Carlo Carretto - Riflessioni

sgrillo
00martedì 20 gennaio 2009 12:54
La preghiera
LA PREGHIERA

(Dagli scritti di Carlo Carretto)



Non potremo mai definire cosa sia la preghiera. Non ci bastano le parole.
Nessun santo c'è riuscito.
La preghiera va talmente al di là di tutte le definizioni da lasciar sempre spazio ai suo mistero.
Sì, pregare è un mistero.
Pregare è comunicare col mistero che è Dio.
Provateci, e vedrete che con tutta l'abilità non riuscirete a contenere nelle vostre parole, la vostra esperienza di preghiera.
Ma una cosa che riuscirete certamente a definire è che è un rapporto tra due persone.
Quando pregate vi sentirete davanti ad un Altro.

Può darsi che l'Altro, tu lo senta dentro. Può darsi che tu lo senta fuori. Può darsi che ti senta avvolto. Può darsi che ti senta lontano lontano. Può darsi che tu lo senta come Silenzio come Assenza, come Aridità, come Oscurità o come Luce o come Gaudio o come Pienezza o come Rimprovero.
Non c'è limite all'esperienza di Dio in noi.
Lui è la novità ed ho l'impressione che non si ripeta mai nel modo di avvicinarsi a noi.
Quando l'ho atteso sotto un olivo è venuto sotto una quercia; quando l'ho atteso in chiesa è venuto in città; quando l'ho cercato nelle gioie è venuto nel pianto; quando non l'attendevo più l'ho trovato davanti a me ad aspettarmi.
(...) Bisogna pregare sempre [1°Ts 5:17], pregare nello spirito in tutte le occasioni [Ef 6:18], elevare in tutti i luoghi le mani supplicanti [1°Tm 2:8].
sgrillo
00martedì 20 gennaio 2009 12:54
(...) Pregare non significa tanto parlare ma ascoltare: contemplare non significa guardare ma essere guardati da Dio.
Che volete che io guardi quando prego! Vi posso assicurare che in nessun momento mi sento così miope come quando cerco di puntare gli occhi su Dio. E Lui è là che ti guarda. E se ti guarda ti ama e amandoti ti dà ciò che cerchi: se stesso. E' Lui che mi ha cercato per primo ed è Lui che continua a cercarmi.
Ciò che conta è lasciarsi fare, vivere di fede, confidare nell'Eterno.
Capire soprattutto una cosa: che il nostro sviluppo dipende da leggi che non sono le nostre, da una volontà che ci supera.
Accettare che Lui faccia senza che noi non sappiamo come è cosa dura e ci vuol molto tempo prima d'impararlo a memoria.

Ma quando l'avremo imparato... che gioia! Poter vivere di questa sensazione: Dio fa mentre io dormo, Dio pensa a me mentre io lavoro o prego, Dio interverrà al momento giusto, Dio mi attende a pregare, Dio conosce il mio domani.
Lascia dietro di te il tempo, lo spazio, il numero, il concetto, la ragione, la cultura e guarda avanti. Guarda al di là di te; al di là della tua incapacità e del tuo limite e aspetta. Lascia che le lacrime righino l'aridità della tua fede. Non pensare ad altro: Dio è davanti a te.
(...) La preghiera non è una evasione ma un'illuminazione dal di dentro: non è una fuga ma un fiat di accettazione.
(...) Pregare è amare e amare Dio è come amare gli uomini: si vede. (...) Rileggete il Cantico dei Cantici. Non riuscite mai a vedere la differenza che passa tra l'amore appassionato della sposa per lo sposo da quello tra l'anima e Dio. Si direbbe che sono la stessa cosa: certo hanno la stessa maniera di esprimersi.

sgrillo
00martedì 20 gennaio 2009 12:55
Ed è proprio così che capita a chi di noi ama Dio. Quindi non chiederti se hai tempo di pregare quando sei molto occupato, chiediti se hai tempo per amare.
(...) Forse che non posso trasformare la mia preghiera in frasi rotte di affetto e dirgli mentre metto a letto il bimbo "Gesù ti amo" o mentre squilla il telefono "Buon giorno, Gesù". (...) O mentre cammino nella sera dopo l'ufficio tra la folla anonima "Gesù abbi pietà di noi, siamo peccatori".
(...) No, per pregare non sono indispensabili le chiese, le formule, gli schemi: ciò che è indispensabile e che io ami perché l'amore è la più alta preghiera e ne è la pienezza. (...) Più ci liberiamo dalle strutture, dalle formule, dagli... idoli, più semplifichiamo la nostra vita spirituale e più l'unione con Dio diventa reale.


(...) Non è un assoluto pregare in chiesa. Si può benissimo trovare Dio sotto le stelle o camminando in mezzo a una folla in città. No, per pregare non sono indispensabili le chiese o le formule ma... possono aiutare nei tempi normali.
(...) Lo so che ti contorci pieno di dubbi: non avere paura. Sì, fatti coraggio, Dio ti ama. Ti ama e il suo amore è gratuito. Non ti ama per quel che vali, ti ama perché Dio non può fare a meno di amarti: è Amore.
(...) Ma come posso io amare chi non conosco, rispondere al suo amore che non vedo.
Non posso amare ciò che non conosco e Dio che lo sa meglio di me non poteva chiamarci al suo amore, senza fare in modo che la conoscenza di Lui sia resa possibile.
Tu accettando l'amore nella preghiera gli permetti di farti il dono della sua conoscenza, tu offrendogli la lavagna pulita della tua anima gli dai la possibilità di disegnare su di essa i tratti del suo volto.

sgrillo
00martedì 20 gennaio 2009 12:56
L'inconoscibile diventa conoscenza; l'amore realizza il passaggio della frontiera dell'invisibile; l'al di là delle cose transita al di qua e diventa vita.
Gesù l'ha definita vita eterna e l'ha precisata con queste mirabili parole: questa è la vita eterna che conoscano Te Padre e Colui che hai mandato il Cristo [Gv 17:3].
Non sono stato deluso e se voi mi chiedeste perché credo in Dio io vi risponderei: perché mi si è rivelato, e se voi mi chiedeste qual è la prova più alta della sua conoscenza, io vi risponderei: perché sono stato con lui.
(...) Posso dire: «Io credo in Dio perché lo conosco».
L'uomo vecchio che è in me crede in Dio solo per analogia, attraverso la natura, la ragione, i simboli; ma il «bimbo» di Dio che è nato e che si sviluppa in me crede in Dio perché lo conosce. E lo conosce perché Lui si fa conoscere.
Ma non nella carne e nel sangue, bensì nella stessa vita divina che gli trasmette nel suo amore.

Questa è la mia forza.
Ed è su questa forza ch'io metto la mia speranza.
Su questa straordinaria realtà che io gioco tutta la mia vita.


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Carlo Carretto, nato ad Alessandria nel 1910 e morto a Spello nel 1988, ricoprì la carica di presidente dell'Azione Cattolica Italiana.
Successivamente, entrò a far parte della congregazione laica dei piccoli fratelli di Gesù, fondata nel 1933 da Renè Voillaume, sulle orme di Charles de Foucault.
Le sue numerosissime opere sono state pubblicate dalle Case editrici La Scuola, Ave, Cittadella, Città nuova, Queriniana, Morcellina/Dadhoniane e Paoline.

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