oltre al cingalese, c'erano quattro comaschi - scendeva verso la citta' lungo la statale per Lecco. I vigili avrebbero notato a bordo un giovane denunciato tempo fa per imbrattamento e avrebbero quindi deciso di fermare l'auto. Il 19enne alla guida, pero', non si e' fermato, e ha proseguito verso Como. All'incrocio con via Briantea, tuttavia, la Bravo ha dovuto fermarsi per il traffico, ed e' stata bloccata dall'auto dei vigili, che si e' scontrata con la loro. Gli agenti hanno fatto scendere i cinque e li hanno allineati contro il muro di un casa, ma Rumesh ha cercato di fuggire. Ha fatto pochi metri ed e' stato colpito.



La Stampa.it
IL DICIANNOVENNE E’ STATO BLOCCATO DAGLI AGENTI IN BORGHESE
DEL CORPO ANTIGRAFFITI DEL COMUNE DI COMO
Vigile spara in testa a un ragazzo
Cingalese fermato sulla sua auto da una pattuglia:
è clinicamente morto
30/3/2006
Mario Cavallanti
COMO. Un ragazzo di 19 anni è stato ridotto in fin di vita ieri pomeriggio su un marciapiede di Como, colpito alla testa da un vigile urbano. Il proiettile, sparato da una distanza di due-tre metri, ha trapassato il giovane dalla nuca alla fronte e si è perso sull'asfalto della strada provinciale che porta da Como a Lecco. Il giovane, dichiarato clinicamente morto - i medici dell'ospedale Sant'Anna di Como hanno avviato il conteggio alla rovescia per l'espianto degli organi alle 19 - è un immigrato di seconda generazione proveniente dallo Sri Lanka, Raigama Achrige Rumesh Ku. Non aveva precedenti penali. Fino a ieri notte Mariano Fadda, il magistrato che procede sulla morte di «Ganesh» - come lo chiamavano tutti nel quartiere in cui era cresciuto - procedeva nei confronti del vigile Marco Dainati, 39 anni, con l'accusa di lesioni personali gravissime, ipotesi di reato destinata a non mutare almeno fino a stamattina. Nel frattempo ha avuto il tempo di ricostruire l'operato della pattuglia di vigili, composta da tre agenti, assegnati al «nucleo investigativo» del corpo di polizia locale, una sorta di piccola squadra mobile che si dedica alla lotta contro le scritte e i graffiti spray.
E sarebbe stato proprio un «writer», già denunciato per danneggiamenti, individuato tra i quattro passeggeri dell'auto di Ganesh, ad aver provocato la curiosità della pattuglia, che un quarto d'ora prima delle 17 di ieri ha intimato l'alt alla Fiat Bravo del cingalese, a pochi metri da un semaforo. Due minuti dopo il giovane era sul marciapiede, agonizzante. Almeno tre i testimoni che hanno assistito alla tragedia: si tratta di due automobilisti di passaggio, immediatamente prelevati dai carabinieri, e di un agente della polizia, che stava facendo footing. E' stato proprio il poliziotto a immobilizzare e disarmare il vigile urbano che ha sparato. Sulle prime, probabilmente, non ha nemmeno capito che stavano operando agenti di polizia locale, perché il «nucleo anti-writer» agisce in borghese e su auto-civetta.
Il poliziotto ha deposto in procura per circa due ore: avrebbe spiegato di aver visto i vigili intimare ai cinque ragazzi, armi in pugno, di scendere dall'auto e di mettersi spalle contro il muro di una casa. Sarebbe stato in quel momento che «Ganesh» avrebbe abbozzato un tentativo di fuga. I due automobilisti sentiti in serata dal magistrato, invece, alla fuga non avrebbero fatto cenno e il magistrato sembra propendere per questa versione, anche perché, diversamente, il comportamento del ragazzo risulterebbe incomprensibile. Dainati avrebbe quindi alzato l'arma, una calibro 9, e sparato, quando ancora i ragazzi erano con le spalle al muro. Un colpo accidentale, forse. Certamente la pistola era senza sicura.
Agli atti anche la dichiarazione di Nadir, uno dei quattro amici di Ganesh, tutti minorenni. Secondo il ragazzo, il vigile avrebbe spintonato l’amico contro il muro, mostrandogli la pistola: «Guarda qui», avrebbe detto il vigile. Poi è partito il colpo. Mentre Ganesh si accasciava, Dainati si sarebbe rivolto verso i colleghi, mormorando: «Ho sbagliato». Poco dopo i quattro amici di Ganesh si sarebbero scagliati sul vigile ormai immobilizzato dal poliziotto, senza reagire. Momenti di urla e insulti: «Bastardo cos'hai fatto, ti ammazzo». Poi l'arrivo dei carabinieri, il sequestro delle tre pistole dei vigili, la corsa dell'ambulanza verso l'ospedale, la madre di Ganesh che sviene mentre i medici le chiedono l'autorizzazione all'espianto degli organi.
Il nucleo «anti-writer» ha fatto parlare di sé, nei tre anni della sua costituzione. Voluto dall'assessore alla polizia locale Francesco Scopelliti, di An, ha ottenuto il plauso dei rappresentanti della piccola proprietà edilizia e un premio dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, per operazioni di polizia giudiziaria che hanno portato alla denuncia di decine di graffitari, poi costretti a patteggiare condanne in tribunale per danneggiamento. Non mancano però i detrattori, che contestano metodi definiti sbrigativi e l'opportunità di contestare a ragazzi poco più che maggiorenni reati quali l'associazione per delinquere, grazie alla quale sono state compiute decine di perquisizioni domiciliari alla ricerca di bombolette e foto dei graffiti.


