dolceglicine
domenica 7 dicembre 2008 16:08


Brevi linee d’albe e tramonti
tratteggiano forme perfette
nella trepidazione del cuore
oltre labirinti mentali
ove fili sciolti nel mistero
dilatano pupille d’anima attonita
nell’apoteosi dello stupore.
Il pensiero che ne consegue
è musica d’esaltata felicità.
L’azione, poi
è una voce modulata
da infinito amore
che nell’acuto finale
fende dell’assurdo l’onda
verso sincronia di un divenire
che di noi accoglie l’unisono.
al_qantar
domenica 7 dicembre 2008 19:12
A me proprio mi pare una gran sciocchezza sospenderti per questa poesia per i motivi che hai detto. Anche se, su una chiave di lettura, ci si possono trovare dei riferimenti

ove fili sciolti nel mistero
dilatano pupille d’anima attonita
nell’apoteosi dello stupore.
Il pensiero che ne consegue
è musica d’esaltata felicità.


però mi pare che ci vuole un attimo di contorsione mentale per definirla poesia che pubblicizza positivamente l'uso di droghe.
Quello che descrivi, per esempio, a me succede quando un brano musicale mi prende e mi trascina via oppure la lettura di versi
di certi autori che mi esaltano ogni neurone... ma tante altre cose mi portano a certi stati di esaltazione, anche un buon pasto e via dicendo. Ripeto, a me sembra una presa di posizione rigida di chi non risponde più ai 360°.

Riguardo la poesia, visto che mi trovo qui, ti dico che mi piace,
in particolare la chiusa. Quel divenire sincronico che accoglie il nostro unisono mi piace tanto, mi fa pensare a quando cerchiamo di unificarci al ritmo del respiro del partner che dorme per sentirci più vicini e più simili

Ti abbraccio

Sebastiano
dolceglicine
domenica 7 dicembre 2008 19:45
Re:
al_qantar, 07/12/2008 19.12:

A me proprio mi pare una gran sciocchezza sospenderti per questa poesia per i motivi che hai detto. Anche se, su una chiave di lettura, ci si possono trovare dei riferimenti

ove fili sciolti nel mistero
dilatano pupille d’anima attonita
nell’apoteosi dello stupore.
Il pensiero che ne consegue
è musica d’esaltata felicità.


però mi pare che ci vuole un attimo di contorsione mentale per definirla poesia che pubblicizza positivamente l'uso di droghe.
Quello che descrivi, per esempio, a me succede quando un brano musicale mi prende e mi trascina via oppure la lettura di versi
di certi autori che mi esaltano ogni neurone... ma tante altre cose mi portano a certi stati di esaltazione, anche un buon pasto e via dicendo. Ripeto, a me sembra una presa di posizione rigida di chi non risponde più ai 360°.

Riguardo la poesia, visto che mi trovo qui, ti dico che mi piace,
in particolare la chiusa. Quel divenire sincronico che accoglie il nostro unisono mi piace tanto, mi fa pensare a quando cerchiamo di unificarci al ritmo del respiro del partner che dorme per sentirci più vicini e più simili

Ti abbraccio

Sebastiano





In gioventù ho studiato un po' di Storia della lingua italiana e pertanto sono abituata a usare le parole rispettandole, nei limiti del mio possibile.
Quando scrivo uso il vocabolario e cerco i significati, spesso anche l'etimologia delle parole. Talvolta persino di quelle più usuali.
Mi spiace che ci siano menti così ridotte da standardizzare i significati, da pensare che il linguaggio sia un insieme di luoghi comuni.
Quello che dici è giusto: la musica apre, allarga, estende (dilata) gli occhi dell'anima, e così la poesia o la letteratura, ma anche la danza, l'arte in generale, il rapporto intimo col divino, l'amore per il partner. Connubio, appunto, con l'arte, con Dio o con un compagno/a.

Cobite
lunedì 8 dicembre 2008 11:12
Re:
al_qantar, 07/12/2008 19.12:

A me proprio mi pare una gran sciocchezza sospenderti per questa poesia per i motivi che hai detto. Anche se, su una chiave di lettura, ci si possono trovare dei riferimenti

[Sebastiano




Infatti non è stata sospesa per la poesia e la signora lo sa benissimo.


