Altro articolo comparso sulla Stampa, il 3 dicembre 1973
Psicosi collettiva o sensazionale realtà?
Rivisto sopra Caselle
«L'UFO fotografato sopra non era il solo»
Alle tre di questa notte il « disco volante » era ancora nel cielo di Caselle. E' stato notato dal personale civile e militare dell'aeroporto. Ha sostato per una decina di minuti e i in molti hanno potuto osservare le evoluzioni « impossibili » del globo luminoso.
Anche nel tardo pomeriggio di ieri, verso le 19 circa, altre persone hanno potuto osservare « l'oggetto » sul cielo della collina, sopra il fare del Colle della Maddalena, fra cui un autista dell'azienda tramviaria della linea 54 che fa servizio in collina.
« Ero appena arrivato al capolinea — ha detto Antonio Canzonieri, 45 anni, via Cibrario 56 — ho visto e con me l'hanno visto tutti i passeggeri, una ventina . di persone, uno strano globo di luce, o per meglio dire, i globi erano due, uniti fra loro da una luce bluvioletta.
« E' salito sopra il faro ed ha cominciato ad andare su e giù. Ero sgomento. Non ho mai sofferto di allucinazioni. Mi sono guardato intorno e due ragazze, due studentesse che conosco perché tutti i giorni prendono il mio autobus, erano pallide e guardavano anche loro il cielo spaventatissime.
« Il disco, improvvisamente ' — ha continuato l'autista — è salito in verticale, virando sulla destra ad una velocità incredibile. « Quando l'oggetto volante è partito, pareva girare su-se stesso ed ha assunto la forma ovoidale. Non ho visto tutto ciò da solo, lo stesso fenomeno è stato osservato da altre venti persone ».
Dopo ogni avvistamento di oggetti volanti scatta un meccanismo che provoca psicosi di massa. Gli avvistamenti di globi, palle, sigari, si moltiplicano. Ma c'è chi giura, come gli osservatori di ieri, di avere scorto il « disco », ed è gente che asserisce di non essere" inai stata vittima di allucinazioni. n.b.
Dall'inviato
Susa, 3 dicembre.
L'Ufo fotografato dall'universitario Franco Contin nel cielo della Valle di Susa sarebbe una «nave madre» dalla quale partono e vi fanno ritorno dischi volanti da ricognizione molto più piccoli e veloci.
«Domenica — spiega Alessandro Contin, 29 anni, laureando in biologia — ero con mio fratello e la sua fidanzata in piazza IV Novembre quando abbiamo rivisto sul Frais il disco che. Franco era riuscito a fotografare il giorno prima, il 24 novembre.
Non lo abbiamo visto soltanto noi. Lo hanno notato anche un militare e due bambini. Anzi ricordo che uno dei ragazzini disse che l'Ufo era uguale a quello che aveva visto la sera prima sopra Novalesa. L'oggetto era fermo sulla cresta del monte».
I tre giovani sono corsi a casa per cercare di osservare il disco volante con un telescopio e, possibilmente, per fotografarlo.una seconde-volta.
•Fra»coi Contin aveva già la macchina fotografica pronta, una Nikon F caricata con una pellicola ultrasensibile, 2475 Recording, ed il teleobbiettivo da 200 millimetri, come la sera precedente.
« Siamo arrivati sul terrazzo — spiegano i due fratelli — ma non abbiamo fatto in tempo né a fotografarlo né a puntare il telescopio. L'Ufo, una specie di grossa saponetta incandescente, era fermo sul Gran Seren. Qualche secondo dopo è partito in direzione di Bardonecchia. Si è portato in quella zona tracciando una linea- retta, poi è sceso, verso. terra descrivendo un angolo di 90 gradi ». Qualche minuto più tardi i fratelli Contin e la ragazza hanno visto un'altra palla luminosa « sorgere » dietro il Frais. « Non era quello di prima — dicono i tre — ne siamo sicuri. Era sulla stessa zona ed alla medesima distanza, circa cinque chilometri da dove ci trovavamo, ma non aveva le stesse caratteristiche di quello visto pochi minuti prima.
L'ultimo Ufo era notevolmente più piccolo, e di colore diverso. Diciamo. leggermente meno luminoso. Ma la caratteristica che lo differenziava sostanzialmente da quello precedente è un'altra cosa. Si muoveva in modo diverso. E' difficile da spiegare. Era anche molto più veloce. Si è mosso lentamente nel cielo per circa un minuto, poi ad una velocità fantastica è partito in direzione di Bardonecchia, proprio come aveva fatto l'altro, quello più grande. Il piccolino, chiamiamolo così, si è mosso ad una velocità molto superiore. Anche lui è poi calato improvvisamente verso terra esattamente nella zona dov'era sceso il primo ».
