Cioccolato....mmmhhh...sapore di storia!

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Nina@
00giovedì 21 ottobre 2004 09:29

La storia del cioccolato ha inizio, 4000 anni prima di Cristo, in America centro-meridionale, dove lalbero del cacao cresceva spontaneamente lungo i bacini dellOrinoco e del Rio delle Amazzoni. I primi ad intuire le virtu nutrizionali di tale pianta furono i Maya, che intorno al 600 d.C.,la introdussero nella penisola dello Yucatan. Grandi coltivatori ne furono anche gli Olmechi e i Tolteci, che prima dellinvasione degli Aztechi, estesero ulteriormente la produzione del cacao, spingendosi fino alle zone interne dellodierno Messico.

Nella cultura azteca, i semi dellalbero di cacao erano considerati unita di calcolo: 400 semi di cacao costituivano uno zontli, mentre 800 corrispondevano ad uno xiquipilli., Con 100 semi, ad esempio, si poteva comprare uno schiavo.

Quest antica popolazione comunque, attribuiva ai semi soprattutto un valore mistico e religioso. Dopo essere stato tostato, macinato, mescolato con un liquido e sbattuto fino a diventare spumoso, il cacao veniva servito come xocolatl. Questa bevanda dallaspetto schiumoso, amara e scarsamente gustosa somigliava molto poco al cacao dolce e gradevole che apprezziamo tutti, tuttavia gli Aztechi consumavano il xocolatl per eliminare la fatica, stimolare le forze fisiche e mentali, e consentire, cosi, la trascendenza.




Leggende

Come per tutte le piante di elevato significato sociale e simbolico, anche il cacao vantava origine divina.
Molti secoli or sono, una principessa, lasciata a guardia delle ricchezze dello sposo, un grande guerriero partito a difendere i confini dell'impero, venne assalita dai nemici che, invano, tentarono di costringerla a rivelare lubicazione del tesoro.

Per vendetta venne uccisa e, dal sangue versato dalla fedele sposa, nacque la pianta del cacao, il cui frutto nasconde un tesoro di semi, amari come le sofferenze dell'amore, forti come la virtu,, lievemente arrossati come il sangue.
Con questi frutti, il marito Topiltzin Quetzalcoatl (Serpente Piumato volle riconoscere ed esaltare la fedelta pagata con la morte, dellamatissima moglie. La stessa fedelta che, nell'immenso impero azteco, legava i sudditi all'imperatore.
Il vedovo Quetzalcoatl, ammalato e sofferente per la terribile perdita,un giorno bevve una pozione magica offertagli da uno stregone che invece di guarirlo lo porto a smarrire completamente il senno.
Si narra che il povero re fuggi verso il mare, dove trovo una zattera di serpenti aggrovigliati e si allontano scomparendo misteriosamente.
Ma prima di abbandonare quel mondo, Quetzalcoatl promise che avrebbe fatto ritorno per riprendersi il suo regno, nellanno posto sotto il segno del Ce-acatl.
Il seme dellalbero di cacao fu chiamato, in suo onore, dapprima cacahualt e poi chocolatl, anticipatore della parola con cui oggi e conosciuto e apprezzato in piu di trecento lingue del mondo.




Da Cristoforo Colombo.

Nel 1502, durante il quarto e ultimo viaggio nelle Indie, Cristoforo Colombo sbarco sullisola di Guanja, al largo dellHonduras, dove gli indigeni lo accolsero offrendogli una tazza di xocolatl. Il sapore intenso e amaro di questa bevanda non fu gradito dagli scopritori europei, tanto che Cristoforo Colombo non vi diede alcuna importanza.

Diciassette anni piu tardi,nel 1519, Herna n Cortaz, giunto dalla Spagna per conquistare la Nuova Terra, fu accolto pacificamente dagli indigeni e dallimperatore Montezuma. Questi, credendo nel ritorno del dio Quetzalcoa tl prevista secondo la leggenda proprio in quellanno, pensoche lo spagnolo fosse la reincarnazione del Serpente piumato.
Montezuma verso in coppe doro il cosiddetto cibo degli dei e offri ai nuovi arrivati il tesoro di Quetzalcoatl, una bevanda a base di cacao, farina di mais e spezie come il peperoncino.
Cortaz comprese subito il valore economico del cacao e lo porto con se in Spagna. Qui furono i frati, grandi esperti di miscele e infusi, a sostituire il pepe e il peperoncino con lo zucchero e la vaniglia creando una bevanda dolce e gustosa.
Bisogna riconoscere ai monaci spagnoli anche il merito di aver sottolineato lalto potere nutrizionale del cioccolato, al punto tale da considerarlo un sostegno alimentare, insostituibile durante i lunghi periodi di digiuno.
Per quasi tutto il 500, la scoperta di Cortaz rimase un grande affare della corte spagnola, che riusci a mantenere il segreto della produzione della cioccolata, ma a diffonderne la bonta in diversi Paesi.
Nel 1609 fu pubblicato in Messico il primo trattato scritto esclusivamente sul cacao: Libro en el cual se trata del chocolate.