Il Giornale.it
Senza patente fugge, vigile spara: in coma
Anna Savini
da Como
Il ragazzo ha un solo peccato sulla coscienza. Ha il foglio rosa nel portafogli e quattro amici in auto senza patente. Quindi lui, su quella Bravo nera, non dovrebbe stare al volante, ma al posto del passeggero. Lui e i suoi amici stanno facendo un giro intorno a Como. I vigili, in borghese, lo inseguono. Gli intimano di fermarsi, lui non si ferma subito e va avanti un po'. C'è un inseguimento, poi si ferma. I tre agenti scendono con le pistole in pugno, spalancano le portiere e trascinano giù i ragazzi.
Li fanno mettere spalle al muro. Cinque minuti dopo Rumesh Raigama Achrige è a terra. Un colpo di pistola gli è entrato nella parte sinistra della nuca e gli è uscito dal centro della testa. È stato l'agente di Polizia locale Marco Dianati a sparare, alle cinque e mezza di ieri pomeriggio e ora è indagato per lesioni personali gravissime.
Il ragazzo colpito ha compiuto 18 anni lo scorso ottobre e quello potrebbe essere stato il suo ultimo compleanno. Perché Rumesh, dopo quel colpo sparato dal vigile che ha 39 anni e un figlio,
è in coma. Operato all'ospedale Sant'Anna, in condizioni disperate, lotta per restare in vita.
Rumesh è un ragazzone con la pelle color cioccolato. È nato nello Sri Lanka ma vive a Como da sei anni. Frequentava una scuola professionale, ma poi ha lasciato gli studi. Ha un sacco di amici che ieri erano tutti fuori dall'ospedale a maledire il cielo e ancora di più «lo sbirro» che ha ridotto in fin di vita il loro amico.
Un testimone ha raccontato che la scena sarebbe andata così: i ragazzi al muro, tre vigili scesi con la pistola in pugno, la perquisizione dei cinque ragazzi e poi, mentre Rumesh tentava di scappare, lo sparo. Nadir Cunio, 18 anni, uno dei compagni che era con il giovane colpito dal proiettile, ha descritto l'episodio in maniera diversa: «Eravamo al muro, vicino alla macchina. Ci stavano perquisendo. Poi quel vigile ha detto a Rumesh: “Guarda lì”. E ha sparato. Poi ha detto: “Ho sbagliato”». Niente tentativo di fuga, quindi.
«Colpa di una politica scellerata dell'assessore alla sicurezza che ha deciso la linea dura contro i graffitari - tuona il consigliere Bruno Magatti -.
Se questo è il modo per mantenere la legalità, se c'è bisogno di tirare fuori le pistole, siamo proprio a un punto inaccettabile». Perché dietro allo sparo sembra esserci la lotta ai writers. Una pistola contro chi usa le bombolette. Perché l'inseguimento, da quanto sta ricostruendo la Procura, sarebbe nato proprio dalla voglia dei vigili di bloccare i graffitari.
«Ma se sono writer lo sono diventati dalla sera alla mattina», dicono gli amici di Rumesh. «E comunque anche se fosse, che razza di reazione è - grida Jonatan Chiriaco, uno dei tanti amici che aspettano di sapere come sta l'amico -. Dai la caccia a un graffitaro con una pistola ?». La mamma e il papà di Rumesh sono sotto choc. La mamma arriva in ospedale in lacrime e sviene. Quando si riprende riesce solo a pregare e a chiedere: «Perché ? Perché ?». Il papà sembra il più forte dei due, ma riesce solo a dire di aver dato al figlio il permesso di uscire.
A loro non interessa quel che dice il sindaco, Stefano Bruni: «Sono molto scosso e sono molto vicino al ragazzo e al vigile.
Il controllo della sicurezza dei cittadini è costellato di rischi. Mi dispiace moltissimo, ma esprimo pieno sostegno agli agenti che operano sul territorio nell'interesse generale della convivenza civile». L'agente che ha sparato è papà di un bambino. Gli amici di Rumesh non lo sanno ancora. Ma gridano: «Ma lo sa quanto vale una vita umana? E se adesso ci fosse lui fuori dall'ospedale e suo figlio dentro con un colpo di pistola in testa?».




Ecco, al di là di qualsiasi altra possibile considerazione e riflessione, è questo che mi ha colpito, le dichiarazioni del sindaco. Cosa c'entra la lotta ai graffitari con la sicurezza dei cittadini ? E soprattutto, cosa c'entra il sindaco con la sicurezza dei cittadini. [SM=x165065]
Che "spiegazione" è mai questa ? [SM=x165050] [SM=x165048]
Riminese.34
00giovedì 30 marzo 2006 12:35
Non voglio commentare il fatto di cronaca, almeno fino a quando non saranno addebitate eventuali responsabilita' dalla magistratura giudicante. Troppe volte i giornalisti "ricamano" sopra le notizie. Quanto al resto, secondo me il sindaco poteva risparmiarsi cio' che ha detto, perche' Como non e' Baghdad e la gente non deve rischiare la pelle quando subisce un semplice controllo. Soprattutto se quest'ultimo non era neppure finalizzato a reprimere condotte nocive per l'incolumita' pubblica.

