Cambiare rotta? SI PUO' FARE...

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princepsoptimus
00martedì 17 febbraio 2009 15:22
ROMA - Il pesante insuccesso alle regionali in Sardegna scuote il Pd e ora Walter Veltroni medita l'addio. Aprendo in mattinata il coordinamento del partito (presenti tra gli altri Pier Luigi Bersani, Enrico Letta, Rosy Bindi, Piero Fassino e i capigruppo di Camera e Senato Antonello Soro e Anna Finocchiaro) dedicato proprio alla sconfitta elettorale del centrosinistra in Sardegna, il segretario dei democratici ha messo il suo mandato a disposizione, raccogliendo il secco no del vertice del partito, che ha respinto le dimissioni di Veltroni spiegando che non è in discussione la leadership.

DIMISSIONI NON ESCLUSE - I vertici del Pd hanno dunque confermato la fiducia al loro leader. Veltroni a questo punto ha scelto di prendersi un po' di tempo: un'ora e mezza per riflettere e decidere. La riunione del coordinamento è stata aggiornata alle 15.30 proprio per concedere al segretario un momento di riflessione. A quanto si apprende, Veltroni non escluderebbe di dimettersi nonostante la sua proposta di rimettere il mandato sia stata respinta all'unanimità dai big del partito. Durante il coordinamento, il segretario dei democratici avrebbe spiegato che il partito sta pagando il prezzo delle divisioni e dei continui distinguo, confessando anche di aver già fatto molta fatica a gestire quest'ultima fase.

MANDATO PIENO? - Nessuno dei partecipanti alla riunione, racconta chi era presente, avrebbe preso in considerazione l'ipotesi di un congresso anticipato, mentre Anna Finocchiaro avrebbe chiesto la convocazione della direzione, non ritenendo il coordinamento la sede politica idonea per una vera discussione sull'analisi del dopo-Sardegna. È propobabile, azzarda qualcuno dei big democratici, che Veltroni alla fine opti per una sorta di nuova investitura, per avere un rinnovato mandato pieno così da ricalibrare la linea, ma allo stesso tempo, far rientrare le critiche interne, ricompattando il partito. L'obiettivo a quel punto diventerebbe quello di capovolgere il risultato sardo in vista delle elezioni europee e amministrative.

VELTRONI E CACCIARI - «Veltroni faccia quello che non è riuscito a fare finora. Ha il pieno rinnovo della mia fiducia per fare un partito nuovo» è la richiesta di Francesco Rutelli, mentre secondo il sindaco di Venezia Massimo Cacciari le responsabilità della sconfitta del Pd in Sardegna non sono da attribuire né a Soru né a Veltroni. «È il Pd nel suo insieme che non va» ha detto il primo cittadino di Venezia.

DI PIETRO - Da parte sua intanto anche il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro tira le somme del voto in Sardegna, senza risparmiare una stilettata al partito democratico: noi dell'Italia dei valori, sostiene l'ex pm, siamo «l'unica opposizione» rimasta nelle istituzioni e nelle piazze, che ora vuole «costruire un'alternativa al modello di dittatura sudamericana che sta portando avanti Berlusconi». «L'Idv sale e il Partito democratico scende. Ciò dimostra che quando si sta all'opposizione si fa opposizione e non si "fa ammuina". Se il Pd non decide se essere maschio o femmina, finisce per non essere nessuno» afferma ancora Di Pietro.