Il cioccolato in Europa.

Il cioccolato si diffuse prima in Spagna ma in Italia, e precisamente in Toscana si cominciarono ad aggiungere alcuni particolari ingredienti: le scorze fresche di cedrata e limoncello, aromi di gelsomino, cannella, vaniglia, ambra e muschio. Le dosi, insieme a molte ricette a base di cioccolato, furono gelosamente custodite dal geniale principe Cosimo de Medici nella cassaforte della Fonderia di Palazzo Pitti. Nel 1615, grazie al matrimonio celebrato tra la principessa di Spagna, Anna dAustria (figlia di Filippo III), e Luigi XIII di Francia, il cioccolato giunse in terra francese. Si narra, infatti, che la principessa spagnola avesse portato con se lattrezzatura per preparare il cioccolato e che lasciava usare soltanto alla sua damigella preferita di corte.

Diluito con il latte, e non piu con lacqua, la bevanda al cioccolato prese il nome di cioccolatte, divenendo, di li a poco, la bevanda piu gradita nellambiente di corte, tanto da distinguersi per il vero e proprio cerimoniale che ne caratterizzava la preparazione: il Cardinale Mazarine, ad esempio, faceva sempre preparare la prelibata bevanda da un cameriere moro.

In Germania, il cioccolato arriva probabilmente verso il 1646, grazie ad uno studioso di Norimberga, che ne era rimasto deliziato durante il suo soggiorno napoletano. I tedeschi lo adottano di buon grado, ma il governo tasso il prodotto in modo tale che ben pochi potessero permetterselo.
Qualche anno piu tardi, nel 1657, anche gli inglesi scoprono il cioccolato.

A Londra le bevande al cacao venivano vendute in locali pubblici specializzati: i chocolate-drinking houses .




Dal XVII Secolo in poi.

Dalla Francia, i semi di cacao furono introdotti in Piemonte, terra che diede i natali a molti artigiani i quali fecero diventare Torino,a partire da fine 600, la capitale italiana della cioccolata. La prima licenza italiana per aprire una bottega di cioccolateria risale al 1678, quando Gia Battista Ari ottenne lautorizzazione e il brevetto di Casa Savoia ad esercitare larte del cioccolatiere. In questo secolo comparvero le prime fabbriche di cioccolato, che subentrano ai monasteri e ai conventi. E fu proprio nei laboratori degli artigiani torinesi che impararono larte quegli svizzeri, scesi a fare i garzoni di bottega, i cui nomi oggi sono facilmente identificabili nelle marche di alcuni noti cioccolati.

Nel 1732 in Francia, Dubuisson invento la tavola orizzontale riscaldata con il carbone a legna, che permise all'operaio addetto alla frantumazione del cacao di lavorare in piedi in modo piu efficiente.
Nel 1778 sempre in Francia, nacque la prima macchina raffinatrice idraulica della pasta di cacao.

Verso la fine del 1700 ed i primi del 1800, in Inghilterra vengono utilizzate le macchine a vapore per macinare i semi di cacao: ha cosi inizio la produzione in grandi quantita del cioccolato.

In Olanda, Van Houten inventa una macchina per estrarre il burro di cacao, la bevanda comincia a diventare piu fluida e quindi piu gradevole.

Alla fine del 1800 lo Svizzero Daniel Peter aggiunge al cioccolato del latte condensato, ottenendo un cioccolato al latte di consistenza solida. Sempre alla fine del 1800, un altro svizzero, Rudolph Lindt, sviluppa un metodo nuovo ed originale per raffinare il cioccolato, il risultato e un prodotto finito estremamente fine: e il cioccolato fondente.

Oggi questo miracoloso ingrediente euniversalmente apprezzato e consumato in tutto il mondo.




Lavorazione del cacao.