Dino

P.s. Complimenti all'agente di PS che e' intervenuto, si e' esposto enormemente al pericolo non sapendo con chi aveva a che fare. Sicuramente la sua sara' una testimonianza "pesante" ai fini della ricostruzione dei fatti.

postman78
00giovedì 30 marzo 2006 13:19
che dati certi abbiamo?

1 Morto [SM=g27767]
1 Vigile Indagato per Omicidio [SM=g27767]
1 Pattuglia in Borghese che si lancia a inseguimento di un sospetto

...ed è proprio il Borghese che mi stupisce e mi lascia con tanti dubbi e amarezze, in molti di noi sanno come operano i colleghi delle pattuglie in borghese(della POLIZIA di STATO)e cosa accade nei momenti in cui si procede al fermo anche di ben più pericolosi personaggi, lavorare in borghese è bello, fa molto CAlifornia Cop ma bisogna saperlo fare altrimenti chi ci vede potrebbe scambiarci per delinquenti o spaventarsi, giustamente, senza reale motivo, non è un paletta, un lampeggiante magnetico o una pistola a rendere sicuro chi viene controllato che siamo davvero noi "i buoni".
Ancor prima di quel povero vigile, a cui va tutto il mio pensiero e comprensione, la mia critica và a chi ha permesso dei servizi in borghese con personale che, è evidente, non aveva gli strumenti culturali e professionali per affrontare un servizio di quel genere, non ci si improvvisa agenti di polizia, le persone vanno formate professionalmente e culturalmente, questi episodi sono il chiaro indice del pericolo in cui versa il sistemza di sicurezza, dare potere a tutto e tutti serve solo a generare non solo confusione dei ruoli nelle stesse amministrazioni ma, evidentemente, pericoli per gli operatori impegnati non perfettamente consci dei rischi di determinate azioni e non ultimo il pericolo per i cittadini, purtroppo.
Riminese.34
00giovedì 30 marzo 2006 14:53

Scritto da: postman78 30/03/2006 13.19
lavorare in borghese è bello, fa molto CAlifornia Cop ma bisogna saperlo fare altrimenti chi ci vede potrebbe scambiarci per delinquenti o spaventarsi, giustamente, senza reale motivo, non è un paletta, un lampeggiante magnetico o una pistola a rendere sicuro chi viene controllato che siamo davvero noi "i buoni".



Giustissimo, infatti mi e' capitato personalmente un episodio mentre ero in servizio di trasporto valori: stavo attendendo il collega che era all'interno di un istituto di credito per effettuare un prelievo, ero in posizione di copertura e nel frattempo vedo un'auto con 4 uomini a bordo fare inversione e fermarsi ad una decina di metri dal furgone. Fortunatamente erano Carabinieri (in borghese) che avevano ricevuto una segnalazione di allarme rapina proveniente proprio dalla banca. Ovviamente era un falso allarme, comunque si sono qualificati immediatamente esponendo paletta, tesserino ecc. chiedendomi se era tutto ok all'interno, rimanendo pero' a bordo dell'auto fino al termine della nostra operazione. Si sono dimostrati altamente professionali dal momento che si sono evitate tensioni inutili e pericolose, e la sera siamo potuti tornare tutti nelle rispettive abitazioni... [SM=x165034]
bluewall
00giovedì 30 marzo 2006 16:44
Re:

Scritto da: webcop 30/03/2006 11.11
dice il sindaco, Stefano Bruni: «Sono molto scosso e sono molto vicino al ragazzo e al vigile.
Il controllo della sicurezza dei cittadini è costellato di rischi. Mi dispiace moltissimo, ma esprimo pieno sostegno agli agenti che operano sul territorio nell'interesse generale della convivenza civile». L'agente che ha sparato è papà di un bambino. Gli amici di Rumesh non lo sanno ancora. Ma gridano: «Ma lo sa quanto vale una vita umana? E se adesso ci fosse lui fuori dall'ospedale e suo figlio dentro con un colpo di pistola in testa?».



Credo che non abbia capito bene cosa è successo, qualcuno glielo dovrebbe spiegare. Con quelle dichiarazioni più che il vigile sembra che voglia porre sè stesso al riparo da inevitabili polemiche e accuse per essersi spinto un pò troppo in là.
Ormai troppi parlano di sicurezza dei cittadini e prendono iniziative inopportune in un terreno che è un campo minato nel quale si avventurano per puro interesse politico e senza alcuna conoscenza, competenza e autorità. Assimilare la lotta ai graffitari, cioè l'antidegrado, alla sicurezza pubblica è pura eresia e in questo caso diventa anche demagogia grottesca. [SM=x165044]
webcop
00giovedì 30 marzo 2006 18:41
da La Provincia di Como

