Chiar di Luna....

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LaRosaLunare
00domenica 8 novembre 2009 20:54
Uscì dal camerino… ma prima di chiudere la porta ebbe un ripensamento. Rientrò e prese la rosa bianca, la tolse dalla confezione regalo, con gesti esperti, e poi, con la rosa in mano, si avviò verso il palco.
Cercò di ignorare la gente, i rumori, l’adrenalina che scorreva impazzita… pensò solo alla musica…
“Concentrati…. Concentrati…. Concentrati…. Sei sola, non c’è nessuno. Sei tu e la musica. Non esiste altro, non esiste nessuno, solo tu e la musica. Tu e la musica”
Continuò a ripeterselo come un mantra… poi al cenno del direttore del teatro uscì dalle quinte ed entrò sul palcoscenico.
Un secondo, un breve inchino di saluto al pubblico, poi appoggiò la rosa sul pianoforte, si sedette e iniziò a suonare.
Improvvisamente il mondo scomparve.
Le note raggiunsero il suo cuore e le mani iniziarono a muoversi lievi sulla tastiera…
Il Chiar di Luna… era quello che ascoltava fin da bambina quando era triste… quando lui rientrava a casa e iniziava a urlare… lei si metteva le cuffie e chiedeva aiuto a Beethoven, e lui le rispondeva, con le sue note calme, meditate, dolci e profonde… la avvolgeva con la sua malinconia, la stringeva tra le sue braccia consolatrici… i suoi tocchi sul piano erano delicati…
Quella sera lei stava suonando solo per lui, per Beethoven, per tutte le volte che l’aveva stretta a sé, per tutte le volte che le sue note avevano coperto le urla di quella casa-prigione… per tutte le volte che aveva promesso: la musica ti salverà…
Non esisteva pubblico, non esisteva teatro, solo lei, e le note a cui stava dando tutta se stessa perché raggiungessero il suo amico lontano, troppo lontano perché lei potesse raggiungerlo, ma la musica, lei sì, la musica poteva raggiungerlo, poteva librarsi nell’incanto di un sogno e arrivare fino da lui….
Ora era la rabbia…. La rabbia che suonava, quelle note che si rincorrevano come se dovessero sfogare tutto quello che per troppi anni si era tenuta dentro… Lei ci mise tutta la sua passione, tutto il disappunto di un’infanzia mancata, tutta la paura che aveva provato ogni volta e anche quello lo fece per Beethoven… lo fece per dirgli: guarda, è da questo che mi hai salvato, dalla follia, dalla disperazione, dal dolore, dalla rabbia, dall’essere come lui….
Non era più dentro il teatro, non era più seduta al piano, ma stava parlando con il suo amico musicista, le lacrime agli occhi, racconti di una vita che solo con gran fatica era riuscita a cambiare e prendere in mano.
Le sue mani si muovevano indipendenti dalla sua volontà, i suoi occhi non seguivano nemmeno lo spartito… era completamente persa nell’incanto che lei stessa aveva creato.
In quel momento era pura passione, era incantesimo e magia… e tutti se ne accorsero.
I critici il giorno dopo avrebbero detto che una nuova stella era nata nel campo della musica, tutti si sarebbero sprecati nelle lodi e nelle ammirazioni…. Ma nessuno avrebbe potuto descrivere la magia da lei creata quella sera… quella magica sera in cui aveva duettato con il suo maestro morto secoli prima… All’uscita del teatro nessuno aveva gli occhi asciutti.
Da quella sera, il suo nome diventò: La Rosa Bianca.


(NB: due persone, qui tra voi, conoscono già questo pezzo.... non è proprio un racconto breve, ma non potevo lasciare la sezione prosa vuota, e non potevo non iniziare con questo....)
Maredinotte
00lunedì 9 novembre 2009 13:17
storie di vita, dietro queste parole, mescolate alla magia della musica e dell'Amore.

sì, conosco questo pezzo e il complesso nel quale si inserisce... e sono molto contenta di ritrovare le magiche note di Beethoven anche qui! [SM=g11405]
Francesca Coppola
00martedì 10 novembre 2009 18:27


io non conosco il complesso entro cui si riferisce.
Sembra scritta sull'onda di un'emozione. La trovo spontanea e non troppo d'effetto.
La chiusa in modo particolare mi è piaciuta. [SM=g8217]
LaRosaLunare
00mercoledì 11 novembre 2009 12:38
In effetti sì, è stata scritta sull'onda di un'emozione. Diverse volte ho avuto la tentazione di.... affinarla.... ma non ho mai avuto il Cuore di farlo.... in fondo mi appartiene così com'è.... con tutti i suoi difetti. [SM=g8127]
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