Il frutto che nasce dallalbero di cacao, il cui nome scientifico e Theobroma cacao (Theo e broma = cibo degli dei, attribuito dal naturalista svedese Linneo),si chiama cabosse. Questa bacca ha una forma ovoidale, appuntita alle due estremita e fuoriesce dal tronco e dai rami, cui e collegata da un picciolo.
Quando la cabosse e matura la sua buccia edura come cuoio e contiene fino a 40 semi, detti anche fave, che vengono sottoposti alle seguenti operazioni:
la raccolta del cacao, la fermentazione, lessiccazione, la torrefazione, la raffinazione, il concaggio, il temperaggio, il modellaggio.

Raccolta
La raccolta si effettua piu volte durante l'anno, ma in genere, la si concentra in due periodi: uno principale, in cui i frutti sono di ottima qualita e meglio sviluppati, l'altro secondario, il cui il prodotto e di qualita inferiore.
In Messico,ad esempio, il raccolto principale avviene in marzo-aprile, il minore in ottobre; in Brasile,invece, un grande raccolto si ha in giugno-luglio, e un altro, meno abbondante, in gennaio-febbraio.
Con un coltello speciale a falce fissato su una pertica, si recide il peduncolo della cabosse badando a non danneggiare i fiori e i germogli vicini. Poi, servendosi del machete, il frutto viene tagliato nel senso della larghezza per liberare i semi dalla polpa.

Fermentazione
I frutti appena raccolti hanno un sapore molto amaro e si lasciano fermentare a lungo per facilitare il distacco della polpa dal guscio.
La fermentazione viene effettuata in vasche o fosse, scavate nel terreno per un periodo che varia da 2 a 10 giorni. Durante questa fase si elimina la polpa residua e il sapore amaro dei semi si riduce considerevolmente, sviluppandone gli oli essenziali che gli conferiscono quellaroma che determinera la qualita del prodotto.


Essiccazione
Dopo 2 settimane di fermentazione, le fave vengono poste a seccare al sole su ripiani con tettoie scorrevoli che li riparano dalle piogge, oppure industrialmente in essiccatori ad aria calda, quindi cernite ed insaccate per conferire al prodotto una colorazione piu viva, dovuta allossidazione dei polifenoli.

Torrefazione
I sacchi di semi di cacao provenienti dai Paesi tropicali vengono immagazzinati in locali freschi e ventilati dove non possono assorbire alcun genere di odore.
Dopo il controllo di qualita, le fave subiscono un ulteriore tostatura che accresce laroma del cacao.
In un secondo momento, le mondatrici, con i loro sistemi di spazzolatura eliminano impurita e corpi estranei, separando i semi in base alla grandezza.
Tutto e pronto per passare alla fase di torrefazione, determinante per la qualita del prodotto finito.
In grandi sfere rotanti le fave vengono fatte abbrustolire per un periodo di 15-20 minuti, a una temperatura che varia da 110° a 120°C.
Questo procedimento elimina l'umidita e l'acidita, favorendo lo sviluppo dei principi aromatici.
Raffinazione
Dopo un rapido raffreddamento al ventilatore, le fave vengono sottoposte ad una macchina che provvede alla degerminazione, alla separazione delle bucce e alla frantumazione in granella.
Dalla tostatura e macinazione si ottiene la pasta di cacao.
Filtrando la massa di cacao in pressione attraverso setacci con trama molto fitta si separa una sostanza grassa dal colore bianco giallastro, il burro di cacao e il pannello, che viene polverizzato per ottenere cacao in polvere. Sgrassando ulteriormente il cacao in polvere si ottiene il cacao magro.

Concaggio
Rodolphe Lindt scopre e perfeziona il concaggio nel 1879. Tale operazione consiste in una lunga omogeneizzazione in speciali conche a temperatura controllata dotate di bracci oscillanti di rimescolamento che amalgamano alla perfezione gli ingredienti, ne eliminano le ultime tracce di acidita e di umidita , esaltandone gli aromi. Si tratta di un procedimento importante, dal quale dipendono la pastosita, la rotondita ed il gusto vellutato, ma anche la durezza e la brillantezza esterna del cioccolato. La fase di concaggio puo variare in base alle consuetudini alimentari dei vari Paesi:quello svizzero viene sottoposto a un concaggio di 72 ore, mentre quello americano,ad esempio subisce un concaggio di 18 ore.