fonte: Repubblica.it

Incrociamo le dita e speriamo si tolga dalle palle.
-Giona-
00martedì 17 febbraio 2009 17:09
Non credo che alla fine Veltroni se ne andrà. Al massimo gli affiancheranno il "Direttorio", che sarà come cadere dalla padella nella brace. Infatti in questo modo si darà sempre più l'impressione all'opinione pubblica che, mentre Berlusconi è un leader capace di decidere, Veltroni si ritrovi in balia dei suoi "tutori". Veltroni è l'unica alternativa: Rutelli è bruciato, D'Alema è inviso a una parte dell'elettorato di centro, Bersani è competente ma antipatico, la Bindi è antipatica e non è nemmeno competente e Letta ha poco carisma.
Lpoz
00martedì 17 febbraio 2009 17:32
OMA - Walter Veltroni ha confermato le sue dimissioni da segretario del Pd davanti al coordinamento che è tornato a riunirsi nella sede di Sant'Andrea delle Fratte. A quanto si è appreso, il leader democratico intende tenere domani una conferenza stampa.
''Dopo una discussione di diverse ore il segretario del Pd, Walter Veltroni, ha deciso di mantenere l'orientamento di questa mattina e di rassegnare le dimissioni da segretario nazionale del Partito democratico''. Lo ha confermato il portavoce del partito Andrea Orlando leggendo una nota al termine della riunione del coordinamento. Orlando ha aggiunto che domani il segretario spiegherà le motivazioni che lo hanno portato a questa scelta e che il vicesegretario del partito Dario Franceschini proporrà agli organismi dirigenti il percorso da seguire dopo le dimissioni di Veltroni, sulla base del regolamento statutario.

SORO: GRAZIE A VELTRONI
"Rispetto la decisione di Veltroni che considero un atto di generosità verso il partito. Lui domani spiegherà le sue ragioni e il mio personale convincimento è che il Pd deve essere molto grato a Veltroni per la sua conduzione". Così il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro commenta, al termine del coordinamento del partito, le dimissioni del segretario del Pd. "Il partito - aggiunge Soro - ha necessità di un impegno generoso da parte di tutti e i passi successivi si decideranno collegialmente".
Armilio1
00martedì 17 febbraio 2009 17:37
Bhò, vediamo, ma non incolpiamo Veltroni di tutti i mali del PD: gestire un partito fratturato in questo modo mi sa che sarà difficile per chiunque. Intanto non si intravvede nessuno capace di sostituirlo, sopratutto "nell'equilibrismo" tra le 2 aree del partito. E' il partito in sè che non va, non soltanto la leadership.
Pilbur
00martedì 17 febbraio 2009 17:51
Adesso magari ne mettono uno addirittura tosto, era bello vincere facile

Lux-86
00martedì 17 febbraio 2009 17:53
uno tosto? e chi?
Pilbur
00martedì 17 febbraio 2009 18:12
Chessò uno veramente giovane e attivo, però difficilmente le correnti rinunceranno ai giochi di potere per la segreteria
Lux-86
00martedì 17 febbraio 2009 18:21
Nel PD non esiste uno giovane e attivo, sono stati schiavizzati tutti dalle correnti. L'unica soluzione è una purga staliniana.
princepsoptimus
00martedì 17 febbraio 2009 19:18
Signori, finalmente una bella notizia. Ormai è definitivo.
DarkWalker
00martedì 17 febbraio 2009 21:07
bene così. Che si scelga un nuovo leader e si ricominci da lui.
Armilio1
00martedì 17 febbraio 2009 21:17
Ma cambiando leader i problemi non si risolveranno di un minimo. Sono problemi strutturali: di capi-partiti che non sono abituati a stare zitti e seguire una leadership, alimentando le polemiche; Di diverse opinioni su questioni etiche che oggi sono così importanti. Problemi che possono essere attutiti dal tempo(fondamentale sarebbe l'estromissione dei ex-capi partito di margherita e ds che remano contro, come Rutelli e , per quanto me ne dispiaccia, D'Alema, visto che hanno fame di protagonismo), ma non mi sembra che il tempo stia remando a favore del pd.
Arvedui
00martedì 17 febbraio 2009 21:27
Re:
Armilio1, 17/02/2009 21.17:

Ma cambiando leader i problemi non si risolveranno di un minimo. Sono problemi strutturali: di capi-partiti che non sono abituati a stare zitti e seguire una leadership, alimentando le polemiche; Di diverse opinioni su questioni etiche che oggi sono così importanti. Problemi che possono essere attutiti dal tempo(fondamentale sarebbe l'estromissione dei ex-capi partito di margherita e ds che remano contro, come Rutelli e , per quanto me ne dispiaccia, D'Alema, visto che hanno fame di protagonismo), ma non mi sembra che il tempo stia remando a favore del pd.