I fratelli Contin e la ragazza pesano le parole. Non vogliono passare per visionari o mitomani. Hanno ribadito di non aver « mai creduto a certe cose, di non sostenere che esistono gli extraterrestri, i marziani ».
Dice Sandro Contin: « Secondo me l'unica spiegazione possibile è questa.
Il primo disco, quello fotografato da mio fratello, potrebbe essere una nave madre, alla quale si appoggiano quelli che potrebbero essere definiti piccoli veicoli da ricognizione, come il secondo che abbiamo visto. Ma non tocca a noi fare supposizioni. Non siamo i soli ad aver seguito questi fenomeni.
Gli UFO sono stati seguiti con radar e da persone molto più qualificate di noi. Possiamo soltanto dire che non è sempre lo stesso UFO quello che si vede, che uno è molto grande e l'altro è più piccolo, che ha un aspetto diverso ed è molto più veloce
Umberto Zanatta
Articolo rilasciato in licenza Creative Commons - Editrice La Stampa S.p.A.
Autori: n.b. - Umberto Zanatta
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Assoluto segreto militare sull'avvistamento di Caselle
Messi in allarme anche i "caccia, per intercettare il misterioso Ufo
Piloti di aerei di linea e del "Piper" che ha insegutio l’oggetto volante fino a voghera ed i tecnici dei radar sono concordi : “Non abbiamo mai visto una cosa simile”
(Dal nostro inviato speciale)
Mortara, 2 dicembre.
Il segreto militare circonda il caso dell'Ufo avvistato alle 19 di venerdì scorso a Caselle e inseguito fino a Voghera dal pilota torinese Riccardo Marano di 28 anni che era in volo su un « Piper ». Il maggiore Cespa, che comanda la centrale radar di avvistamento militare di Mortara, ci riceve, ma ha tutta l'aria di cascare dalle nuvole. «No — dice — noi non abbiamo visto nulla; il radar non ha individuato alcun oggetto misterioso. Credo che a Torino lo abbiano individuato soltanto a vista. Ah, non è vero? Lo hanno notato sul radar? Vede, non ne so proprio nulla ad eccezione di ciò che ho letto sui giornali ». Il comandante del DC9 che arrivava da Parigi, volo AZ 325, pilota Giovanni Mezzalami, abitante a Ostia, 10 anni di servizio nell'aviazione militare ed 8 in quella civile, dice: « Dalla torre di controllo di Torino ci hanno detto che il loro radar e anche quello militare di Mortara vedevano il misterioso oggetto volante ». Dalla torre di controllo di Caselle come sempre quando si avvistano velivoli di cui non è certa l'identificazione vengono immediatamente avvertite la 1” Regione aerea militare e le centrali di avvistamento militare di Mortara, di Capo Mele e di Linate che si mettono in stato di allarme e danno l'allerta ai « caccia » per l'eventuale intercettazione. Via radio si chiede al velivolo che si faccia identificare. In caso di silenzio scatta l'allarme e partono i « caccia ». Sarebbe strano che il normale piano di emergenza non fosse scattato ieri. Risulterebbe invece che tutto si sia svolto come previsto nonostante i dinieghi ufficiali.
All'ora dell'avvistamento dell'Ufo nel cielo di Caselle c'erano tre aerei: il « Piper » del pilota Marano, il DC9 AZ325 proveniente da Parigi e il DC9 AZ043 diretto a Roma con il comandante Traquillio. Uno dei due aerei di linea ha trasmesso il seguente messaggio radio alla torre di controllo: « Vedo un oggetto luminoso a luce intermittente a 4 miglia in coda. Non oso avvicinarmi. Passo al largo ».
E' stato allora che alla torre di controllo hanno cominciato a preoccuparsi di quella strana luce pulsante che già qualcuno aveva notato ad occhio nudo. Veniva avvertito il radar di Mortara. La risposta sarebbe stata affermativa: anche loro osservavano lo strano oggetto che procedeva in modo pazzo; faceva spostamenti bruschi a scatti orizzontali e verticali ed a velocità elevatissima: circa 4 mach (quasi 5 mila chilometri orari), una velocità che raggiungono soltanto i missili. Non è stato possibile rintracciare il comandante Traquillio che seguendo la rotta per Genova lo ha avuto a prua da Torino fin quasi sul mare ed ha potuto osservarlo per lungo tempo.