FERMATE I RAMBO

di Francesco Angelini

Se non ci fossero di mezzo l’esistenza di un ragazzo di 18 anni sospeso tra la vita e la morte e la vita rovinata di un uomo di 39, l’allucinante fatto di ieri pomeriggio a Como potrebbe addirittura scivolare nel grottesco. A una città che quasi ogni giorno chiede sicurezza, con gli abitanti che non si sentono tranquilli neppure tra le mura domestiche, e i
commercianti che meditano di farsi giustizia da soli, arriva una risposta agghiacciante da parte della polizia locale, da quel nucleo della polizia locale voluto dall’amministrazione comunale, dal sindaco Stefano Bruni, dall’assessore Francesco Scopelliti, dal comandante del corpo Vincenzo Graziani, proprio con l’obiettivo di garantire maggior sicurezza ai cittadini. A Como, da oggi, chi ha un figlio adolescente, di quell’età in cui tutti hanno fatto qualche bravata, si sentirà ancora meno sicuro. Perché questi ragazzi potrebbero incappare, come è capitato allo sventurato giovane di Albate, nel nucleo di Rambo dal grilletto facile guidato dal capitano Marco Scarpone. Una pattuglia di uomini duri che ha individuato il vero problema che affligge la città: i writers. Erano, infatti, writers i ragazzi intercettati in via Briantea, come erano graffitari quelli protagonisti assieme al nucleo di un controverso episodio che aveva lasciato il segno.
Sui ragazzi. Proprio per questo precedente, è impensabile archiviare il drammatico episodio di ieri come un increscioso incidente. A Como possono stare tranquilli solo i muri. Dopo la punizione esemplare inflitta a un ragazzo che alla pistola avrebbe potuto tutt’al più opporre uno spray, nessuno si azzarderà più a imbrattarli. Rapine, furti in abitazione, scippi e truffe continueranno. Ma, evidentemente, per palazzo Cernezzi e viale Innocenzo - sedi del Comune e della polizia municipale - i muri contano molto più dei cittadini. Della vita stessa dei cittadini. Se così non fosse, forse, sindaco, assessore e comandanti sarebbero intervenuti prima per correggere il modus operandi dei loro sceriffi, capaci di brandire la pistola davanti a un giovane inerme e spaventato per aver subìto un trattamento visto finora soltanto nei telefilm di Starsky ed Hutch o dei Chips. Solo che lì i buoni stavano dalla parte giusta.
Ora resta solo la speranza che da questa tragedia possa scaturire qualche riflessione, soprattutto sul contesto in cui è maturata. Nessuno sfugga alle proprie responsabilità che non possono essere limitate al solo sciagurato agente che ha
premuto il grilletto e dovrà comunque pagare per un gesto che rischia di fermare una giovane vita senza alcuna ragione plausibile. Dal sindaco Bruni, dall’assessore Scopelliti, dal comandante Graziani e dall’ufficiale Scarpone la cittadinanza attende risposte e provvedimenti. Perché non vi deve più essere neppure la minima possibilità che un fatto del genere possa ripetersi. Il nucleo di "insicurezza" della polizia municipale va sciolto. I Rambo devono essere fermati.



La testimonianza chiave di un automobilista
«Ho visto il vigile che gli puntava l'arma alla nuca» Ascoltato dal magistrato che conduce le indagini

Como: «L'ho visto tirare giù dall'auto il conducente... Teneva la pistola bassa. Lo ha spinto sul marciapiede e l'ha alzata... Poi gliel'ha puntata alla nuca. Non so cosa sia successo. Quel ragazzo era rivolto verso il muro. Mi sembra che abbia fatto un movimento della testa, che abbia guardato indietro». Il racconto si ferma perchè andare avanti è difficile. Chi parla, è l'uomo che si trovava in colonna al semaforo dietro la Fiat di Rumesh e dei suoi amici. Ha visto tutto, dall'inizio alla fine, a quando il vigile, Marco Dianati, ha esploso il colpo di pistola. Bum. «Ho visto quel ragazzo cadere a terra e l'altro, l'agente, chinarsi su di lui. Sono spariti dal mio campo visivo mentre il semaforo diventava verde. Sono andato avanti e mi sono fermato qualche metro oltre. Sentivo gli amici di quel poveretto. Gridavano. "L'hai ammazzato, l'hai ammazzato"». Il racconto di questo testimone, che chiede di restare anonimo, è stato comunque verbalizzato dal pm Mariano Fadda, che ieri sera lo ha sentito a lungo in Procura. È un racconto chiaro e al contempo incomprensibile, perché né lui nè altri sanno spiegarsi come sia stato possibile che quei vigili siano scesi dalla loro auto con le pistole in pugno, il colpo in canna, sapendo peraltro - perché sembra proprio che lo sapessero - di avere a che fare con graffitari, peraltro presunti. La circostanza trova riscontri soltanto parziali, ma gli agenti gli si sarebbero rivolti proprio così, definendoli graffitari. «Sono sceso dall'auto - racconta ancora il testimone - mi sono avvicinato a quel ragazzo a terra. Gli agenti stavano zitti. Il cuore batteva ancora, poi, come dal nulla, si sono materializzati decine di carabinieri, poliziotti, ambulanze. Gli altri quattro erano disperati. Non sapevo che fare. Ne ho preso uno per mano, e ho cercato di consolarlo». La deposizione chiave di questo automobilista si incrocia con quella di un poliziotto che, lui pure, ha assistito alla scena. È un sovrintendente della questura, ieri fuori servizio. È stato lui a prelevare il vigile prima che fosse linciato caricandolo sull'auto. I due racconti coincidono. Così come coincidono le testimonianze degli amici: dicono che prima di sparare il vigile lo abbia insultato. Gli ha detto «guarda lì», forse indicando il muro. Poi ha premuto il grilletto e, prima di essere sottratto dalla furia degli altri quattro ragazzini si è rivolto ai colleghi: «Ho sbagliato» La posizione di Dianati è eufemisticamente delicata. Per il momento è stato iscritto sul registro degli indagati con l'accusa di lesioni personali gravissime, ma se il giovane cingalese non dovesse farcela, l'agente dovrebbe ovviamente rispondere di un reato ben più grave. Il Comando della polizia locale di Como non ha per il momento fornito alcuna ricostruzione, né ufficiale né ufficiosa. Non è escluso che lo faccia oggi. Anche se, nel complesso, la dinamica è ormai piuttosto chiara. Oggi la procura effettuerà altri accertamenti. Ma le novità più importanti sono attese dall'ospedale Sant'Anna. I medici non sono affatto ottimisti: «Io l'ho visto - ripete il teste ancora sotto choc - lo ha preso alla nuca, il proiettile gli è uscito poco sopra la fronte». Lo salverà solo un miracolo. Stefano Ferrari


