Cattaneo sulla Lombardia

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Brennos1509
00lunedì 15 novembre 2010 15:50

Popolo lombardo, nazione lombarda ...

Da: Notizie naturali e civili su la Lombardia

I fasti delle nostre scienze e lèttere non sono oscuri; comìnciano con Catullo, con Virgilio, con Plinio il giòvine; la lingua latina tramonta col nostro Boezio; ma presto gli studj risùrgono con Lanfranco pavese, con Sordello mantovano, con Albertano ed Arnaldo da Brescia; nella giurisprudenza e nella filosofia risplende Alciato, Pomponacio, Beccarìa; nelle matemàtiche e nelle fisiche, Cardano, Tartalia, che primo sottopose a càlcolo le artiglierìe, Cavalieri, scopritore d'una scienza, Piazzi scopritore d'un pianeta, e Volta che trovò la maggiore e più feconda delle scientifiche scoperte. – Virgilio e Volta sono due nomi noti a tutti i pòpoli civili, e danno a questa angusta provincia uno splendore, che non ha la vasta Spagna e la vastissima Russia.

Il nostro dialetto, nei cordiali e schietti suoni del quale si palesa tanta parte della nostra ìndole, più sincera che insinuante, porta impresse le vestigia della nostra istoria, le orìgini cèltiche si manifèstano indelebilmente nei suoni; le romane nel dizionario; qualche lieve solco, lasciato dall'infeconda età longobàrdica, a gran pena si discerne, mentre vi giàciono inesplorate ancora le tracce di qualche cosa che fu più antico e più nativo dei Romani e forse dei Celti. I confini entro cui si parla questo linguaggio e gli altri affini suoi, rappresèntano tuttora la geografia dei sècoli romani; documento istòrico che attende ancora chi ne sappia trar lume ad ardue induzioni. Questo dialetto, inosservato all'Europa, ma parlato da più d'un milione di pòpolo, ha due sècoli di letteratura. Uòmini d'ingegno e di studj e d'alto affare si finsero plebe, affilàrono coll'acerbità popolare l'ottusa verità. Maggi, Tanzi, Balestrieri lo scrìssero non conoscèndone ancora la potenza satirica; Parini e Bossi vi apportàrono l'elegante àbito delle lèttere e delle arti; e Carlo Porta, poeta d'altìssimo ingegno, alla naturalezza del dipinto fiammingo congiunse la forza còmica di Molière, il frizzo di Giovenale, l'efficacia contemporanea di Béranger. Nella Fugitiva di Grossi il dialetto toccò gli affetti; e si conservò negli officj troppo necessarj della sàtira civile in Rajberti.

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Noi abbiamo recato il nostro tributo alle lèttere, alle arti, alla filosofia, alle matemàtiche, all'idràulica, all'agricultura, all'elettrologìa; l'Enèide di Virgilio e il Giorno del Parini, il Duomo e la Certosa, il libro dei Delitti e delle Pene e i primi càlcoli della balìstica, tutta l'arte dei canali navigàbili, i prati perenni, la pila voltiana. Noi, senza dirci migliori degli altri pòpoli, possiamo règgere al paragone di qual altro sìasi più illustre per intelligenza, o più ammirato per virtù; e aspettiamo che un'altra nazione ci mostri, se può, in pari spazio di terra le vestigia di maggiori e più perseveranti fatiche. È una scortese e sleale asserzione quella che attribuisce ogni cosa fra noi al favore della natura e all'amenità del cielo; e se il nostro paese è ubertoso e bello, e nella regione dei laghi forse il più bello di tutti, possiamo dire eziandìo che nessun pòpolo svolse con tanta perseveranza d'arte i doni che gli confidò la cortese natura.



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