Cerf e Kahn, i padri di internet "Così andremo oltre il web"

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vanni-merlin
00venerdì 26 maggio 2006 23:49
I due scienziati a Pisa per ricevere una laurea honoris causa
puntano a creare una rete di comunicazione interplanetaria


Cerf e Kahn, i padri di internet
"Così andremo oltre il web"

dal nostro inviato ALESSIO BALBI


PISA - Sono i padri di internet, anche se pochi lo sanno. Vint Cerf e Robert Kahn, nel 1973 inventarono il TCP/IP, il protocollo, la lingua che permette lo scambio di informazioni sulla rete. Oggi ricevono la laurea honoris causa in ingegneria informatica a Pisa. La scelta della città toscana non è casuale: qui venne installato, nel 1982, il primo nodo italiano di internet, il terzo in Europa. "Italia, Germania e Regno Unito - spiega Cerf - hanno iniziato a usare internet prima della maggior parte delle persone negli Stati Uniti"

Siete nella Hall of Fame degli inventori, con Edison e Marconi. Ma mentre tutti sanno chi ha inventato la radio, pochissimi vi conoscono come padri di internet. Vi dispiace?
C: "Un miliardo di persone usa internet. E' importante questo, non che sappiano chi sono io. E' comunque fantastico esserci stato dall'inizio ed essere associato ad una cosa così importante".

K: "Molte persone non capivano l'impatto potenziale di quello che stavamo facendo. Avevamo molta libertà, perché nessuno si occupava di noi. Un mio amico ha ascoltato alla radio l'annuncio del nostro inserimento nella Hall of Fame e mi ha detto che lo speaker si chiedeva: ma chi sono questi Cerf e Khan?".

Con il TCP/IP non vi siete arricchiti. Altri fanno affari con internet e il problema della proprietà intellettuale è molto sentito. Lei, Cerf, oggi lavora per Google su un progetto di biblioteca digitale che ha fatto infuriare gli editori
C: "Il progetto di Google non prevede necessariamente l'accesso ai libri, ma che si possa cercare al loro interno, come si fa su internet. Ci si chiede se digitalizzare un testo per questi fini sia un uso consentito dal copyright. Io credo di sì: se una persona può trovare facilmente quali libri sono di suo interesse, sarà invogliata a comprarli".

Dottor Kahn, nella sua lectio doctoralis parlerà di come andare oltre il World Wide Web, cioè internet come la maggior parte delle persone la conosce oggi.
K: "Il discorso sulla proprietà intellettuale può aiutare a capire cosa intendo. Pensate se chiunque potesse fare tutto ciò che vuole con quello che trova online, senza pensarci, perché un'infrastruttura globale di micropagamenti permette al proprietario dei diritti di essere pagato il giusto, immediatamente. E' una cosa che nessuno ha ancora tentato, ma che spero sarà possibile nella rete del futuro".

Negli Usa è aperto il dibattito sulla "net openess": le telecom vogliono creare una internet a due velocità, dove pagando un sovrapprezzo si possano trasmettere i propri dati prima e più velocemente degli altri. Che ne pensate?
K: "In aereo è normale che chi viaggia in prima classe paghi di più di chi viaggia in economica. Ma se chi gestisce gli aeroporti entrasse anche nel business dei voli, chiedendo un sovrapprezzo ai concorrenti per atterrare nei loro scali, la situazione sarebbe differente. Il dibattito in corso negli Usa è di questa natura. Il mio punto di vista è che non debbano esserci cittadini di seconda classe su internet. Ma ci possono essere distinzioni per categorie: i grandi camion non possono passare nelle aree residenziali. Eppure nessuna azienda di trasporti deve essere discriminata rispetto alle altre.

C: "Ovviamente è giusto pagare in maniera diversa se si viaggia in prima o seconda classe. Ma immaginate se le compagnie aeree vi chiedessero: dove andate? A Pisa? Se volete atterrare il comune di Pisa deve pagare un extra. Un atteggiamento del genere non ha senso, e rischia di impedire la formazione di nuovi business, perché le aziende non avranno il denaro per pagare questi servizi".

Dottor Cerf, può raccontarci il suo progetto di interplanetary internet?
C: "L'idea è standardizzare i protocolli di comunicazione nello spazio come abbiamo fatto sulla Terra. Per le grandi distanze interplanetarie, il TCP/IP non va bene. Al Jet Propulsion Laboratory della Nasa abbiamo sviluppato alcuni protocolli che sono già in uso su quattro orbiter intorno a Marte e funzionano egregiamente per comunicare dalla superficie di quel pianeta alla Terra"

Si parla di internet nello spazio, ma in Italia ci sono comuni ancora non raggiunti dalla banda larga
K: "E' interessante che un paese sviluppato come l'Italia abbia questo tipo di problemi. Credo che la soluzione sia nell'internet senza fili. Ma comunque si devono muovere le forze di mercato e i governi. Negli Usa c'è stata una grande preoccupazione del governo federale su questo".

Cerf, è vero che Google dopo essersi quotata pensa solo ai risultati finanziari?
C: "Google si è quotata perché i progetti che porta avanti hanno bisogno di molti capitali. Siamo concentrati sul modello di business, ma la maggior parte dei nostri servizi sono gratuiti. E non abbiamo nessun interesse a distruggere gli altri media, come sostiene qualcuno. Chi trova cose con Google, magari le ascolta con iPod. Il modello di business dei media del futuro non è ancora chiaro, ma c'è spazio per tutti, per sperimentare.

Ci sono state polemiche sul fatto che Google abbia censurato alcuni contenuti in Cina su richiesta del governo comunista.
C: "Io e Bob veniamo da un paese dove il primo emendamento è molto sentito. Nel mondo accademico, così come in quello degli affari, il libero scambio di informazioni è fondamentale. Ma Google, operando in diverse parti del mondo, deve seguire le regole di quei paesi. In Cina ci è stato chiesto di sopprimere alcune informazioni, ma nelle nostre pagine di ricerca abbiamo aggiunto una nota: "Questi contenuti non vengono visualizzati su richiesta del vostro governo". Anche in Francia e in Germania, per esempio, ci viene chiesto di non mostrare cimeli di guerra, perché lì è vietato fare soldi vendendo queste cose".

Anche negli Usa si discute sulle limitazioni alla libertà di espressione imposte dal Patriot Act, la legge antiterrorismo.
K: "Penso che sia difficile trovare subito la giusta misura in queste cose: si va per tentativi, ed è quello che sta accadendo negli Usa. L'importante è che ci sia un dibattito nel mondo politico e nei media, così che, se un approccio non funziona, possa essere cambiato".

(ha collaborato Anna Zippel)

(26 maggio 2006)

da: www.repubblica.it/2006/05/sezioni/scienza_e_tecnologia/cerf/cerf/c...
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