Cogito Ergo Sum Dantesco

il_complice
giovedì 18 settembre 2008 02:34
Li mali de lo monno
Congauderebbemi cantar de’ regni
cui solo al Fiorentino fu concesso
varcar le soglie, senza pagar pegni
d’essere ancor vivente ed in possesso
d’umane spoglie; ossa, carni e vene.
Godrei nell’adocchiar solo un riflesso
di ciò che di divino ci sovviene
per il sol fatto d’esser rivelato;
quanto di religione ci perviene
bisogna forse darsi per scontato
che sia da ritenersi come assioma?
Dono dell’uomo è d’aver dubitato
d’essere o meno un animal da soma,
facendosi del Fato ’l suo fautore.
Disse quel che Cartesio ancor si noma:
Non è difficile fugar l’errore
quand’ un concetto è scisso in più tasselli,
e con ricerche, analisi ed ardore
tenere seco solo quei più belli
che più s’accostino ad onor del giusto.
Sappiate diffidar di quell’orpelli
che chiunque accetterebbe con gran gusto
senza nemmanco farsene ragione:
trattasi forse di tranello angusto
ben camuffato in splendida magione
da cui, se riuscirete ad esser dritti,
sarebbe saggio assai mutar cagione.
Li mali de lo monno sono fitti
come la brama mia d’esorcizzarli;
non tosto, ma può darsi in altri scritti.
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