[SM=x165049] [SM=g27759]

[Modificato da webcop 30/03/2006 18.55]

Riminese.34
00giovedì 30 marzo 2006 18:52
Tipico esempio di come NON fare informazione. [SM=x165067]
Ovviamente mi riferisco al primo articolo...

[Modificato da Riminese.34 30/03/2006 19.25]

Cleanhead
00giovedì 30 marzo 2006 19:00
.....bè non è informazione, sono riflessioni su un fatto accaduto. La dinamica e le responsabilità dirette saranno al vaglio di chi di competenza, ma chiedersi come mai succedono certe cose non credo sia falsa informazione .....
leone17
00giovedì 30 marzo 2006 19:04
premesso che non conosco la realtà di Como, e cmq condivido tutte le osservazioni nei posts precedenti sul Sindaco, pattuglia di vigili in borghese, ecc. ecc. , ma non mi piace neanche l'informazione fatta con l'ultimo articolo postato da web, mi sembra che il giornalista abbia un po' esagerato, oppure ci sono dei precedenti a Como sulla stessa materia?

poi c'e' sempre una domanda di fondo, anzi di inizio, perché sono scappati? scappare alla Polizia ai CC o ai Vigili è uno sport o è contro la legge? per quanta preparazione possiamo avere noi sappiamo benessimo che comunque quando uno ci scappa e poi lo prendiamo le cautele adottate nel frangente, per tanti motivi che non sto' ad elencare, sono sicuramente maggiori e sicuramente il nostro comportamento è piu' aggressivo (per difesa), o sbaglio?

sia chiaro quest'ultimo è solo uno spunto per riflettere..., il resto è una grande tragedia

webcop
00giovedì 30 marzo 2006 19:19
Dico da una vita che se la fuga fosse sanzionata con maggiore severità ed effettività certi meccanismi non si innescherebbero e tragedie come questa forse non accadrebbero.
Ciò non toglie che poi ogni vicenda va presa come un caso a sè e valutata come tale nello specifico.
Anche a me quell'editoriale ha fatto pensare che quel nucleo fosse già inviso al cronista, al suo giornale e forse non solo a loro. Concordo con Cleanhead, un editoriale non è informazione ma espressione di un pensiero che dà la linea al quotidiano e come tale va preso.
Non so se sia vero che il vigile ha puntato la pistola alla nuca al ragazzo, se l'ha fatto davvero o aveva delle buone e valide ragioni per esporlo ed esporre sè stesso in quel modo, oppure...non so cosa dire. Certo è che avrà già cominciato a maledire quei momenti.

[Modificato da webcop 30/03/2006 19.24]

postman78
00giovedì 30 marzo 2006 20:03
chi sbaglia paga e pagherà
e non me la sento nemmeno di scagliarmi contro il vigile che, se vogliamo, non aveva gli elementi professionali e culturali, intesi come esperienza del corpo di cui fa parte,per affrontare un determinato genere di servizio.
Me la prendo con la politica che sta svendendo il patrimonio "culturale" delle varie forze POLIZIA a fronte di un elargizione di poteri, potere mal riposto, in alcuni casi, dato che certe situazioni sono il frutto di una urlata voglia di riscatto...del resto con certe volontà non si potrà mai fare nulla di buono, purtroppo.
Vorrei, sinceramente, che questo e altri episodi facciano riflettere chi ci governa e se di svendita di poteri dobbiamo parlare che se ne parli solo dopo un'attenta professionalizzazione dei corpi, senza cultura, professionalità e giusta dose di competenza non si potrà mai avere un sistema di sicurezza efficiente.
In questo modo con questo sistema le diversità non diventano un valore aggiunto, come tutti gli altri ambiti umani ma diventano reale pericolo per tutti noi; io, nel mio lavoro quotidiano, se non so fare una cosa o chiedo come si fa e ci provo oppure non la faccio proprio.
|=Morpheus=|
00giovedì 30 marzo 2006 20:10
Re:
@Morpheus

OffTopic, quindi provvedo a rimuovere. Se credi, apri un thread in altra Sezione del Forum. [SM=x165066]

[Modificato da webcop 30/03/2006 21.20]

postman78
00giovedì 30 marzo 2006 20:18
Re: Re:
Scusa, Postman78, ma poichè questo intervento si riferisce a quello precedente di Morpheus, lo edito. [SM=x165033] [SM=x165066]