Temperaggio
In una macchina detta temperatrice, da cui prende il nome la fase di lavorazione del temperaggio, il cioccolato passa dai 40° C del concaggio ai 28°C per poi rialzarsi a 31°C. Questo brusco passaggio di temperatura serve ad ottenere un prodotto finale lucido e consistente modificando i cristalli del burro di cacao.

Modellaggio
Fase finale che consiste nel versare il prodotto semiliquido in stampi di metallo o legno,appoggiati su nastri in movimento che vibrando lasciano fuori uscire eventuali bolle daria e rendono il prodotto perfettamente uniforme. A questo punto, si lascia raffreddare il cioccolato nello stampo, e dopo pochi istanti la tavoletta e' pronta per esser confezionata.

Nina@
00giovedì 21 ottobre 2004 09:36
diversi modi per dire...cioccolata nella tazza
CIOCCOLATA ALL'ANTICA
Tratta da: Pasticceria Internazionale
INGREDIENTI:

150 g. di cioccolato
1 tazza di acqua
4 tazze di latte
zucchero (facoltativo)

Dosi per quattro tazze, da preparare il giorno precedente il consumo.
Tempo di preparazione: 20 minuti.

PREPARAZIONE:

Far fondere il cioccolato in pezzi nell'acqua, mescolando continuamente per ammorbidirlo.
Tale procedimento va eseguito a fuoco molto lento per evitare che il cioccolato si bruci dato che, per ottenere un risultato ottimale, la cottura deve essere prolungata.
Fare bollire lentamente per dieci minuti, senza coprire la casseruola: il liquido evapora e il cioccolato si ispessisce.
Versarvi il latte caldo, mescolando, e prolungare la cottura per cinque minuti, sempre continuando a miscelare.
La cioccolata preparata in tal modo risulta molto spumosa e vellutata.
Il giorno seguente, scaldare la cioccolata versandola in un piccolo recipiente e mescolare senza interrompere, sino a raggiungere il punto di ebollizione.


CIOCCOLATA FREDDA ALLA LIQUIRIZIA
Tratta da: Pasticceria Internazionale
INGREDIENTI:
450 g. di latte
8 g. di liquirizia verde in polvere
60 g. di copertura nera Tobago
40 g. di copertura al latte Jade

PREPARAZIONE:
Scaldare il latte e mettere in infusione la liquirizia in polvere, e procedere come per la ricetta della cioccolata alla vaniglia.
Versare sulle coperture 100 g del composto, lavorare bene ed aggiungere il resto sino a raggiungere il completo discioglimento.
Lasciare riposare la bevanda e servirla fredda.


CIOCCOLATA LIQUIDA ALLA VANIGLIA
Tratta da: Pasticceria Internazionale
INGREDIENTI:
425 g. di latte fresco
20 g. di miele millefiori
mezza bacca di vaniglia
100 g. di copertura Origen unico Guyave Chocovic

PREPARAZIONE:
Scaldare il latte e mettere in infusione la vaniglia.
Togliere dal fuoco ed aggiungere il miele.
Versarne 100 g sulla copertura tritata, far sciogliere ed aggiungere il liquido restante.
Lasciare riposare prima di servire.
Occorre impiegare un miele di qualita' che garantisca l'esito positivo della cioccolata in tazza, la quale puo' essere conservata in frigorifero e riscaldata al momento giusto.


FILTRO D'AMORE GUATEMALTECO
Tratta da: Pasticceria Internazionale
INGREDIENTI:
100 g. di cioccolato amaro
l di latte
2 bacche di vaniglia
2 cucchiai di miele
50 g. di zucchero grezzo
10 g. di pepe di Caienna
2 g. di sale 5 dl di rum

Dosi per 2 tazze. Tempo di preparazione: 20 minuti.

PREPARAZIONE:
Far scaldare il latte per dieci minuti con le due bacche di vaniglia.
Togliere le bacche, spremerle per estrarne il succo e grattugiarle; aggiungere due cucchiai di cacao ben colmi e stemperare con di litro d'acqua tiepida.
Incorporare il latte caldo mescolando, poi due cucchiai di miele ed altrettanti di zucchero grezzo.
Servire mescolando cucchiaino di pepe di Caienna o di Tabasco, un pizzico di sale e un bicchierino di rum o di Tequila.
Bere la cioccolata ben calda o molto fredda

CIOCCOLATA ALLA SPAGNOLA
Tratta da: Pasticceria Internazionale
INGREDIENTI:
150 g. di cioccolato amaro
1 cucchiaio di crema di riso
4 pizzichi di cannella in polvere
4 tazze di latte
zucchero (facoltativo)

Dosi per quattro persone.
Tempo di preparazione: 10 minuti

PREPARAZIONE:
Far fondere il cioccolato con l'aggiunta di un cucchiaio d'acqua.
Incorporare la crema di riso, la cannella e il latte.
Lasciare cuocere molto lentamente per dieci minuti, mescolando di tanto in tanto per rendere il cioccolato spumoso.
La bevanda va servita in tazzina, accompagnata da un bicchiere d'acqua fresca.



