Volere
Se si vuole una cosa la si vuole.
Nella maschera la condizione di superiorita' rimane la volonta': volere e' tutto, anche piu' di potere.
Io posso fare una cosa e' una sorta di festival di sotto-maschere: io ho il diritto di fare
mi e' concesso di fare
si puo' ammettere
ho ricevuto il permesso di fare.
Nel potere fare una cosa vige una illusione psicologica: che si possa fare perche' si decide di fare.
Nell'io voglio la storia cambia radicalmente: non e' una questione di diritto; non si riconosce un permesso o un divieto; non si tratta di una ammissione e tanto meno di una concessione.
Nell'io voglio c'e' la sacrosanta arroganza del volere: c'e' l' imposzione di una presenza superiore alla contingenza.
Non e' il circostante a determinare una situazione , ma e' il volere.
La paura di non riuscire a fare una cosa: ecco il peggior nemico della volonta'e anzi , cosa ancor piu' grave, non volendo per se' ci si strania in una oggettivazione massificata. Dove manca il volere, la' non si e' piu' persona, ci si spersonalizza.
Si rimane individui e "soggetti" solo nel momento che si vuole.