E'il capo che deve risolvere i problemi strutturali; se Veltroni non c'è riuscito (anzi, ha peggiorato le cose) allora deve provarci il prossimo capo; è a questo che serve il capo del partito. Io comunque dubito fortemente che al momento fra i possibili capi ce ne sia uno capace di fare una ristrutturazione totale del partito.
princepsoptimus
00martedì 17 febbraio 2009 21:36
Re: Re:
Arvedui, 17/02/2009 21.27:



E'il capo che deve risolvere i problemi strutturali; se Veltroni non c'è riuscito (anzi, ha peggiorato le cose) allora deve provarci il prossimo capo; è a questo che serve il capo del partito. Io comunque dubito fortemente che al momento fra i possibili capi ce ne sia uno capace di fare una ristrutturazione totale del partito.




alla fine Bersani potrebbe anche riuscirci...
Armilio1
00martedì 17 febbraio 2009 21:38
Re: Re:
Arvedui, 17/02/2009 21.27:



E'il capo che deve risolvere i problemi strutturali; se Veltroni non c'è riuscito (anzi, ha peggiorato le cose) allora deve provarci il prossimo capo; è a questo che serve il capo del partito. Io comunque dubito fortemente che al momento fra i possibili capi ce ne sia uno capace di fare una ristrutturazione totale del partito.



Giusto ma...come non è per forza vero che una crisi economica è colpa del governo di quel momento, non è per forza vero che è demerito di Veltroni se non è riuscito a gestire il partito. Intendiamoci, anchio preferisco nettamente un capo-partito di un altro genere, ma bisogna darli atto di averle tentate tutte per tenere le redini del partito, i suoi "ma anche" rientrano in questa prospettiva. La realtà è che questo partito per vari motivi non ha ancora una linea condivisa, e non sò se riuscirà ad averla senza creare scissioni, sopratutto con una leadership debole. E credo che qualunque leadership verrà sarà debole, visto che i parlamentari PD, in un buon 60%, si riconoscono più nel loro capo-corrente che nel capo-partito, in una specie di sistema feudale.

Sarà solo un momento no, ma la vedo nera...




DarkWalker
00martedì 17 febbraio 2009 21:48
Re:
Armilio1, 17/02/2009 21.17:

Ma cambiando leader i problemi non si risolveranno di un minimo. Sono problemi strutturali: di capi-partiti che non sono abituati a stare zitti e seguire una leadership, alimentando le polemiche; Di diverse opinioni su questioni etiche che oggi sono così importanti. Problemi che possono essere attutiti dal tempo(fondamentale sarebbe l'estromissione dei ex-capi partito di margherita e ds che remano contro, come Rutelli e , per quanto me ne dispiaccia, D'Alema, visto che hanno fame di protagonismo), ma non mi sembra che il tempo stia remando a favore del pd.




Anche queste correnti si mettessero da capo a sostenere veltroni, nessuno ci crederebbe. Con uno nuovo invece ci sarebbe questa possibilità.
Armilio1
00martedì 17 febbraio 2009 21:52
Re: Re:
DarkWalker, 17/02/2009 21.48:




Anche queste correnti si mettessero da capo a sostenere veltroni, nessuno ci crederebbe. Con uno nuovo invece ci sarebbe questa possibilità.



Sì qui hai ragione,in effetti in qualche modo la situazione si doveva sbloccare, però è sicuramente un salto nel vuoto, ed una ennesima dimostrazione di fragilità...

