Cimizic ha ragione: non criminalizzare tutti, ma combattere i delinquenti.

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sergio.T
00mercoledì 3 dicembre 2008 14:39
Casilino 900, 2 milioni sequestrati ai rom
Alemanno: «Sposteremo il campo»
In quattro in una baracca proprietari di auto, case e 26 conti
Trasportavano i soldi in banca in sacchi della spazzatura



ROMA (3 dicembre) - Operazione dei carabinieri del Ros e dei reparti territoriali nel più grande campo nomadi d'Italia, il «Casilino 900». A un gruppo di rom, provenienti dall'ex Jugoslavia, sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore di due milione di euro. Quattro persone, tre sorelle e un uomo, senza lavoro e pur vivendo in una baracca, disponevano di appartamenti, auto di grossa cilindrata e 26 conti correnti bancari. I beni sequestrati ammontano a circa 1,5 mln di euro. Sui conti bancari cifre che si aggirano sui 2,5 mln di euro.

La banda era composta da Prokuplja Sedat, Salkanovic Fikreta, Salkanovic Azra e Ahmetovic Hasnija, con legami di parentela, pregiudicati per reati contro il patrimonio, attualmente a piede libero in attesa dell'udienza del 16 dicembre nel corso della quale verranno stabilite le misure di sorveglianza a loro carico. L'indagine del Ros, partita nel 2007, ha visto coinvolto un importante Istituto di credito toscano dove i quattro, sottoposti a sorveglianza speciale, effettuavano depositi e compravano titoli per svariate centinaia di euro a transazione.

Denaro trasportato in sacchi della spazzatura. I nomadi depositavano i soldi in banca portandoli all'interno di sacchetti di plastica dell'immondizia. Probabilmente facevano da tramite tra chi commetteva illeciti e chi doveva riciclare il denaro. Negli ultimi 5 anni sui conti bancari finiti sono state movimentate cifre che si aggirano sui 2,5 mln di euro. I soldi entravano e uscivano dai conti in direzione dell'ex Jugoslavia. Il flusso di denaro depositato era pressoché ininterrotto, l'importo maggiore versato in una sola operazione è di 304mila euro.

Il sequestro ha interessato due appartamenti, uno a Nettuno (Roma) l'altro in provincia di Rovigo, undici auto tra cui berline di lusso e Suv di grossa cilindrata e delle polizze vita stipulate recentemente, un'attività commerciale, 26 rapporti di credito bancario. Il decreto di sequestro di beni è stato emesso su richiesta della direzione distrettuale Antimafia, dal Tribunale Ordinario di Roma - Sezione Misure di Prevenzione. Il provvedimento giunge al termine di una complessa attività condotta dai carabinieri del Ros.

Alemanno: sposteremo campo. Per il sindaco Gianni Alemanno la vicenda «getta una luce inquietante sulla situazione che si vive all'interno dei campi nomadi» e sul tema «non si può agire solo sul versante della solidarietà e dell'integrazione». Il sindaco sottolinea che «esiste un problema di legalità che è irresponsabile negare o minimizzare». Per questo «ci impegneremo per lo spostamento del Casilino 900 offrendo una soluzione di vivibilità per tutti coloro che si vogliono integrare e contemporaneamente espellendo tutti coloro che non si dimostrano disponibili a rispettare la legalità».
E per la chiusura del campo «abbiamo dei tempi tecnici che dobbiamo affrontare. Con il Prefetto tra pochi giorni presenteremo il piano, faremo anche un confronto con le associazioni di volontariato. Ma bisogna accelerare il più possibile». Intenzione del Comune coinvolgere anche Regione e Provincia.

Associazione rom e sinti: no a criminalizzazione. «Siamo anche noi contro qualsiasi forma di criminalità - afferma Kazim Cimizic, dell'Unione Nazionale Rom e Sinti - ma non vogliamo essere criminalizzati». Cimizic afferma che nel campo «vivono moltissime persone oneste» e si dice contrario a «qualsiasi forma di fusione con altre comunità: sarebbe una scelta sbagliata dal punto di vista della sicurezza. Creare macroinsediamenti di 2.000 persone invece di risolverli creerebbe altri problemi».

mujer
00giovedì 4 dicembre 2008 09:30
E' il solito problema, come dice Cimizic che fa parte della Federazione a cui è iscritta anche la nostra cooperativa, i reati commessi dalle persone implicate nel giro non deve penalizzare le famiglie che vivono al Casilino.
C'è sempre il problema dell'informazione: vengono alla luce i fatti di cronaca e non viene mai raccontato che, in quel campo, c'è una cooperativa di produzione tessile che dà lavoro a dieci donne Rom e che è sempre più attiva.
Ne fanno una questione di ordine pubblico legata all'appartenenza etnica mentre è una questione riguardante un gruppo di persone che delinquono e che, giustamente, devono finire in galera.
Tra quelle persone c'è anche una parente di Ahmetovic, il ragazzo che ha ucciso i 4 ragazzi perchè guidava ubriaco.
La famiglia è particolarmente penalizzata da questi atti, e parlo della famiglia che vuole vivere nella legalità. C'è un fratello che continua a girare l'Italia, con sei figli e dormendo tutti in macchina, per trovare lavoro e, a causa del suo cognome, gli vengono chiuse molte porte. Persino quelle della Caritas.
E' importante che non si generalizzi; se lo facciamo corriamo il rischio di rendere razzismo quello che dovrebbe essere giustizia.

E ora, dopo questi giusti arresti, Alemanno prenderà la palla al balzo per tentare di disperdere i disperati.
sergio.T
00giovedì 4 dicembre 2008 09:38
D'accordissimo con te, ne abbiamo gia' parlato mille volte e sai come la penso.
Un rom onesto deve avere tutti i diritti di questo mondo e non deve essere confuso con un rom delinquente.
Questa generalizzazione va' combattuta e va' combattuto il pregiudizio che vuole inquadrare un'etnia in un unico giudizio di criminalizzazione.
Al contempo va' combattuto un altro pregiudizio: quando si criminalizza un rom non bisogna gridare soltanto al razzismo , ma bisogna chiedersi perche' lo si criminalizza?
E in alcuni casi, mi sembra davvero ovvio.

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