[SM=x165068] [SM=x165033]

[Modificato da webcop 30/03/2006 21.24]

webcop
00giovedì 30 marzo 2006 21:40
Scagliarsi verso qualcuno ? No, perchè mai ? Hai ragione, Postman78. Giudicare sarebbe troppo facile e anche "utile" se volessi seguire certe "logiche". Io dico che mi addolora profondamente sapere che c'è un ragazzo giovanissimo che combatte tra la vita e la morte (anche qui, notizie contraddittorie) e che questo è conseguenza di un'azione probabilmente poco avveduta di una persona preposta ad un compito che comporta funzioni e responsabilità delicatissime.
Ci sono due aspetti, a mio modesto avviso, di questa vicenda. Quello che attiene le responsabilità soggettive e quello che riguarda le responsabilità oggettive.
Poi, ce n'è un terzo, non meno importante, che attiene un livello di responsabilità (scusate se mi ripeto) per così dire superiore.
Il primo è direttamente collegato al modus operandi del vigile, il secondo a quello di chi ha voluto istituire quel "nucleo" forse, e ripeto forse, senza porre la necessaria attenzione al modus operandi (leggi "procedure"), il terzo che è da riferire a chi in questi ultimi anni ha creato le condizioni perchè i servizi di polizia municipale, verosimilmente non opportunamente addestrati e senza il necessario background "culturale" e professionale nè alcuna esperienza di un certo tipo di attività, fossero impiegati ad "esplorare" certi spazi.
ostro
00giovedì 30 marzo 2006 21:45
Clean ha ragione, non voglio fare nessun processo, però cerchiamo di non parlare di invenzioni giornalistiche. Posso essere daccordo sull'esagerazione di titoli del tipo Rambo ecc, però la gravità di un episodio del genere, se naturalmente sarà accertata la colpevolezza del vigile, c'è tutta!
Ormai tutti parlano di sicurezza, i sindaci vogliono sostituire i questori, e quant'altro, fatti di questo tipo, debbono farci riflettere!
Sottolineo poi l'alto gesto civico del poliziotto in borghese, questo sempre per sfatare certi luoghi comuni duri a morire!
postman78
00giovedì 30 marzo 2006 21:52
Re:

Scritto da: ostro 30/03/2006 21.45
Clean ha ragione, non voglio fare nessun processo, però cerchiamo di non parlare di invenzioni giornalistiche. Posso essere daccordo sull'esagerazione di titoli del tipo Rambo ecc, però la gravità di un episodio del genere, se naturalmente sarà accertata la colpevolezza del vigile, c'è tutta!
Ormai tutti parlano di sicurezza, i sindaci vogliono sostituire i questori, e quant'altro, fatti di questo tipo, debbono farci riflettere!
Sottolineo poi l'alto gesto civico del poliziotto in borghese, questo sempre per sfatare certi luoghi comuni duri a morire!



Gesto civico??
No Ostro, senso del dovere non civico, non puoi lasciare nessuno al linciaggio, sia che esso sia uno spacciatore o un assassino.
Il pericolo, giustamente non deriva tanto dal come siano andati i fatti ma da chi consente che possano accadere, ovvio che di texwiller ne abbiamo diversi anche noi ma, perdonatemi, nella storia d'Italia i grilletti facili sono stati assai ridimensionati grazie e sopratutto a una naturale maturazione che il corpo ha acquisito negli anni, questo non significa che noi siamo meglio di altri questo significa che le lacrime versate a causa degli errori passati dei nostri colleghi a qualcosa, purtroppo, sono servite; dato che in percentuale gli episodi di rambismo, da noi, sono diminutiti(fermo restando che quel povero vigile sono certo che è tutt'altro che un rambo).
Mi spiace davvero per come siano andati i fatti, vorrei sperare che i sindaci pensino davvero a fare qualche passo indietro.
|=Morpheus=|
00giovedì 30 marzo 2006 22:06
Re: Re:

Scritto da: postman78 30/03/2006 21.52
Mi spiace davvero per come siano andati i fatti, vorrei sperare che i sindaci pensino davvero a fare qualche passo indietro.



A me pare abbiano tutta l'intenzione di andare avanti [SM=x165048]
... e fanno un po' quello che vogliono.
Nel mio post delle 20.10, cancellato da web, un esempio c'era. [SM=x165042]

Quanto ai giornalisti idem ... mi pare non poter fare commenti.