-Giona-
00mercoledì 18 febbraio 2009 09:16
Gli eventi hanno ampiamente smentito il mio post precedente. Ritengo però che questa mossa sia suicida e possa portare allo sgretolamento del partito. Per un certo verso richiama la situazione successiva alle elezioni del 2001, con la lotta di potere all'interno dei DS e il "correntone", che appoggiava la corsa di Berlinguer alla segreteria, che annunciava la scissione. Anche allora i partiti di opposizione sembravano allo sbando e incapaci di portare avanti una politica efficace, ma furono "salvati" dall'attività dei girotondini, che costituirono una specie di avanguardia, senza sostituirsi ai partiti veri e propri. I partiti del centrosinistra si accodarono alle loro iniziative e ne ottennero un beneficio in termini di voti già alle successive tornate amministrative. Ora invece la parte dei girotondini la fa Di Pietro, che si è messo più che altro a fare una forte concorrenza al PD (vedi le sue ultime dichiarazioni in cui si erge a nuovo aggregante dell'opposizione) e quest'ultimo non sa più che pesci pigliare.
cointreau il possente
00mercoledì 18 febbraio 2009 14:59
Re: Re: Re:
Armilio1, 17/02/2009 21.38:



Giusto ma...come non è per forza vero che una crisi economica è colpa del governo di quel momento, non è per forza vero che è demerito di Veltroni se non è riuscito a gestire il partito. Intendiamoci, anchio preferisco nettamente un capo-partito di un altro genere, ma bisogna darli atto di averle tentate tutte per tenere le redini del partito, i suoi "ma anche" rientrano in questa prospettiva. La realtà è che questo partito per vari motivi non ha ancora una linea condivisa, e non sò se riuscirà ad averla senza creare scissioni, sopratutto con una leadership debole. E credo che qualunque leadership verrà sarà debole, visto che i parlamentari PD, in un buon 60%, si riconoscono più nel loro capo-corrente che nel capo-partito, in una specie di sistema feudale.

Sarà solo un momento no, ma la vedo nera...




Lasciando perdere il discorso sui leader, sul quale non posso che quotarvi, il problema del PD è che non è nulla. Non è carne nè pesce, non è partito territoriale nè lobby.
Questo perchè il PD, le sue due anime, non ha radici storiche e culturali. I DS, ex PDS, ex PCI, grazie ai suoi illuminati dirigenti ha completamente sotterrato la sua tradizione senza cercare di salvarne il buono e fare un'analisi critica e spietata della sua storia, se ne è vergognato e l'ha accantonata saltando piè pari nel carro nell'ideologia neoliberista, qualcosa di completamente alieno rispetto alle sue tradizioni. Agonizzante il neoliberismo, attravero il quale i DS si proponevano come "partito dei bravi amministratori", i DS non hanno più ragion d'essere. E oggi, come lascito tra le macerie, chi abbiamo nella "grande famiglia della sinistra" nella rivisitazione PD? anche Craxi - parole di Veltroni. complimenti.
La Margherita pure ha rigettato la tradizione DC di sinistra, alla zaccagnini, sposando le linee teodem che nella vecchia DC non si era mai vista.

Un partito senza radici, senza storia, senza visione non può andare da nessuna parte, non si può esprimere un progetto senza radici e passato, veleggia a vista sugli umori del momento, è incapace di organizzarsi. Fa scelte ridicole se non fossero tragiche come sul caso Englaro: dà contro Berlusconi - sempre facile ma non più remunerativo - ma non dice una parola sul tema al centro del contendere, la laicità e l'eutanasia. Anzi, da una parte lascia libertà di scelta ai propri parlamentari, dall'altra sostituisce il senatore Marino (laico) in commissione con una teodem vicinissima alle posizioni del cdl. Anche ammettendo, come dice il partito, che l'avvicendamento era programmato da mesi, il messaggio che passa è contraddittorio.
Candida alle politiche i "salvati" della Thyssen Krupp e non dice una parola - se non molto generica - sul tema della sicurezza del lavoro.