Giancarlo
anumamundi
lunedì 8 dicembre 2008 15:42
Re:
dolceglicine, 07/12/2008 16.08:



Brevi linee d’albe e tramonti
tratteggiano forme perfette
nella trepidazione del cuore
oltre labirinti mentali
ove fili sciolti nel mistero
dilatano pupille d’anima attonita
nell’apoteosi dello stupore.
Il pensiero che ne consegue
è musica d’esaltata felicità.
L’azione, poi
è una voce modulata
da infinito amore
che nell’acuto finale
fende dell’assurdo l’onda
verso sincronia di un divenire
che di noi accoglie l’unisono.




Non entro nel merito dei contenuti, per i quali non sono molto bravo a decifrare i significati. Vorrei soffermarmi, invece, su un aspetto tecnico-formale che mi ha colpito in questo testo: quello dell’utilizzo di termini, sicuramente non ricercati, che sembrano avere l'unico scopo di provocare un “effetto stupore”, anche se denotano una certa padronanza della lingua italiana.
Tuttavia in alcuni casi il loro utilizzo provoca delle distorsioni percettive nella lettura e un senso di appesantimento gratuito nella lessicologia (es.: “apoteosi dello stupore”).
In altri casi la ricerca di termini “appropriati” produce delle espressioni di dubbia originalità, è il caso di:
“anima attonita”, “trepidazione del cuore”, “labirinti mentali”.
Ne consegue che la lettura procura un senso di dejà-vu che non lascia traccia di particolari originalità od innovazioni stilistiche.






dolceglicine
lunedì 8 dicembre 2008 17:12
Re: Re:
anumamundi, 08/12/2008 15.42:




Non entro nel merito dei contenuti, per i quali non sono molto bravo a decifrare i significati. Vorrei soffermarmi, invece, su un aspetto tecnico-formale che mi ha colpito in questo testo: quello dell’utilizzo di termini, sicuramente non ricercati, che sembrano avere l'unico scopo di provocare un “effetto stupore”, anche se denotano una certa padronanza della lingua italiana.
Tuttavia in alcuni casi il loro utilizzo provoca delle distorsioni percettive nella lettura e un senso di appesantimento gratuito nella lessicologia (es.: “apoteosi dello stupore”).
In altri casi la ricerca di termini “appropriati” produce delle espressioni di dubbia originalità, è il caso di:
“anima attonita”, “trepidazione del cuore”, “labirinti mentali”.
Ne consegue che la lettura procura un senso di dejà-vu che non lascia traccia di particolari originalità od innovazioni stilistiche.









Credo che questa sia una critica sensata, rispettabile e condivisibile.
Una critica utile per il miglioramento della propria scrittura, nonostante io non abbia nulla, purtroppo, da migliorare, perchè già da qualche anno ho deciso di non scrivere più. Qualora, comunque, dovessi ricredermi, terrò conto di queste tue osservazioni.
Ho apprezzato molto anche la tua umiltà nel definirti "non molto bravo a decifrare i significati".

Grazie.

Sono perfettamente conscia che locuzioni quali, ad esempio, "labirinti mentali" siano oramai degli stereotipi, ma non mi venne in mente altro che si accostasse ai "fili sciolti" del verso successivo e che potesse richiamare alla mente del lettore il mito di Arianna e Teseo.
E così pure, ho preferito usare l'espressione "trepidazione del cuore" perchè ricorrente nella teologia cristiana anzichè cercare qualcosa di meno usuale.
L'utilizzo dell'aggettivo "attonita" legato al sostantivo "anima" voleva riprodurre lo stesso effetto della "terra attonita" manzoniana.
Queste precisazioni non vogliono in alcun modo giustificare la mia mancanza di originalità o di innovazione stilistica, ma semplicemente motivare le mie scelte linguistiche. Sicuramente avrei potuto far meglio.

Grazie ancora.


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