CIOCCOLATA LIQUIDA AL T DI GELSOMINO
Tratta da: Pasticceria Internazionale
INGREDIENTI:
g. 450 di latte fresco
g. 50 di panna
g. 10 di t al gelsomino Chung Hao
g. 90 di copertura al latte Jade Chocovic
g. 10 di pasta di cacao

PREPARAZIONE:
Scaldare il latte con la panna e mettere in infusione il t per tre minuti.
Passare al colino e far bollire.
Incorporare alla copertura ed alla pasta di cacao tritate 100 g di liquido, miscelare ed aggiungere la parte rimanente lavorando il tutto con cura, fino a completo scioglimento.
La combinazione te' e cioccolata pu risultare curiosa, ma basta pensare quanto normale sia il connubio fra t e latte.
La bevanda ottenuta molto stimolante al palato; la pasta di cacao diminuisce il gusto dolce ed enfatizza il sapore di cioccolato.
E' molto importante far filtrare bene il te' poiche' il consumatore desidera bere tutta la bevanda, compreso il fondo che deve essere pulito.


CIOCCOLATA VIENNESE
Tratta da: Pasticceria Internazionale
INGREDIENTI:
150 g. di cioccolato
1 tazza di acqua
4 tazze di latte
4 zollette di zucchero
75 g. di panna
30 g. zucchero a velo

Da preparare in anticipo e riscaldare al momento di servire.
Dosi per 4 tazze.
Tempo di preparazione: 30 minuti

PREPARAZIONE:
Far fondere nell'acqua il cioccolato in pezzi a fuoco bassissimo, mescolando continuamente.
Per ottenere un risultato ottimale, il cioccolato deve cuocere a lungo.
Lasciare bollire lentamente, senza coperchio, per dieci minuti: il liquido evapora e il cioccolato si ispessisce.
Versare il latte caldo miscelando e prolungare la cottura per altri cinque minuti, senza smettere di mescolare.
Montare la panna ed aggiungere lentamente lo zucchero; conservare in frigorifero.
Al momento di servire, riscaldare il cioccolato continuando a mescolare, per evitare che si attacchi sul fondo della pentola.
Servire in tazza, con lo zucchero, e ricoprire con panna montata.


CIOCCOLATA SPESSA ORIGEN UNICO
Tratta da: Pasticceria Internazionale
INGREDIENTI:
450 g. di latte fresco
10 g. di amido di mais
50 g. di panna liquida
125 g. di copertura Origen unico Guaranda Chocovic
mezza bacca di vaniglia

PREPARAZIONE:
Sciogliere l'amido in 50 g di latte.
A parte, scaldare il restante latte con la panna e, raggiunta l'ebollizione, mettere in infusione la vaniglia per alcuni minuti; poi toglierla e rimettere sul fuoco con il latte miscelato all'amido.
Cuocere come una crema pasticcera e, quando raggiunge una consistenza semisolida, incorporare la copertura tritata.
Tutte le cioccolate in tazza a base di amido, raffreddandosi, tendono a creare una pellicola sulla superficie, ecco perche' si consiglia di servirle appena preparate.
Cambiando la qualita' della copertura e' possibile creare una ricca varieta' di gusti.



CIOCCOLATA BRIAN
Tratta da: Molinari
INGREDIENTI:
- mezzo litro di latte
- 100gr di zucchero
- 50gr di farina per dolci ( o un cucchiaio di fecola di patate)

Tempo di preparazione: 20 minuti.

PREPARAZIONE:

Mettere in un pentolino il latte. mentre si riscalda versare lo zucchero poi farina e infine il cacao. mescolare bene cercando di non far formare i grumi. Servire caldo.
N.B. se vuoi che esca piu' denso basta mettere un poco piu' di farina!!!











Nina@
00giovedì 21 ottobre 2004 10:07
Immagini




























Gimli
00martedì 26 ottobre 2004 21:07
....mmmmmmmmmmmmm.....ma Nin@...ci vuoi far morire????[SM=g27828]
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