Indipendentemente dalla scelta di come posizionarsi, il PD deve posizionarsi, deve dire la sua, per quanto questo possa costituire potenzialmente una mazzata. e' l'ora di farla finita con i "ma anche" veltroniani. E per poterlo fare bisogna riappropiarsi della propria tradizione. Altrimenti il PD è finito.
Bye


Pius Augustus
00mercoledì 18 febbraio 2009 15:13
Re: Re: Re: Re:
cointreau il possente, 18/02/2009 14.59:




Un partito senza radici, senza storia, senza visione non può andare da nessuna parte




Come coniughi questo con forza italia e il pdl?
Per il resto quoto, tranne la colpa originale dei ds (?) nell'essersi resi profeti del neoliberismo.
cointreau il possente
00mercoledì 18 febbraio 2009 15:22
lo spiego con il fatto che Silvio ha 3 tv e che ha contribuito a plasmare gli italiani, i loro gusti e i loro valori, dagli anni '80.
Lo spiego con il fatto che silvio è quanto di più deterioramente italiano, a livello d'immagine, possa esserci.
lo spiego con il fatto che fi e il pdl, se ancora ci fosse bisogno di ripeterlo, non sono partiti, sono l'estensione di Silvio e del suo mito di invictus, vincente, salvatore, unto del signore che silvio stesso si è costruito in 30 anni.
FI e PDL non esprimono una visione, perchè non ne hanno, esprimono solo la speranza che un uomo possa mettere a posto tutto perchè lui ci è riuscito alla grande con la sua vita. Se lui ha vinto, perchè questo paese non può vincere attraverso di lui?

Per il neoliberismo, quello steso che ci ha portato a questa crisi di cui siamo solo agli inizi, prenderne alcune parti non era un male in sè. il male è stato sposarlo lingua in bocca senza alcuna disamina critica perchè 15 anni fa era l'ideologia vincente, e farlo partendo da una tradizione che era l'opposto.
Bye
DarkWalker
00mercoledì 18 febbraio 2009 15:34
ma teoricamente il "riformismo" del pd sarebbe quello iniziato con Turati. Come dire, la ex ex ex ex ex ex ala moderata/non massimalista del vecchio PSI.
Il compito principale del pd è di convincere gli elettori che la sinistra non è una idiozia. Invece mi pare di capire che, sopratutto nelle ultime elezioni, sono gli ettori che hanno convinto il pd che la sinistra è una idiozia.
-Giona-
00mercoledì 18 febbraio 2009 15:59
Re: Re: Re: Re:
cointreau il possente, 18/02/2009 14.59:


La Margherita pure ha rigettato la tradizione DC di sinistra, alla zaccagnini, sposando le linee teodem che nella vecchia DC non si era mai vista.


Non si erano mai visti teodem nella vecchia DC perché "non ce n'era mai stato bisogno". Quando mai, al tempo della prima repubblica, si era parlato di PACS, di matrimoni tra gay, di eutanasia ecc.? Quando si votarono le leggi sul divorzio e sull'aborto la vecchia DC fu compatta nel presentare referendum abrogativi: nel mondo cattolico, gli unici apertamente dissenzienti non furono leader politici e lo fecero su base personale.
cointreau il possente
00mercoledì 18 febbraio 2009 16:01
Re:
DarkWalker, 18/02/2009 15.34:


ma teoricamente il "riformismo" del pd sarebbe quello iniziato con Turati. Come dire, la ex ex ex ex ex ex ala moderata/non massimalista del vecchio PSI.



qualsiasi sia la tradizione alla quale si vuole rifare - sulla quale non eccepisco - non può fare un poutpourri alla Lorenzo che cantava "esiste un'unica grande Chiesa che va da Che Guevara a Madre Teresa". Queste stronzate le si lasci a Jovanotti.

DarkWalker, 18/02/2009 15.34:

Il compito principale del pd è di convincere gli elettori che la sinistra non è una idiozia. Invece mi pare di capire che, sopratutto nelle ultime elezioni, sono gli ettori che hanno convinto il pd che la sinistra è una idiozia.



sulle ultime elezioni non posso che quotarti. gli elettori di sinistra erano stanchi dei funambolismi da parolai rossi dei propri rappresentati, per usare a sproposito le parole di pansa, e quelli di centro ne erano francamente disgustati a causa delle peripezie del governo prodi.
Ma questo rigetto è stato contingente o è un processo di lungo periodo? secondo me è stato contingente. diviene processo nel momento in cui la sinistra sparisce dall'arco parlamentare come forza con i suoi valori. Ed è quello che può succedere: sparita la galassia PRC, tu vedi qualcosa vagamente di sinistra, anche sul tema della laicità, in parlamento?
la sinistra si è sparata in testa alle scorse elezioni e il PD sta completando l'opera di seppellimento. Con che esiti, giudica tu.