Il comandante Mezzalami dice: « L'ho visto nonostante me lo segnalassero dalla torre di controllo quando sono stato sui 300 metri da terra. Ho potuto osservarlo mentre scendevo e poi bene quando rullavo sulla pista. Era molto più luminoso di una stella, anche più di un satellite. Sembrava all'altezza delle montagne che circondano Torino. Non ho notato intermittenza nell'emanazione della luce. Non faccio ipotesi; dico solo che si tratta di una cosa strana. Ma altre volte abbiamo notato cose strane che poi si sono rivelate palloni sonda, satelliti, addirittura stormi di uccelli. Chi può saperne di più è il pilota di quel Piper che lo ha inseguito ».
Quando Riccardo Marano si è avvicinato il più possibile, circa 3500 metri all'oggetto luminoso e se lo è visto passare da prua in coda in meno di un « amen » e poi partire in verticale ad una velocità incredibile; nel comunicare con la torre ha cambiato tono di voce. Nonostante sia un pilota con all'attivo anni di esperienza, ha avuto un attimo di emozione. Quel gioco a rimpiattino avrebbe potuto anche rivelarsi molto pericoloso. Non lo dice apertamente perché « quando nel nostro mestiere s'incomincia a parlare di dischi volanti, si è subito guardati in modo strano ». Cosi preferisce dire che quell'oggetto misterioso « era un globo luminoso che emanava bagliori che andavano dal violetto all'azzurro al rosso, che procedeva in maniera sconcertante come non può fare un aereo, né un pallone sonda, né qualuque altro genere di oggetto volante conosciuto. Poi, sia quello Rilasciato dai ra e ha inseguito l'oggetto "Non abbiamo mai vis che pitori dopo cinquan volante fino a Voto una cosa simile" vuole: l'oggetto c'era, era reale e i radar lo hanno segnalato a lungo ».
Anche per i radaristi i movimenti dell'oggetto misterioso erano assolutamente assurdi. Le sue dimensioni per un occhio addestrato come il loro alla lettura dello strumento apparivano simili a quelle di un DC 8. Per cui quando si parla di « punto materiale » si dice « punto » per modo di dire; è un termine tecnico.
Il colonnello Rustichelli che comanda l'aeroporto militare di Caselle dice: «Si è spostato in direzione Ovest a circa quattro chilometri dall'imbocco della Valle di Susa. Somigliava ad una stella di luce non molto intensa». Numerose segnalazioni giungono da tempo dalla Valle di Susa. Fra quanti sostengono l'esistenza dei dischi volanti è diffusa la convinzione che il Musine sia un punto di riferimento o di attrazione per questi oggetti misteriosi. Perché? Hanno una spiegazione che ognuno può prendere per buona o meno: è una montagna radioattiva.
Mario Bariona
Articolo rilasciato in licenza Creative Commons - Editrice La Stampa S.p.A.
Autore: Mario Bariona
Uno studente universitario racconta la sensazionale avventura
Ha fotografato il disco volante fra i monti della Valle di Susa
"L'oggetto era immobile nel cielo poi scomparve, filando a velocità vertiginosa, verso Bardonecchia”
Lo studente universitario Franco Contin che ha fotografato il disco volante mentre, luminosissimo, solcava il cielo della Valle di Susa
(Dal nostro inviato speciale)
Susa, 2 dicembre.
Un UFO («Unidentified' flying object », cioè oggetti volanti non identificati, come chiamano i dischi volanti al Pentagono) è stato fotografato il 24 novembre sopra il colle del Frais da un universitario, Franco Contin, 23 anni abitante a Susa in piazza IV Novembre 14.
« Era un sabato pomeriggio — racconta — La mia fidanzata mi ha indicato un grosso punto luminoso che si muoveva nel cielo. Ci siamo fermati e l'oggetto è sparito dietro il Frais, diciamo sul Gran Seren. Ma dopo un attimo è ricomparso. Si alzava e si abbassava. Ho capito che non poteva essere una stella od un pallone sonda. Sono corso a casa ed ho preso la macchina fotografica con un teleobiettivo da 200 millimetri ». « Quando siamo usciti — spiega Margherita Belmondo, 21 anni, abitante a Torino in corso Giovanni Agnelli 126, iscritta alla facoltà di Matematica — il disco non c'era più. Ho suggerito a Franco di provare a salire sulla montagna e con l'auto siamo andati a Giaglione. Erano le sette quando l'oggetto è ricomparso. Per un attimo è stato immobile nel cielo poi ha cominciato a muoversi lentamente. Prima era luminosissimo, poi lentamente si è oscurato. Dopo un attimo si è ancora trasformato in un puntino rosso ed un momento dopo in una palla infuocata ».