"Non vorrei essere nei panni del vigile. Mai e poi mai. Spero per lui che almeno potrà spiegare che si è trattato di un maledetto, tragico, schifosissimo incidente." (bluewall)
QUOTO
webcop
00giovedì 30 marzo 2006 22:12
Morpheus, non l'ho cancellato. Solo rimosso. Se vuoi te lo invio e apri un thread dedicato.
Sul fatto che (i sindaci) non abbiano intenzione di fare passi indietro, temo di dover concordare con te, ma come ho detto, c'è un terzo livello che non può far finta di niente. [SM=g27761]
Se sbatti la gente per strada a fare certi servizi, devi dargli gli strumenti per operare al meglio. E quegli strumenti non sono solo pistola, manette e scritte sugli sportelli o lampeggianti su auto non identificabili, ma soprattutto formazione e "cultura". E quella non la si crea dal niente. O ce l'hai (come struttura, intendo) o te la devi fare con l'esperienza. A quale prezzo ? Chi lo deve pagare ? E' giusto che qualcuno debba pagarlo ? [SM=x165050]
ostro
00giovedì 30 marzo 2006 22:15
Si hai fatto bene a precisare Post, e ti quoto quando affermi che voi poliziotti avete una preparazione migliore, del resto centocinquantacinque anni di storia non sono cosa da poco!
Magari spero che da parte del cittadino comune queste cose risaltino all'occhio!
Del resto anche nella manifestazione di Milano avete salvato dal linciaggio della folla i delinquenti che hanno messo a ferro e fuoco il luogo dove manifestavano.
pacotom
00giovedì 30 marzo 2006 22:17
Una vicenda come questa addolora sempre: addolora per una giovane vita spezzata (da una pallottola, da un’auto, da un’overdose, poco importa), addolora per le conseguenze giudiziarie che qualcuno sta già affrontando. Comunque è vero, non si punta un’arma alla testa, col colpo in canna e senza sicura (e, presumo, il cane armato e il dito sul grilletto), quando mi è capitato di farlo le mie precauzioni le avevo già prese da anni, come filosofia operativa: il colpo in canna io lo tengo sempre, è il sistema più sicuro e sono contento di essere riuscito a convincere tanti colleghi che la pensavano diversamente, con un ragionamento semplice, che copio e incollo da quanto scrivevo già diversi anni fa:

"""Chi usa tenere la camera vuota ha fatto una scelta che premia la sicurezza di porto, e ciò pare encomiabile. Tuttavia, se non si tratta di un professionista dotato di sangue freddo, nervi d’acciaio e addestramento ineccepibile, ci troviamo di fronte alla persona più pericolosa che possa portare un’arma. Mi spiego. Al momento di estrarre l’arma il soggetto sarà costretto (o abituato, in forza di un automatismo acquisito) a scarrellare. Mettiamo che ci riesca, prima che lo impiombino. Si troverà con l’arma in Singola Azione, il ditino nervoso e il grilletto telepatico. In ogni caso avrà fatto un rumore d’inferno, tradendo la sua presenza e aumentando le probabilità di essere impiombato. Cessata l’emergenza (perché era il cane che si grattava, perché era un ladro e lo ha steso), dovrà sfilare il caricatore, mettere la sicura, scarrellare, acchiappare al volo la cartuccia, rimetterla nel caricatore, reinserire quest’ultimo (tutto con due sole mani, magari al buio e su terreno accidentato) e finalmente l’arma sarà tornata alla condizione originaria. Moltiplicando per tre o più tutto questo casino (lo so, a voi non capiterà, ma fate finta di essere poliziotti o carabinieri che alle tre del mattino stanno cercando un evaso nascosto in qualche ovile), si passa una notte intera a fare tric & trac col carrello, a fare scappare i latitanti, a perdere cartucce nel letame ed a rischiare di bucare le chiappe ai colleghi. Allora, pensa il nostro, il colpo in canna lo metto prima, abbasso il cane con la sicura, se devo sparare, tiro in Doppia Azione, se no al ritorno rimetto tutto come prima, comodamente seduto a un tavolo. Bel ragionamento, se non fosse che, al ritorno, il colpo in canna ce lo si dimentica regolarmente lì, si va a dormire e poi si riprende la solita routine, fino a quando un buco nel muro o su qualcuno ci ricorderà che, erroneamente, eravamo convinti di avere la camera vuota, come d’abitudine.
La realtà è che la D.A. è stata introdotta nelle semiauto proprio per consentire il normale porto col colpo in canna, altrimenti non ha alcun senso. Vediamo allora come si comporta chi tiene sempre la cartuccia in camera (in quella camera, non sul comodino!). Tanto per cominciare, egli sa che la sua arma è sempre pronta a far fuoco, proprio come il revolver, e la tratterà con tutte le cautele del caso. All’occorrenza, basterà impugnarla, puntarla e, se necessario, premere con forza il grilletto, con l’intenzione di sparare, per vincere quei 4-5 kg. di resistenza, inarcare il cane e far fuoco, cosa impossibile accidentalmente, anche per il ditino più nervoso (che potrà sfogare i suoi bassi istinti dal secondo colpo in poi). Cessata l’emergenza, se non si è sparato, basterà riporre l’arma al suo posto, così come si trova; se si è sparato, basterà prima abbattere il cane con l’apposita levetta e poi, con calma, si potrà reintegrare il numero dei colpi esplosi.
A questo punto avete abbastanza elementi per decidere, in piena autonomia, senza esser stati influenzati da nessuno, il modo a voi più congeniale di portare la semiauto, in stretta correlazione alle sue caratteristiche ed al vostro livello di addestramento. Lasciatemi dire soltanto un’ultima cosa: ogni sistema ha i suoi vantaggi e i suoi difetti, in quanto la scelta è tremendamente soggettiva. Una volta adottato un sistema, è però opportuno non abbandonarlo mai, se non a ragion veduta, vivendo la transizione come una vera e propria conversione religiosa. Trovarsi inconsciamente con l’arma in condizioni diverse da quelle usuali può essere fonte di situazioni oltremodo rischiose, tanto nell’un caso, quanto nell’altro."""