cointreau il possente
00mercoledì 18 febbraio 2009 16:07
Re: Re: Re: Re: Re:
-Giona-, 18/02/2009 15.59:


Non si erano mai visti teodem nella vecchia DC perché "non ce n'era mai stato bisogno". Quando mai, al tempo della prima repubblica, si era parlato di PACS, di matrimoni tra gay, di eutanasia ecc.? Quando si votarono le leggi sul divorzio e sull'aborto la vecchia DC fu compatta nel presentare referendum abrogativi: nel mondo cattolico, gli unici apertamente dissenzienti non furono leader politici e lo fecero su base personale.



Ogni processo è figlio dei suoi tempi, giona. non è che i teodem son venuti fuori oggi come risposta ai PACS e non vennero fuori negli anni '60 perchè i PACS non si proponevano. I teodem sono l'espressione più pura dell'ingerenza vaticana nella politica italiana, non la naturale risposta cattolica a quegli abomini di PACS e eutanasia.
La DC fu compatta all'epoca contro aborto e divorzio, ma la DC non è mai stata prona a 90° agli interessi vaticani come lo sono i teodem oggi, se pure il venerabile e non tacciabile di "felloneria" Andreotti ha detto che i cattolici sul caso Englaro dovrebbero fare un passo indietro. Vedi tu.
Bye


Armilio1
00mercoledì 18 febbraio 2009 16:25
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
cointreau il possente, 18/02/2009 16.07:



Ogni processo è figlio dei suoi tempi, giona. non è che i teodem son venuti fuori oggi come risposta ai PACS e non vennero fuori negli anni '60 perchè i PACS non si proponevano. I teodem sono l'espressione più pura dell'ingerenza vaticana nella politica italiana, non la naturale risposta cattolica a quegli abomini di PACS e eutanasia.
La DC fu compatta all'epoca contro aborto e divorzio, ma la DC non è mai stata prona a 90° agli interessi vaticani come lo sono i teodem oggi, se pure il venerabile e non tacciabile di "felloneria" Andreotti ha detto che i cattolici sul caso Englaro dovrebbero fare un passo indietro. Vedi tu.
Bye





Appunto. I teodem sono figli della contrapposizione laici-cattolici di questo periodo, e poi, come dice Giona, ai tempi della dc questi argomenti contavano meno, ed erano quindi meno importanti nel confronto politico.

cointreau il possente
00mercoledì 18 febbraio 2009 16:37
no, i teodem sono figli della scomparsa della DC come camera di compensazione per il vaticano nella politica italiana, non dello scontro laici-cattolici, che non ci sarebbe a questi livelli se la Chiesa non lo volesse. e poichè la DC era partito di massa dei cattolici italiani, per quanto correntizzato, poteva anche permettersi di non obbedire come un burattino ai voleri del vaticano, pur facendosene l'interprete.
Oggi che la DC non c'è più e anzi c'è stata la diaspora, il Vaticano ha allevato i suoi mastini delle guerra e li ha sguinzagliati in ogni partito. e poichè non sono più espressione di massa ma di corrente, ubbidiscono ciecamente all'azionista di riferimento. Cosa che la DC non faceva.
Quei temi contavano meno? non ne sarei così convinto. Guarda la reazione della società italiana, massiva, ai due celebri referendum. diciamo che forse quei temi erano più episodici nella scelte politiche che non oggi, dove i valori sono riportati al centro del dibattito essendo spariti i fatti.
Bye
-Kaname-chan
00mercoledì 18 febbraio 2009 17:12
Re: Re:
Arvedui, 17/02/2009 21.27:



E'il capo che deve risolvere i problemi strutturali; se Veltroni non c'è riuscito (anzi, ha peggiorato le cose) allora deve provarci il prossimo capo; è a questo che serve il capo del partito. Io comunque dubito fortemente che al momento fra i possibili capi ce ne sia uno capace di fare una ristrutturazione totale del partito.