Franco Contin è riuscito a scattare nove fotogrammi poi l'«Ufo» si è allontanato ad una velocità «incredibile». «Ha rallentato — dice l'universitario — quando era in direzione di Bardonecchia.
Prima ha tracciato nel cielo, linea retta, poi con un angolo è sceso lentamente verso terra. Penso che fosse all'incirca all'altezza di Bardonecchia ».
Poche ore dopo Franco Contin era nel suo laboratorio fotografico. « Quando ho tirato fuori il negativo dal bagno, sono rimasto esterrefatto. Quello che ad occhio nudo era una palla luminosa, sul negativo aveva una forma ben delineata. La sorpresa più grande l'ho avuta però quando ho stampato le fotografie: io non credo certamente ai marziani, ma quello che ho visto non trova una facile spiegazione. Non è un aereo, non e un pianeta, non è un pallone sonda ».
Il giorno dopo, domenica 25 novembre, Franco Contin e Margherita Belmondo hanno rivisto l'oggetto misterioso. Sono corsi a casa e con Sandro Contin, 29 anni, laureando in biologia, sono saliti sul terrazzo per meglio seguire le evoluzioni dell'UFO.
« lo ero ancora scettico la sera prima — spiega Alessandro Contin — anche davanti alle fotografie di mio fratello, ma quello che ho visto mi ha veramente sorpreso. Non sostengo che l'oggetto arrivi da un altro mondo, ma certamente è qualcosa che noi non conosciamo. Almeno, che non tutti conoscono. Si potrebbe pensare che sia un " aereo " supersegreto, ma con un sistema di propulsione completamente rivoluzionario ».
Domenica sera Franco Contin non è più riuscito a fotografare il disco volante. Mentre stava mettendo a punto la macchina, l'oggetto è partito a tutta velocità in direzione del Gran Seren, abbassandosi poi di colpo.
I fratelli Contin e Margherita Belmondo concordano nella descrizione dell'UFO, sulla sua eccezionale luminosità, sulla velocità, sui repentini cambiamenti di colore che subisce, passando dal rosso al bianco.
Ciò che maggiormente li ha colpiti è stato però il sistema di volo del disco volante. Percorre chilometri hi perfetta linea retta, poi si sposta senza però compiere una curva, ma con una sterzata a 90 gradi, oppure abbassandosi o alzandosi, ma descrivendo sempre un angolo retto.
Umberto Zanatta
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Un altro disco volante visto ieri a Torino?
Un «disco volante» è stato avvistato anche ieri sera a Torino? Sembrerebbe di si. C'è in proposito la testimonianza ,di tre persone. Dice la signora Dina Calosso, 32 anni, insegnante: «Abito in un attico di via Tiziano 4. Alle 19,30 (ero uscita sulla terrazza) un oggetto luminoso ha attraversato lentamente il cielo dirigendosi verso la valle di Susa». Il presunto «Ufo» è stato visto anche dalla figlia della Calosso, Tiziana, 13 anni e da una vicina di casa che si è precipitata in casa dell'insegnante per segnalare l'avvistamento.
Avvistato in Val d'Aosta
Aosta, 2 dicembre.
(g. g.) Sarebbe stato avvistato anche in Val d'Aosta, ieri pomeriggio, l'oggetto volante non identificato che ha sostato per alcuni minuti l'altra sera nel cielo di Caselle. La testimonianza è di Aldo Presa e della moglie Anita che, mentre erano sul balcone di casa a La Salle con la figlia e un vicino di casa, avrebbero scorto un oggetto luminoso muoversi in cielo in direzione del monte Ruito.
« Era un globo cangiante che si è mosso più volte in senso orizzontale e verticale ed è poi scomparso in direzione del Colle d'Arpi »
(Ansa)
Articolo rilasciato in licenza Creative Commons - Editrice La Stampa S.p.A.
Autori: Umberto Zanatta - Ansa