ostro
00giovedì 30 marzo 2006 22:18
Appunto Web, i 155 anni della vostra storia, come vedi la matematica non fa una piega! [SM=x165081] [SM=x165084]
ostro
00giovedì 30 marzo 2006 22:22
Dimenticavo, io esprimo sostegno e vicinanza anche al poliziotto in borghese. Stiamo in periodo elettorale, spero che il suo senso del dovere non gli venga fatto pesare! Usiamo questo verbo!
|=Morpheus=|
00giovedì 30 marzo 2006 22:33
Re:

Scritto da: webcop 30/03/2006 22.12
Se sbatti la gente per strada a fare certi servizi, devi dargli gli strumenti per operare al meglio. E quegli strumenti non sono solo pistola, manette e scritte sugli sportelli o lampeggianti su auto non identificabili, ma soprattutto formazione e "cultura". E quella non la si crea dal niente. O ce l'hai (come struttura, intendo) o te la devi fare con l'esperienza. A quale prezzo ? Chi lo deve pagare ? E' giusto che qualcuno debba pagarlo ? [SM=x165050]



QUOTO e STRAQUOTO [SM=x165034]

anche PACO [SM=x165033]
|hyena|
00giovedì 30 marzo 2006 22:36
Interessantissimo il post di Paco.

A proposito di questa storia, non entro nel merito di fatti che non ho nè visto nè capito molto bene, però una domanda è inevitabile: con tutto il rispetto per le decisioni del consiglio comunale, ma che idea del tubo è quella di rendere prioritaria la lotta ai graffitari? Voglio dire... tutti conosciamo i casi di monumenti deturpati, ma è una fattispecie residuale. Di solito i writers disegnano sui treni (per conto mio spesso anche bene), sotto i viadotti, eccetera. Possibile che sia un tale obbrobrio da meritare l'attenzione delle autorità pubbliche? Soprattutto poi in queste proporzioni... Ma li lasciassero tranquilli, dico io, e pensassero a cose più serie... Se vivessi a Como mi darebbe estremamente fastidio pensare che una parte delle mie tasse comunali va a pagare il braccio armato dei benpensanti che dicono "Che schifo le scritte sui muri".
webcop
00giovedì 30 marzo 2006 22:36
Re:

Scritto da: pacotom 30/03/2006 22.17
Comunque è vero, non si punta un’arma alla testa, col colpo in canna e senza sicura (e, presumo, il cane armato e il dito sul grilletto)


Ok, non volevo dirlo soprattutto per non urtare la suscettibilità di qualche lurker "agguerrito" e pronto a "interpretare" a modo suo. Ma visto che la fai tu questa ipotesi, io ti quoto. Azzardo uno scenario. E ci tengo a precisare "azzardo" per non essere tacciato di pregiudizio nei confronti di chicchessia.
Intimano l'alt, l'auto non si ferma e si buttano all'inseguimento. In quei frangenti il vigile arma la pistola e gli rimane il colpo in canna col cane alzato. Tutto il resto, non dico che viene da sè, ma è giocoforza immensamente più possibile che il colpo (che hai già in "quella" camera) ti parta. Sempre per ipotesi, opto anch'io per questa tesi.
Ed è quella che mi fa incazzare di più, perchè mi chiedo che c***o di bisogno c'è di mettergli la canna sulla nuca (ammesso che sia andata così, per me la prudenza e la cautela sono un dovere). Non ti rendi conto della tremenda m**ki*** che stai facendo ? E qui entra in ballo tutto il resto. Cioè, che non te ne rendi conto perchè il parossismo ha preso il sopravvento e ti impedisce di renderti conto che non hai davanti un latitante armato ma un ragazzino che è nelle tue mani (nel senso che non può muovere un dito senza che tu abbia la possibilità di anticiparlo nella malaugurata ipotesi che tu sia costretto a farlo.
Perchè ? Semplice, almeno per me. Perchè nessuno forse ti ha mai spiegato che vivere la strada non è cosa che si può improvvisare; se non sei inserito in un contesto che ha nelle sue dinamiche tradizionali questo background e questa esperienza, dovrai impararlo da te. A caro prezzo, per te e per la vittima.
ostro
00giovedì 30 marzo 2006 22:47
Hyena parole sagge le tue e da quotare una ad una!
webcop
00giovedì 30 marzo 2006 22:50
Re:

Scritto da: |hyena| 30/03/2006 22.36
Interessantissimo il post di Paco.
A proposito di questa storia, non entro nel merito di fatti che non ho nè visto nè capito molto bene, però una domanda è inevitabile: con tutto il rispetto per le decisioni del consiglio comunale, ma che idea del tubo è quella di rendere prioritaria la lotta ai graffitari? Voglio dire... tutti conosciamo i casi di monumenti deturpati, ma è una fattispecie residuale. Di solito i writers disegnano sui treni (per conto mio spesso anche bene), sotto i viadotti, eccetera. Possibile che sia un tale obbrobrio da meritare l'attenzione delle autorità pubbliche? Soprattutto poi in queste proporzioni... Ma li lasciassero tranquilli, dico io, e pensassero a cose più serie... Se vivessi a Como mi darebbe estremamente fastidio pensare che una parte delle mie tasse comunali va a pagare il braccio armato dei benpensanti che dicono "Che schifo le scritte sui muri".


Che vuoi farci, la demagogia sulla sicurezza degli ultimi dieci anni ha prodotto i suoi effetti. [SM=x165041]
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