Un pensiero anche da me.
Quanto all'acquisto, consiglio sempre anch'io di prendersi tempo, molto tempo ... tempo per informarsi e visitare personalmente gli allevamenti e verificare, con i propri occhi, in quali strutture vivono i cani e come sono accuditi. Se ne avete già posseduto uno e quindi sapete, per esperienza, che la buona salute del bulldog richiede un'attenzione particolare e una sensibilità altrettanto specifica da parte di chi la pone, penso sarete avvantaggiati nel riconoscere la buona struttura e il buon allevatore.
Che non necessariamente deve allevare in canile (nel senso buono del termine), nè possedere un affisso ... ci sono privati che forse non sono forti di esperienze numericamente rilevanti, ma hanno allevato i loro cuccioli con coscienza e tutta la "scienza" possibile.
Quindi, prenditi tutto il tempo che occorre, leggi, informati, chiedi e "tocca con mano". Come dice Morby, un punto di partenza può essere la consultazione della lista allevatori sul sito del Circolo, così come la partecipazione a più expo, tanto per farsi un'idea e conoscere i diretti interessati, cani e non.
Anch'io non rinuncerei al pedigree, inteso non tanto come la patente del cane medagliato e quindi papiro prestigioso, quanto per quello che è ... e cioè il suo "documento di identità", il solo che attesta davanti a quale soggetto ci troviamo, da dove proviene, di chi è figlio e quant'altro. E' importante, spesso può essere determinante anche di fronte a problemi di salute.
Diverso è il discorso "adozione" ... è un fatto di cuore. Che, però, a parer mio, per quanto il cuore ami zittire la ragione, va meditato ... perchè si tratta di un bulldog e perchè c'è adozione e adozione. Il caso che cita Morby, quello di Leone di Silvana, pur nella tristezza che implica la parola "adozione", ha un retroterra felice ... Leone è un bullo amato e accudito, ha vissuto serenamente ed è in buona salute. Penso non faticherebbe ad adattarsi ad una famiglia che sappia accoglierlo con amore, risentendosi a casa e, al tempo stesso, rispondendo alle aspettative dei nuovi "umani". Ma non sempre i cani da "rescue" hanno alle spalle esperienze altrettanto positive ... e non va dimenticato che il bulldog, al di là del suo cuore di zucchero, è un cane di grande carattere, sorretto da un fisico notevole. Pure nel caso dell'adozione, a parer mio, occorre informarsi e valutare bene se si è nelle condizioni, anche famigliari, di poter dedicare ancora più tempo e attenzione nel gestire l'eventualità di una salute o di un adattamento precari.
Quanto all'età preferibile, penso che ogni epoca abbia i suoi pro e i suoi contro ... un cucciolo è impegnativo come tutti gli "infanti", bambini compresi, ma cresce con noi, lo educhiamo secondo i nostri criteri e assistiamo con amore al suo sviluppo, sino a che non siamo arrivati a forgiare, più o meno con successo, il nostro bulldog. Un cane adulto ha magari superato le intemperanze di gioventù, ma deve imparare i dettami di una nuova convivenza, così come noi dobbiamo tenere a mente che lui ha un suo vissuto, da mediare con il presente che gli offriamo. A volte, è semplice ... a volte, non lo è per niente.
Resto convinta che il non essere a digiuno di bulldog è un punto a tuo favore e non da poco.
In bocca al bullo.
WB