Caos calmo (Antonello Grimaldi, 2008)

Pietro Paladini salva una donna dall’annegamento; tornato a casa, apprende di essere rimasto vedovo.
Dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, Premio Strega 2006. Tralasciando le ridicole polemiche sollevate da coloro che non trovano modi migliori per esercitare il loro ruolo di padroni del Paese, “Caos calmo” non ha grandi carte in mano: il registro, anonimo e privo di personalità, è quello di tanti, troppi drammetti silenziosi del nostro cinema, inevitabilmente “medio” anche quando si sforza di diventare “alto”. L’imbarazzo dei media che, disperatamente in cerca di qualcosa da lodare, arrivano ad esaltare la prova diligente di Nanni Moretti (che è un bravo attore e non lo si scopre oggi) la dice lunga sul risultato deludente di un film che probabilmente non andava neanche fatto: troppo difficile e arduo, per la nostra attuale situazione, cavare qualcosa di soddisfacente da un romanzo in cui, tolto il prologo, di fatto non succede niente, e che basa la sua forza sugli insistiti travagli interiori del protagonista. Pur limitando al minimo (scelta apprezzabile) l’odiosa voce fuori campo, “Caos Calmo” offre un’inconsapevole sarabanda dei difetti e dei luoghi comuni del decennio: minimalismo forzato, dialoghi di cartapesta, caratterini dimenticabili, bambini saccenti (la piccola Blu Di Martino, insopportabile). Alla fine della fiera la scena migliore è proprio il tanto discusso e lungo momento di sesso Moretti-Ferrari (peraltro notevolissima), salutare bicchiere di vodka nel bel mezzo di una sciapa minestrina. Per gli ingredienti (la Fandango, Moretti, la solita borghesia romana radical chic, Ivano Fossati, il cammeuccio finale di una certa persona ad uso e consumo dei cinefili) e i toni pacati e rassicuranti, ben lontani dal dolore autentico e straziante di una “Stanza del figlio”, potrebbe passare alla storia come il primo film dell’era-PD. Veltroniano.

Voto: 5,5

gippu, 14/02/2008 0.53:

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Caos calmo

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con un nome del genere, qualsiasi attacco, anche proveniente dalla chiesa va onorato e supportato.
ad orecchio* sembra una di quelle cazzate di ssssinistra che fa figo perche' cioe'.

bha. (The) Sarah Connor Chronicles mi attende. Lena Headey e' romantica e soffusa quanto basta (nonostante linda hamilton, specialmente nel secondo, rimanga tuttora insuperabile)

nessuno.
NESSUNO che non abbia giocatoa URIDIUM2 puo' pronunciare, impunemente, la parola CHAOS.


MAYHEM!

pleier uan, last manta

(no, nessuna voce femminile ti ha mai annunciato cosi' soavemente la tua imminente morte)

7.7

dalla sinossi mi sembava una sciapa copia de La stanza del Figlio

Ora dopo la Rece del Maestro ne ho la conferma

Un mulo mi ha portato in groppa il romanzo e, tra le altre cose, sono andato a controllare com'era scritto il corrispettivo cartaceo della scena di sesso. E' lunga 16 pagine e non è niente male; quivi riporto un passaggio notevole.

Oh, l'inizio di un pompino- Oh. Ogni volta mi stupisco che una cosa così semplice possa essere anche così infallibile. Una bocca che si apre e via: che ci vuole? Chiunque puo farlo. E perchè allora non succede di continuo? Perchè ne facciamo merce tanto rara? Siamo pazzi, tutti.

gippu, 15/02/2008 15.29:

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E perchè allora non succede di continuo? Perchè ne facciamo merce tanto rara? Siamo pazzi, tutti.

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basta guardare giusto un post piu' sotto, sono quattro ore di pompini

il sensazionalismo che ho letto nei vari articoli e di come la Ferrari si sia vergognata nel rivedere la scena, e da parte di certa stampa aver creato tutta questa attesa, il flop era preannunciato

dopo questa recensione non credo proprio che mi capiterà di vederlo

in effetti come in molti film di Nanni, si assistono a spunti di classe, più per bravura personale, in un contesto grigio borghese, noioso e artefatto.

Ma la scena di sesso l'ho trovata patetica! La peggiore del film, forzatissima, completamente avulsa, mi sa che i due siano un po' frigidi e incapaci di arrivare a un vero orgasmo.