E' un libro che sto leggendo e che aprirà gli occhi a molti.
Secondo me dovrebbero leggerlo tutti,anche quelli che se
ne sbattono e vanno a vedersi i film per divertimento...
scoprirete che piglian per il culo e tentano di inchiappetarvi
pure in quel caso. E non so se vi sia tanto gradito:
«Valantin dimostra che, per quanto preoccupata dalla propria indipendenza, Hollywood è stata sempre e rimane oggi ossessionata dal problema della sicurezza nazionale». Le monde des livres
«Dopo aver letto questo libro non guarderete più i film americani nello stesso modo». Nouvel Economiste
La prima storia di una relazione molto pericolosa: quella fra Hollywood e il potere politico-militare americano.
In questo libro Jean-Michel Valantin racconta la storia degli stretti legami fra l'industria cinematografica e i centri del potere politico-militare americani dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri.
Documenti alla mano, l'autore mostra come il Pentagono e Washington siano a più riprese intervenuti direttamente per finanziare i film e orientare le scelte delle major e dei network televisivi, allo scopo di accrescere il consenso del pubblico verso le scelte dei governi in fatto di politica interna e, soprattutto, estera; e come in molti altri casi le major, creando spontaneamente un "cinema di sicurezza nazionale", abbiano contribuito a formare nel pubblico occidentale il bisogno di demonizzare il nemico di turno e di far fronte comune.
Da quando Roosevelt convocò Capra e Ford per commissionare loro film che mobilitassero psicologicamente la nazione, passando per pellicole ideologiche come Il giorno più lungo, Terminator, Top Gun, Independence Day, la storia si snoda fino alla guerra irachena e alla nota montatura del salvataggio di Jessica Lynch, la donna-soldato "presa in ostaggio" in Iraq e liberata in diretta con una spettacolare irruzione sceneggiata dal Pentagono.
Un saggio lucido, agile e attualissimo.
L'AUTORE Jean-Michel Valantin si occupa di studi strategici e di sociologia della difesa. È specialista di strategia americana e degli effetti strategici del riscaldamento globale. Collabora con Areion, centro di ricerca francese per la prevenzione della crisi e dei conflitti, e con le riviste «Diplomatie Magazine», «Défense et Sécurité Internationale» ed «Enjeux Méditerranée».