L'unico modo sarebbe aprire delle primarie vere: chi vince avrà debellato i suoi avversari sul campo e potrà governare il partito [SM=x751545] Le correnti esisterebbero ancora ma avrebbero molto meno peso di ora
Armilio1
00mercoledì 18 febbraio 2009 17:58
Re:
cointreau il possente, 18/02/2009 16.37:

no, i teodem sono figli della scomparsa della DC come camera di compensazione per il vaticano nella politica italiana, non dello scontro laici-cattolici, che non ci sarebbe a questi livelli se la Chiesa non lo volesse. e poichè la DC era partito di massa dei cattolici italiani, per quanto correntizzato, poteva anche permettersi di non obbedire come un burattino ai voleri del vaticano, pur facendosene l'interprete.
Oggi che la DC non c'è più e anzi c'è stata la diaspora, il Vaticano ha allevato i suoi mastini delle guerra e li ha sguinzagliati in ogni partito. e poichè non sono più espressione di massa ma di corrente, ubbidiscono ciecamente all'azionista di riferimento. Cosa che la DC non faceva.
Quei temi contavano meno? non ne sarei così convinto. Guarda la reazione della società italiana, massiva, ai due celebri referendum. diciamo che forse quei temi erano più episodici nella scelte politiche che non oggi, dove i valori sono riportati al centro del dibattito essendo spariti i fatti.
Bye



E' quello che volevo dire...

Sul resto, bhè, per essere d'accordo dovrei credere al fatto che la chiesa cattolica comandi a bacchetta i suoi politici...


DarkWalker
00mercoledì 18 febbraio 2009 19:26
Re: Re: Re:
-Kaname-chan, 18/02/2009 17.12:




L'unico modo sarebbe aprire delle primarie vere: chi vince avrà debellato i suoi avversari sul campo e potrà governare il partito [SM=x751545] Le correnti esisterebbero ancora ma avrebbero molto meno peso di ora




no, non credo, anche se auspico che questo avvegna. COme in effetti è successo almeno fino ad ora (per poi liquefarsi davanti ai problemi). Salvo una sorta di legge acerbo calata nel congresso del partito^^
DarkWalker
00mercoledì 18 febbraio 2009 19:40
Re: Re:
cointreau il possente, 18/02/2009 16.01:



sulle ultime elezioni non posso che quotarti. gli elettori di sinistra erano stanchi dei funambolismi da parolai rossi dei propri rappresentati, per usare a sproposito le parole di pansa, e quelli di centro ne erano francamente disgustati a causa delle peripezie del governo prodi.
Ma questo rigetto è stato contingente o è un processo di lungo periodo? secondo me è stato contingente. diviene processo nel momento in cui la sinistra sparisce dall'arco parlamentare come forza con i suoi valori. Ed è quello che può succedere: sparita la galassia PRC, tu vedi qualcosa vagamente di sinistra, anche sul tema della laicità, in parlamento?
la sinistra si è sparata in testa alle scorse elezioni e il PD sta completando l'opera di seppellimento. Con che esiti, giudica tu.






1) ma infatti quello che non capisco è perchè questo riformismo che andava tanto bene alla margherita da allearsi sempre con i ds, adesso non le vada più bene. Paradossalmente adesso che il partito è uno si fanno molti più sforzi di estensione di questo cocnetto di trasformismo, tanto che quello di Turati di un secolo fa mi è più chiaro di quello di due anni fa.
2)secondo me è un processo di lungo periodo, e non solo italiano. Come ho detto da qualche altra parte, se la sinistra vuole ripartire, deve sfruttare questa crisi per far valere di nuovo i propri metodi e quindi la propria filosofia. Spero che almeno da qualche parte ci riesca. In Italia vediamo forse la peggiore edizione della destra dalle risposte facili, del neoliberismo, con il mito della governabilità, forse anche perchè il nuovo corso delle teorie economiche ha coinciso con la demolizione improvvisa della I repubblica.
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